L'Istat: precari al top dal '93, al Sud una famiglia su 4 arranca
Roma
L’Italia esce dal 2011 in affanno: la crisi ha
impoverito il Paese portando indietro di decenni su redditi e risparmi;
le difficoltà economiche hanno rafforzato le disuguaglianze
generazionali e territoriali. Il Rapporto annuale dell’Istat descrive
così uno scenario critico. Nel corso dell’ultimo anno, spiega il
presidente dell’Istituto Enrico Giovannini, l’Italia ha scoperto di
essere «più vulnerabile di quanto pensava». Una presa di coscienza che è
servita a «mettere mano» su «numerose questioni irrisolte», ma comunque
anche il 2012 è destinato ad essere «ricordato come un anno molto
difficile».
Di seguito i principali punti affrontati dal RapportoSALARI AL PALO IN ULTIMO VENTENNIOTra
il 1993 e il 2011 le retribuzioni contrattuali, in termini reali, sono
rimaste ferme. Non è andata meglio per le retribuzioni di fatto, ovvero
le buste paga, salite solo di quattro decimi di punto l’anno.
REDDITI A LIVELLI DI 10 ANNI FA, RISPARMIO A MINIMI DA ’90Visto
anche l’andamento degli stipendi non stupisce come il reddito reale
disponibile delle famiglie sia diminuito nel 2011 per il quarto anno
consecutivo, tornando ai valori di dieci anni fa. Dal 2007 la perdita è
di ben 1.300 euro a testa. La propensione al risparmio delle famiglie
consumatrici è scesa all’8,8% nell’ultimo anno, la percentuale più bassa
dal 1990. Insomma gli italiani non sono più popolo di formiche, intento
a mettere da parte, ma neppure di cicale. Le famiglie hanno dovuto
intaccare i loro ’tesorettì soprattutto per fare fronte a spese
obbligate e necessarie. Ora però le riserve si stanno esaurendo e gli
italiani si ritrovano costretti a ridurre i consumi.
ITALIA ULTIMA IN UE PER CRESCITA TRA 2000-2011Il
Paese ha registrato via via record negativi. Negli ultimi dieci anni,
tra il 2000 e il 2011, con una crescita media annua pari allo 0,4%,
l’Italia risulta ultima tra i 27 stati membri dell’Ue.
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