«Quasi annullata» la risalita avvenuta tra il 2009 e il 2011. La pressione fiscale alle stelle
Nel 2012 il Pil è crollato del 2,4%. Lo ha comunicato l’Istat
spiegando che l’ultima previsione del governo contenuta nella nota di
aggiornamento del Def stimava un analogo calo . Un’ulteriore riduzione
rispetto all’anno precedente, in cui si era verificato, invece, un
incremento dello 0,4%, in netto rallentamento rispetto alla crescita
dell’1,7% del 2010 . Una risalita «quasi annullata» dalla caduta
avvenuta negli ultimi mesi, che ha fatto «scendere il Pil in volume
leggermente al di sotto del livello registrato nel 2009». Ancora meno
confortanti le stime sul Pil reale, sceso sotto i livelli del 2001. Il
crollo è stato accompagnato una diminuzione delle importazioni di beni e
servizi del 7,7%, che ha accentuato la contrazione delle risorse
disponibili (-3,6%). Dal lato degli impieghi si registra una contrazione
sia dei consumi finali nazionali (-3,9%), sia degli investimenti fissi
lordi (-8,0%). Un contributo negativo alla variazione del Pil
particolarmente ampio (-4,8 punti percentuali) è venuto dalla domanda
nazionale, mentre la variazione delle scorte ha sottratto 0,6 punti
percentuali. All’opposto, la domanda estera netta ha fornito un forte
apporto positivo (3,0 punti percentuali).
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