Ecco il piano per abolire gli scontrini. Ma la moneta digitale stenta a decollare
Torino
Incrociare il finanziere all’uscita della pizzeria sarà sempre
più complicato. Pensare di nascondere qualche informazione all’Agenzia
delle Entrate pure. Meno muscoli e più byte: si muove su queste due
strade il «Fisco che cambia verso», quello che si prepara a mandare in
pensione gli scontrini. Attenzione, non è un percorso facile: nel 1996,
l’allora ministro delle Finanze Vincenzo Visco firmava un protocollo con
artigiani e commercianti che prometteva di archiviare per sempre le
certificazioni cartacee. Diciotto anni dopo, i foglietti che spuntano
dal portafoglio sono ancora qui. Nel frattempo, l’evasione non è
diminuita.
Ecco perché la direttrice dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi
spinge forte sull’acceleratore. La parola d’ordine è «tracciabilità
totale», concetto affascinante ma anche complicatissimo da raggiungere
in un Paese in cui la moneta elettronica (eufemismo) fatica a decollare:
con una media di 31 operazioni all’anno per abitante l’Italia guarda da
lontano la Spagna (52), la Francia (130) e soprattutto i Paesi del
Nord, che superano quota 220.
Continua
qui