Il Solimarket, aperto tre anni fa da una cooperativa, è una scommessa
vinta. L’anno scorso sono stati venduti oltre 4 mila vestiti, 3 mila
elettrodomestici e oggetti per la casa
Acqui Terme(AL)
Paolo Porta passa spesso e non c’è volta che esca senza un pezzo
per la sua collezione: stavolta ha scovato un bel candeliere e se l’è
portato a casa per soli 10 euro.
Tra gli abiti,
invece, curiosa Licia Ogliani, cacciatrice di vintage: «Trovo anche
pezzi firmati, tipo questo» dice, sollevando una camicia Ralph Lauren a 4
euro.Alla cassa, intanto, Emanuele Levrero prende un buono dalle
mani di due donne marocchine: qui chi è in difficoltà non deve neppure
pagare.
E’ un mondo parallelo il Solimarket di Acqui, che la
cooperativa sociale Impressioni grafiche ha aperto nel 2013 in un ex
garage della defilata via Goito. Un esperimento riuscito di punto vendita per lo shopping responsabile (e sostenibile).
«Le parole d’ordine sono riuso, riciclo e solidarietà» spiega Paolo Stocchi, referente del progetto. I
290 metri quadri di negozio sono, di fatto, un collettore dove chi
vuole può donare, se in buono stato, ciò che avrebbe buttato via.
Vestiti, mobili, elettrodomestici, stoviglie, giocattoli.
Sugli scaffali ci sono 10 mila pezzi, nel 2015 i donatori sono stati mille.
Una valanga di oggetti sottratti alla discarica. I clienti sono tanti e
diversi: amanti di antiquariato e vintage, persone che non avrebbero
mezzi per comprare a prezzo pieno. Italiani e stranieri.
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