Attacco a Bruxelles, l’obiettivo era la centrale nucleare di Liegi
Lo riferisce il quotidiano belga “Le Dernere Heure”,
riportando che nel sito, già da febbraio, era sorvegliato da 140
militari. Il numero delle vittime è salito a 32, degli oltre 300 feriti
61 sono ricoverati in terapia intensiva. Nessuna novità sulla sorte di
Patricia Rizzo, l’unica italiana dispersa.
L’obiettivo vero dei kamikaze sarebbe stata la centrale nucleare di
Liegi. A 48 ore dagli attentati che martedì mattina hanno sconvolto
Bruxelles - e il cui bilancio aggiornato parla di 32 vittime e oltre 300
feriti, 61 dei quali ricoverati in terapia intensiva - il quotidiano
belga “Le Dernere Heure” sostiene che i fratelli Bakraoui (Ibrahim si è
fatto esplodere all’aeroporto di Zaventem e Khalid nella metro di
Maelbeek) avevano rubato la telecamera nascosta nella casa del direttore
del Programma di ricerca e sviluppo nucleare belga. Il video fu
trafugato poco dopo gli attacchi di Parigi e questo confermerebbe il
collegamento tra gli attentati in Francia, Belgio e Siria. Il video, che
dura una decina di ore, fu sequestrato a dicembre a casa di uno dei
sospetti degli attentati, Mohamed Bakkali. E il 17 febbraio, per
garantire la sicurezza della centrale, le autorità belghe decisero di
schierare 140 militari attorno alla centrale. La tv pubblica belga Rtbf,
invece, riferisce che, all’interno della metropolitana, Khalid El
Bakraoui, sarebbe stato accompagnato da una persona, ripresa dalla
telecamera di sorveglianza mentre trasportava una grossa borsa.
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