«Questa mattina sono stato in
produzione, e ho visto persone commosse; non nascondo che il clima
generale ha toccato anche me». Luca Quagini, direttore dello
stabilimento Melegatti di Verona – Spa in concordato – ha visto
sfornare il primo pandoro e il primo panettone della campagna natalizia.
«Forme perfette, qualità altissima, e non era scontato – spiega –
Qualche giorno di ritardo per la manutenzione ci ha dato il tempo di
affinare la lavorazione». Già nel fine settimana potrebbe riaprire lo
spaccio aziendale per la vendita ai consumatori diretti. La vera sfida,
però, è la distribuzione nella Gdo: «Abbiamo mandato la comunicazione ai
vari centri di acquisto e alle diverse insegne; non tutte credevano che
ce l'avremmo fatta, e chiaramente a questo punto molte avranno già
riempito gli scaffali con altri prodotti. Speriamo trovino un posticino,
siamo sicuri che le vendite li ripagheranno».
Quagini è consapevole della solidarietà nata intorno alla crisi della
storica azienda dolciaria, quella che brevettò la prima ricetta del
pandoro. Con l'hashtag #NoiSiamoMelegatti gli stessi dipendenti, senza
stipendio da agosto, hanno fatto conoscere la situazione ai consumatori,
che hanno risposto così come era stato per altre aziende finite in
difficoltà (dal Torronificio Scaldaferro, travolto dal tornado della
Riviera del Brenta a Venezia nel 2015, al pastificio Rummo,
alluvionato).
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