Si tratta di un cercatore di funghi
PONZONE – Un cercatore di funghi risulta disperso nell’acquese, nei boschi attorno a Ponzone. L’uomo di 72 anni non è più rientrato a casa e così sono subito scattate le ricerche. Attualmente, nella zona di Cimaferle, sono al lavoro i Carabinieri insieme ai Vigili del Fuoco e alla Protezione Civile.
Fonte
mercoledì 12 settembre 2018
Sting canta per gli operai della Bekaert che protestano: 'Pirelli ha una responsabilità grandissima'
'Message in a bottle' è la solidarietà del cantante inglese: Claudia Andreozzi dal presidio presso lo stabilimento di Figline Valdarno, dove in 300 rischiano il posto di lavoro in seguito alla delocalizzazione della fabbrica che produce componenti per pneumatici. Parla Giuliano: "Sono 32 anni che lavoro qui" e Alessandra: "Io operaia mi sento violentata, Pirelli ha una responsabilità gravissima, il nostro è un prodotto di eccellenza"
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martedì 11 settembre 2018
Viabilità in crisi, oltre un'ora di viaggio da Pontedecimo a Sestri Ponente
Il nostro viaggio di passione all'alba
GENOVA - Ore 7.22 Pontedecimo, ore 8.49 Via Manara Sestri Ponente.
E' racchiusa tutta in quest'ora e 17 minuti la crisi del traffico genovese nel ponente in questo martedì mattina.
E' il tempo che infatti abbiamo impiegato documentando tutto con la nostra telecamera. Una volta partiti da Pontedecimo abbiamo incontrato le prime code nella zona di San Quirico.
L'andamento è stato a passo d'uomo fino all'incrocio di via Ferri verso Fegino. La circolazione ha ripreso a scorrere da Borzoli, poi ecco di nuovo un tappo stradale, quello di via Chiaravagna coinvolta dai cantieri di sistemazione di via Giotto.
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Ponte Morandi, il giallo della mail tra Ismes e Autostrade. La Procura indaga
domenica 9 settembre 2018
Ilva di Taranto, i cittadini consegnano le schede elettorali: "Avete tradito i nostri bambini"
Sono in protesta da 24 ore contro l'accordo di vendita di Ilva ad ArcelorMittal. Chiedono impegni più rapidi per l'ambientalizzazione e la chiusura delle fonti inquinanti
dalla nostra inviata CHIARA SPAGNOLOTARANTO - Riconsegnano le schede elettorali alcune centinaia di cittadini di Taranto, che da 24 ore protestano contro l'accordo di vendita dell'Ilva ad ArcelorMittal, chiedendo impegni più incisivi e rapidi per l'ambientalizzazione della fabbrica e la chiusura delle fonti inquinanti.In piazza della Vittoria sono stati affissi striscioni e cartelli, con cui si chiede l'eliminazione dell'immunità penale per ArcelorMittal, sancita con l'accordofirmato il 6 settembre al Mise. "Avete tradito Taranto", "Subito bonifiche e riconversione", è scritto sui cartelli attaccati agli alberi, tra i quali gli esponenti dei comitati stanno ragionando sulle strade da intraprendere per portare avanti la battaglia per tutelare l'ambiente e la luce dei cittadini.Continua qui (video)
Taranto delusa dai 5Stelle, sull'Ilva la città resta divisa
Qui! Group fallita, debiti per 325mln
Depositata sentenza a tribunale Genova. Epat, preoccupazione
La sezione fallimentare del tribunale di Genova ha dichiarato, con sentenza depositata oggi, il fallimento di Qui! Group, società di fornitura di buoni pasto. La sentenza ipotizza debiti per "non meno di 325 milioni di euro". Lo rende noto l'Epat di Torino, che attraverso il suo direttore, Claudio Ferraro, esprime "estrema preoccupazione, ben cosciente dell'entità della sofferenza economica dei suoi associati verso la società".
La vicenda Qui! Group, che a luglio si è vista revocare da Consip la convenzione relativa al bando di gara sui buoni pasto d2016, tiene da mesi col fiato sospeso - ricorda l'Epat di Torino - migliaia di operatori del pubblico esercizio.
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Crollo ponte: Santoro si dimette dalla commissione ispettiva del ministero
Di Maio: 'Autostrade avrà una brutta sorpresa: non faccio ricostruire il ponte a chi lo ha fatto crollare". Replica il governatore ligure Toti: "Vorrei belle sorprese per Genova e la Liguria"
L'ingegnere Bruno Santoro ha rassegnato spontaneamente le proprie dimissioni dalla Commissione ispettiva del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che opera per individuare le cause del crollo del Ponte Morandi. Santoro era tra gli indagati dell'inchiesta dei pm di Genova.
A renderlo noto un comunicato del ministero nel quale lo si ringrazia per la sensibilità e la professionalità dimostrate e si precisa che appena dal 23 marzo scorso Santoro è dirigente della Divisione 1 (Vigilanza tecnica e operativa della rete autostradale in concessione) della Direzione generale per la vigilanza sulle concessionarie autostradali.
Il Mit aggiunge poi che Santoro presso la Divisione 1 (Vigilanza tecnica e operativa della rete autostradale in concessione) "non ebbe competenza alcuna sul progetto di manutenzione straordinaria presentato da Autostrade per il Ponte Morandi".
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Crollo Ponte Morandi, intervista esclusiva a un Vigile del Fuoco nerviese
Scuola, mancano 200 supplenti
Francesca Forleo
Genova - All’agrario Marsano manca la metà del corpo docenti, circa 50 su 100. Alla media Cantore, una nuova sezione è ancora senza gli insegnanti delle materie fondamentali. Nella scuola di Sant’Ilario, dove si diplomò anche Rodolfo Valentino, il problema sono gli insegnanti di materie pratiche, tecniche e agrarie. Al Vittorio Emanuele, dove invece il diploma lo prese Eugenio Montale, il corpo docenti è quasi al completo ma mancano (come sempre) i docenti di Elettronica e Meccanica. «Un problema cronico», dice il dirigente, Giovanni Poggio che è reggente pure del Marsano. Nelle scuole umanistiche, il problema sono più spesso gli insegnanti di lingue. Ad esempio al Liceo Classico Colombo mancano ancora diverse ore di Spagnolo e Francese ma anche di Educazione Fisica.
Mancano 10 giorni all’inizio della scuola, lunedì 17 settembre, e, all’Ufficio scolastico di via Assarotti, si lavora freneticamente per nominare i supplenti - circa 200 per tutta la Regione, un centinaio per Genova - dalle graduatorie a esaurimento, con una scaletta che parte dall’ultima tornata di convocazioni per gli asili e le scuole elementari (lunedì presso l’Istituto Firpo Buonarroti di via Canevari 51) e per le superiori, da martedì della prossima settimana.
Le periferie dimenticate
di LUCA BORZANI
Chissà se quanto accaduto a Genova porterà il governo “zig-zag” a confermare la scelta di cancellare i finanziamenti per la riqualificazione urbana? Una decisione che era stata legittimamente giudicata da più di cento sindaci come uno “scippo”. Senza particolare destrezza ma con discreto cinismo. In questi i giorni la Camera torna a votare. E potremo vedere se la terribile lezione del ponte Morandi è stata, almeno parzialmente, compresa. Per capire è però necessario fare un pò di storia. La legge di stabilità del 2016, governo Renzi, finanzia un bando, rivolto a città metropolitane e comuni capoluogo, per interventi di rigenerazione e recupero di aree segnate dal degrado edilizio, dall’ abbandono post industriale o dal dissesto ambientale. E’ il famoso “bando periferie” con cui vengono stanziati 501 milioni di euro destinati alle ventiquattro città che presentano interventi immediatamente eseguibili o di particolare rilevanza territoriale. Genova, grazie soprattutto a un consistente lavoro di progettazione largamente concentrato su Sampierdarena, accede al quindicesimo posto. Giunta Doria per la memoria. Nel 2017 il governo Gentiloni allarga il finanziamento con l’obiettivo di arrivare a coprire tutte le richieste pervenute ma rimaste escluse dalla prima graduatoria. Sono 120 tra comuni e città metropolitane con un investimento complessivo che arriva a 2miliardi e 61 milioni di euro. A cui si aggiungono un altro miliardo di euro di cofinanziamenti privati e municipali. Una vera boccata d’ossigeno per le esangui finanze locali e la possibilità di risistemare, almeno parzialmente, scuole fatiscenti, patrimonio storico in rovina, spazi deindustrializzati. Insomma molto di quello che si è accumulato nella prolungata assenza di manutenzioni e di riqualificazione degli spazi pubblici in nome dell’austerità. Alla Liguria toccano complessivamente 111 milioni (18 a Imperia, 18 a Savona, 18 a Genova, 17 a Spezia più 40 milioni alla città metropolitana di Genova e destinati prevalentemente alle scuole superiori di Sampierdarena e della Val Polcevera e alle valli Scrivia e Sturla). Tutto bene? No. La Corte Costituzionale infatti blocca il provvedimento di Gentiloni perché non approvato dalla conferenza unificata stato-regioni-autonomie. Da qui, in occasione del decreto “mille proroghe”, l’emendamento del governo che viene prima votato all’unanimità (quindi anche dal Pd) e che poi diventa uno dei “casus belli” di questa difficile estate.
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Chissà se quanto accaduto a Genova porterà il governo “zig-zag” a confermare la scelta di cancellare i finanziamenti per la riqualificazione urbana? Una decisione che era stata legittimamente giudicata da più di cento sindaci come uno “scippo”. Senza particolare destrezza ma con discreto cinismo. In questi i giorni la Camera torna a votare. E potremo vedere se la terribile lezione del ponte Morandi è stata, almeno parzialmente, compresa. Per capire è però necessario fare un pò di storia. La legge di stabilità del 2016, governo Renzi, finanzia un bando, rivolto a città metropolitane e comuni capoluogo, per interventi di rigenerazione e recupero di aree segnate dal degrado edilizio, dall’ abbandono post industriale o dal dissesto ambientale. E’ il famoso “bando periferie” con cui vengono stanziati 501 milioni di euro destinati alle ventiquattro città che presentano interventi immediatamente eseguibili o di particolare rilevanza territoriale. Genova, grazie soprattutto a un consistente lavoro di progettazione largamente concentrato su Sampierdarena, accede al quindicesimo posto. Giunta Doria per la memoria. Nel 2017 il governo Gentiloni allarga il finanziamento con l’obiettivo di arrivare a coprire tutte le richieste pervenute ma rimaste escluse dalla prima graduatoria. Sono 120 tra comuni e città metropolitane con un investimento complessivo che arriva a 2miliardi e 61 milioni di euro. A cui si aggiungono un altro miliardo di euro di cofinanziamenti privati e municipali. Una vera boccata d’ossigeno per le esangui finanze locali e la possibilità di risistemare, almeno parzialmente, scuole fatiscenti, patrimonio storico in rovina, spazi deindustrializzati. Insomma molto di quello che si è accumulato nella prolungata assenza di manutenzioni e di riqualificazione degli spazi pubblici in nome dell’austerità. Alla Liguria toccano complessivamente 111 milioni (18 a Imperia, 18 a Savona, 18 a Genova, 17 a Spezia più 40 milioni alla città metropolitana di Genova e destinati prevalentemente alle scuole superiori di Sampierdarena e della Val Polcevera e alle valli Scrivia e Sturla). Tutto bene? No. La Corte Costituzionale infatti blocca il provvedimento di Gentiloni perché non approvato dalla conferenza unificata stato-regioni-autonomie. Da qui, in occasione del decreto “mille proroghe”, l’emendamento del governo che viene prima votato all’unanimità (quindi anche dal Pd) e che poi diventa uno dei “casus belli” di questa difficile estate.
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sabato 8 settembre 2018
MODELLO EUROPEO: anticiclone con temperature ESTIVE dalla prossima settimana, poi...
L'ultima ondata di calore della stagione prossimamente sui nostri schermi. Cercheremo di indagare anche sulla sua conclusione più probabile.
Una figura di alta pressione ritorna a governare il tempo sul Mediterraneo e lo fa attraverso un vistoso aumento della temperatura pronto a manifestarsi a partire dalla prossima settimana. Senza vie di mezzo, a livello sinottico possiamo confermare che questo sarà probabilmente l'anticiclone più esteso dell'intera estate, il cui unico difetto è quello di arrivare in un periodo dell'anno in cui la durata del giorno sarà in sensibile diminuzione e pertanto le temperature non avranno modo di salire su valori davvero elevati. Se questa figura altopressoria fosse arrivata ad agosto oppure peggio ancora a luglio, state pur tranquilli che gli effetti sarebbero stati ben diversi.
Fanno esplodere il bancomat a Borghetto Borbera
Erano le 4 di notte quando un forte boato ha risvegliato la cittadina. Immediato l'intervento delle forze dell'ordine e dei Vigili del Fuoco.
BORGHETTO BORBERA – Hanno agito nella notte, quando tutti ormai erano andati a dormire. Ma a risvegliare la cittadina di Borghetto Borbera intorno alle 4 di sabato 8 settembre è stata una forte esplosione proveniente dalla zona della Ubi banca in via San Michele 2. Alcuni malintenzionati hanno infatti piazzato una carica esplosiva per scardinare il bancomat dal muro dell’edificio su due piani per poi fuggire con la refurtiva. Sul posto sono intervenute immediatamente le forze dell’ordine e i Vigili del Fuoco.
Fortunatamente non si registrano persone rimaste ferite nello scoppio. Al contrario ci sono evidenti danni strutturali all’edificio che ospitava il bancomat, in particolare ad arredi, strutture linee e divisori in cartongesso.
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Due maestre sospese per abusi sui piccoli alunni
Secondo le indagini della Polizia di Alessandria le due docenti avevano compiuto maltrattamenti nei confronti di otto bambini.
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Due maestre di una scuola d’infanzia della provincia di Alessandria sono state sospese dall’esercizio del pubblico ufficio dalla Polizia di Stato inseguito ad accurate indagini. Le operazioni, condotte dai poliziotti della Squadra Mobile e dirette dalla Procura alessandrina, sono iniziate dopo la denuncia di una delle madri. La donna aveva raccolto alcune confidenze del piccolo che frequentava l’istituto facendo scattare un campanello d’allarme.
I successivi sviluppi hanno portato all’accertamento del coinvolgimento delle due maestre in numerosiepisodi di abusi ai danni di almeno otto bambini, di età compresa tra i tre e i cinque anni, verso cui le insegnanti si rivolgevano con frasi ingiuriose.
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La gaffe della Gelmini arriva sul libro di geografia: "Un tunnel collega il Gran Sasso al Cern"
Sul sussidiario, disponibile in libreria, si replica il clamoroso errore dell'ex ministra. L'editore: "Abbiamo già corretto e ristampato"
di CORRADO ZUNINOROMA - La storica gaffe di Mariastella Gelmini, ministra dell’Istruzione ora è un dato acclarato della geografia scolastica. Si legge nel passaggio del libro “Capire il presente”, in uso a diverse quinte elementari del Paese.: "Oggi il Gran Sasso ospita un Parco nazionale e dei laboratori sotterranei per la ricerca scientifica”, e, fin qui, niente da eccepire. Poi, però, continua il testo: “Un lungo tunnel collega questi laboratori al Cern, il più grande laboratorio di fisica, che si trova al confine tra la Svizzera e la Francia, vicino alla città di Ginevra". Un tunnel lungo 732 chilometri dal Gran Sasso al Cern, mai visto. Però già sentito.Tiziana Canali, autrice di riferimento per Mondadori Education e di questo "sussidiario per tutte le discipline", è riuscita in un’operazione impensabile: ha copiaincollato l’insuperabile comunicato stampa di Gelmini ministra dell’Istruzione del Governo Berlusconi. Nel settembre 2011, congratulandosi per la scoperta dei neutrini che in un esperimento Gran Sasso-Cern avevano superato la velocità della luce, dettò all’ufficio stampa queste parole: “Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento, l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro”. Il comunicato faceva presagire un tunnel in cemento armato che dal centro dell’Italia raggiungeva la Svizzera. La Gelmini confermò l’infelicità del comunicato e il suo portavoce venne cacciato. Tra l’altro, quattro controprove successive non confermarono l’esperimento.Continua qui
venerdì 7 settembre 2018
Verso la chiusura domenicale per i negozi
Verranno riviste le liberalizzazioni di Monti. I commercianti: sì al dialogo
Verranno riviste le liberalizzazioni di Monti sugli orari di apertura degli esercizi commerciali. Lo afferma Michele Dell'Orco (M5S), sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti."Come definito in una riunione tra M5S e Lega, insieme a Davide Crippa e Barbara Saltamartini, in commissione Attività produttive è stato definito l'iter per rivedere le liberalizzazioni di Monti sugli orari di apertura degli esercizi commerciali. Si va verso le chiusure festive e domenicali con possibilità di alcune deroghe che verranno definite nelle prossime settimane". Due le proposte di revizione della disciplina degli orari dei negozi presentate in Commissione attività produttive alla Camera: una ha come primo firmatario Barbara Saltamartini (Lega), l'altra Davide Crippa (M5s). Nella versione a firma Saltamartini sono le regioni, sentiti gli enti locali, a mettere a punto il calendario ma le uniche deroghe concesse sono quattro domeniche di dicembre e altri 4 giorni (fra domeniche e festivi) nel corso di un anno. Nella versione M5S spetta sempre alle regioni stabilire le nuove regole prevedendo dei turni fra i negozi che però non potranno essere aperti per più di una domenica al mese.
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"Super" anticiclone confermato anche dal modello europeo; temperature elevate ed estate tardiva
Temperature decisamente superiori alla norma, sono previste sull'Italia e sull'Europa nella seconda decade di settembre. Vediamo nel dettaglio la previsione.
Ne abbiamo parlato già nell'aggiornamento di oggi pomeriggio e possiamo confermarlo anche con queste ultime mappe che arrivano direttamente dal centro di calcolo europeo con sede a Reading (UK). Un potente anticiclone terrà sotto scacco il tempo atmosferico d'Europa nel corso della prossima settimana. Tra lunedì 10 e sabato 15, ne saranno interessati soprattutto i settori meridionali europei ma l'anticiclone avrà ripercussioni anche sulle temperature previste in Europa centrale. Le giornate più calde e stabili sono previste dai modelli tra lunedì e mercoledì, in seguito dovrebbe esserci un rientro del quadro termico entro i limiti della normalità.
Nella prima metà della prossima settimana saranno ancora possibili sul nostro Paese valori di temperatura alquanto elevati; i modelli ipotizzano picchi sin oltre la soglia dei 30°C su diverse regioni.
Nella prima metà della prossima settimana saranno ancora possibili sul nostro Paese valori di temperatura alquanto elevati; i modelli ipotizzano picchi sin oltre la soglia dei 30°C su diverse regioni.
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giovedì 6 settembre 2018
Prezzi carburanti alle stelle nel mese di agosto. Mentre le accise restano tutte (nonostante i ripetuti annunci di Salvini)
di Elena Veronelli | 4 settembre 2018
Il rientro dalle vacanze estive ha portato con sé ondate di aumenti dei prezzi dei carburanti, tra le proteste dei consumatori e improbabili promesse di un taglio delle accise da parte del vicepremier Matteo Salvini. La prima è partita in pieno controesodo: il 28 agosto, dopo settimane di totale stasi, le compagnie presenti sulla rete hanno aumentato di un centesimo al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. La seconda ondata è di martedì 4 settembre. In realtà al momento solo il market leader, Eni, ha ritoccato all’insù di un altro centesimo i prezzi di entrambi i prodotti ma come di consueto seguiranno gli altri marchi. Un litro di benzina è arrivato così a costare nei distributori fino a 1,9 euro mentre il diesel si può trovare anche a 1,8 euro/litro. Da segnalare che pure il Gpl è salito nel giro di una settimana di 3 centesimi (a circa 70 centesimi euro/litro).
“L’incremento dei prezzi dei carburanti sta avendo da settimane ripercussioni dirette per le tasche dei consumatori, con rincari a cascata in tutto il comparto dei trasporti e in quello alimentare”, commenta Carlo Rienzi, presidente Codacons, che aggiunge: “A risentirne anche il settore del turismo, con prezzi più alti non solo per gli spostamenti ma per una moltitudine di beni e servizi: non a caso le vacanze degli italiani sono costate quest’anno circa il 7% in più rispetto al 2017”.
martedì 4 settembre 2018
Crollo ponte a Calcutta: ministro, 'non ci sono morti'
'Solo feriti, in salvo gli intrappolati in auto tra macerie'
"Non ci sono morti, contrariamente a quello che si era immediatamente detto, ma solo feriti". Lo ha detto all'agenzia ANI News, Firhad Hakim, ministro della stato del Bengala, parlando del crollo del ponte a Calcutta. Tutti gli automobilisti e i passanti coinvolti - ha aggiunto - sono stati liberati dalle macerie e dalle lamiere delle auto che li intrappolavano.
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Brexit, 2,6 milioni di elettori cambiano idea: ora sono a favore dellʼUe
Se questi cittadini avessero votato per rimanere in Europa al referendum del 23 giugno 2016, il "Remain" avrebbe vinto
Oltre 2,6 milioni di elettori britannici hanno cambiato idea sulla Brexit e ora sono contrari a un'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea. E' quanto emerge da un sondaggio dell'azienda informatica Focaldata. Secondo i media inglesi, se questi elettori avessero votato per rimanere nella Ue al referendum del 23 giugno 2016, il popolo del "Remain" avrebbe vinto in modo netto.
Il sondaggio è stato realizzato per il gruppo "Best for Britain", che si batte affiché il Paese resti nella Ue. La maggioranza degli elettori che hanno cambiato idea sono laburisti, indica il sondaggio, e questo dovrebbe aumentare la pressione sul leader del partito Jeremy Corbyn e indurlo ad assumere una posizione più dura contro la Brexit.
Dal sondaggio emerge inoltre che 970mila persone che nel 2016 hanno votato contro la Brexit oggi voterebbero a favore: il partito anti-Brexit, quindi, registra un guadagno netto di oltre 1,6 milioni di persone.
Dal sondaggio emerge inoltre che 970mila persone che nel 2016 hanno votato contro la Brexit oggi voterebbero a favore: il partito anti-Brexit, quindi, registra un guadagno netto di oltre 1,6 milioni di persone.
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lunedì 3 settembre 2018
Arrestato uomo accusato di aver travolto i vicini
Catturato da carabinieri dopo due giorni di ricerche
E' stato catturato dai carabinieri Gaetano Fagone, l'uomo di 52 anni in fuga dalla notte del 31 agosto dopo avere volontariamente investito con l'auto del padre, a Palagonia (Catania), un gruppo di vicini di casa.
Nell'impatto è rimasta uccisa Maria Napoli, una donna di 87 anni. Sette i feriti. L'uomo, che ha problemi psichici, da tempo era in lite coi vicini. A scatenare la reazione omicida sarebbe stato il fastidio per il rumore che le vittime, che mangiavano in strada, facevano. Secondo quanto si è appreso Fagone è stato catturato anche grazie alla segnalazione di un cittadino che lo ha riconosciuto. L'uomo, catturato da militari dell'Arma, è stato condotto nella caserma dei carabinieri di Palagonia per essere sentito dal Pm di turno della Procura di Caltagirone. Il Procuratore capo Giuseppe Verzera, all'esito dell'interrogatorio, deciderà quale reato contestare all'uomo se omicidio colposo e le lesioni gravissime o tentativo di strage. Il magistrato, intanto, si è "congratulato con i carabinieri per il grande lavoro fatto svolto con abnegazione e professionalità in un contesto difficile".
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Cade intonaco da viadotto A26, chiusa via Ovada a Genova e chiesta perizia ad Autostrade
Tecnici Tronco Autostrade in zona crollo ponte Morandi. Code e traffico, ma città supera primo test
La caduta di intonaco da un viadotto della autostrada A26 Voltri-Alessandria ha indotto i vigili del fuoco a chiudere al traffico un tratto di una strada a Genova, via Ovada. Le squadre di pompieri sono sul posto per le verifiche. Il traffico sul viadotto autostradale è regolare. Non risultano feriti nè mezzi danneggiati. La strada è stata chiusa nel tratto che passa sotto al viadotto autostradale dopo la caduta di calcinacci sul bordo della carreggiata. Via Ovada è una arteria del ponente genovese che corre perpendicolare alla costa e collega il quartiere di Voltri, situato sul mare, dove sorge tra l'altro il terminal container del porto Vte, al Comune di Mele, sulle colline.
I vigili del fuoco hanno chiesto una perizia tecnica a Società Autostrade per verificare la sicurezza del viadotto della A26 da cui questo pomeriggio sono caduti alcuni calcinacci, finiti in parte anche su alcune auto in sosta in via Ovada. I vigili urbani hanno chiuso la strada e non si sa ancora se verrà riaperta o se rimarrà bloccata in attesa dei risultati dell'accertamento. La carreggiata della autostrada resta invece aperta.
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Armamenti. L'Italia ha ordinato altri 8 cacciabombardieri F-35
Secondo l'Osservatorio sulla spesa militare Mil€x, il Pentagono ha firmato con la Lockheed Martin un nuovo contratto che contiene anche l'ordine italiano. Versato un acconto di 10 milioni di euro.
Nuovo ordine dall'Italia per altri 8 cacciabombardieri F-35 Joint Strike Fighters. I velivoli prenotati si vanno a sommare a quelli già acquistati dalla Difesa, per un totale di 26. Complessivamente il programma, una volta completato, vedrà l'Italia dotarsi di 90 nuovi aerei per un costo totale di circa 14 miliardi di euro. La notizia dell'ordine arriva mentre a Washington il Congresso avverte la Difesa Usa di non procedere all'acquisto definitivo (i caccia sono in dotazione anche alle forze armate americane) finché non siamo risolti tutti i problemi tecnici del mezzo.
A dare la notizia è Mil€x, l'Osservatorio sulle spese militari italiane. «Il 25 aprile, mentre nel nostro Paese si festeggiava la Liberazione in un clima di incertezza politica e stallo sul nuovo Governo - afferma l'Osservatorio - il Pentagono ha siglato con Lockheed Martin un nuovo contratto contenente l'ordine italiano per un nuovo pacchetto di cacciabombardieri F-35. Si tratta di un piccolo acconto da 10 milioni di dollari - afferma Mil€x - relativo ai velivoli dei Lotti produttivi 13 e 14 a basso rateo». L'Osservatorio ha chiesto conferma alla Difesa del profilo di acquisizione per i due lotti, finora senza avere riscontro, vista la situazione di transizione data dal recente insediamento del nuovo ministro della Difesa.
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Polizia usa il taser per bloccarlo: 17enne ha un attacco cardiaco, è grave
Un ragazzo di 17 anni è stato colpito da un arresto cardiaco dopo che la polizia, per fermarlo, aveva usato contro di lui il taser. Il ragazzo è in gravi condizioni, ma stabile. Arrestati altri 4 adolescenti, che erano con lui, per disturbo alla quiete pubblica.
Mentre in Italia si accende la discussione sul taser, alla vigilia del suo debutto nella fondina delle forze dell'ordine italiane, arriva dal Regno Unito la notizia del grave ferimento di un ragazzo di 17 anni, colpito da un arresto cardiaco dopo che la polizia locale ha usato contro di lui l'arma in questione. E' successo nella serata di sabato 1 settembre: il giovane si trovava a Coventry, nella contea delle West Midlands, insieme ad un gruppo di coetanei, quando alcuni residenti hanno denunciato che stavano disturbando la quiete pubblica.
Come racconta la stampa locale, gli agenti hanno provato a fermarlo utilizzando il taser, ma il 17enne è stato colpito da un arresto cardiaco. Trasferito d'urgenza in ospedale, è stato rianimato grazie all'uso del defibrillatore e, sebbene le sue condizioni restino gravi, è al momento stabile.
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Mentre in Italia si accende la discussione sul taser, alla vigilia del suo debutto nella fondina delle forze dell'ordine italiane, arriva dal Regno Unito la notizia del grave ferimento di un ragazzo di 17 anni, colpito da un arresto cardiaco dopo che la polizia locale ha usato contro di lui l'arma in questione. E' successo nella serata di sabato 1 settembre: il giovane si trovava a Coventry, nella contea delle West Midlands, insieme ad un gruppo di coetanei, quando alcuni residenti hanno denunciato che stavano disturbando la quiete pubblica.
Come racconta la stampa locale, gli agenti hanno provato a fermarlo utilizzando il taser, ma il 17enne è stato colpito da un arresto cardiaco. Trasferito d'urgenza in ospedale, è stato rianimato grazie all'uso del defibrillatore e, sebbene le sue condizioni restino gravi, è al momento stabile.
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Brasile: incendio devasta il museo di Rio. Il Presidente: “200 anni di lavoro andati perduti”
L’edificio ospita oltre 20 milioni di reperti dell’epoca imperiale brasiliana, ma soprattutto il più antico fossile umano risalente a 12.000 anni fa scoperto in Brasile, noto come “Luzia”. L’ex direttore: “Non resterà più nulla, è finita”.
"Questo è un giorno triste per tutti i brasiliani. Duecento anni di lavoro, ricerca e conoscenza sono andati perduti”. Il Presidente del Brasile, Michel Temer, è affranto nel commentare la notizia dell’enorme incendio che ha devastato domenica il Museo Nazionale di Rio de Janeiro, uno dei più antichi del Paese sudamericano. Il rogo non ha causato vittime. L'incidente, di cui non è ancora stata spiegata la dinamica, si è sviluppato intorno alle 19.30 ora locale (22.30 GMT), mentre il museo era chiuso al pubblico. Alle 5 del mattino i vigili del fuoco erano ancora al lavoro per domare il rogo. Amarissime le parole dell'ex direttore del Museo Nazionale di Rio de Janeiro, Josè Perez Pombal, che sul posto ha dichiarato che "non resterà nulla". "Non ci sarà più niente, le fiamme sono così alte e il fuoco è ovunque, il palazzo brucerà tutto e anche le collezioni, le mummie, tutto", ha affermato. "È finita, non so se l'istituzione continuerà ad esistere dopo", ha aggiunto. Il vice direttore dell'istituto, Luis Fernando Duarte, ha accusato lo Stato di "mancanza di sostegno" che ha portato alla "tragica situazione".
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"Questo è un giorno triste per tutti i brasiliani. Duecento anni di lavoro, ricerca e conoscenza sono andati perduti”. Il Presidente del Brasile, Michel Temer, è affranto nel commentare la notizia dell’enorme incendio che ha devastato domenica il Museo Nazionale di Rio de Janeiro, uno dei più antichi del Paese sudamericano. Il rogo non ha causato vittime. L'incidente, di cui non è ancora stata spiegata la dinamica, si è sviluppato intorno alle 19.30 ora locale (22.30 GMT), mentre il museo era chiuso al pubblico. Alle 5 del mattino i vigili del fuoco erano ancora al lavoro per domare il rogo. Amarissime le parole dell'ex direttore del Museo Nazionale di Rio de Janeiro, Josè Perez Pombal, che sul posto ha dichiarato che "non resterà nulla". "Non ci sarà più niente, le fiamme sono così alte e il fuoco è ovunque, il palazzo brucerà tutto e anche le collezioni, le mummie, tutto", ha affermato. "È finita, non so se l'istituzione continuerà ad esistere dopo", ha aggiunto. Il vice direttore dell'istituto, Luis Fernando Duarte, ha accusato lo Stato di "mancanza di sostegno" che ha portato alla "tragica situazione".
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LIBIA: CHI SALVERA’ TRIPOLI? CHI SALVERA’ LA PACE? CHI SALVERA’ L’ ITALIA?
DI ALBERTO TAROZZI
Stato d’emergenza a Tripoli, proclamato dal premier Serraj, fragile alleato dell’Italia in Libia, in seguito a scontri tra le milizie, che hanno determinato una quarantina di morti e che vedono l’epicentro nei territori che vanno dalla zona sud della città all’aeroporto di Mitiga.
Formalmente, preoccupazione è stata espressa oltre che da Roma, anche dalle Nazioni Unite, dalla Francia, dagli Usa e dalla Gran Bretagna. Ma ciascuno gioca una partita differente.
Quel che è certo è che la nostra alleanza con Serraj ci costa parecchio. Le brigate che hanno proclamato l’attacco a Tripoli, per liberarla dalle milizie corrotte, alleate del premier, sono probabilmente quelle che ieri hanno mancato di poco l’ambasciata italiana con un colpo di mortaio.
Quel che è certo è che la nostra alleanza con Serraj ci costa parecchio. Le brigate che hanno proclamato l’attacco a Tripoli, per liberarla dalle milizie corrotte, alleate del premier, sono probabilmente quelle che ieri hanno mancato di poco l’ambasciata italiana con un colpo di mortaio.
Solo una bega interna tra milizie oppure, dietro il paravento dello scontro locale, si cela una guerra per procura delle potenze straniere? Quello che è certo è che riesce difficile raccapezzarcisi, tra i fedelissimi di Serraj, oppure quelli della lontana, ma non troppo, Cirenaica del governo Haftar a Bengasi; per non parlare del fatto che pare si siano messe in gioco pure le enigmatiche milizie di Misurata, potentissime militarmente, ma non sempre esplicite nella scelta dei loro alleati. Tanto è vero che lo stesso Macron fatica, o per lo meno ha faticato finora, nell’accaparrarsene i favori per il suo funambolico progetto di elezioni in tempo di guerra, che vorrebbe realizzare a dicembre.
domenica 2 settembre 2018
Trasportava la figlia tredicenne legata al portabiciclette dell’auto, arrestato
Le autorità turche hanno identificato e arrestato l’uomo che è stato filmato in questo video mentre guidava con sua figlia di 13 anni legata al portabiciclette posteriore dell’auto. Le immagini sono state registrate dal cellulare del passeggero di un altro veicolo, che stava viaggiando sulla stessa strada, nella zona rurale di Cankiri, a nord della capitale Ankara. In una dichiarazione resa alla polizia il padre ha detto di aver voluto accontentare una richiesta della ragazza stessa, insistendo sul fatto che il portabici fosse robusto, capace di trasportare fino a 150 chili, e di aver guidato così solo per 700 metri a una velocità massima di 20 chilometri all’ora.
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sabato 1 settembre 2018
Disperso da giorni, era caduto in un tombino
E' accaduto nel padovano. Anziano aveva tentato di recuperare chiavi
Un 76 enne ha passato tre giorni prigioniero di un tombino dove era caduto mentre cercava le chiavi. Il fatto è avvenuto a Montegrotto Terme (Padova): scattato l'allarme al momento della scomparsa l'uomo è stato cercato nei boschi e altrove pensando ad un allontanamento spontaneo. Invece era proprio davanti alla porta di casa senza che nessuno se ne accorgesse. Per trarlo in salvo sono intervenuti i vigili del fuoco e gli uomini del soccorso alpino.
I vigili del fuoco hanno rimosso la grata in metallo quindi gli uomini del Soccorso alpino si sono calati constatando che era ancora vivo e con una manovra 'alpinistica' lo hanno tratto in salvo. Cosciente, ma disidratato e provato dai giorni di immobilità, è stato subito trasportato all'ospedale per le cure del caso.
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