di Elena Veronelli | 4 settembre 2018
Il rientro dalle vacanze estive ha portato con sé ondate di aumenti dei prezzi dei carburanti, tra le proteste dei consumatori e improbabili promesse di un taglio delle accise da parte del vicepremier Matteo Salvini. La prima è partita in pieno controesodo: il 28 agosto, dopo settimane di totale stasi, le compagnie presenti sulla rete hanno aumentato di un centesimo al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. La seconda ondata è di martedì 4 settembre. In realtà al momento solo il market leader, Eni, ha ritoccato all’insù di un altro centesimo i prezzi di entrambi i prodotti ma come di consueto seguiranno gli altri marchi. Un litro di benzina è arrivato così a costare nei distributori fino a 1,9 euro mentre il diesel si può trovare anche a 1,8 euro/litro. Da segnalare che pure il Gpl è salito nel giro di una settimana di 3 centesimi (a circa 70 centesimi euro/litro).
“L’incremento dei prezzi dei carburanti sta avendo da settimane ripercussioni dirette per le tasche dei consumatori, con rincari a cascata in tutto il comparto dei trasporti e in quello alimentare”, commenta Carlo Rienzi, presidente Codacons, che aggiunge: “A risentirne anche il settore del turismo, con prezzi più alti non solo per gli spostamenti ma per una moltitudine di beni e servizi: non a caso le vacanze degli italiani sono costate quest’anno circa il 7% in più rispetto al 2017”.
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