di LUCA BORZANI
Chissà se quanto accaduto a Genova porterà il governo “zig-zag” a confermare la scelta di cancellare i finanziamenti per la riqualificazione urbana? Una decisione che era stata legittimamente giudicata da più di cento sindaci come uno “scippo”. Senza particolare destrezza ma con discreto cinismo. In questi i giorni la Camera torna a votare. E potremo vedere se la terribile lezione del ponte Morandi è stata, almeno parzialmente, compresa. Per capire è però necessario fare un pò di storia. La legge di stabilità del 2016, governo Renzi, finanzia un bando, rivolto a città metropolitane e comuni capoluogo, per interventi di rigenerazione e recupero di aree segnate dal degrado edilizio, dall’ abbandono post industriale o dal dissesto ambientale. E’ il famoso “bando periferie” con cui vengono stanziati 501 milioni di euro destinati alle ventiquattro città che presentano interventi immediatamente eseguibili o di particolare rilevanza territoriale. Genova, grazie soprattutto a un consistente lavoro di progettazione largamente concentrato su Sampierdarena, accede al quindicesimo posto. Giunta Doria per la memoria. Nel 2017 il governo Gentiloni allarga il finanziamento con l’obiettivo di arrivare a coprire tutte le richieste pervenute ma rimaste escluse dalla prima graduatoria. Sono 120 tra comuni e città metropolitane con un investimento complessivo che arriva a 2miliardi e 61 milioni di euro. A cui si aggiungono un altro miliardo di euro di cofinanziamenti privati e municipali. Una vera boccata d’ossigeno per le esangui finanze locali e la possibilità di risistemare, almeno parzialmente, scuole fatiscenti, patrimonio storico in rovina, spazi deindustrializzati. Insomma molto di quello che si è accumulato nella prolungata assenza di manutenzioni e di riqualificazione degli spazi pubblici in nome dell’austerità. Alla Liguria toccano complessivamente 111 milioni (18 a Imperia, 18 a Savona, 18 a Genova, 17 a Spezia più 40 milioni alla città metropolitana di Genova e destinati prevalentemente alle scuole superiori di Sampierdarena e della Val Polcevera e alle valli Scrivia e Sturla). Tutto bene? No. La Corte Costituzionale infatti blocca il provvedimento di Gentiloni perché non approvato dalla conferenza unificata stato-regioni-autonomie. Da qui, in occasione del decreto “mille proroghe”, l’emendamento del governo che viene prima votato all’unanimità (quindi anche dal Pd) e che poi diventa uno dei “casus belli” di questa difficile estate.
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