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giovedì 14 febbraio 2019

Cresce business agromafie, vale 24,5 miliardi (+12,4%)

Rapporto 2018 Coldiretti-Eurispes, coinvolge tutta la filiera


ROMA - Sale del 12,4% il business delle agromafie nel 2018, per un totale di 24,5 miliardi di euro. E' quanto emerge dal Rapporto Agromafie 2018 Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell'agroalimentare. Una rete criminale che incrocia la filiera del cibo, dalla produzione al trasporto, dalla distribuzione alla vendita. Il risultato sono la moltiplicazione dei prezzi per i consumatori, i danni di immagine per il Made in Italy e i rischi per la salute con 399 allarmi nel corso dell'anno.

Le organizzazioni criminali, evidenzia il Rapporto, hanno cambiato volto, abbandonando l'abito 'militare' per vestire il 'doppiopetto' e il 'colletto bianco'; questo per riuscire meglio a gestire il business di quello che il Rapporto definisce 'mafia 3.0'. Le nuove leve provengono dalle 'famiglie' che hanno indirizzato figli, nipoti e parenti a studi universitari e in parte sono il prodotto di un'operazione di arruolamento ben remunerato. Persone colte, preparate e plurilingue, con poteri criminali che si annidano nel percorso che frutta e verdura, carne e pesce, devono compiere per raggiungere le tavole degli italiani, passando per alcuni grandi mercati di scambio fino alla grande distribuzione.

Ma la criminalità colpisce duro anche in campagna. Lo conferma l'impennata di furti di trattori, falciatrici e altri mezzi agricoli, gasolio, rame, prodotti (dai limoni alle nocciole, dall'olio al vino) e animali, con un ritorno dell'abigeato. A questo si aggiungono racket, usura, pascolo abusivo ed estorsione; nelle città invece, i tradizionali fruttivendoli e i fiorai sono quasi scomparsi, sostituiti da egiziani indiani e pakistani che controllano ormai gran parte delle rivendite sul territorio.

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Picchiata dal compagno della madre, in fin di vita una bimba di 22 mesi

È accaduto alle porte di Roma. L'uomo, un 24enne, è stato arrestato per tentato omicidio. Oltre a ecchimosi e graffi sul volto la piccola avrebbe anche segni di morsi


È in pericolo di vita la bambina di 22 mesi picchiata dal compagno della madre in un'abitazione di Genzano, alle porte di Roma. La bimba è ricoverata in prognosi riservata in terapia intensiva all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. La piccola avrebbe riportato un ematoma cerebrale. Con lei c'era la madre che ha riferito alla polizia che la bimba era stata picchiata dal suo compagno.  L'uomo, un 24enne italiano, è stato arrestato per tentato omicidio.
"E' stato un raptus. Non volevo...". Si sarebbe giustificato così il 24enne arrestato. A quanto ricostruito l'uomo era da solo in casa con in quattro figli della donna, tra cui la bimba e la sua gemellina, quando si è scagliato contro la bambina. Oltre a ecchimosi e graffi sul volto la piccola avrebbe anche segni di morsi. La coppia sembra convivesse da due mesi e già in passato la bambina avesse subito percosse.
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E intanto il governo “scippa” 285 milioni alla Sardegna

Mentre Salvini promette una soluzione in 48 ore per i pastori sardi e il latte di pecora il governo si tiene i 285 milioni di euro che dovrebbe restituire alla Sardegna dopo una sentenza della Corte Costituzionale. La storia, raccontata dal Fatto Quotidiano, è questa: una lettera firmata dal ministro dell’Economia Giovanni Tria il 22 gennaio, spedita con posta ordinaria e arrivata fuori tempo massimo negli uffici della Regione Sardegna per consentire la riapertura del dialogo sulla vertenza “accantonamenti”, ossia le quote di risorse regionali dovute annualmente allo Stato come contributo alla finanza pubblica: la scadenza era il 31 gennaio, ma la lettera del ministero, recapitata per posta anziché per via telematica, è arrivata solo il 5 febbraio.


Da oltre un anno, dalla scadenza dell’ultimo Accordo triennale sulla finanza pubblica nel 2017, l’isola chiede la rinegoziazione dei contributi trattenuti da Roma, ritenuti troppo onerosi persino da una recentissima sentenza della Corte costituzionale che l’11 gennaio ha invitato lo Stato a restituire alla Regione quasi 300 milioni di euro di accantonamenti “non dovuti”.
La Consulta ha accolto in toto il ricorso della Regione Sardegna dichiarando illegittimo il passaggio della legge di Bilancio 2018 che chiedeva 285 milioni all’isola. Ma nel frattempo il governo (cambiato) è diventato uccel di bosco e dei 285 milioni non c’è traccia, così come non c’è traccia delle decisioni del ministro Tria inviate per posta ordinaria invece che in via telematica. La cosa divertente è che in Sardegna domenica si vota.

Arsenico nell'acqua, sequestrati 12 pozzi nel Casertano

Pm: "Epidemia tumori. Tutti sapevano, nessuno ha fatto nulla" 

13 febbraio 2019 Pozzi utilizzati per le colture agricole e l'uso domestico contaminati per decenni con l'arsenico usato per l'attività industriale, ed un intero quartiere fatto di abitazioni e attività produttive sorto nel frattempo, sottoposto al rischio di contaminazione della falda. E' quanto scoperto dall'indagine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, che ha sequestrato dodici pozzi in un'area compresa tra Caserta e San Nicola la Strada. Il decreto dei pm, confermato anche dal Gip, è stato eseguito dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Caserta e del Nucleo Operativo Ecologico. Un fascicolo al momento contro ignoti, in cui sono contestati i reati di disastro ambientale e avvelenamento delle acque. In alcuni pozzi è stata accertata la presenza di circa 9000 milligrammi per litro di arsenico, una "quantità abnorme" per il procuratore di Santa Maria Capua Vetere, Maria Antonietta Troncone (la soglia legale è di 10 mg); acqua utilizzata per anni per irrigare alcune colture ma anche per i giardini di complessi residenziali; non arriva invece nelle case, che sono allacciate alla normale condotta idrica. 

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mercoledì 13 febbraio 2019

Frittelle gratis "solo ai bambini italiani", l'iniziativa del consigliere 'sovranista' di Mantova. Meloni: "La annulli subito"

Luca de Marchi, consigliere comunale di FdI: "Gli extracomunitari hanno già tante agevolazioni". La leader del suo partito: "Mi dissocio, chieda scusa". Il sindaco Pd Palazzi: "Discriminare sulla pelle dei bambini fa ancora più schifo" di LUCIA LANDONI

Il consigliere Luca de Marchi 
Le frittelle e i biglietti per l'autoscontro in regalo al luna park? Solo ai bambini italiani, però. Perché gli immigrati "hanno già troppe agevolazioni dal Comune: quindi io penso prima agli italiani". E' un nuovo caso di razzismo - nonostante i distinguo che vengono fatti tra immigrati "integrati" e non - e anche rivendicato con orgoglio. Accade a Mantova, e protagonista è un consigliere comunale di Fratelli d'Italia, Luca de Marchi, "sovranista mantovano", come si definisce sul suo profilo Facebook e, sembra, già allontanato dalla Lega e da CasaPound. Il 15 febbraio organizza al luna park, e lo fa sapere con una nota, una distribuzione gratuita di frittelle riservata però "solo ai bambini italiani": un gesto di attenzione, dice, verso i bambini di famiglie in difficoltà". Ma la leader di FdI Giorgia Meloni, appena l'ha saputo, ha diffuso una nota durissima: "Mi dissocio nella maniera più categorica dall'iniziativa presa dal consigliere de Marchi, lede l'immagine del partito. Il consigliere la annulli immediatamente e porga le scuse pubbliche o saremo costretti a prendere provvedimenti nei suoi confronti". E il sindaco Pd Mattia Palazzi rilancia: "Discriminare fa schifo, farlo sulla pelle dei bambini ancora di più".

Razzismo? Quando mai, dice lui: "Le anime belle possono stare tranquille, nessun razzismo, ma priorità: a mio parere vanno aiutati prima gli italiani, che si parli di frittelle, di case popolari o di reddito di cittadinanza. Comprerò delle frittelle, dolci tipici della tradizione mantovana, e dei biglietti per l'autoscontro a mie spese e predisporrò uno stand al luna park per distribuirli ai bambini. L'amministrazione comunale di Mantova garantisce un gran numero di agevolazioni agli extracomunitari, quindi io penso agli italiani".


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Consigliere leghista del monzese rompe il naso con una testata a un 13enne: denunciato

L'episodio sabato a tarda ora: tre ragazzini hanno acceso un petardo per strada, l'uomo si è spaventato e li ha rimproverati. Dal diverbio si è passati all'aggressione: schiaffeggiato anche un altro 13enne
Ferdinando Biella 
Una testata che gli ha rotto il setto nasale, sette giorni di prognosi. I genitori di un 13enne italo-colombiano hanno denunciato per lesioni un consigliere comunale leghista di Bellusco, in provincia di Monza e Brianza, già candidato sindaco nel 2014. L'uomo, Fernando Biella, 66 anni, avrebbe anche minacciato con parole a sfondo razzista un altro ragazzino, di origini nordafricane, e schiaffeggiato un terzo amico che era con loro.

Secondo quanto raccontato dai ragazzini - una versione ritenura verosimile dai carabinieri di Vimercate guidati dal capitano Antonio Stanizzi - venerdì scorso intorno alle 23 il gruppo di ragazzini si trovava all'esterno dell'abitazione del consigliere, una villetta con giardino a Bellusco. I tre avrebbero acceso un petardo in un cortile nelle vicinanze dell'abitazione del consigliere del Carroccio che, spaventato dal rumore, è uscito di casa per verificare l'accaduto. Ne è nato un diverbio. E l'aggressione.

Ikea Corsico, dipendenti rubavano mobili: 30 sospesi e denunciati

L’inchiesta nel punto vendita di Corsico. Le merci date a parenti e amici sostituendo i cartellini. Avviato un procedimento disciplinare per colpa grave


Mattina del 22 gennaio, un’addetta alle vendite incontra il marito tra le corsie. Insieme raggiungono «l’angolo delle occasioni» dove sono in vendita a prezzi scontati i mobili fallati o provenienti dall’esposizione. L’uomo ha in mano un sgabello «Bekvam» da meno di trenta euro. La moglie lo passa a una collega che sostituisce l’etichetta con quella di una mensola «Lack» da meno di dieci euro. Il marito si avvicina alle casse automatiche, paga la finta mensola e se ne va.
Scene che si sono ripetute per mesi, sempre con prodotti diversi, da poche decine di euro fino a centinaia. Prodotti che passavano alle casse come «bottiglie d’acqua minerale», «mensole», «cuscini» o «portapenne». E che spesso finivano nelle case di parenti e amici se non, come accertato in alcuni casi, nei mercatini «offro e vendo» del web.
Sono una trentina i dipendenti del punto vendita Ikea di Corsico, alle porte di Milano, che negli ultimi tre giorni si sono visti consegnare — rigorosamente a mano con convocazione davanti al capo del personale — una lettera di avvio di un procedimento disciplinare per colpa grave. Dipendenti che sono stati immediatamente sospesi dal servizio e subito allontanati dallo store dopo aver recuperato i loro effetti personali. E che ora hanno cinque giorni di tempo per rispondere alle contestazioni disciplinari. Questioni che riguardano, appunto, merce sparita o fatta uscire dal punto vendita dopo aver sostituito il cartellino con il codice e a barre con uno a prezzo più vantaggioso. Ma quel che colpisce è il numero di dipendenti coinvolti visto che lo store di Corsico — lo stesso balzato alle cronache per la mamma licenziata perché non voleva cambi di turno, provvedimento confermato dal giudice — conta poco più di 350 unità tra cassieri e addetti alla vendita.

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Torino, Hamburgheria Eataly di Settimo e 28 società sequestrate

L’operazione dei carabinieri nel capoluogo piemontese e a Cosenza, Milano e Vercelli. Le accuse sono di riciclaggio, auto-riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori

Riciclaggio, auto-riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori sono le accuse alla base dell’operazione denominata Avatar, condotta dai carabinieri del comando provinciale di Torino insieme ai colleghi di Cosenza, Milano e Vercelli, che ha portato al sequestro preventivo di 29 società con un volume d’affari pari a 250 milioni di euro. Sei le persone arrestate. Secondo fonti di agenzia tra le attività sequestrate figurerebbe anche l’Hamburgheria Eataly a Settimo Torinese.
Venti società fantasma
Le aziende coinvolte sono attive nel settore energetico e consulting finanziario, sequestrati anche 79 conti correnti bancari, 25 carte Postepay e prepagate, sei macchine, negozi, contanti e lingotti d’oro per un valore di 2,5 milioni di euro. Le indagini, scattate dopo il ritrovamento di lingotti d’oro e denaro contante per un valore di 1,3 milioni di euro, che hanno portato a smantellare un gruppo criminale che, in Italia e all’estero, ha costituito con identità false più di venti società fantasma per ottenere finanziamenti per diversi milioni di euro. 

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A 3 anni 'dimenticato' 6 ore su pullmino

Allarme scattato quando la mamma è andata per riprenderlo


Un bambino di tre anni è rimasto circa 6 ore solo, chiuso nel pullmino che doveva portarlo alla scuola materna, e che invece l'autista aveva parcheggiato. E' successo oggi a San Giovanni Valdarno (Arezzo). L'allarme è scattato quando la mamma è andata alla scuola per riprenderlo. In pochissimo tempo i carabinieri hanno ritrovato il bimbo: era ancora sul pullman, seduto sul sedile con la cintura di sicurezza allacciata. Impaurito e in lacrime è stato portato in ospedale, ma secondo quanto appreso sta bene.
    Sul mezzo di Autolinee Toscane, che svolge il servizio in convenzione per il comune, c'era anche un'accompagnatrice di una cooperativa: né lei né l'autista si sono accorti che il piccolo era rimasto seduto. I genitori, secondo quanto appreso, domani presenteranno una denuncia. L'accompagnatrice, secondo quanto dice Autolinee Toscane, è già stata sospesa mentre l'azienda ha avviato un'indagine interna per verificare le responsabilità dell'autista.

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Serravalle Scrivia, a rischio 1.200 posti con le chiusure domenicali

IL POLO RETAIL NELL’ALESSANDRINO


Quali potrebbero essere le conseguenze per un polo del retail come Serravalle Scrivia, nell’Alessandrino, nel caso diventi legge il progetto portato avanti da Lega e M5S per introdurre almeno una trentina di chiusure domenicali? «A rischio ci sarà almeno il 40% dei posti senza contare i tanti negozi che faranno fatica a restare aperti» è la risposta di Alberto Carbone, sindaco di Serravalle Scrivia eletto con la lista civica «La forza del buonsenso» al suo secondo mandato. In altre parole almeno 1.200 addetti sui circa 3mila avrebbero il posto di lavoro a rischio. Per di più ci saranno pesanti ripercussioni per tutte le altre attività locali di ristorazione e ospitalità al servizio di quei 50-60mila clienti che il sabato e la domenica affollano outlet e gallerie commerciali di Serravalle. In altre parole a rischio ci saranno anche i ristoranti e pizzerie della zona «che ne risentirebbero più dei negozi» aggiunge Carbone. Insomma le conseguenze per l’indotto non sono assolutamente da sottovalutare.

«L’arrivo dell’outlet e degli altri centri commerciali è stata una fortuna per tutto il nostro territorio perché ha calamitato e continua ad attirare investimenti» dice ancora il sindaco. Questo piccolo comune dell’Alessandrino ha la fortuna di ospitare quello che è diventato il più grande outlet d’Europa del gruppo McArthurGlen. Tra l’outlet (circa 51mila metri quadri di spazi di vendita), il retail park di Aedes Siiq con poco più di altri 40mila metri quadri divisi tra 36 negozi di cui 9 megastore e un piano di sviluppo che nell’arco dei prossimi mesi porterà la superficie totale a 46mila metri quadri per finire con il grande ipermercato (l’Iper Serravalle che fa capo al Gruppo Finiper di Marco Brunelli) da altri 24mila metri quadri, gli occupati sono più di tremila di cui almeno il 20% risiede nel comune. «Nella zona, da Novi ad Arquata Scrivia inoltre è nato un ricco indotto con una ventina di piccole imprese artigianali e non, che lavorano per tutti quei punti vendita».

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martedì 12 febbraio 2019

Tav, l’analisi costi benefici boccia l’opera

Verdetto impietoso dagli esperti (che hanno sempre avuto una posizione contraria): sproporzione di costi di 5,7 miliardi e con l’ipotesi che il divario arrivi fino a 8 miliardi


TORINO
L’analisi sui costi e benefici della Torino-Lione, approdata ieri sera a Palazzo Chigi, porta un verdetto impietoso: secondo la commissione di esperti guidata dal professor Marco Ponti, e composta da professori in passato apertamente scettici o contrari all’opera, la Tav sarebbe un enorme spreco di soldi pubblicicon una sproporzione di costi di almeno 5,7 miliardi rispetto ai benefici e con l’ipotesi che il divario arrivi fino a 8 miliardi. Riporta la firma di cinque commissari l'analisi costi-benefici, pubblicata oggi dal Mit, che boccia la Torino-Lione. Il sesto, l'ingegnere Pierluigi Coppola, non ha sottoscritto il documento. A farlo notare è il parlamentare torinese del Pd, Davide Gariglio, che parla di «documento da invalidare». Coppola, sostiene, era «l'unico esperto neutrale presente tra i commissari scelti dal ministro Toninelli, che si è peraltro apertamente dissociato dai risultati finali»
Il dossier commissionato dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, e rimasto secretato per oltre quaranta giorni, stima invece i benefici in più di 800 milioni, cifra ben lontana dai 20 miliardi stimati da Telt, la società Italo francese che segue i cantieri.

Venezuela: 'Pronta la mozione di maggioranza'. Guaidò, sconcerto per la posizione italiana

Il leader dell'opposizione in una lettera agli italiani: 'Non capiamo perché non si schieri chiaramente contro Maduro' - LA DIRETTA del dibattito in Aula


Juan Guaidò ha espresso "sconcerto" per la linea neutrale dell'Italia sul Venezuela ed ha inviato una sua delegazione a Roma per convincere il governo a schierarsi dalla sua parte, insieme con quasi tutta Europa, per proseguire la sua battaglia verso nuove elezioni presidenziali. "Con profondo sconcerto - ha scritto - non comprendiamo le ragioni della posizione politica italiana. Non capiamo perché il Paese europeo a noi più vicino non prenda una posizione chiara e netta contro il dittatore Maduro e non chieda, con forza, libere elezioni sotto l'egida della comunità internazionale e lo sblocco degli aiuti umanitari". E ancora: "Sono sicuro che il popolo italiano è dalla nostra parte, dalla parte della democrazia, della libertà e della giustizia".
Guaidò ha ricevuto il sostegno di Matteo Salvini, che al telefono gli ha confermato la sua posizione anti-Maduro. Ma tutto è rinviato al voto di oggi in Parlamento, che si terrà dopo una comunicazione del ministro Enzo Moavero Milanesi, per verificare la coesione della maggioranza, fin qui spaccata tra la Lega che vuole l'uscita di scena del presidente chavista e i 5S che non vogliono schierarsi con nessuno.
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Oro di Bankitalia, ecco perché le riserve non si possono usare

Di tanto in tanto le riserve auree della Banca d’Italia tornano sotto i riflettori e accendono tutte le suggestioni tipiche che solo il metallo giallo, da sempre, sa suscitare. Quanto valgono, dove sono, a che cosa servono, di chi sono veramente? E si possono vendere per finanziare lo Stato? 
Tante domande, tutte interessate naturalmente, per capire se e come sia mai possibile utilizzare quell’asset per dare vita a una qualche operazione di politica economica nazionale o europea. Ultima in ordine di tempo è la proposta del leghista Claudio Borghi che chiede una norma di interpretazione autentica sulla proprietà delle riserve auree di Bankitalia.
Un valore pari a circa 90 miliardi
Per proporre una sintetica risposta ai tanti perché sulle riserve auree partiamo dall’ultimo Bilancio 2017 di Bankitalia, approvato nel marzo scorso, per dire che stiamo parlando di un valore pari dodici mesi fa a circa 85,3 miliardi di euro (erano 87 miliardi ai prezzi di mercato di fine 2016), poco più del 9% del totale dell’attivo, salito lo scorso anno a 931 miliardi (+20%) soprattutto in virtù dell’incremento del portafoglio titoli generato dalla politica monetaria espansiva decisa dalla Bce. Il valore più aggiornato delle riserve, il dato è di ieri, è salito a fine gennaio 2019 a 90 miliardi, secondo la pubblicazione "banche e moneta" della Banca d'Italia.

Palermo, tra gli operai Blutec che hanno votato 5Stelle: "Di Maio rispetti i patti"

A Termini Imerese i 5Stelle hanno incassato il 45 per cento dei voti alle scorse politiche, ottenendo consensi anche tra gli operai della Blutec. Ma adesso che la cassa integrazione è scaduta per 700 lavoratori dell'ex Fiat e non si vedono prospettive per lo stabilimento, le tute blu si sentono tradite: "Il 26 ottobre è venuto qui Luigi Di Maio e ci ha rassicurato. Ma a oggi non è stato firmato il decreto per rinnovare gli ammortizzatori sociali scaduti il 31 dicembre" di Giorgio Ruta

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Blutec, a Termini Imerese esplode la protesta degli operai

I nuovi esodati del reddito di cittadinanza: non abbastanza poveri e senza più assegno di ricollocazione

I nuovi esodati del reddito di cittadinanza: non abbastanza poveri e senza più assegno di ricollocazione
Per come è formulato il reddito di cittadinanza, le vittime degli esuberi aziendali rischiano di non avere adeguate protezioni: i disoccupati in NASPI e non in CIGS non hanno più diritto all'assegno di ricollocazione. Potrebbero essere fino a 100mila l'anno




I nuovi esodati del reddito di cittadinanza: non abbastanza poveri e senza più assegno di ricollocazione
Con il decretone istitutivo del reddito di cittadinanza sono state bloccate - già dal 29 gennaio - le richieste dell'assegno di ricollocazione, il voucher di importo fino a 5mila euro che permette ai disoccupati di riqualificarsi professionalmente e rientrare nel mondo del lavoro.
A risentirne saranno i disoccupati non abbastanza poveri da rientrare nei requisiti che danno il diritto d'accesso al reddito di cittadinanza e che non potranno fare ricorso all'aiuto alla ricerca di un posto di lavoro che l'assegno di ricollocazione poteva assicurare. Ma non solo: le nuove misure di sostegno sono limitate a soggetti poco occupabili, lasciando scoperte le vittime degli esuberi aziendali (in genere 40-50enni).
Ma andiamo con ordine. Come si legge all’articolo 9, comma 7, del Decreto Legge numero 4 del 28 gennaio 2019disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni, la possibilità di ottenere l’assegno di ricollocazione è sospesa fino al 31 dicembre 2021 per chi percepisce l’indennità di disoccupazione da almeno 4 mesi.

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Reddito di cittadinanza, per il Garante privacy monitoraggio spese è "intrusione sproporzionata e ingiustificata"
Il Reddito di cittadinanza così com'è ha un (altro) grosso problema





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lunedì 11 febbraio 2019

Crollo del M5s in Abruzzo, Pizzarotti: "Finito il tempo degli slogan"

"Oltre alla destra cresce una forza che arriva dalle realtà civiche, non più legate a doppio filo ai partiti"


Fustigatore della piega presa dal M5s, il sindaco di Parma Federico Pizzarotti coglie l'occasione del cattivo risultato conseguito dal Movimento alle elezioni Regionali in Abruzzo per dare una nuova sferzata agli ex compagni pentastellati.

"Il cambiamento non si attua a colpi di slogan. Se prometti uno stop ai condoni edilizi e fiscali e stop all'Ilva ma poi fai il contrario, il cittadino si volta dall'altra parte" scrive il primo cittadino e presidente di Italia in Comune Federico Pizzarotti, che prosegue: "I 5 stelle calano sotto i colpi dei loro slogan, ma oltre alla destra cresce una forza che arriva dalle realtà civiche, non più legate a doppio filo ai partiti che hanno governato l'Italia".

"Il cambiamento - è convinto Pizzarotti, reduce da un tour elettorale in Sardegna con il candidato Massimo Zedda  - passa da lì: gli abruzzesi hanno mostrato la strada. Presto anche le elezioni in Sardegna ci daranno questa conferma. Perciò andiamo avanti con l'idea di un partito che lavora senza slogan e alternativo alla destra, nato nei territori, che unisce le realtà civiche, che tutela l'ambiente, che parla di opportunità e di occupazione, di protezione e unità attorno alla bandiera italiana".


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Regionali in Abruzzo, la débâcle del M5s. Fattori: "Spostarsi a destra non paga"

“Come si crea una fake news”: parla il troll dell’Aquarius Gian Marco Saolini

TPI ha incontrato l'autore del video-bufala sulla nave che ha totalizzato 5 milioni di visualizzazioni e 150mila condivisioni: "Metto in luce quanto è diffuso l'analfabetismo funzionale"



Gian Marco Saolini è il mattatore dei social del momento. In realtà, lo è da parecchio tempo. È lui l’inventore del sito di news satirico Il Corriere del Corsaro, ma anche della pagina Gianni il Malvagio, la pagina fake ispirata al personaggio social di Gianni Morandi.
Negli ultimi giorni ha totalizzato 5 milioni di visualizzazioni con il suo ultimo video in cui dice di essere il nostromo della nave di ricerca e soccorso Aquarius, gestita in partnership da Sos Mediterranée e Medici Senza Frontiere.
Nel video, cavalca tutti i luoghi comuni sull’immigrazione: “non stanno male, non scappano dalla guerra, giocano d’azzardo sulla nave, fanno balli di gruppo ecc…”.
Racconta di essere stato cacciato dalla nave perché persona scomoda che conosce la verità e rischia di dirla a tutti, ovvero il classico schema comunicativo di molti ambienti del web.
Poco importa quanto inverosimili siano le situazioni raccontate da Gian Marco, basta poco per far infuriare gli odiatori social, che in meno di una settimana condividono il video più di 150mila volte.
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domenica 10 febbraio 2019

Alessandria, la polizia installa Mercurio: controlla sino a 300 targhe in un’ora

Alessandria - In un’ora si arriva a controllare fino a 300 targhe di auto e, se qualcuna è rubata o senza assicurazione o non è revisionata, il “Sistema Mercurio” fa la spia.
La nuova tecnologia è stata installata sulle volanti di Alessandria che il questore Michele Morelli ha mostrato con orgoglio al capo della polizia Franco Gabrielli, l’altro giorno, in occasione del giuramento degli allievi alla scuola di corso Acqui.
La volante ha a bordo una serie di dotazioni, collegate con la sala operativa della questura, che consentono di velocizzare notevolmente i tempi dei controlli e di effettuarli con maggiore sicurezza.
Per esempio, mentre con i metodi tradizionali il controllo di un veicolo richiede una decina di minuti, con il Sistema Mercurio, al semplice passaggio della vettura per le strade, si controllano in modo automatizzato fino a 300 targhe.
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Inchiesta sul Morandi: «Sabbia e iuta nelle macerie». Nuova lista di indagati

Genova - L’introduzione al paragrafo, pur trattandosi nel resto delle pagine d’un documento parecchio tecnicistico, è tanto chiara quanto inquietante: «Corpo estraneo». E la descrizione di quel che significa è parimenti chiara: «Nell’area dei trefoli rotti sono stati rinvenuti corpi estranei come materiale di iuta concrezionato, residui di grasso su parti in acciaio e frammenti di asfalto libero». Il problema è che tutto questo, lì, non ci doveva stare. Perché i «trefoli» in questione sono le fibre dei cavi in acciaio contenuti dentro i tiranti del Ponte Morandi crollato il 14 agosto scorso, quando sull’A10 Genova-Savona sono morte 43 persone.
Ancora più specificamente: l’esame riguardava i tiranti del pilone 9, ovvero quello collassato insieme a oltre 200 metri di strada, e il responso sui «corpi estranei» è uno dei passaggi più importanti della relazione completata nelle scorse settimane dai laboratori svizzeri dell’Empa, dove sono stati individuati 16 reperti selezionati fra le macerie affinché fosse verificato il livello di corrosione.
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Nel weekend (e sino a marzo), bus al posto dei treni tra Arquata e Genova

Acqui Terme - Bus al posto dei treni al sabato e alla domenica tra Novi-Arquata e Genova Pontedecimo, nel periodo compreso tra l’11 febbraio e il 18 marzo. Lo annunciano le Ferrovie, che per poco più di un mese dovranno lavorare sulla linea “dei Giovi” Novi-Arquata-Busalla-Genova per risistemare la massicciata e sostituire traversine e rotaie in un tratto di binari di 2,5 chilometri proprio tra le stazioni di Busalla e Pontedecimo. I lavori faranno capo alla divisione Rfi e sono previste diverse variazioni sull’orario dei treni regionali in circolazione, mentre quelli a media e lunga percorrenza non saranno interessati da alcuna modifica.

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