IL POLO RETAIL NELL’ALESSANDRINO
Quali potrebbero essere le conseguenze per un polo del retail come Serravalle Scrivia, nell’Alessandrino, nel caso diventi legge il progetto portato avanti da Lega e M5S per introdurre almeno una trentina di chiusure domenicali? «A rischio ci sarà almeno il 40% dei posti senza contare i tanti negozi che faranno fatica a restare aperti» è la risposta di Alberto Carbone, sindaco di Serravalle Scrivia eletto con la lista civica «La forza del buonsenso» al suo secondo mandato. In altre parole almeno 1.200 addetti sui circa 3mila avrebbero il posto di lavoro a rischio. Per di più ci saranno pesanti ripercussioni per tutte le altre attività locali di ristorazione e ospitalità al servizio di quei 50-60mila clienti che il sabato e la domenica affollano outlet e gallerie commerciali di Serravalle. In altre parole a rischio ci saranno anche i ristoranti e pizzerie della zona «che ne risentirebbero più dei negozi» aggiunge Carbone. Insomma le conseguenze per l’indotto non sono assolutamente da sottovalutare.
«L’arrivo dell’outlet e degli altri centri commerciali è stata una fortuna per tutto il nostro territorio perché ha calamitato e continua ad attirare investimenti» dice ancora il sindaco. Questo piccolo comune dell’Alessandrino ha la fortuna di ospitare quello che è diventato il più grande outlet d’Europa del gruppo McArthurGlen. Tra l’outlet (circa 51mila metri quadri di spazi di vendita), il retail park di Aedes Siiq con poco più di altri 40mila metri quadri divisi tra 36 negozi di cui 9 megastore e un piano di sviluppo che nell’arco dei prossimi mesi porterà la superficie totale a 46mila metri quadri per finire con il grande ipermercato (l’Iper Serravalle che fa capo al Gruppo Finiper di Marco Brunelli) da altri 24mila metri quadri, gli occupati sono più di tremila di cui almeno il 20% risiede nel comune. «Nella zona, da Novi ad Arquata Scrivia inoltre è nato un ricco indotto con una ventina di piccole imprese artigianali e non, che lavorano per tutti quei punti vendita».
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