Il procuratore Olimpia Bossi dopo i tre fermi: "Hanno detto di averlo fatto per superare le difficoltà economiche". Si sono 'giustificati' rispetto alle consapevoli anomali del sistema frenante dell'impianto "per superare le difficoltà economiche ed evitare che si fermasse a lungo". Così si è preferito "disinnescare" sulla cabina precipitata il sistema frenante di sicurezza
Un comportamento ''consapevole e sconcertante'' perché i tre fermati avrebbero avuto consapevolezza del malfunzionamento dell'impianto frenante e per ''evitare continui disservizi e blocchi'' hanno preferito per settimane continuare a mettere a rischio i passeggeri. Il procuratore capo di Verbania Olimpia Bossi dopo i tre fermi nei confronti del gestore Luigi Nerini, del direttore del servizio e di un dipendente spiega perché il freno d'emergenza della funivia Stresa-Mottarone non ha funzionato e perché era stato inserito l'ormai famigerato "forchettone".
Funivia Stresa-Mottarone: "Hanno manomesso il freno d'emergenza per soldi, un comportamento sconcertante"
Secondo il procuratore i tre fermati erano coscienti che l'''anomalia necessitava di un intervento più radicale, di un blocco più consistente'' dell'impianto. Così per ovviare allo stop che avrebbe comportato la perdita di soldi i tre avrebbero deciso di ''manomettere il sistema di sicurezza'', cioè di apporre il forchettone per ovviare al problema al sistema frenante. Forchettone che, una volta che si è tranciato il cavo trainante della funivia, ha impedito alla cabinovia di restare sospesa e l'ha lasciata precipitare nel vuoto per circa 20 metri.
Continua qui