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mercoledì 27 febbraio 2019

Straniero va in ospedale per un dolore al petto, l'infermiera: "Devi morire"

Straniero va in ospedale per un dolore al petto, l'infermiera: "Devi morire"
Il giovane, studente e lavoratore, sabato sera ha avvertito un dolore al petto e così ha allertato il 118 che lo ha condotto presso il Pronto Soccorso dell'ospedale Curteri di Mercato San Severino: ecco cosa ha raccontato




Straniero va in ospedale per un dolore al petto, l'infermiera: "Devi morire"
Denuncia choc, nel salernitano, da parte di Souleymane Rachidi, 20enne originario della Costa d'Avorio residente nella Valle dell'Irno. Il giovane, studente e lavoratore, la scorsa notte, ha avvertito un dolore al petto e così ha allertato il 118 che lo ha condotto, alle ore 2.55, presso il Pronto Soccorso dell'ospedale Curteri di Mercato San Severino. "Arrivato al Pronto Soccorso, una donna del personale ospedaliero, immagino un'infermiera, mi ha iniziato a rivolgere insulti, dicendo che sarei dovuto tornare al mio Paese ed augurandomi più volte di morire".

Denuncia choc, nel salernitano, da parte di Souleymane Rachidi, 20enne originario della Costa d'Avorio residente nella Valle dell'Irno. Il giovane, studente e lavoratore, la scorsa notte, ha avvertito un dolore al petto e così ha allertato il 118 che lo ha condotto, alle ore 2.55, presso il Pronto Soccorso dell'ospedale Curteri di Mercato San Severino. "Arrivato al Pronto Soccorso, una donna del personale ospedaliero, immagino un'infermiera, mi ha iniziato a rivolgere insulti, dicendo che sarei dovuto tornare al mio Paese ed augurandomi più volte di morire".

Lo sfogo

Souleymane, sconvolto per l'accaduto, ha ripreso la scena con il suo cellulare: nel video si sente chiaramente la voce in sottofondo della donna che lo offende. "Questa è l’Italia? Dove la vita umana non ha nessun valore, in un ospedale pubblico dove ti dicono devi andare al paese tuo, devi morire perché sei nero?

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Il video


Potrebbe interessarti: http://www.salernotoday.it/cronaca/denuncia-straniero-souleymane-rachidi-offese-razzismo-ospedale-curteri-mercato-san-severino-24-febbraio-2019.html
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Caccia al nordafricano fuggito dai Murazzi: “Soggetto squilibrato e molto pericoloso”

La pista seguita dai carabinieri per l’omicidio del Lungo Po. Mazzi di fiori sul luogo del delitto

TORINO
I carabinieri stanno ricercando un nordafricano. Uno sbandato dal carattere irascibile, verosimilmente squilibrato. Quella indicata dai testimoni come una capigliatura «rasta» sarebbe in realtà una coda di capelli ricci, raccolti sulla nuca. A lato, capelli rasati da boxer. Fisico asciutto. Sarebbe lui l’assassino di Stefano Leo, 33 anni, aggredito e accoltellato alla gola sabato mattina in cima al viale pedonale di Lungo Po Machiavelli, ai piedi della scalinata che sbuca sopra i murazzi di lungo Po Cadorna. È questa la pista su cui si stanno concentrando i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale, guidato dal colonnello Francesco Rizzo. Gli investigatori stanno esaminando accuratamente decine di filmati registrati in quelle ore dalle telecamere di videosorveglianza della rete di sicurezza pubblica e dei mezzi pubblici Gtt. L’uomo, probabilmente un senza fissa dimora, si sarebbe allontanato in direzione di piazza Vittorio, per poi svanire dietro i palazzi. Non è escluso che abbia usato un tram o un autobus per allontanarsi dalla zona.
Sarebbe un soggetto molto pericoloso. C’è massima allerta da parte delle forze dell’ordine. La caccia è serrata. Nei dormitori, nelle aree isolate, negli ospedali, nelle stazioni. Oggi intanto, il medico legale Roberto Testi, eseguirà l’autopsia, disposta dal pm Ciro Santoriello, titolare dell’inchiesta. Stefano Leo è stato ucciso da una profonda lesione alla gola: un taglio netto, fatto da una mano sicura. Una lesione che gli esperti definiscono molto regolare, fatta dall’alto verso il basso. Una mano forte. Probabilmente impugnava un coltello a serramanico a scatto, con una lama a doppio bordo affilato, dotato di un ampio manico. Oppure un grosso pugnale.
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L’unica strategia: il rinvio

Il voto in Sardegna è un terremoto per la maggioranza. Intanto la situazione del Paese è critica e può diventare drammatica. Eppure non c’è traccia di piani per rilanciare l’economia



Il voto in Sardegna è un terremoto. Il partito che esprime il premier, un vicepremier,il presidente della Camera, il Guardasigilli e altri ministri importanti passa da oltre il 40 a meno del 10 per cento. La coalizione di centrodestra che nel 2018 non aveva vinto un solo collegio uninominale conquista ora la Regione, come era già accaduto in Molise, Friuli Venezia-Giulia, Trentino-Alto Adige, Abruzzo (e come probabilmente accadrà in Piemonte). Eppure Salvini ribadisce di non avere alcuna intenzione di ricostruire a livello nazionale l’alleanza con cui si era presentato alle politiche, e ripete che il governo durerà altri quattro anni. Legittimo: la maggioranza parlamentare è solida; le opposizioni restano deboli e divise. Ma è altrettanto legittima la domanda: il governo dura per fare che cosa? La situazione del Paese è critica e può diventare drammatica. Crescita zero, spread a 300, crollo della produzione industriale. Eppure nell’agenda di governo non c’è traccia di piani per rilanciare l’economia. Anzi, forse un’agenda di governo neppure c’è. I Consigli dei ministri durano pochi minuti: il tempo di esorcizzare lo spettro di una manovra correttiva, ovviamente post-elettorale. L’unica strategia è il rinvio. Si rinvia la Tav, perché i 5 Stelle non possono ammainare anche quella bandiera. Si rinvia la questione cruciale dell’autonomia delle Regioni del Nord. Ora si rinvia pure la riforma della legittima difesa.

Il governo finora si è concentrato su due provvedimenti: il reddito di cittadinanza, il cui esito resta ancora abbastanza incerto, e quota 100. Si può discutere sull’equità di queste misure; l’unica certezza è che serviranno poco o nulla al rilancio dell’economia. Che ha bisogno di investimenti pubblici e privati. Di una politica che incentivi le imprese ad assumere. Di un taglio netto alla tasse sul lavoro. E anche della riduzione di spese improduttive e sprechi. Il governo cosa pensa di fare al riguardo? Dobbiamo attendere le elezioni europee per saperne di più?

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Caso Iva, Tria scuote il governo: «Così non si va avanti»


(...) Unico a non preoccuparsi è il sottosegretario al Mef Massimo Garavaglia che ieri transitava serafico a Montecitorio declinando inviti per venerdì: «Ho lezione di musica, suono la batteria, non posso».


Amazon, la richiesta dei driver: «Servono 500 fattorini in più»

Gli addetti alle consegne: orari insostenibili. Landini: «Vogliamo contrattare l’algoritmo che regola le consegne»


In primo piano Maurizio Landini ieri al presidio dei corrieri di Amazon
È una vertenza fuori dagli schemi quella dei corrieri di Amazon. Il punto qui non è salvare posti di lavoro. Ma ottenere assunzioni. «Secondo noi solo in Lombardia serve un piano da 500 ingressi nel giro di un anno — dice Luca Stanzione, giovane segretario generale della Filt Cgil della Lombardia —. Amazon ha una capitalizzazione che equivale al Pil di due Stati messi assieme. È giusto che le persone possano lavorare senza mettere a rischio la loro sicurezza per tenere il passo dell’algoritmo».
Attenzione, a occuparsi delle consegne non sono dipendenti diretti del colosso di Seattle ma driver assunti da società terze che a loro volta hanno contratti in esclusiva con Amazon. In Lombardia si parla di 1.200-1.300 persone. Ora il sindacato chiede che non si superino le 9 ore di guida giornaliera. Inoltre il problema sarebbero anche i ritmi di lavoro imposti dall’algoritmo: «Una consegna ogni tre minuti è troppo, in questo modo siamo costretti a prendendoci dei rischi», dicevano ieri i driver al presidio. Amazon — che nel 2018 ha creato in Italia oltre 2.000 posti di lavoro a tempo indeterminato — ribatte punto su punto. «Circa il 90% degli autisti termina la giornata prima delle 9 ore e comunque lo straordinario è pagato il 30% in più», dicono al quartier generale della multinazionale. E ancora: «È vero, affidiamo le rotte ai corrieri che a loro volte le assegnano ai loro autisti. Ma non è assolutamente vero che il numero di pacchi da consegnare sia inappropriato».

martedì 26 febbraio 2019

Antartide, a rischio distacco un iceberg grande il doppio di New York

L'allerta della Nasa. Non sarà fra i primi 20


Allerta della Nasa per il rischio di distacco, in Antartide, di un iceberg grande come due volte la città di New York. L'iceberg, osserva la Nasa in tweet, si sta staccando dalla piattaforma di ghiaccio Brunt, lungo la costa nord-occidentale del continente.
le immagini della piattaforma sono state ripresa dal satellite Earth della Nasa e l'eventuale distacco dell'enorme massa di ghiaccio potrebbe mettere a rischio sia le attività di ricerca sia la presenza umana in quella zona. Lì, rileva l'agenzia spaziale americana, esiste una frattura stabile ormai da 35 anni, ma recentemente ha cominciato ad avanzare verso Nord al ritmo di quattro chilometri l'anno.
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Australia, cardinale Pell condannato per violenza sessuale su minori

La sentenza a dicembre, ma la notizia è stata resa nota soltanto oggi.  Il porporato australiano è il più alto prelato Vaticano condannato per pedofilia 

Il cardinale Pell, ex tesoriere del Vaticano, è stato condannato in Australia per violenza sessuale su minori. L'alto prelato era accusato di aver abusato di due ragazzini del coro nella sacrestia della cattedrale di Saint Patrick, negli anni Novanta, quando era arcivescovo a Malbourne. Pell, 77 anni, è stato giudicato colpevole lo scorso dicembre ma il tribunale ha vietato fino ad oggi ai media di pubblicare l'esito della sentenza. La notizia era comunque trapelata ma non era stata ufficialmente confermata. Ora sembra inevitabile per Pell, sospeso da Papa Francesco, il definitivo allontanamento da Roma. A dicembre il portavoce vaticano Greg Burke aveva annunciato il suo congedo dal C9, il consiglio di nove cardinali che coadiuva Francesco nel governo della Chiesa.    Pell era stato ordinato prete a Roma nel 1966, prima di tornare in Australia nel 1971. E' stato nominato arcivescovo di Melbourne nel 1996, poi di Sydney nel 2001.

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Consumi: Confesercenti, frenata nel 2019, - 3,6 miliardi rispetto a stime di governo

Si tratta del risultato peggiore degli ultimi cinque anni e di una debolezza che incide anche sul Pil, per il quale la minore crescita dei consumi si tradurrà in una perdita di 2,1 miliardi di euro 

Non solo produzione industriale ed export: la frenata dell'economia contagia anche i consumi delle famiglie, che rallentano più del previsto. E' quanto emerge dall'aggiornamento delle previsioni macroeconomiche elaborate da Cer per Confesercenti, secondo cui quest'anno la crescita della spesa si fermerà a un massimo di +0,4%, la metà dell'aumento stimato per il 2019 dal governo (+0,8%), per un totale di 3,6 miliardi di euro di consumi in meno. Il risultato peggiore degli ultimi cinque anni e un peso anche per il Pil, per il quale la minore crescita dei consumi si tradurrà in una perdita di 2,1 miliardi di euro. Il dato, sottolinea una nota della confederazione, conferma le maggiori difficolta' dell'Italia a superare la recessione rispetto agli altri paesi europei. Tanto che, a fine 2019, i consumi italiani a prezzi correnti saranno ancora 5 miliardi in meno dei livelli registrati nel 2011.Le cause del rallentamento, osserva Confesercenti, sono in prevalenza esterne, legate alle problematiche internazionali. Ma a pesare sui consumi italiani - e, di conseguenza, sullo sviluppo dell'intera economia - è certamente anche la mancata crescita del potere d'acquisto delle famiglie, fermo ormai da otto anni: nel 2019, infatti, è ancora invariato rispetto al 2011. Incide, inoltre, il deterioramento della fiducia degli italiani, dovuto ad un quadro economico percepito come meno favorevole, che scoraggia le decisioni di spesa. 

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lunedì 25 febbraio 2019

Elezioni Regionali Sardegna: Solinas avanti su Zedda I DATI IN DIRETTA

Lega al 12%. Si conferma crollo M5s. Pd perde ma è primo partito. Male Fi . A Cagliari il sindaco avanti



Regionali Sardegna: lo scrutinio procede a rilento - I DATI IN DIRETTA.
In aumento il distacco di Christian Solinas su Massimo Zedda
Quando sono state scrutinate 299 sezioni su 1840 (12%), il candidato del centrodestra alla carica di governatore in Sardegna è in vantaggio con il 47,24% sullo sfidante del centrosinistra, inchiodato al 34,03%, e sul Cinquestelle Francesco Desogus (M5s), ancora più lontano al 10,86%. Seguono Paolo Maninchedda (Partito dei Sardi) con il 2,83%, Mauro Pili (Sardi Liberi) 2,51%, Andrea Murgia (Autodeterminazione) l'1,81% e Vindice Lecis (Sinistra Sarda) 0,96%. Complessivamente sono stati scrutinati poco meno di 100mila voti.
"Dalle politiche a oggi se c'è una cosa certa è che su sei consultazioni elettorali, la Lega vince 6 a zero sul Pd. Anche in Sardegna, dopo il Friuli, il Molise, Trento, Bolzano e l'Abruzzo i cittadini hanno scelto di far governare la Lega. E come in Abruzzo anche in Sardegna è la prima volta che ci presentiamo alle Regionali. Grazie a tutti quelli che hanno deciso di darci fiducia". Così il segretario della Lega, Matteo Salvini commenta il voto in Sardegna.

“Apri le cosce”: il politico della Lega non si scusa con Emma

Dopo il post sessista contro Emma Marrone, il consigliere della Lega Massimiliano Galli proprio non ne vuole sapere di scusarsi

Dopo i commenti sessisti su Facebook contro Emma Marrone Massimliano Galli, consigliere comunale della Lega in Umbria, proprio non ne vuole sapere di scusarsi. “Emma, aprire i porti? Apri le gambe e fatti pagare”, così ha scritto sotto a una sua foto dopo che la cantante con un messaggio rivolto ai migranti.
Noi de Le Iene siamo andati a parlare con il consigliere comunale umbro della Lega che lo ha scritto, come potete vedere nel servizio completo qui sopra.
Alice Martinelli lo ha incontrato per offrirgli la possibilità di scusarsi. “Non ho bisogno di notorietà”, ci dice. “Io non voglio chiedere scusa perché la mia intenzione non era quella di offendere. Voi interpretate come cazzo vi pare, io quello che ho scritto non è quello che voi pensate”. E se ne va sbattendo la porta.
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Maltempo, tre ragazzi dispersi ad Acireale: la loro auto travolta da un'onda. All'alba trovato paraurti

Riprese anche con l'elicottero le ricerche sospese in serata per il mare mosso

Maltempo: trovati i corpi di due dei tre giovani dispersi in Sicilia



Vento: vola tetto palazzo sport, 3 feriti

domenica 24 febbraio 2019

Genova, vasto incendio al passo della Bocchetta. A fuoco ettari di bosco

Genova - È sotto controllo l’incendio che ha interessato i boschi nei pressi del passo della Bocchetta. L’intervento per domare le fiamme è durato circa otto ore.

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I danni di Brexit al Regno Unito stanno cominciando a vedersi adesso

Le ipotesi di un disastro immediato dopo il referendum non si sono realizzate, scrive l'Economist, ma ora gli scricchiolii ci sono


Gli economisti, quasi tutti gli osservatori internazionali e le istituzioni finanziarie avevano previsto che dopo la vittoria di Brexit non solo la crescita economica del Regno Unito avrebbe rallentato, ma le conseguenze per il paese sarebbero state immediate e disastrose. Nel 2016 il governo britannico aveva diffuso un rapporto secondo cui l’uscita dall’Unione Europea avrebbe causato un danno economico profondo al Regno Unito, a prescindere dai termini dell’uscita e dalla futura relazione con l’Unione. Alle stesse conclusioni era arrivato anche un rapporto della Bank of England, la banca centrale: si prevedevano recessione, crollo del PIL e aumento della disoccupazione. Fortunatamente, però, ha scritto l’Economist, «l’impatto del voto per Brexit non è stato né “immediato” né “profondo”». L’economia, insomma, ha tenuto meglio del previsto. Le conseguenze stanno cominciando però a farsi sentire ora, a quasi tre anni di distanza dal voto, nel momento in cui Brexit sta realmente per accadere.
Nei giorni immediatamente successivi al referendum la sterlina aveva effettivamente perso il 10 per cento del suo valore, e l’indice britannico FTSE 250, che raduna l’andamento delle aziende britanniche quotate in borse tra la 101esima e la 350esima posizione per importanza, era calato del 14 per cento. Settimane e mesi dopo, però, i dati e le analisi non hanno confermato le previsioni più estreme. A suggerire un peggioramento della situazione sono invece gli ultimi dati, pubblicati lo scorso 11 febbraio: mostrano che nel quarto trimestre del 2018 la crescita del PIL del Regno Unito si è fermata allo 0,2 per cento e a dicembre, l’ultimo mese per il quale ci sono dati concreti, il PIL si è ridotto dello 0,4 per cento. Oltre al PIL sono in calo anche altri indicatori economici come la produzione manifatturiera, quella industriale e gli investimenti delle aziende. 
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Elezioni Sardegna, Salvini rompe ancora una volta il silenzio elettorale

Il ministro dell'Interno posta video e inviti a recarsi alle urne per votare la Lega. I militanti si scateano nei commenti. Ma qualcuno fa notare che il titolare del Viminale è al tempo stesso il garante delle regole che sta violando

ROMA - Matteo Salvini rompe ancora il silenzio elettorale e posta su Facebook inviti a votare la Lega ad urne aperte in Sardegna. Un comportamento simile a quello tenuto durante il voto regionale in Abruzzo. Un comportamento che ha scatenato centinaia di commenti entusiasti dei militanti leghisti, ma anche qualche domanda al ministro dell'Interno.

"Mi scusi Sig. Ministro degli Interni ma non esisterebbe una norma che prevederebbe il cosiddetto “silenzio elettorale”? A dirla tutta secondo la normativa vigente dovrebbe essere Lei (come Ministro) a controllarne effettiva applicazione. La ringrazio se vorrà cortesemente rispondermi", scrive un lettore della bacheca di Salvini.

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Protesta del latte: assalto a cisterna nel Nuorese il giorno delle elezioni


LUNEDI ancora INSTABILE e FREDDO al meridione

Le correnti fredde settentrionali seguiteranno ad interessare il meridione fino alle prime ore di martedi 26 febbraio.


Non c'è pace per le nostre regioni meridionali. Dopo l'intensa fase di maltempo a carattere freddo che nelle ultime 24-36 ore ha interessato il mezzogiorno, un nuovo nucleo freddo (meno intenso rispetto a quello delle ultime ore), impegnerà le stesse regioni tra il pomeriggio e la serata di lunedi 25 febbraio.
Solo da martedi 26 febbraio l'afflusso freddo dovrebbe cessare con un miglioramento ed un aumento delle temperature anche al sud.
La prima mappa mostra la situazione prevista in Italia per le ore centrali di lunedi 25 febbraio.
Tutto sereno con clima anche mite al nord e su gran parte del centro ad eccezione dell'Abruzzo, dove sarà presente un po' di nuvolosità senza fenomeni associati.
Ancora venti forti da nord-est, freddo e tempo instabile al meridione. Arriveranno altri rovesci, nevosi sopra i 500 metri su Molise, Puglia e Lucania, sopra i 600 metri sul nord della Calabria. Mari ancora in condizioni non buone con mareggiate lungo le coste esposte.

sabato 23 febbraio 2019

Emma Marrone risponde agli insulti: 'Non sarò mai come chi mi ha offesa'

Cantante in lacrime su palco a Ancona: 'Stiamo annegando nell'odio'


"A chi mi ha offeso con parole forti e violente voglio dire che non fa niente, che io non diventerò mai come loro, il mio palco sarà sempre fonte di luce e di amore per tutti". E' il messaggio lanciato da Emma Marrone, ieri sera in lacrime sul palco del Palaprometeo di Ancona, dopo la bufera sui social per il suo appello "Aprite i porti" durante un concerto a Eboli, fino all'espulsione di un consigliere comunale leghista di Amelia.

Nel suo sfogo con migliaia di fan, che l'hanno applaudita e le hanno gridato "ti amo", la cantante salentina ha citato il caso del bimbo di colore di Foligno e ha pianto parlando dei genitori ("nessuno vorrebbe vedere la figlia trattata così"). "Questo è un momento storico in cui stiamo annegando nell'odio" ha aggiunto. "Ho semplicemente detto una cosa che penso, da libera cittadina, una cosa di accoglienza, senza offendere il pensiero degli altri - ha sottolineato - e ho ricevuto offese violente e gravissime, anche da chi ci governa. E molte donne, invece di difendermi, hanno rincarato la dose".

Maltempo, tre morti nel Lazio

Tre morti nel Lazio. E poi tegole spazzate via nel centro di Roma e alberi caduti anche in provincia di Napoli. In mattinata, probabilmente a causa del forte vento che sta colpendo il Centro-sud, un pino è crollato su un'auto in via Maremmana, a Guidonia, in provincia di Roma. L'uomo a bordo della vettura, un romeno di circa 46 anni, è morto sul colpo. Sul posto la polizia locale di Guidonia per i rilievi e i vigili del fuoco. La salma è stata messa a disposizione dell'autorità giudiziaria.


Ad Alvito, in provincia di Frosinone, è invece crollato in via Colle Mattarino un muro alto due metri. Nel crollo sono rimasti coinvolti quattro pensionati: due di loro, un 71enne e un 73enne, sono morti. Gli altri due, un 76enne e un 70enne, sono rimasti feriti: il primo è stato trasportato in eliambulanza a Roma in codice rosso, mentre il secondo ha riportato lievi lesioni a un piede.

ALBERI CADUTI - Inoltre, nel Napoletano, sempre per la caduta di albero sradicato dal forte vento e finito sull'auto a bordo della quale viaggiavano, madre e figlio sono rimasti feriti a San Sebastiano al Vesuvio, in via Figliola. La donna ha riportato un trauma cranico mentre il figlio qualche escoriazione: entrambi sono stati portati all'Ospedale del Mare, le loro condizioni non sono gravi.

Forte aumento gas, luce e acqua

Nel 2018 le principali tariffe pubbliche hanno continuato ad aumentare. In particolare il gas registra un aumento del 5,7%, l’energia elettrica del 4,5% e l’acqua del 4,3%.

Più contenuto l’aumento dei servizi postali (+2,7), dei pedaggi/parchimetri (+2,1), dei trasporti urbani (+1,6). A segnalarlo è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre. 

venerdì 22 febbraio 2019

Ondata di FREDDO ai nastri di partenza...

Oggi ancora tempo mite, ma tra sabato e domenica la nostra Penisola sperimenterà una breve, ma intensa ondata di freddo.


L'alta pressione si deforma, puntando il suo naso verso le alte latitudini; questa mossa garantirà la discesa di un nucleo molto freddo che durante il fine settimana interesserà l'Italia, segnatamente le regioni adriatiche e il meridione.
L'immagine satellitare di questa mattina è molto interessante: si nota lo sbilanciamento a nord dell'anticiclone che nel week-end porterà temperature da primavera inoltrata su diverse nazioni dell'Europa occidentale e settentrionale.
Di rimando, sui settori centro-orientali europei e su gran parte d'Italia avremo un ritorno a condizioni invernali, con vento, freddo e persino la neve che cadrà a quote molto basse tra il medio-basso Adriatico e il meridione.
Andiamo però con ordine, entrando nel dettaglio sul tempo della giornata odierna, venerdi 22 febbraio, in Italia (seconda mappa); sarà una giornata dalle caratteristiche ancora molto miti, specie al nord, sulle regioni centrali tirreniche e sulla Sardegna.
Il tempo inizierà però a cambiare sul medio Adriatico e soprattutto al meridione, dove tra il pomeriggio e la serata si attiveranno i primi rovesci, nevosi sopra i 1200-1300 metri. La quota neve su questi settori sarà destinata a calare drasticamente tra la notte e la mattinata di domani, sabato 23 febbraio, quando prenderà avvio l'afflusso gelido sul nostro Paese.
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Meteo a 15 giorni: l'alta pressione leverà le tende nei primi giorni di marzo


Corpus demoni


«Anch’io in seminario vittima degli abusi dei preti»: la rivelazione choc di don Vinicio Albanesi scuote il Sinodo mondiale sulla piaga della pedofilia nella Chiesa. Le accuse delle vittime: violenze sessuali, botte e aborti. Il papa striglia i porporati: «Ora atti concreti in difesa dei minori»

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Lotta agli abusi. Il Papa: «Non semplici condanne, servono misure concrete»




Formigoni condannato a 5 anni e 10 mesi in Cassazione. L'ex governatore va in carcere

Leggero sconto di pena per prescrizione per l'ex presidente della Lombardia accusato di corruzione nel processo Maugeri-San Raffaele. Atteso domani l'ordine di esecuzione della pena

L'ex governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, è stato condannato a 5 anni e 10 mesi in via definitiva per corruzione. Processato per il crac delle fondazioni Maugeri e San Raffaele, andrà in carcere. 
Non appena verrà trasmesso il dispositivo della sentenza della Cassazione, il sostituto pg Antonio Lamanna, titolare del fascicolo, emetterà l'ordine di esecuzione della pena. Ordine che verrà immediatamente eseguito a meno che, come probabile, Formigoni non si costituisca spontaneamente. 
Il verdetto è arrivato dopo poco più di tre ore di camera di consiglio e la dura requisitoria del procuratore generale della Cassazione Luigi Birritteri, che ha sottolineato l' "imponente baratto corruttivo" che ha visto Formigoni tra i protagonisti.
Per il 'Celeste' il pg aveva chiesto la "massima pena" e cioè la conferma della condanna a 7 anni e 6 mesi, oltre all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. La Cassazione ha confermato la condanna, ma con uno sconto, dovuto agli effetti della prescrizione.
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giovedì 21 febbraio 2019

Reddito di cittadinanza, la discriminazione nei confronti degli extracomunitari adesso diventa legale

Grazie a un emendamento approvato ieri in Senato per molti poveri di origine straniera sarà impossibile ottenere il reddito di cittadinanza: Lega e Cinque Stelle hanno stabilito che per gli stranieri extracomunitari non basterà l’Isee (l’indicatore della situazione economica) a dimostrare lo stato di bisogno, ma servirà anche una certificazione di reddito e patrimonio del nucleo familiare rilasciata dallo Stato di appartenenza, tradotta in italiano e “legalizzata dall’autorità consolare italiana”. Sono esentati i rifugiati politici e chi proviene da Paesi dai quali non si può ottenere la certificazione, ma per gli altri questa modifica alla legge sul reddito introduce una barriera che rischia di essere insormontabile. E che può avere conseguenze serie su tutto il welfare che ricevono gli immigrati in Italia.

Nell’autunno scorso ha suscitato grande scandalo il caso del Comune di Lodi. Nell’estate del 2017 la sindaca della Lega Sara Casanova ha emanato una delibera per modificare i requisiti per accedere alle tariffe agevolate per le mense scolastiche e i bus: ai genitori extracomunitari veniva richiesto di presentare, oltre all’Isee, anche una documentazione che attestasse la condizione economica nel Paese di origine, per verificare che fossero davvero bisognosi anche in patria. Circa 200 famiglie straniere non sono riuscite a presentare i documenti e i loro figli sono stati esclusi dai benefici. Due associazioni di tutela dei diritti dei migranti, Naga e Asgi, hanno portato in tribunale a Milano il Comune di Lodi. Il giudice Nicola Di Plotti si è pronunciato, ha stabilito che c’era una “discriminazione diretta” nei confronti delle famiglie con genitori extracomunitari. Ma la motivazione di quella sentenza potrebbe essere ora superata dagli eventi: “Non esistono principi ricavabili da norme di rango primario che consentano al Comune di introdurre, attraverso lo strumento del Regolamento, diverse modalità di accesso alle prestazioni sociali agevolate, con particolare riferimento alla previsione di specifiche e più gravose procedure poste a carico dei cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea”.

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