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mercoledì 27 febbraio 2019

Caccia al nordafricano fuggito dai Murazzi: “Soggetto squilibrato e molto pericoloso”

La pista seguita dai carabinieri per l’omicidio del Lungo Po. Mazzi di fiori sul luogo del delitto

TORINO
I carabinieri stanno ricercando un nordafricano. Uno sbandato dal carattere irascibile, verosimilmente squilibrato. Quella indicata dai testimoni come una capigliatura «rasta» sarebbe in realtà una coda di capelli ricci, raccolti sulla nuca. A lato, capelli rasati da boxer. Fisico asciutto. Sarebbe lui l’assassino di Stefano Leo, 33 anni, aggredito e accoltellato alla gola sabato mattina in cima al viale pedonale di Lungo Po Machiavelli, ai piedi della scalinata che sbuca sopra i murazzi di lungo Po Cadorna. È questa la pista su cui si stanno concentrando i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale, guidato dal colonnello Francesco Rizzo. Gli investigatori stanno esaminando accuratamente decine di filmati registrati in quelle ore dalle telecamere di videosorveglianza della rete di sicurezza pubblica e dei mezzi pubblici Gtt. L’uomo, probabilmente un senza fissa dimora, si sarebbe allontanato in direzione di piazza Vittorio, per poi svanire dietro i palazzi. Non è escluso che abbia usato un tram o un autobus per allontanarsi dalla zona.
Sarebbe un soggetto molto pericoloso. C’è massima allerta da parte delle forze dell’ordine. La caccia è serrata. Nei dormitori, nelle aree isolate, negli ospedali, nelle stazioni. Oggi intanto, il medico legale Roberto Testi, eseguirà l’autopsia, disposta dal pm Ciro Santoriello, titolare dell’inchiesta. Stefano Leo è stato ucciso da una profonda lesione alla gola: un taglio netto, fatto da una mano sicura. Una lesione che gli esperti definiscono molto regolare, fatta dall’alto verso il basso. Una mano forte. Probabilmente impugnava un coltello a serramanico a scatto, con una lama a doppio bordo affilato, dotato di un ampio manico. Oppure un grosso pugnale.
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