Al ritorno in Italia da un Paese dove le misure per contrastare l'epidemia sono minime, nonostante l'incidenza dei contagi, le verifiche in aeroporto sono poche: basta un'autocertificazione che nessuno verificherà
“Si metta in coda. Per Sofia, va bene qui. Ah no scusi torni indietro: vada di là con quelli diretti a Doha. Siete tutti insieme”. Alle 8 del mattino l’aeroporto di Roma Fiumicino è quasi vuoto. Da mesi ormai solo uno dei tre terminal è aperto, i voli sono sempre più rari, eppure regna il caos. Passeggeri stretti in un paio di metri quadrati, appiccicati l’uno all’altro, mantenere il distanziamento è impossibile. C’è chi urla, chi spinge, chi non capisce che succede. Le hostess non sanno che fare e si scusano: “le procedure sono lunghe, non è colpa nostra. Occorre controllare se avete fatto il test”.
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