Alessandria - L’ultima
procedura di licenziamento, per trentasette lavoratori, è appena
arrivata sul tavolo di Aldo Gregori, segretario generale Uil: la Icif di
Felizzano, specializzata nella produzione di infissi. «Una svolta
indesiderata» è il titolo dell’ultima indagine congiunturale di
Confindustria Alessandria. Un declino inarrestabile, titolerebbero i
sindacati.
L’industria
della provincia di Alessandria chiude per ferie sperando nel miracolo a
settembre. Rimandata ma non bocciata, insiste Frabrizio Riva, direttore
di Confindustria. Dagli esami di riparazione dipende però il futuro di
circa un migliaio di lavoratori.
Edilizia
Partendo
dal comparto edile, «se prima erano soprattutto le piccole ditte
artigiane a soffrire, ora anche le grandi annunciano difficoltà». Cementir,
azienda del gruppo Caltagirore, minaccia 25 esuberi. Le istituzioni,
peraltro, ce l’avevano messa tutta ad evitare licenziamenti, favorendo
attraverso tavoli di confronto una commessa di lavoro da parte di Cociv,
per la realizzazione del Terzo Valico.
Nel settore cave ed escavazioni, c’è la
Franzosi di
Tortona, un centinaio di dipendenti. Il titolare dell’azienda è
coinvolto in una indagine per smaltimento illecito rifiuti e l’azienda è
ferma.
Sempre a Tortona,
Itinera
(gruppo Gavio) annuncia la mobilità per 105 lavoratori, sparsi nei
cantieri di Alessandria, Novara, Vercelli e altri. «L’edilizia è sempre
stata il traino dell’economia – dice Gregori – ma non ci sono più
commesse pubbliche, se non per piccoli lavori di manutenzione, e il
privato non investe».
Metalmeccanica
L’incertezza regna sovrana tra i metalmeccanici. Caso a parte l’Ilva di Novi, dove «si va avanti con i contratti di solidarietà, aspettando la proposta del Governo».
Alla Kme
di Serravalle direzione e sindacati hanno appena siglato un accordo: si
va avanti con gli ammortizzatori sociali, fin che ci sono.
I 350 della Cerruti di Casale Monferrato sono sempre ad orario (e stipendio) ridotto. Alla Ips (ex Comital) di Alessandria la nuova proprietà ha assorbito 27 lavoratori, ma 25 restano fuori, in mobilità.
A Borghetto Borbera torna l’allarme alla Bundy che
produce parti per refrigeratori: ancora un anno di cassa integrazione
per i 150 lavoratori, ma l’azienda ha iniziato a parlare di circa 70
esuberi.
Poi ci sono i casi limite, le Trafilerie Monferrato, di Morsasco, che dopo un concordato ha riaperto con 12 degli 80 dipendenti» e la Sapsa Bedding di
Silvano d’Orba, acquistata da un fondo di investimento «interessata a
ristrutturare, ma senza investire in un rilancio», dice Gregori.
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