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martedì 11 dicembre 2012

"Velok", le colonnine arancioni ora finiscono fuorilegge

Da Roma a Verona, sempre di più le città che le adottano: utili contro gli incidenti. I consumatori:
"È l'ultima follia per fare soldi. A volte non sono neppure segnalate". Il ministero: illegittimo usarle per controllare la velocità
di FABIO TONACCI 

 

"Velok", le colonnine arancioni ora finiscono fuorilegge


SONO efficaci per scoraggiare chi corre in macchina, ma non sono omologati. Vengono adottati sempre di più dalle polizie municipali, ma per il Codice della Strada non esistono. Eppure ne è consentito l'utilizzo per fare le multe. Non mancano certo i nodi da sciogliere quando si parla dei Velok, o Speed Check, o, nell'accezione degli automobilisti, "quei bussolotti arancioni che a volte contengono l'autovelox a volte no". E un recente parere del ministero dei Trasporti rischia di dare sostanza a centinaia di potenziali ricorsi di chi si vede recapitare a casa il verbale.
Un passo indietro. Tecnicamente le colonnine Velok, ideate dalla Confservizi Veneto e sperimentate nel comune di Corridonia nel 2007, sono dei dissuasori di velocità. Contenitori mobili in polietilene, fosforescenti e pesanti appena mezzo chilo, posizionati ai margini delle strade particolarmente trafficate o vicino agli incroci pericolosi. Indicano il limite e avvertono del controllo elettronico, ma non necessariamente hanno l'autovelox. È la municipale a decidere se e dove metterlo. Chi è al volante annusa il rischio della multa e, nel dubbio, alza il piede dall'acceleratore. Semplice principio di deterrenza. "Le abbiamo messe sulla tangenziale T4 sei mesi fa - racconta l'assessore alla viabilità di Verona Enrico Corsi - e da allora non abbiamo avuto più incidenti". E le multe? "Qualcuna l'abbiamo fatta, rispettando l'obbligo della presenza del vigile vicino alla postazione. Nessuna protesta". Con il Velok in strada, secondo uno studio del Cesiss, la velocità media si riduce di 11,3 km e le infrazioni calano del 70 per cento. Tant'è che in poco più di un anno 313 comuni, tra cui Roma (nel IV municipio), Lucca, Frosinone e Biella, hanno istallato più di 3000 colonnine. Un successo, soprattutto nel Nord Italia.

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"Berlusconi hai rotto". In Rai scoppia il caso Littizzetto

Il giorno dopo il monologo dell'attrice comica a Che Tempo Che Fa arriva la critica del consigliere Rai in quota Pdl Antonio Verro: "Inammissibile che il servizio pubblico insulti qualcuno"

di ANNA LUPINI

ROMA - Luciana Littizetto la spara grossa su Silvio Berlusconi a Che tempo che fa, e bastano poche ore per addensare nubi sulla Rai. Antonio Verro, consigliere di amministrazione Rai in quota Pdl, si fa sentire: "Le mie sono considerazioni di buon senso, che mi portano ad affermare che il servizio pubblico non può permettersi di insultare nessuno. Lo avrei detto anche se le battute avessero riguardato Bersani o Casini". Verro si riferisce alla chiusura del monologo della Littizzetto domenica sera, a "Che tempo che fa" su Raitre: "... ora torna 'Berlu', sale lo spread... Non dico un pudore, sentimento antico, ma una pragmatica sensazione di avere rotto il c... ?!".

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I leader Ue in processione da Monti: "Non uscire di scena, resti una garanzia"

Dalla Merkel a Hollande, tutti hanno paura del ritorno di Berlusconi. Il professore a colloquio con Draghi. Il presidente francese: "Mario andrà avanti per rendere stabile l'Italia"
dal nostro inviato FRANCESCO BEI

 

OSLO - "Mario, adesso cosa succede in Italia? Davvero pensi di uscire di scena così?". La domanda risuona più volte nella saletta al primo piano del Gamle Logen (la residenza ottocentesca che prima di diventare un palazzo da cerimonie è stata sede della massoneria) dove il primo ministro norvegese, Jens Stoltenberg, ha messo intorno a un tavolo la dozzina di leader europei volati fino a Oslo per il Nobel all'Ue. Da Hollande a Merkel, da Van Rompuy a Barroso, dal tedesco Schulz, il presidente del Parlamento che si è scagliato domenica contro Berlusconi, all'irlandese Enda Kenny. Tutti chiedono lumi al premier italiano.

 

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Greco: ''Borse, torna l'incertezza sull'Italia''

 

lunedì 10 dicembre 2012

Settimana di 'altalena termica' con freddo e neve

Gelo e neve sull'Italia Sulla Sila -11 gradi

Una settimana all'insegna del maltempo, con freddo, pioggia e neve fino a quote basse. Lo prevede il meteorologo di '3bmeteo.com' Francesco Nucera, sottolineando che le nevicate, da giovedì, saranno rilevanti solo al Nord a causa di un graduale rialzo delle temperature. In sintesi, dopo una pausa, oggi, di poche ore, "un nuovo nucleo freddo in arrivo dalla Francia attraverserà l'Italia entro martedì portando un nuovo rapido peggioramento del tempo al Centro Sud con neve sino a quote collinari". Nucera sottolinea l' "altalena delle temperature": domani "verrà richiamata aria più fredda e la neve tornerà a scendere sin verso i 300/500m sulle Adriatiche, oltre i 600/1000m al Meridione". Al Nord prevarrà il bel tempo ma il clima sarà molto freddo, con gelate diffuse di primo mattino. Mercoledì di nuovo tempo soleggiato al Centro Nord, residui fenomeni al Sud e sul medio e basso versante adriatico con neve localmente fino alle coste di Marche ed Abruzzo. Giovedì cambia lo scenario: "la fredda tramontana sarà sostituita - dice Nucera - da venti più miti meridionali con temperature in nuovo aumento specie al Centro Sud" dove la neve cadrà solo sui monti, mentre arriverà, da venerdì, sul settentrione.

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Firenze, indagato l'onorevole Denis Verdini "Truffa milionaria sui contributi all'editoria"

Il deputato del Pdl sarà interrogato il prossimo 24 dicembre. Nell'inchiesta coinvolte altre 23 persone

Denis Verdini, parlamentare del Pdl, è indagato a Firenze con altre 24 persone per truffa aggravata allo Stato circa contributi pubblici per testate giornalistiche dal 2002 al 2012. Indagati anche Massimo Parisi, sempre del Pdl, imprenditori ed editori. La truffa riguarda il Giornale della Toscana e Metropoli. Verdini sarà interrogato dal pm il 24/12.E' di oltre 22 milioni di euro la truffa perpetrata ai danni dello Stato dal Gruppo editoriale facente capo a Verdini, secondo quanto ricostruito dalla Procura di Firenze, che ha inviato 25 avvisi di garanzia e relativi inviti a comparire.

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Treni, la maledizione delle scolaresche

Genova - «Hanno persino tentato di farci sentire in colpa, di dire che avevamo perso il treno... Come se fossimo noi quelli in ritardo». È successo anche questo a bordo dell’Intercity 504 per Torino Porta Nuova, direttrice record in quanto a viaggi sventurati per le scolaresche genovesi, almeno negli ultimi giorni. Sabato mattina il caso del regionale “sequestrato” nella stazione di Arquata, per consentire a un gruppo di studenti in arrivo da Nervi di raggiungere la loro carrozza dopo essere stati lasciati a terra, a Quinto, da un treno malauguratamente soppresso. Il giorno prima è andata in modo analogo ma, se possibile, ancora più rocambolesco, come rivelano oggi i protagonisti nell’esposto presentato alla polizia in tempi record dall’avvocato Michele Ispodamia.

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Oltre un quarto degli italiani a rischio poverta'

Nel 2011 e' il 28,4% in pericolo, in crescita rispetto a 2010

ROMA - Oltre un quarto degli italiani e' a rischio poverta' o esclusione sociale. Lo afferma l'Istat nel rapporto 'Reddito e condizioni di vita', precisando che nel 2011 il 28,4% delle persone residenti e' a rischio poverta' o esclusione sociale, in crescita di 2,6 punti percentuali rispetto al 2010.
Il 20% più ricco delle famiglie residenti in Italia detiene una quota del 37,4% del reddito totale, mentre al 20% più povero spetta appena l'8% del reddito. E' la disuguaglianza evidenziata dall'Istat.

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Coldiretti, 6,2 mln italiani non hanno da mangiare


 

La crisi di governo fa paura ai mercati Spread sale ancora a 360, Milano crolla -3%

L'annuncio delle dimissioni di Monti scuote le piazze finanziarie

Italia sotto il fuoco dei mercati. I timori di una reazione negativa per via dell'incertezza politica, si sono materializzati all'apertura delle contrattazioni con lo spread fra i Btp italiani e i Bund tedeschi che ha aperto subito a 340 punti contro i 323 di venerdì e si è allargato progressivamente per toccare a metà giornata quota 362 punti. Il differenziale italiano si è trascinato dietro anche quello dei bonos spagnoli, salito a 437 punti. Il ministro dell'economia di Madrid De Guindos ha spiegato come le incertezze a Roma "contagiano immediatamente" la Spagna.

L'impennata dello spread si è portato dietro anche Piazza Affari oramai diventata "un derivato" del differenziale sia perché questo esprime, seppure in maniera imperfetta, la sfiducia verso l'Italia e la sua economia sia per ragioni tecniche. La forte presenza dei titoli bancari sul listino (in caduta libera con punte del 6% per Intesa Sanpaolo e Unicredit) ha un effetto depressivo immediato sugli indici. Le banche sono doppiamente colpite da un alto spread: per il deprezzamento dei titoli di stato posseduti in forti quantità nel portafoglio e per gli alti costi che devono affrontare per raccogliere denaro rispetto alle rivali europee comprimendo così ulteriormente i margini.

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L’aereo decolla, il passeggero salta giù

Paura all’aeroporto di Pisa: apre il portellone, sale su un’ala e salta a terra. Bloccato e preso in consegna
dai sanitari: «Ha disturbi psichici»

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L’amore dei vecchi compagni di liceo rinasce su Facebook 30 anni dopo. Poi finisce e lui diventa uno stalker

Si erano rivisti grazie a una cena organizzata sul social network
 
Pierangelo Sapegno
ALBA
L’amore ai tempi di Facebook è anche quello di due ragazzi del ’64, quasi cento anni in due. Compagni di liceo ad Alba, quando il mondo virtuale non esisteva ancora, fine Anni Settanta, compromesso storico, Andreotti e Berlinguer, le Br che cominciavano a finire, Pertini presidente, l’inflazione che massacrava la lira e tutto il bello che doveva venire. Loro sono fidanzatini sui banchi di scuola. Liceo scientifico. Poi il tempo passa e i ragazzi si lasciano. 

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Il nuovo divario tra ricchi e poveri passa per la Rete

L’ultima tappa del nostro viaggio nel futuro si conclude con una sfida: le nuove tecnologie rendono il mondo più giusto?
 
Luca Indemini
Che i nostri figli non siano mai separati da un divario digitale: con questo auspicio di Al Gore nel 1996, il concetto di «Digital divide» è entrato nell’uso comune. Il rischio paventato dall’allora vice Presidente Usa con il tempo è diventato un problema concreto. Oggi il divario digitale tra chi ha accesso alle tecnologie dell’informazione (pc e Internet in primis) e chi ne è escluso, in modo parziale o totale, non riguarda solo i rapporti tra Nord e Sud del mondo.

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La crisi in Italia spegne anche il telefonino. In nove mesi perse chiamate per un miliardo

Da gennaio e settembre crollano i servizi di telefonia: chiamate, messaggi e internet. Vodafone resta al primo posto, ma è quella che accusa il calo maggiore, Wind limita i danni ma perde 100 milioni di fatturato in nove mesi. Tim ancora sul secondo gradino del podio, ma il calo è dell'8,1%, superiore comunque alla media del settore

di SARA BENNEWITZ

MILANO - La crisi colpisce anche i cellulari e l'Italia, famosa nel mondo come uno dei Paesi per il più alto tasso di diffusione del telefonino, accusa una battuta d'arresto. Il 2012 ha registrato una brusca contrazione delle chiamate e il periodo peggiore è stato quello delle vacanze estive, che invece di solito coincideva con un momento favorevole per la telefonia mobile: tra luglio e settembre le tre maggiori compagnie telefoniche tricolori insieme hanno perso 300 millioni di euro di fatturato, un miliardo in nove mesi. Se è vero che a partire dallo scorso giugno sui conti di Tim, Vodafone e Wind ha inciso anche il taglio dei costi delle tariffe da terminazione, è anche vero che rispetto all'andamento dell'estate 2011 c'è stato un calo del traffico voce. Inoltre per salvare i ricavi e evitare l'erosione dei margini tutti gli operatori hanno iniziato a lanciare delle tariffe un po' più alte ma tutto compreso (voce, sms e internet). Operazione che ha arginato il crollo dei ricavi, ma che si è abbattuta come una scure sugli utili delle società telefoniche.

La tabella.


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domenica 9 dicembre 2012

I tedeschi che non dimenticano Stazzema

A Sant’Anna, dove i bimbi fecero l’ultimo girotondo
“I nazisti fecero un eccidio, ma in Germania si preferisce il silenzio: siamo indignati per la decisione dei giudici di Stoccarda che hanno archiviato i crimini di guerra”. A testimoniare questa indignazione un gruppo di pacifisti tedeschi che hanno incontrato i sopravvissuti alla strage: 560 vittime, in gran parte donne e bambini. In questo video il racconto di chi visse quel tragico 12 agosto 1944 e la commozione dei tedeschi che hanno portato la loro solidarietà a San’Anna di Stazzema, là dove i bimbi fecero il loro ultimo girotondo.

di Niccolò Zancan

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Province, "Senza dl sarebbe caos istituzionale": uno studio del governo lancia l'allarme

In assenza dell'approvazione del decreto per l'accorpamento si tornerebbe al Salva Italia. Per il dipartimento delle riforme del ministero della Funzione Pubblica tra le conseguenze: i mutui, il trasferimento del personale, dei finanziamenti e dei beni immobili. Ma anche la lievitazione dei costi per Comuni e Regioni

 

ROMA - "La mancata conversione del dl sulle Province comporterebbe una situazione di caos istituzionale. Tra le conseguenze, oltre ai mancati risparmi, la lievitazione dei costi a carico di Comuni e Regioni e il blocco della riorganizzazione periferica dello Stato". Lo afferma uno studio del governo. Che evidenzia la conseguente questione finanziaria legata dal problema dei mutui contratti dalle Province con banche e soprattutto Cassa depositi e prestiti: a questi dovranno subentrare Regioni o Comuni o dovranno essere frazionati. "Altri problemi riguarderanno il trasferimento del personale, dei finanziamenti, dei beni immobili", si legge nello studio del dipartimento delle Riforme del ministero della Funzione Pubblica che è stato inviato ad alcuni senatori.

LA NUOVA MAPPA D'ITALIA

 

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Dl sulle Province, i timori del governo “A rischio scuole superiori, strade, tutela idrogeologica e ambientale”

 

Province: il taglio non ci sarà, ha vinto la casta

 

 

Monti accelera le dimissioni

Il premier al Quirinale: subito la legge di stabilità, poi lascio. Ipotesi voto a febbraio

Paolo Baroni
Roma
Alle tre del pomeriggio da Cannes si diceva sereno. Lo strappo del Pdl? «Non sono preoccupato, mi sembra una situazione gestibile nella normalità della vita democratica di un Paese». Arrivato a Roma, per incontrare il capo dello Stato, dopo oltre due ore di analisi e ragionamenti sulle posizioni espresse dai partiti che sorreggono il governo e che venerdì erano saliti al Colle nel corso di un vero e proprio giro di consultazioni, Mario Monti ha deciso di gettare la spugna: prima cercherà di far approvare la legge di stabilità e poi presenterà le sue dimissioni «irrevocabili». E a questo punto è scontato che si vada al voto ben prima di quel 10 marzo che tutti ipotizzavano sino a ieri. 


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Dimissioni Monti, Parlamento diviso. Bersani: “Un atto di responsabilità,  si approvi subito la legge di Stabilità”

 

Fini: “Ora cambia tutto il Prof ha le mani libere”

 

Ora il rush finale per l'approvazione dei disegni di legge lasciati in sospeso

 

L'Europa infuriata per la crisi italiana: nuovi timori e occhi puntati sui mercati

 

sabato 8 dicembre 2012

Medvedev: «Gli alieni sono tra noi»

Roma - Gli alieni sono tra noi e agiscono anche in Russia, tanto che il capo del Cremlino ha una cartella, che trasporta insieme alla valigetta con i codici di lancio dei missili nucleari, sulle loro visite alla terra, e controlla l’attività di segretissimi «men in black» russi, sulla falsariga di quelli immaginati da Hollywood.
Il tutto è ovviamente segretissimo, perché altrimenti si spargerebbe il panico. Queste dichiarazioni - intrecciate a varie considerazioni scherzose su Babbo Natale e sul suo mentore Vladimir Putin - se l’è lasciate scappare il premier (ed ex presidente) russo, Dmitri Medvedev, in un dialogo fuori onda coi giornalisti durante pause di interviste rilasciate a cinque televisioni. Dichiarazioni che nessuna delle tv ha mandato in onda, ma delle quali alcuni stralci sono finiti su YouTube.

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Droghe sintetiche: immagini shock prima e dopo

"Impara dagli errori degli altri: non puoi vivere così a lungo da farli tutti da te", con questa citazione di Eleanor Roosevelt si apre la campagna shock di Rehab, guida online per i centri di riabilitazione, che mostra il deterioramento fisico devastante sui volti delle persone dipendenti da metanfetamina. Le immagini raccontano la trasformazione fisica, anche dopo soli sei mesi di assunzione. Il progetto della campagna nasce nel 2004 dall'esperienza di un vice sceriffo dell'Oregon, negli Stati Uniti, che dopo aver arrestato svariate volte lo stesso tossicodipendente cominciò a notare quanto il viso si deteriorasse nel corso del tempo. Il poliziotto ha iniziato a documentare le immagini con il desiderio di educare i ragazzi sulla realtà della droga. Ne è nato un documentario che gira nei licei americani

Le foto

Elena, 16 anni e un tweet sulla pace da Nobel


Ha 16 anni, frequenta il Liceo scientifico a Milano e abita a Novate Milanese. Elena Garbujo è una studentessa come tante, ma con una dote, la sintesi. Con un tweet, semplice ed efficace, ha vinto il concorso indetto dalla Commissione europea e lunedì sarà a Oslo a ritirare il premio Nobel per la pace insieme ai rappresentanti istituzionali dell'Unione. L'idea che gli è "valsa" il Nobel è un acronimo, pace: ponte avente comuni estremità. "Il mio successo dimostra il potere delle parole", afferma. "Con quattro parole la mia vita è cambiata"

Il video

Usa, messaggi sui corpi nudi: l'iniziativa delle mogli dei marines

Usa, messaggi sui corpi nudi: l'iniziativa delle mogli dei marines  
 
"Distrutto dalla battaglia, ferito dalla guerra, il mio amore è per sempre. Giuro che placherò le tue urla silenziose e guarirò la tua anima spaventata, amor mio, finché non sarai salvo", queste parole sono scritte sulla schiena nuda di decine di mogli di marines americani affetti da PTSD (disturbo post traumatico da stress). "Battling bare" è l'iniziativa di Ashley Wise, moglie di Rob, per aiutare il marito a superare il trauma degli orrori della guerra in Iraq. Decine di donne si sono unite al progetto dando vita a una splendida galleria di immagini. Almeno un militare su cinque, al suo rientro dal fronte, soffre di questa patologia pur non essendo stato ferito.

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"Io, casalinga e prostituta" Come me tante altre, colpa della crisi

"Francesca" racconta: "Incontro i clienti dopo la spesa. Anche cento euro alla volta, fino a settemila al mese. Così pago mutuo e bollette. Mio marito non sa nulla". In quell'apparatamento anche molti politici

di GIUSEPPE CAPORALE

PESCARA - Insieme ad altre donne casalinghe e disoccupate come lei, aveva affittato un appartamento. Uno qualunque, camere anonime e normalissime per prostituirsi di nascosto. Dalla famiglia, dal marito, dai figli. E guadagnare tanti soldi, subito.

Quando i carabinieri, due giorni fa, hanno fatto irruzione in quelle stanze e l'hanno trovata con un cliente, lei è scoppiata in lacrime e ha chiesto disperatamente "riservatezza".


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Pdl: garantiamo solo la legge di stabilità. Intesa di massima su voto il 10 marzo

Seduta infuocata nel giorno del voto sui costi della politica. Il segretario del Pdl dopo essere salito al Quirinale: "Non vogliamo mandare il Paese a scatafascio". Il leader del Pd: "Berlusconi incoerente". Dopo la delegazione Pdl, a colloquio con il capo dello Stato anche il segretario democratico e Casini. Il presidente confida in un percorso "costruttivo e corretto" che rispetti "l'immagine internazionale dell'Italia". Al Colle matura un accordo sul calendario della crisi. Domani Monti al Quirinale da Napolitano

 

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Quel che si può fare con 90 caccia F-35

Nel 2009 l'Italia ha confermato l'adesione al programma aeronautico Joint Strike Fighter, per la produzione di nuovi aerei militari. Il nostro paese ha già contribuito allo sviluppo del modello F-35, con una spesa di circa 2 miliardi di euro. L'attuale governo intende acquistare i caccia bombardieri F-35, riducendone il numero da 131 a 90, ma nessun contratto è stato firmato e non esistono penali, se non si proseguisse con l'acquisto. Di che cifre parliamo? Circa 12 miliardi di euro è il costo complessivo dei 90 caccia F-35, senza il loro mantenimento. Il costo di un singolo aereo è di almeno 130 milioni di euro.

Con la stessa cifra si potrebbe fornire un'indennità annuale di disoccupazione a oltre 17mila precari; finanziare 5 anni di lavoro per 90mila ricercatori; produrre energia da fonte fotovoltaica pari al fabbisogno di 13mila famiglie per 30 anni. Con le sole ali di 7 aerei si rimetterebbero in funzione gli ospedali di Mirandola, Carpi e Finale Emilia, colpiti dal Sisma. In luogo di ogni F-35 acquistato, si potrebbe mettere in sicurezza 250 scuole italiane, o costruire 400 asili nido, o acquistare 20 treni per 12.500 pendolari.

Comprare novanta F-35 è davvero una priorità per il nostro paese?

Fonte

Il consiglio provinciale approva: Villa Figoli venduta al Comune di Arenzano

Nella seduta di venerdì, il consiglio provinciale ha votato a favore della vendita della colonia di proprietà di Palazzo Ghilini al comune ligure. Approvati anche l'assestamento di bilancio 2012 e la trasformazione del Retroporto di Alessandria in società a responsabilità limitata

Alessandria - Villa Figoli sarà ceduta dalla Provincia di Alessandria al Comune di Arenzano per 5 milioni e 300 mila euro. La notizia non è nuova ma è ora ufficiale. Il consiglio provinciale, svoltosi ieri mattina (venerdi 7 dicembre), ha infatti approvato la delibera che prevede l’alienazione della colonia in favore della cittadina ligure.
A far propendere definitivamente l’amministrazione e il consiglio provinciale per il si, sono state le disponibilità date da Arenzano a fornire servizi ai cittadini del territorio alessandrino, una volta che l’immobile sarò ristrutturato. In particolare, verranno ospitate nel periodo estivo persone diversamente abili della provincia di Alessandria. Verrà anche riservata una quota del 20% agli studenti alessandrini, nei corsi di formazione professionale per il personale di bordo della navi da crociera che verranno effettuate all’interno di Villa Figoli. Prima della stipula dell’atto notarile di compravendita saranno definite nel dettaglio le modalità di attuazione di queste convenzioni e saranno approvate dai due enti.

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venerdì 7 dicembre 2012

Sette cartelle cliniche in quattro anni. Ma neppure una era davvero la sua

Una volta scambiato per un bimbo di otto anni, un’altra per un anziano di 76 e poi per un paziente deceduto
«Colpa del nome troppo comune»
Roma
Una volta è stato scambiato per un bimbo di otto anni, un’altra per un anziano di 76 ed infine per un paziente deceduto. Protagonista della disavventura è Franco Salerno, piccolo imprenditore romano che dal 2009 sta lottando contro una grave malattia, aggravata dalla frustrazione di non riuscire ad ottenere la sua cartella clinica dall’ospedale Grassi di Ostia, dove è stato operato quattro anni fa. La sua unica «colpa», per così dire, è quella di avere un nome fin troppo comune, neanche fosse il signor Rossi.

E così, dal 2009 ad oggi continua a ricevere faldoni su faldoni di cartelle cliniche di omonimi, con diagnosi decisamente differenti dalla sua. Oltre al danno, anche la beffa dato che quelle scartoffie sono completamente inutili ai fini del rimborso da parte dell’ assicurazione sanitaria che non può liquidare la diaria della degenza in ospedale senza la cartella clinica corrispondente.

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Il mondo in un minuto - 7 dicembre 2012

Le 10 foto top della giornata