Nove giornate di squalifica dalla nazionale, ma la Fifa lo ferma
anche nelle attività con il proprio club. Non era mai successo
LAPRESSE
Luis Suarez a terra dopo aver morso Chiellini
INVIATA A RIO
L’autodistruzione di Luis Suarez è arrivata al capolinea dopo il
morso, quando ha cercato di spacciarlo per una reazione di gioco, quando
ha confuso l’assurdo con il possibile e ha deciso di fare spallucce.
Nessuno sopporta chi non si prende le proprie responsabilità: Suarez non
giocherà per 4 mesi, non potrà neanche entrare in uno stadio e dovrà
saltare 9 partite della nazionale.
La Fifa ci ha messo due giorni a decidere e quando per la prima volta
la commissione ha chiuso le porte della sala conferenze del Copacabana
Palace e ha iniziato a discutere il bando viaggiava sui due anni e 24
giornate, il massimo della pena. Poi le ore, i replay, le pressioni
sudamericane (Brasile escluso), l’Uruguay che tentava di dare le colpe a
altri e troppe diversità di giudizio per mettersi d’accordo su una
condanna così. Sono scesi, tanto nei numeri ma non nella sostanza:
questa è la squalifica più importante del calcio. La più lunga data ai
Mondiali (un turno in più di Tassotti, fermato per la gomitata a Luis
Enrique) e la sola che mescoli club e nazionale e che di fatto rende il
giocatore colpevole al cubo.
Continua
qui