SONO almeno quaranta i jihadisti partiti dall'Italia verso i fronti siriano e iracheno. È allarme rosso, secondo i servizi segreti. I mujaheddin italiani vengono monitorati nel timore che nel futuro, radicalizzati e addestrati di ritorno dal Medio Oriente, organizzino attività ostili contro il nostro Paese. In più, con il sì delle Camere alle armi ai curdi, l'Italia è nel mirino dei terroristi. La probabilità di un attentato è altissima, avvisa l'intelligence. S'è già visto nel caso di Jarraya Khalil, di stanza a Zenica, arrestato a Bologna con l'accusa di guidare una cellula integralista islamica. O del genovese convertito all'Islam Ibrahim Giuliano Delnovo, ucciso mentre combatteva ad Aleppo con la "Brigata dei Difensori e dei Migranti" diretta dal ceceno Abu Omar.
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