Anche la Francia al palo: “Più flessibilità”. Renzi: “Crisi non solo per l’Italia”
Si ferma la ripresa dell’Eurozona, con le tre economie più grandi, oggi
Francia e Germania dopo l’Italia tornata in recessione, che tirano il
freno a mano. I numeri sul Pil del secondo trimestre mettono a rischio
l’impalcatura sulla quale l’Eurozona era uscita dalla crisi, rischiando
di delegare alla Bce ancora una volta il ruolo di “pompiere” e
accentuando lo scontro sulle regole del patto di stabilità. La Germania,
spesso considerata il motore economico d’Europa, ha fatto peggio del
previsto con un -0,2% di Pil: primo dato negativo dal 2012, brusca
frenata dal +0,8% di gennaio-marzo, e seria ipoteca sulla stima di una
crescita vicina al 2% quest’anno. Gelata anche per la Francia, in
crescita zero da inizio anno. Sorprende in positivo il Portogallo, con
un +0,6% che suggerisce, come già la Spagna, che le riforme possono fare
la differenza. Ma non basta a risollevare l’intera Eurozona, che in un
preoccupante trend in frenata scende dal +0,3% di fine 2013, al +0,2%
d’inizio 2014, infine allo zero del trimestre primaverile.
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