Richard Norris a 22 anni rimase
sfigurato da una fucilata nel 1997. Vari interventi nel corso degli
anni, poi il trapianto di faccia nel 2012 grazie ad un donatore: la
famiglia di Joshua Aversano che perse il figlio 21 enne, morto per un
incidente stradale. Un programma tv ’60 minutes Australia’ ha fatto incontrare per la prima volta, dopo l’intervento, Rebekah Aversano, la sorella di Joshua. I due si sono visti a casa del ragazzo in Virginia negli Usa
Il video
sabato 30 maggio 2015
Tfr in busta paga, consulenti: “Partenza flop, l’ha chiesto lo 0,05% dei lavoratori”
Secondo il governo l'operazione, a regime, coinvolgerà "il 40-50% dei
lavoratori" potenzialmente interessati. A due mesi dall'avvio, però,
solo 567 su un milione hanno deciso di approfittarne. Il 60% di chi non
ha presentato richiesta ha detto che la tassazione ordinaria prevista
sul "bonus" in busta paga è troppo penalizzante.
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Terremoto in Giappone, magnitudo 8.5. Nessun allerta Tsunami
Un forte terremoto di magnitudo 8,5 ha
interessato nelle ultime ore il Giappone, al largo delle coste delle
isole Ogasawara, circa mille chilometri a sud di Tokyo. Secondo
quanto riferito dalla tv pubblica non risultano esserci al momento
danni a persone o cose. Nessun allarme tsunami è stato emesso.
Fonte
Fonte
Sisma di 7.0 Richter scuote l'Alaska
Grecia condannata, verso il crac a luglio. L’Fmi si chiama fuori
Per salvare Atene serve passo indietro di Tsipras
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Tonia Mastrobuoni
inviata a Dresda
A fine giugno, «se non succede nulla, il programma scade».
Wolfgang Schäuble non ha avuto molto da aggiungere. Nella conferenza
stampa conclusiva del G7 finanziario, il ministro delle Finanze tedesco
ha ribadito che le notizie da Atene su un presunto negoziato in
dirittura di arrivo, e quelle fornite dai negoziatori di Ue, Fmi e Bce
«non coincidono». Una dichiarazione che conferma le parole di Christine
Lagarde, che da Dresda ha mandato anche un messaggio allarmante: il Fmi
non accetterà intese pasticciate. Se Ue e Bce vorranno salvare Atene dal
default nelle prossime settimane, dovranno farlo coi loro soldi. Continua qui
Sentenza Thyssen: ridotte le pene all’ad Espenhahn e agli altri sei imputati
Ma dopo 7 anni e mezzo la parola fine non è ancora messa: si dovranno
attendere i 60 giorni per le motivazioni e potrebbe esserci un nuovo
ricorso in Cassazione
Il processo in corte d’appello era stato ordinato dalla Cassazione, nell’aprile 2014, al solo scopo di ricalcolare le condanne inflitte agli imputati per il rogo che nel 2007 uccise sette operai. La riduzione di pena maggiore è stata quella concessa a Daniele Moroni, dirigente a Terni della Thyssen, che ieri in aula aveva reso dichiarazioni spontanee: è stato condannato a 7 anni e mezzo, dai 9 anni della precedente condanna.
Sei anni e 10 mesi per Marco Pucci e Gerald Priegnitz, membri del board della multinazionale (due mesi in meno rispetto ai 7 anni di condanna precedenti). Sette anni e due mesi per Raffaele Salerno, e 6 anni e 8 mesi per Cosimo Cafueri. Alla fine della lettura della sentenza, ci sono state reazioni di rabbia e di dolore da parte dei parenti delle vittime.
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Torino
Sono state lievemente ridotte le pene per gli imputati del
processo Thyssen. L’ad Harald Espenhahn è stato condannato a 9 anni e 8
mesi, quattro mesi in meno della precedente condanna a 10 anni. Lievi
riduzioni anche per gli altri sei imputati. Il processo in corte d’appello era stato ordinato dalla Cassazione, nell’aprile 2014, al solo scopo di ricalcolare le condanne inflitte agli imputati per il rogo che nel 2007 uccise sette operai. La riduzione di pena maggiore è stata quella concessa a Daniele Moroni, dirigente a Terni della Thyssen, che ieri in aula aveva reso dichiarazioni spontanee: è stato condannato a 7 anni e mezzo, dai 9 anni della precedente condanna.
Sei anni e 10 mesi per Marco Pucci e Gerald Priegnitz, membri del board della multinazionale (due mesi in meno rispetto ai 7 anni di condanna precedenti). Sette anni e due mesi per Raffaele Salerno, e 6 anni e 8 mesi per Cosimo Cafueri. Alla fine della lettura della sentenza, ci sono state reazioni di rabbia e di dolore da parte dei parenti delle vittime.
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venerdì 29 maggio 2015
Meteo a 7 giorni: l'estate cerca di farsi largo tra qualche insidia...
Ponte del 2 giugno con qualche disturbo specie al nord e lungo la dorsale appenninica centro-meridionale. Da metà settimana spazio al bel tempo con qualche temporale locale al centro-sud (specie zone interne).
Prossima settimana con l'alta pressione o con l'ingerenza di una goccia fredda di matrice orientale?
Il dilemma continua, ma la tesi anticiclonica continua ad avere il
sopravvento su quella instabile...e anche le ultime elaborazioni lo
dimostrano.
Abbiamo già parlato del temporaneo abbassamento del flusso atlantico che causerà qualche disturbo durante il ponte festivo, specie al nord e nelle zone interne dell'Italia centro-meridionale. Si tratterà di fenomeni non diffusi, ma ovviamente non da sottovalutare: essere testimoni diretti di un temporale in montagna (benché isolato) non è mai una cosa piacevole.
Anche le incertezze previsionali legate alla festa della repubblica (martedì 2 giugno) sembrano rientrate. Il fronte in transito sull'Europa centrale avrà scarsa penetrazione sul nord Italia e solo i settori alpini, prealpini oltre a limitate porzioni di pianura avranno temporali di un certo spessore (prima figura in alto a sinistra).
Come si può notare, la maggior parte d'Italia si troverà sotto condizioni di bel tempo, con scarsa nuvolosità e un clima complessivamente accettabile.
Veniamo adesso alla questione "anticiclone-goccia fredda". Le ultimissime analisi danno ulteriore credito alla tesi anticiclonica, come dimostra la cartina di previsione a lato valida per venerdì 5 giugno.
Da mercoledì 3 fino a sabato 6 giugno gran parte d'Italia potrebbe essere baciata dal sole e con temperature in graduale aumento. Qualche temporale sporadico potrebbe interessare le zone interne centro-meridionali con forse qualche sconfinamento sul Tirreno. Si tratterà degli effetti (per adesso valutati trascurabili) dell'ormai famosa "goccia fredda" che tanti grattacapi sta causando a modelli e previsori. Vedremo cosa ci riserverà il futuro in merito alla diatriba modellistica sopra citata. Per il momento, ecco la linea di tendenza del tempo fino alla giornata di venerdì 5 giugno.
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Abbiamo già parlato del temporaneo abbassamento del flusso atlantico che causerà qualche disturbo durante il ponte festivo, specie al nord e nelle zone interne dell'Italia centro-meridionale. Si tratterà di fenomeni non diffusi, ma ovviamente non da sottovalutare: essere testimoni diretti di un temporale in montagna (benché isolato) non è mai una cosa piacevole.
Anche le incertezze previsionali legate alla festa della repubblica (martedì 2 giugno) sembrano rientrate. Il fronte in transito sull'Europa centrale avrà scarsa penetrazione sul nord Italia e solo i settori alpini, prealpini oltre a limitate porzioni di pianura avranno temporali di un certo spessore (prima figura in alto a sinistra).
Come si può notare, la maggior parte d'Italia si troverà sotto condizioni di bel tempo, con scarsa nuvolosità e un clima complessivamente accettabile.
Veniamo adesso alla questione "anticiclone-goccia fredda". Le ultimissime analisi danno ulteriore credito alla tesi anticiclonica, come dimostra la cartina di previsione a lato valida per venerdì 5 giugno.
Da mercoledì 3 fino a sabato 6 giugno gran parte d'Italia potrebbe essere baciata dal sole e con temperature in graduale aumento. Qualche temporale sporadico potrebbe interessare le zone interne centro-meridionali con forse qualche sconfinamento sul Tirreno. Si tratterà degli effetti (per adesso valutati trascurabili) dell'ormai famosa "goccia fredda" che tanti grattacapi sta causando a modelli e previsori. Vedremo cosa ci riserverà il futuro in merito alla diatriba modellistica sopra citata. Per il momento, ecco la linea di tendenza del tempo fino alla giornata di venerdì 5 giugno.
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Regionali: Sono 17 gli impresentabili, anche De Luca. Renzi: 'Non Saranno eletti'
Resta nodo De Luca. Berlusconi attacca premier: "Con me non toccò legge Severino"
Si complica sempre di più la vicenda del candidato Pd in regione Campania, Vincenzo De Luca, che risulta nella lista degli 'impresentabili' fornita oggi dalla commissione Antimafia e che contiene 17 nomi di candidati campani e pugliesi. "Abbiamo fatto il nostro compito", rivendica la presidente dell'organismo parlamentare, Rosi Bindi, ma è chiaro che tutta la vicenda ingenera caos e la Bindi viene presa d'attacco dall'area renziana del Pd che la accusa di violare la Costituzione. Non solo il presidente del Pd, Matteo Orfini, l'accusa di fare "processi in piazza".''Ho dato mandato al mio legale di querelare per diffamazione la signora Bindi. Io sfido la signora Bindi ad un dibattito pubblico, entro la mattinata di domani, per poterla sbugiardare, e dimostrare che l'unica impresentabile è lei''. Così il candidato alla presidenza della Regione Campania, Vincenzo De Luca. ''Mi pare evidente che questa campagna di aggressione, che sarebbe stata eccessiva anche per Totò Riina, ha un solo obiettivo: cercare di mettere in difficoltà il Governo nazionale e Renzi. L'aggressione vera è al segretario del partito'', ha detto, a Napoli, Vincenzo De Luca.
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Per l'Antimafia c'è anche De Luca tra 16 impresentabili. Sono tutti candidati in Campania e Puglia
Expo 2015: nel primo mese lo hanno visitato quasi 2 milioni di italiani
Sono lusinghieri i dati che emergono da un'indagine di Federalberghi. E per il ponte del 2 giugno sono attese altre 300mila persone
Secondo un'indagine di Federalberghi, dal 1 maggio, giorno di apertura, a oggi quasi 1,9 milioni di italiani hanno visitato l'Expo, tra maggiorenni e minorenni. Per il ponte del 2 Giugno saranno poco più di 300mila i connazionali che approfitteranno dei giorni di vacanza per una visita ai padiglioni a Rho-Fiera.
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Expo, la presidente Diana Bracco indagata per evasione fiscale
Fallimento Albikokka: Antonio Matera indagato per tentata estorsione
Genova - Antonio Matera, ex produttore cinematografico, imprenditore che affittò all’allora minorenne Ruby «Rubacuori» l’appartamento `rifugio´ a Rivarolo, è indagato per tentata estorsione a Genova. I nuovi guai giudiziari emergono dalla richiesta di rinvio a giudizio, nei confronti di Matera e di altre due persone, per la bancarotta della società Albicocca che gestiva il locale Albikokka di Genova-Quarto, dove Ruby festeggiò il suo diciottesimo compleanno.
Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Silvio Franz, Matera avrebbe esercitato pressioni, anche con minacce, nei confronti del proprietario del locale di Quarto per sfrattare un’altra società e poter così, attraverso prestanome, ritornare a gestire la discoteca. Il produttore cinematografico è indagato anche per bancarotta fraudolenta insieme alla compagna Erika Paalksnyte e a un socio Riccardo Piu.
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Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Silvio Franz, Matera avrebbe esercitato pressioni, anche con minacce, nei confronti del proprietario del locale di Quarto per sfrattare un’altra società e poter così, attraverso prestanome, ritornare a gestire la discoteca. Il produttore cinematografico è indagato anche per bancarotta fraudolenta insieme alla compagna Erika Paalksnyte e a un socio Riccardo Piu.
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L’ultima degli olandesi è il cimitero in autostrada
Il progetto prevede di ricavare qualche centinaio di tombe in un tratto
del raccordo della A 10 di 700 metri che dovrebbe essere pronto l’anno
prossimo
Una volta dormivano sulla collina. Poi sono scesi in città, perché lassù non c’era più spazio. Ora devono spostarsi ancora, così dormiranno sull’autostrada. Perché anche nei grandi cimiteri delle metropoli non sanno più dove metterli tutti, i cari estinti dei Paesi Bassi.
Il direttore del camposanto di Buitenveldeet, alla periferia di Amsterdam, ha presentato al suo Comune un piano per costruire una serie di loculi nelle barriere antirumore del raccordo A10. Il progetto prevede di ricavare qualche centinaio di tombe in un tratto di 700 metri che dovrebbe essere pronto l’anno prossimo.
Ci hanno pensato a lungo. Inizialmente si era ragionato sulla possibilità di attrezzare un luogo dove i parenti e gli amici dei defunti potessero conservare le urne dei cremati e spargerne le ceneri. Poi hanno avuto l’illuminazione di una necropoli all’aria aperta.
Un giardino delle delizie, a sentire l’ideatrice Anja Vink. La barriera antirumore dovrebbe essere coperta da erba e fiori. Le bare verrebbero invece conservate in una galleria di cemento armato che eviti di riproporre le muraglie dei cimiteri tradizioni.
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Una volta dormivano sulla collina. Poi sono scesi in città, perché lassù non c’era più spazio. Ora devono spostarsi ancora, così dormiranno sull’autostrada. Perché anche nei grandi cimiteri delle metropoli non sanno più dove metterli tutti, i cari estinti dei Paesi Bassi.
Il direttore del camposanto di Buitenveldeet, alla periferia di Amsterdam, ha presentato al suo Comune un piano per costruire una serie di loculi nelle barriere antirumore del raccordo A10. Il progetto prevede di ricavare qualche centinaio di tombe in un tratto di 700 metri che dovrebbe essere pronto l’anno prossimo.
Ci hanno pensato a lungo. Inizialmente si era ragionato sulla possibilità di attrezzare un luogo dove i parenti e gli amici dei defunti potessero conservare le urne dei cremati e spargerne le ceneri. Poi hanno avuto l’illuminazione di una necropoli all’aria aperta.
Un giardino delle delizie, a sentire l’ideatrice Anja Vink. La barriera antirumore dovrebbe essere coperta da erba e fiori. Le bare verrebbero invece conservate in una galleria di cemento armato che eviti di riproporre le muraglie dei cimiteri tradizioni.
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giovedì 28 maggio 2015
Campidoglio, lancio di sedie e insulti: rissa tra i consiglieri Peciola e Onorato
Lite tra esponenti di Sel e Lista Marchini con quest'ultimo che è finito
in ospedale con un dito fratturato, dopo la protesta dei dipendenti
della Roma Multiservizi
Insulti e sedie che volano durante la riunione della conferenza dei capigruppo nella Sala delle Bandiere in Campidoglio tra i consiglieri Alessandro Onorato (Lista Marchini) e Gianluca Peciola (Sel), con il primo finito al pronto soccorso. "Peciola mi ha buttato una sedia addosso, rompendomi un dito e procurandomi delle escoriazioni su gambe e braccia. Purtroppo il referto e i 30 giorni di prognosi parlano chiaro. Così come l'operazione che dovrò fare per raddrizzare il mignolo. Lo denuncerò per aggressione e minacce", dice Onorato. Peciola replica "lui ha tentato di aggredirmi. La riunione di capigruppo era terminata, Onorato ha insultato vergognosamente la consigliera Azuni e poi ha tentato di aggredirmi facendo il giro del tavolo e venendo verso di me che ero seduto. Penso che sia grave quanto accaduto perché alla vergogna dell'insulto si è unita la vergogna dell'aggressione da parte di Onorato", si è difeso Peciola.
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Insulti e sedie che volano durante la riunione della conferenza dei capigruppo nella Sala delle Bandiere in Campidoglio tra i consiglieri Alessandro Onorato (Lista Marchini) e Gianluca Peciola (Sel), con il primo finito al pronto soccorso. "Peciola mi ha buttato una sedia addosso, rompendomi un dito e procurandomi delle escoriazioni su gambe e braccia. Purtroppo il referto e i 30 giorni di prognosi parlano chiaro. Così come l'operazione che dovrò fare per raddrizzare il mignolo. Lo denuncerò per aggressione e minacce", dice Onorato. Peciola replica "lui ha tentato di aggredirmi. La riunione di capigruppo era terminata, Onorato ha insultato vergognosamente la consigliera Azuni e poi ha tentato di aggredirmi facendo il giro del tavolo e venendo verso di me che ero seduto. Penso che sia grave quanto accaduto perché alla vergogna dell'insulto si è unita la vergogna dell'aggressione da parte di Onorato", si è difeso Peciola.
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Roma, non si fermano al posto di blocco: 7 donne travolte dall'auto in fuga, una è morta
Inseguiti dagli agenti hanno falciato passanti e motociclisti. Tre i
feriti gravi. Contuso anche un poliziotto. Fermata una dei tre nomadi
ricercati dalla polizia che hanno seminato il panico nelle vie del
quartiere Boccea. I testimoni: "Una scena apocalittica"
Inseguimento, feriti e una donna morta a Roma nel quartiere di Boccea. Tre persone di origine rom, tra cui una ragazza di 17 anni poi fermata, non si sono fermate a un posto di blocco della polizia. Da lì è iniziata la loro fuga, inseguiti dagli agenti. Per sfuggire alla cattura da parte delle forze dell'ordine hanno investito con l'auto lanciata a folle velocità tutti i pedoni che si trovavano sulla loro strada seminando il panico tra le vie del quartiere.
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Inseguimento, feriti e una donna morta a Roma nel quartiere di Boccea. Tre persone di origine rom, tra cui una ragazza di 17 anni poi fermata, non si sono fermate a un posto di blocco della polizia. Da lì è iniziata la loro fuga, inseguiti dagli agenti. Per sfuggire alla cattura da parte delle forze dell'ordine hanno investito con l'auto lanciata a folle velocità tutti i pedoni che si trovavano sulla loro strada seminando il panico tra le vie del quartiere.
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mercoledì 27 maggio 2015
Elezioni regionali, ecco tutti gli "impresentabili"
Ocse, in Italia lavora il 53% dei giovani contro media del 74%. Peggio solo Grecia
Il tasso di occupazione dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni è sceso di 12 punti percentuali dal 2007 al 2013. Nel nostro Paese poi, gli under 30 che non lavorano né sono iscritti a scuola sono il 26%. Mentre il 31,5% è impiegato in attività che non richiedono l'utilizzo di competenze specifiche
Il tasso di occupazione dei giovani tra i 15 e i 29 anni in Italia è passato dal 64,33% al 52,79%, scendendo di quasi 12 punti percentuali dal 2007 al 2013. E’ uno dei dati messi in evidenza dall’ultimo rapporto Ocse su giovani e occupazione. La media dell’area nello stesso periodo è invece a quota 73,7%. Quello dell’Italia il secondo peggior dato, dopo quello della Grecia.
I giovani cosiddetti Neet (Neither employed nor in education or training), cioè non occupati né iscritti a scuola o in apprendistato, sono il 26,09% degli under 30, il quarto dato più elevato tra i Paesi Ocse. All’inizio della crisi, nel 2008, erano il 19,15%, quasi 7 punti percentuali in meno.
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Meteo fine settimana: SABATO disturbi al settentrione, DOMENICA su Alpi e Appennino
Fine settimana complessivamente soleggiato, ma con alcuni disturbi legati alla scarsa compattezza dell'alta pressione. Ecco tutti i dettagli.
L'ultimo fine settimana della primavera meteorologica trascorrerà con un tempo complessivamente accettabile sulla nostra Penisola.
La pressione si manterrà sufficientemente alta da scongiurare transiti perturbati importanti o condizioni diffusamente instabili.
La scarsa coerenza del tessuto stabilizzante alle quote superiori non consentirà però la stabilità assoluta tipica dell'estate mediterranea sul nostro Paese.
Sabato 30 maggio (prima cartina a lato) ritroveremo un nord Italia a rischio di qualche temporale. Si tratterà di fenomeni non continuativi ed alternati ad ampie schiarite, tuttavia qualche colpo di tuono si potrà udire, specie nelle ore del pomeriggio su Alpi, Prealpi e zone di pianura poste indicativamente a nord del Po.
Sul resto della Penisola, se si eccettua qualche annuvolamento nel pomeriggio sulla Sardegna e nelle zone interne peninsulari, il sole dovrebbe mettersi in bella mostra e consentire anche un graduale aumento delle temperature massime.
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La pressione si manterrà sufficientemente alta da scongiurare transiti perturbati importanti o condizioni diffusamente instabili.
La scarsa coerenza del tessuto stabilizzante alle quote superiori non consentirà però la stabilità assoluta tipica dell'estate mediterranea sul nostro Paese.
Sabato 30 maggio (prima cartina a lato) ritroveremo un nord Italia a rischio di qualche temporale. Si tratterà di fenomeni non continuativi ed alternati ad ampie schiarite, tuttavia qualche colpo di tuono si potrà udire, specie nelle ore del pomeriggio su Alpi, Prealpi e zone di pianura poste indicativamente a nord del Po.
Sul resto della Penisola, se si eccettua qualche annuvolamento nel pomeriggio sulla Sardegna e nelle zone interne peninsulari, il sole dovrebbe mettersi in bella mostra e consentire anche un graduale aumento delle temperature massime.
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L'anticiclone proverà a riportare il bel tempo sul Paese ma non dappertutto
Lodi, in tribunale con un coltello: "Sono venuta per uccidere il magistrato"
La donna, dopo l'arresto, ha ammesso le sue intenzioni omicide. Il metal
detector che controlla borse e zaini era rotto da mesi. Polemiche sulla
sicurezza
Qualche minuto di ritardo per dei problemi legati a un processo per direttissima, altrimenti per il sostituto procuratore di Lodi Alessia Menegazzo poteva finire molto peggio rispetto a quel pugno arrivatole alle spalle. Nella città lombarda, infatti, poteva verificarsi qualcosa di simile a quanto accadde lo scorso 9 aprile a Milano dove Claudio Giardiello, imprenditore imputato per bancarotta ha ucciso tre persone tra cui un giudice, ferendone altre, a colpi di pistola.
Perché Maria Rosa Capasso, 38 anni, lavoratrice nella scuola, lo avrebbe detto dopo l'arresto a un agente della Polizia Giudiziaria: "Io volevo ucciderla!". Per questo, era giunta da Nola, in provincia di Napoli, a Lodi, di prima mattina. A causa della rottura dello scanner del metal detector all'entrata del tribunale - e su questo infuria la polemica - la donna aveva introdotto un coltello da cucina lungo 32 centimetri che teneva nella borsa.
E' arrivata presto ed è stata fatta entrare nell'androne del tribunale in attesa che aprisse la segreteria del pm Menegazzo. Aveva un aspetto ordinario e fino alle 9 ha attesto pazientemente l'arrivo del magistrato. Ha detto solo una frase, nell'attesa, che ha lasciato un poco perplessi gli addetti alla sicurezza: "Io non so dove dormire questa notte". Le è stato risposto che, per questo, il sostituto Menegazzo non poteva fare nulla. Poi si è diretta verso l'ufficio, chiedendo insistentemente di essere ricevuta.
L'assistente del pm ha cercato prima di dissuaderla ma la Capasso l'ha aggredita a calci e pungi; è sopraggiunta Alessia Menegazzo e anche lei ha ricevuto un pugno. Sono intervenuti gli agenti della polizia giudiziaria e i carabinieri che hanno bloccato la donna mentre frugava nella borsa. E' stato in quel momento che si sono accorti del coltello. E la Capasso ha sibilato: "Volevo ucciderla!".
Tutto per una denuncia, che al pm era stata assegnata il 29 aprile riguardo presunte irregolarità nell'assegnazione di un posto a scuola. "Una vicenda dagli aspetti amministrativi - ha spiegato la stessa Menegazzo - che forse non aveva rilievi penali, e per questo è stata trattata con una procedura ordinaria, non urgente ma, comunque, con attenzione". Quella denuncia, però, per la Capasso era diventata un cruccio, tanto che nei giorni scorsi la donna, che ha dei problemi psichici, aveva tempestato di telefonate l'ufficio della Procura. Poi la decisione di partire da Nola verso Lodi, l'aggressione e l'arresto per resistenza, lesioni aggravate dalla premeditazione, porto abusivo d'arma e danneggiamento.
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Qualche minuto di ritardo per dei problemi legati a un processo per direttissima, altrimenti per il sostituto procuratore di Lodi Alessia Menegazzo poteva finire molto peggio rispetto a quel pugno arrivatole alle spalle. Nella città lombarda, infatti, poteva verificarsi qualcosa di simile a quanto accadde lo scorso 9 aprile a Milano dove Claudio Giardiello, imprenditore imputato per bancarotta ha ucciso tre persone tra cui un giudice, ferendone altre, a colpi di pistola.
Perché Maria Rosa Capasso, 38 anni, lavoratrice nella scuola, lo avrebbe detto dopo l'arresto a un agente della Polizia Giudiziaria: "Io volevo ucciderla!". Per questo, era giunta da Nola, in provincia di Napoli, a Lodi, di prima mattina. A causa della rottura dello scanner del metal detector all'entrata del tribunale - e su questo infuria la polemica - la donna aveva introdotto un coltello da cucina lungo 32 centimetri che teneva nella borsa.
E' arrivata presto ed è stata fatta entrare nell'androne del tribunale in attesa che aprisse la segreteria del pm Menegazzo. Aveva un aspetto ordinario e fino alle 9 ha attesto pazientemente l'arrivo del magistrato. Ha detto solo una frase, nell'attesa, che ha lasciato un poco perplessi gli addetti alla sicurezza: "Io non so dove dormire questa notte". Le è stato risposto che, per questo, il sostituto Menegazzo non poteva fare nulla. Poi si è diretta verso l'ufficio, chiedendo insistentemente di essere ricevuta.
L'assistente del pm ha cercato prima di dissuaderla ma la Capasso l'ha aggredita a calci e pungi; è sopraggiunta Alessia Menegazzo e anche lei ha ricevuto un pugno. Sono intervenuti gli agenti della polizia giudiziaria e i carabinieri che hanno bloccato la donna mentre frugava nella borsa. E' stato in quel momento che si sono accorti del coltello. E la Capasso ha sibilato: "Volevo ucciderla!".
Tutto per una denuncia, che al pm era stata assegnata il 29 aprile riguardo presunte irregolarità nell'assegnazione di un posto a scuola. "Una vicenda dagli aspetti amministrativi - ha spiegato la stessa Menegazzo - che forse non aveva rilievi penali, e per questo è stata trattata con una procedura ordinaria, non urgente ma, comunque, con attenzione". Quella denuncia, però, per la Capasso era diventata un cruccio, tanto che nei giorni scorsi la donna, che ha dei problemi psichici, aveva tempestato di telefonate l'ufficio della Procura. Poi la decisione di partire da Nola verso Lodi, l'aggressione e l'arresto per resistenza, lesioni aggravate dalla premeditazione, porto abusivo d'arma e danneggiamento.
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Fifa: una decina di dirigenti arrestati per corruzione. Blatter indagato
Il presidente della Fifa, Sepp Blatter, è fra gli indagati dall'Fbi. Ma l'inchiesta è sicuramente un brutto colpo alle sue speranze di rielezione; il voto si terrà venerdì e Blatter si gioca il quinto mandato di fronte alla sfida del principe giordano, Ali bin Al Hussein
Il presidente della Fifa Blatter, 79 anni. Reuters |
Il numero uno della Fifa, Sepp Blatter, è indagato dall'Fbi ma per ora non è tra i responsabili del calcio mondiale che sono stati messi sotto accusa per corruzione dal Dipartimento di Stato americano. Lo riportano i media americani, sottolineando che le indagini continuano. L'inchiesta della giustizia americana stamane, all'alba, ha portato agli arresti di una decina di uomini al vertice della Fifa, l'organo di governo del Calcio mondiale.
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Stati Uniti accusano Fifa di corruzione: arresti in Svizzera
Restò sott’acqua per 42 minuti, salvo grazie a una rianimazione “impossibile”
Michael, 14 anni, finì nel Naviglio il 24 aprile. Era praticamente
morto, poi il salvataggio disperato dei medici. Oggi sta bene e pensa
alla Juve in finale di Champions
È rimasto sott’acqua per 42 lunghissimi minuti. Quasi un tempo di una partita di calcio. Quando è stato tirato fuori dalle acque del Naviglio, nei pressi di Castelletto di Cuggiono, il 24 aprile scorso, le condizioni di Michael, 14 anni, erano disperate. Era in arresto cardiaco, non si sa da quanto tempo. Oggi ha sorprendentemente recuperato completamente, scherza con i medici, pensa alla sua Juve che la settimana prossima si giocherà la finale della Champions League.
Per Alberto Zangrillo, direttore di Anestesia e Rianimazione all’Ospedale San Raffaele, è un «evento eccezionale, di quelli che ci portano a pensare che certi parametri riguardanti la sopravvivenza in stato di ipossia devono essere rivisti».
Il 24 aprile scorso è una giornata calda. Di pomeriggio, Michi (così è abitualmente lo chiamano) e altri quattro amici, decidono di fare un bagno nel Naviglio. Da un ponticello i cinque si tuffano, alle 16,53, ma ne affiorano solo quattro. Michi resta sotto e non c’è verso di trovarlo nelle acque che in quel tratto sono torbide e vorticose. Ci provano in tanti, ma niente da fare. Arrivano gli addetti del 118, ma bisogna aspettare i sommozzatori dei Vigili del Fuoco per recuperarlo. Nessuno ormai darebbe più alcuna chance al ragazzo. Quando lo tirano fuori si sono fatte le 17,35, sono passati 42 minuti, il ragazzo è in arresto cardiaco chissà da quanto, ma gli operatori del 118 gli fanno comunque il massaggio cardiaco e continuano anche nell’elicottero che lo porta al San Raffaele. «Senza questo - dice Zangrillo - sarebbe stato tutto inutile».
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È rimasto sott’acqua per 42 lunghissimi minuti. Quasi un tempo di una partita di calcio. Quando è stato tirato fuori dalle acque del Naviglio, nei pressi di Castelletto di Cuggiono, il 24 aprile scorso, le condizioni di Michael, 14 anni, erano disperate. Era in arresto cardiaco, non si sa da quanto tempo. Oggi ha sorprendentemente recuperato completamente, scherza con i medici, pensa alla sua Juve che la settimana prossima si giocherà la finale della Champions League.
Per Alberto Zangrillo, direttore di Anestesia e Rianimazione all’Ospedale San Raffaele, è un «evento eccezionale, di quelli che ci portano a pensare che certi parametri riguardanti la sopravvivenza in stato di ipossia devono essere rivisti».
Il 24 aprile scorso è una giornata calda. Di pomeriggio, Michi (così è abitualmente lo chiamano) e altri quattro amici, decidono di fare un bagno nel Naviglio. Da un ponticello i cinque si tuffano, alle 16,53, ma ne affiorano solo quattro. Michi resta sotto e non c’è verso di trovarlo nelle acque che in quel tratto sono torbide e vorticose. Ci provano in tanti, ma niente da fare. Arrivano gli addetti del 118, ma bisogna aspettare i sommozzatori dei Vigili del Fuoco per recuperarlo. Nessuno ormai darebbe più alcuna chance al ragazzo. Quando lo tirano fuori si sono fatte le 17,35, sono passati 42 minuti, il ragazzo è in arresto cardiaco chissà da quanto, ma gli operatori del 118 gli fanno comunque il massaggio cardiaco e continuano anche nell’elicottero che lo porta al San Raffaele. «Senza questo - dice Zangrillo - sarebbe stato tutto inutile».
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martedì 26 maggio 2015
A Genova arriva Salvini, anti-razzisti in piazza
Genova - Tafferugli in piazza a Genova nei pressi di Largo Pertini dove Matteo Salvini, leader della Lega, sta chiudendo la campagna elettorale per le elezioni regionali insieme a Giovanni Toti, candidato alla presidenza della Regione Liguria per il centrodestra.
Appartenenti a centri sociali e gruppi antagonisti hanno attraversato il centro storico della città diretti nella piazza dove è intervenuto il leader del Carroccio. Una volta arrivati vicini al palco sono stati fermati dalle forze dell’ordine. Un uomo (non si sa se appartenente al gruppo di antagonisti) è stato ferito, ancora non si sa se dalle forze dell’ordine o dal servizio di sicurezza di Salvini, perchè troppo vicino al palco. I Carabinieri lo hanno portato via in non buone condizioni.
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Appartenenti a centri sociali e gruppi antagonisti hanno attraversato il centro storico della città diretti nella piazza dove è intervenuto il leader del Carroccio. Una volta arrivati vicini al palco sono stati fermati dalle forze dell’ordine. Un uomo (non si sa se appartenente al gruppo di antagonisti) è stato ferito, ancora non si sa se dalle forze dell’ordine o dal servizio di sicurezza di Salvini, perchè troppo vicino al palco. I Carabinieri lo hanno portato via in non buone condizioni.
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Meteo a 7 giorni: variabilità sino a lunedì, 2 giugno con il sole ovunque
Mercoledi ancora qualche temporale al centro-sud, specie nel pomeriggio e all'interno, migliora al nord. Giovedì bel tempo, venerdì un po' di nubi al nord con rovesci limitati alle Alpi nelle ore più calde, sabato in estensione localmente anche alle zone pianeggianti adiacenti. Domenica sole ovunque. Lunedì ultime note di variabilità al nord, martedì anticiclone alla riscossa e bello ovunque.
Il canale depressionario che sta interessando il nostro Paese
dispenserà sino a mercoledì sera qualche rovescio o breve temporale al
centro-sud, specie in prossimità dei rilievi e nelle ore centrali del
giorno, mentre il nord finirà sottovento e in condizioni sempre più
assolate ed asciutte.
In seguito un debole cuneo anticiclonico riuscirà a proteggere il centro-sud, mentre il nord entro venerdì verrà raggiunto nuovamente da una massa d'aria più umida ed instabile dai quadranti occidentali, che provocherà annuvolamenti irregolari e qualche spunto temporalesco a ridosso dei rilievi, ma che sabato potrà estendersi anche alle zone pianeggianti nel pomeriggio-sera.
Dopo una domenica sostanzialmente soleggiata ovunque, anche la giornata di lunedì proporrà un ulltimo passaggio instabile al nord, prima di una affermazione più franca dell'alta pressione.
Da giorni i modelli stanno provando a gonfiare il pallone di aria calda proponendo un patto d'acciaio tra Azzorre ed Africa, ma a disturbare questo progetto c'è ancora la possibilità che una goccia fredda possa infilarsi nel Mediterraneo proprio tra il 2 ed il 3 giugno.
Negli ultimi giorni però tale opzione ha perso punti, come spesso accade quando compare sulle mappe all'improvviso la proboscide anticiclonica; perdere punti non significa ancora aver perso del tutto la battaglia per la conquista del Mediterraneo, ma al momento le chances dell'anticiclone risultano senza dubbio superiori.
In pratica comunque, chi si recherà a trascorrere il Ponte da sabato 30 maggio al centro-sud si godrà una prevalenza di sole e di temperature molto gradevoli, anche calde nel pomeriggio. Il tempo migliore si osserverà sulle isole, sul meridione e sul medio Adriatico.
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In seguito un debole cuneo anticiclonico riuscirà a proteggere il centro-sud, mentre il nord entro venerdì verrà raggiunto nuovamente da una massa d'aria più umida ed instabile dai quadranti occidentali, che provocherà annuvolamenti irregolari e qualche spunto temporalesco a ridosso dei rilievi, ma che sabato potrà estendersi anche alle zone pianeggianti nel pomeriggio-sera.
Dopo una domenica sostanzialmente soleggiata ovunque, anche la giornata di lunedì proporrà un ulltimo passaggio instabile al nord, prima di una affermazione più franca dell'alta pressione.
Da giorni i modelli stanno provando a gonfiare il pallone di aria calda proponendo un patto d'acciaio tra Azzorre ed Africa, ma a disturbare questo progetto c'è ancora la possibilità che una goccia fredda possa infilarsi nel Mediterraneo proprio tra il 2 ed il 3 giugno.
Negli ultimi giorni però tale opzione ha perso punti, come spesso accade quando compare sulle mappe all'improvviso la proboscide anticiclonica; perdere punti non significa ancora aver perso del tutto la battaglia per la conquista del Mediterraneo, ma al momento le chances dell'anticiclone risultano senza dubbio superiori.
In pratica comunque, chi si recherà a trascorrere il Ponte da sabato 30 maggio al centro-sud si godrà una prevalenza di sole e di temperature molto gradevoli, anche calde nel pomeriggio. Il tempo migliore si osserverà sulle isole, sul meridione e sul medio Adriatico.
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“Alla Kme di Serravalle utilizzate gli operai in esubero come guardie contro i furti di rame”
Proposta dei sindacati per evitare licenziamenti: l’industria da tempo
soffre la crisi del mercato del rame e adesso lamenta sofferenza anche
il settore dell’ottone
Cassa integrazione per tutto lo stabilimento Kme di Serravalle
Scrivia. L’industria da tempo soffre la crisi del mercato del rame,
riflessa sul ramo Kme spa. Adesso lamenta sofferenza anche il settore
dell’ottone nel ramo Brass, che sino a poco tempo fa vantava un buon
mercato nel settore della produzione delle barre destinate soprattutto
alla produzione di rubinetteria e maniglie. Adesso i 400 dipendenti di
entrambi i settori sono in cassa integrazione ordinaria. Inoltre si
paventano 40 esuberi. I sindacati propongono una singolare soluzione per
evitare i licenziamenti. In aggiunta ad altre misure, hanno lanciato
l’idea di utilizzare alcuni lavoratori per i servizi di guardiani,
distaccandoli dai reparti. La proposta ha già trovato buona rispondenza
da parte dell’azienda.
«No a guerra tra poveri»
«Sia chiaro che non vogliamo, con questa proposta di internalizzazione della portineria, fare una guerra tra poveri con le aziende e cooperative che gestiscono i servizi di sicurezza - dice Angelo Paternò per le Rsu -. Si parla di introdurre 10 -12 persone per risolvere il problema dei furti in azienda e dare maggiore sicurezza ai servizi di portineria e guardiania, fermo restando le competenze di vigilanza armata che spettano alle ditte specializzate. Si tratta di mettere a punto una nuova organizzazione dove nessuno della cooperativa addetta a queste competenze, dovrà rimanere a casa. Per quanto riguarda invece la situazione dello stabilimento, se non rientreranno i volumi di produzione, drasticamente ridotti, dovremo tutti subire la cassa integrazione, almeno per un anno solare. Da 2 anni e mezzo abbiamo rinunciato al premio di produzione, per senso di responsabilità e di collaborazione e soprattutto per salvare l’occupazione».
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SERRAVALLE SCRIVIA (AL)
«No a guerra tra poveri»
«Sia chiaro che non vogliamo, con questa proposta di internalizzazione della portineria, fare una guerra tra poveri con le aziende e cooperative che gestiscono i servizi di sicurezza - dice Angelo Paternò per le Rsu -. Si parla di introdurre 10 -12 persone per risolvere il problema dei furti in azienda e dare maggiore sicurezza ai servizi di portineria e guardiania, fermo restando le competenze di vigilanza armata che spettano alle ditte specializzate. Si tratta di mettere a punto una nuova organizzazione dove nessuno della cooperativa addetta a queste competenze, dovrà rimanere a casa. Per quanto riguarda invece la situazione dello stabilimento, se non rientreranno i volumi di produzione, drasticamente ridotti, dovremo tutti subire la cassa integrazione, almeno per un anno solare. Da 2 anni e mezzo abbiamo rinunciato al premio di produzione, per senso di responsabilità e di collaborazione e soprattutto per salvare l’occupazione».
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Pochi soldi in famiglia per la crisi, 154 mila in Piemonte rinunciano ad acquistare i farmaci
L'elemosina in piazza del sindaco di Savignone (GE)
Il primo cittadino Antonio Bigotti ha inscenato una protesta molto
particolare: per una mattina ha vestito i panni del mendicante
Il video
Il video
Abusi sessuali su 14enne, arrestato poliziotto
E' accusato di aver avuto rapporti sessuali con una quattordicenne, figlia di una donna conosciuta in chat
Un ispettore di polizia di 52 anni, in servizio in un commissariato di Torino, è stato arrestato dai colleghi con l'accusa di aver avuto rapporti sessuali con una quattordicenne, figlia di una donna conosciuta in chat. L'inchiesta è stata condotta dai carabinieri, coordinati dal pm Barbara Badellino. L'uomo è ora nel carcere di Verbania.
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Pulmino contro barriera A16, quattro morti
A bordo c'erano nove operai, quattro feriti gravi
La morte arriva in autostrada per quattro operai che stavano tornando dall'Irpinia nei loro paesi di origine, nel Napoletano dopo una giornata di lavoro. Sono circa le 18. Il monovolume sul quale si trovano, insieme ad altri quattro colleghi, tutti rimasti feriti, uno in maniera gravissima, viaggia quasi sicuramente a velocità sostenuta sulla A16 Napoli-Bari. La decisione di imboccare lo svincolo di Baiano (Avellino) arriva all'ultimo momento: il monovolume non riesce a seguire la strada, si schianta contro la cuspide che divide la corsia dell'autostrada dallo svincolo; lo abbatte, colpisce la barriera di protezione, tira giù finanche il cartello delle indicazioni stradali e vola via per alcune decine di metri, giù in una scarpata. La scena è drammatica: il monovolume è semidistrutto, irriconoscibile, con i sedili e i pezzi sparsi tutti intorno. Sette operai sono dentro l'abitacolo; uno è fuori. Quattro operai, tutti fra i 34 e i 44 anni, muoiono all'istante; uno viene soccorso con l'elicottero e portato al Caraderelli di Napoli in condizioni gravissime.
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