lunedì 11 aprile 2016
domenica 10 aprile 2016
Migranti: polizia macedone spara lacrimogeni a Idomeni. Decine di feriti
In oltre 500 cercavano di abbattere la barriera di confine
La polizia macedone ha usato di nuovo gas lacrimogeni contro i migranti - oltre 500 - che cercavano di abbattere la barriera di confine al campo di Idomeni in Grecia. Lo riporta Sky News in un tweet.
I migranti hanno tentato di sfondare la recinzione e quando la polizia macedone ha sparato gas lacrimogeni e bombe assordanti contro di loro hanno risposto lanciando le pietre contro la polizia.
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Quelle vigne cedute da Alessandria alle Langhe
Venduti centinaia di ettari, soprattutto nell’Ovadese, anche a Veneto e Lombardia
Alessandria perde vigneti, un’emorragia così consistente da farle
conquistare il triste primato, in Piemonte, di provincia che più si è
impoverita: 738 ettari sono stati trasferiti, dopo
l’entrata in vigore, il 1° gennaio, del decreto sul nuovo sistema di
autorizzazioni per gli impianti viticoli. È una quantità enorme,
che equivale a circa 1060 campi da calcio. Di questi, 400 sono finiti
fuori dalla regione, in particolare in Lombardia e in Veneto dove
verranno riconvertiti in prosecco, 338 sono rimasti invece all’interno
del Piemonte e se li sono «aggiudicati» le Langhe,
una delle aree più vocate per il vino e più organizzata e «forte»,
grazie a una situazione ormai da anni favorevole.
In provincia chi ci ha perso di più è l’Ovadese: qui la fuga dei diritti di reimpianto è stata davvero ingente, meno evidente invece nel Gaviese e nella zona di Acqui Terme, i due territori che hanno resistito di più. In pratica, con il nuovo sistema la compra-vendita dei diritti (per poter impiantare vigneti servono le autorizzazioni) è stata bloccata. Lo resterà fino al 2030. È uno strumento voluto dall’Europa per mantenere in equilibrio domanda e offerta.
Ma la maggior parte dei produttori alessandrini ha preferito venderli i diritti, piuttosto che acquistarli. Perché? Lo spiega bene Italo Danielli, presidente del Consorzio di tutela e promozione dell’Ovada Docg e vicepresidente provinciale Cia: «Il primo motivo è la mancanza di reddito soprattutto per chi vende uve, poi c’è la difficoltà a difendersi dai danni provocati dagli ungulati, e infine una terza ragione è da attribuire allo scarso ricambio generazionale».
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Miriam Massone
Alessandria
In provincia chi ci ha perso di più è l’Ovadese: qui la fuga dei diritti di reimpianto è stata davvero ingente, meno evidente invece nel Gaviese e nella zona di Acqui Terme, i due territori che hanno resistito di più. In pratica, con il nuovo sistema la compra-vendita dei diritti (per poter impiantare vigneti servono le autorizzazioni) è stata bloccata. Lo resterà fino al 2030. È uno strumento voluto dall’Europa per mantenere in equilibrio domanda e offerta.
Ma la maggior parte dei produttori alessandrini ha preferito venderli i diritti, piuttosto che acquistarli. Perché? Lo spiega bene Italo Danielli, presidente del Consorzio di tutela e promozione dell’Ovada Docg e vicepresidente provinciale Cia: «Il primo motivo è la mancanza di reddito soprattutto per chi vende uve, poi c’è la difficoltà a difendersi dai danni provocati dagli ungulati, e infine una terza ragione è da attribuire allo scarso ricambio generazionale».
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La guerra del latte, sessanta aziende costrette a gettare la produzione perché Parmalat non rinnova il contratto
L’assessore Mai: <Liguri, andate a comprarlo negli erogatori di latte crudo>
Parmalat non rinnova il contratto ai produttori del genovesato. L’azienda, ora in mano ai francesi, vuole pagare il latte 25 centesimi, meno di quanto costi produrlo. Quello che arriva dall’estero costa meno di quello, di ottima qualità, prodotto in Italia. Così il prezioso alimento da oggi finisce nelle letamaie.<Ne abbiamo dovuto buttare più di mille litri proprio oggi – dice Elisabetta Ottonello, dell’azienda Lavagè di Rossiglione -. Noi in parte lo caseifichiamo, la il resto non resta che buttarlo. È un disastro>. Moltissime sono le aziende del genovesato messe in ginocchio dall’azienda alimentare ormai straniera. L’azienda Lavagè era uno dei 60 fornitori sul territorio.
<Se il latte genovese finisce nel letame, nel vero senso del termine,
è grazie alle assurde politiche europee che hanno permesso l’ingresso
in Italia di imponenti quantitativi di latte dall’estero a costi molto
bassi, innescando una concorrenza sleale che sottopone oggi i nostri
produttori a ricatti economici e porta alla distruzione del settore>
Lo dice l’assessore regionale all’agricoltura Stefano Mai,
intervenendo in merito al mancato rinnovo del contratto da parte di
Parmalat per l’acquisto del latte dei produttori della Cooperativa Val
Polcevera. <Con prezzi al litro che raggiungono addirittura i 10
centesimi, cioè neppure la metà del costo di produzione, i nostri
produttori non possono andare avanti. È necessario rendere al più presto
obbligatoria la tracciabilità delle materie prime utilizzate per i
prodotti lattiero-caseari: sarebbe un primo passo, ma la soluzione
potrebbe venire da una completa riprogettazione del sistema.
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Parmalat non rinnova il contratto ai produttori del genovesato. L’azienda, ora in mano ai francesi, vuole pagare il latte 25 centesimi, meno di quanto costi produrlo. Quello che arriva dall’estero costa meno di quello, di ottima qualità, prodotto in Italia. Così il prezioso alimento da oggi finisce nelle letamaie.<Ne abbiamo dovuto buttare più di mille litri proprio oggi – dice Elisabetta Ottonello, dell’azienda Lavagè di Rossiglione -. Noi in parte lo caseifichiamo, la il resto non resta che buttarlo. È un disastro>. Moltissime sono le aziende del genovesato messe in ginocchio dall’azienda alimentare ormai straniera. L’azienda Lavagè era uno dei 60 fornitori sul territorio.
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| (<Munte 44 vacche, 1400 litri di latte nella letamaia!!!> così Elisabetta Ottonello commenta la situazione orierna nella sua azienda) |
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sabato 9 aprile 2016
Dal Cairo solo un mini-dossier: fallisce l’indagine su Regeni
Roma - Il richiamo per consultazioni a Roma dell’ambasciatore italiano
in Egitto è la «misura immediata», la prima, a seguito del mancato
cambio di marcia sulle indagini per chiarire la tragica morte di Giulio
Regeni e, sugli altri passi, «ci lavoreremo nei prossimi giorni». Il
ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, a Tokyo per partecipare al
G7 degli Esteri di Hiroshima di domani e lunedì, rimanda a quanto detto
di recente in parlamento. «Ricordo sempre gli aggettivi che ho usato e
cioè che adotteremo misure immediate e proporzionali: questo ci siamo
impegnati a fare e questo faremo».
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Moby Prince: 25 anni fa l''Ustica del mare', 140 vittime
Tre inchieste ma tanti dubbi parenti, ora commissione Parlamento
I familiari delle vittime l'hanno chiamata anche l''Ustica del mare': nessun colpevole, tanti misteri. Di certo è la più grande tragedia della marina mercantile italiana: 140 morti, 75 passeggeri e 65 membri dell'equipaggio, un unico sopravvissuto, il mozzo Alessio Bertrand che si salvò rimanendo aggrappato a una balaustra e che ha scelto l'oblio: "Non voglio parlare, perché se parlo sto male", ha detto all'ANSA.
Domenica saranno 25 anni dal disastro del Moby Prince, il traghetto della Navarma che alle 22:03 del 10 aprile del 1991 mollò gli ormeggi a Livorno diretto a Olbia. Meno di mezz'ora dopo, quando ancora si trovava nella rada del porto toscano, la collisione con la petroliera Agip Abruzzo, la prima nave ad essere soccorsa, nessuna vittima tra quanti erano a bordo. Per quasi un'ora invece nessuno si accorse che il Moby era alla deriva completamente avvolto dalle fiamme. Dal traghetto fu lanciato, alle 22:26, il may day: "Siamo in collisione...siamo in fiamme...occorrono i vigili del fuoco...compamare se non ci aiuti prendiamo fuoco". Ma alla sala radio della capitaneria di porto di Livorno arrivò un segnale debolissimo e non fu sentito.
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venerdì 8 aprile 2016
Terrorismo, tv belga: "Arrestato Mohamed Abrini"
Era insieme a Salah Abdeslam sull'auto poi usata per le stragi di
Parigi. Secondo una rete televisiva potrebbe essere "l'uomo col
cappello" all'aeroporto di Zaventem
BRUXELLES - Uno dei super-ricercati per le stragi di Parigi, Mohamed Abrini, è stato arrestato. Lo riferisce la tv pubblica belga VRT, secondo la quale Abrini potrebbe essere "l'uomo col cappello" che ha accompagnato i due attentatori dell'aeroporto di Zaventem. Con lui sarebbe stata arrestata un'altra persona, che potrebbe essere Osama K., colui che accompagnava Khalid El Bakraoui, l'attentatore che il 22 marzo si è fatto esplodere nella metropolitana di Bruxelles.
Abrini, sempre secondo quanto riferisce la tv belga Vrt, sarebbe stato arrestato nella zona di Anderlecht, un quartiere periferico di Bruxelles adiacente a Molenbeek.
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BRUXELLES - Uno dei super-ricercati per le stragi di Parigi, Mohamed Abrini, è stato arrestato. Lo riferisce la tv pubblica belga VRT, secondo la quale Abrini potrebbe essere "l'uomo col cappello" che ha accompagnato i due attentatori dell'aeroporto di Zaventem. Con lui sarebbe stata arrestata un'altra persona, che potrebbe essere Osama K., colui che accompagnava Khalid El Bakraoui, l'attentatore che il 22 marzo si è fatto esplodere nella metropolitana di Bruxelles.
Abrini, sempre secondo quanto riferisce la tv belga Vrt, sarebbe stato arrestato nella zona di Anderlecht, un quartiere periferico di Bruxelles adiacente a Molenbeek.
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Il degrado si allarga anche alla memoria a Novi Ligure (AL)
Un piccolo fatto dal grande valore, negativo purtroppo
Dopo lo sfregio portato alla piazza della Stazione con l’abbattimento degli alberi secolari per sostituirli con un ammasso di ferraglia oggi arrugginita e degradata al fine di realizzare un “Movicentro” che non movimenta proprio nulla perché le corriere continuano ad essere allocate in quel “budello” che è diventato via Pietro Isola e dopo l’inaugurazione del “Monumento alla Costituzione” ben presto lasciato in balia delll’incuria e delll’inedia e dopo la realizzazione del tanto demagogicamente celebrato “piano bike-sharing” le cui colonnine ormai da anni “sbiciclettate” diventando, questo sì un monumento allo spreco del denaro pubblico, ecco oggi, senza considerare la fontanella ormai non più funzionante da almeno tre mesi, aggiungersi alla lista un altro sfregio: ovvero la rimozione avvenuta ad opera di mani ignote della targa dedicata alla memoria dei giudici antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
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| Oggi quella targa è stata completamente rimossa. |
Come “l’inchiostro fresco”
da parte nostra, per preservare la memoria storica di quanto è accaduto
nell’ultimo decennio del secolo scorso e per mantenere viva
l’attenzione sulla Costituzione tanto elogiata quanto disattesa ed oggi
oggetto di un suo stravolgimento che sta avvenendo a colpi di
Maggioranza e non in un’apposita sede, abbiamo portato e stiamo portando
ogni anno le scuole dell’Oltregiogo in visita al Monumento alla Costituzione, illustrando agli alunni anche le figure dei due giudici, Falcone e Borsellino, periti in due micidiali attentati mafiosi allo Stato.
Fonte: Inchiostro Fresco
Foto SHOCK! Quanta sabbia sulla neve! Così vanno in fumo i ghiacciai!
L'immagine parla da sola, ci mancava solo la depressione africana...
Come detto non si tratta di una novità assoluta per il territorio altoatesino. Ciclicamente, infatti, i venti meridionali portano i granelli del deserto anche alle nostre latitudini.
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Fermata la figlia della donna uccisa a Vercelli
Cristina Carenzo portata questa sera in carcere a Vercelli
È stata ammazzata di botte, prima a mani nude poi con un corpo contundente. Questa la tragica fine di Franca Ranghino, 81 anni, il cui cadavere è stato trovato oggi nella villetta alla periferia di Vercelli della figlia, Cristina Carenzo. A dare l’allarme, questa mattina, è stata proprio quest’ultima, ascoltata a lungo dalla polizia e dal sostituto procuratore Serafina Aceto, che questa sera - dopo un lungo interrogatorio - ne ha disposto il fermo: l’avrebbe uccisa in un raptus, al culmine di un violento litigio.
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È stata ammazzata di botte, prima a mani nude poi con un corpo contundente. Questa la tragica fine di Franca Ranghino, 81 anni, il cui cadavere è stato trovato oggi nella villetta alla periferia di Vercelli della figlia, Cristina Carenzo. A dare l’allarme, questa mattina, è stata proprio quest’ultima, ascoltata a lungo dalla polizia e dal sostituto procuratore Serafina Aceto, che questa sera - dopo un lungo interrogatorio - ne ha disposto il fermo: l’avrebbe uccisa in un raptus, al culmine di un violento litigio.
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mercoledì 6 aprile 2016
Torna il maltempo con freddo, pioggia e temperature in calo di 10 gradi
Da giovedì a domenica possibili anche nevicate sulle Alpi. Da lunedì dovrebbe tornare il sereno
Le temperature calde degli ultimi giorni hanno le ore contate. Sta arrivando una nuova perturbazione dal Nord Europa che tra giovedì e venerdì, e fino a domenica, porterà l’ennesimo peggioramento stando alle previsioni del sito 3bmeteo.com. Prepariamoci, dunque, a pioggia, temporali, vento e freddo, con la colonnina di mercurio che scenderà anche di dieci gradi.
TEMPERATURE IN FORTE CALO
Dopo le temperature eccezionalmente miti di questi giorni, i valori termici inizieranno a diminuire soprattutto tra venerdì e sabato quando farà il suo ingresso l’aria più fredda in discesa dal Nord Europa. In particolare al Nord, centrali tirreniche e sulle Isole Maggiori si potranno perdere fino ad oltre 8-10 gradi.
NEVE SULLE ALPI
Come conseguenza del calo termico la neve tornerà a far la sua comparsa su Alpi ed Appennino, a tratti fin sotto i 1500m, specie tra venerdì e sabato.
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Le temperature calde degli ultimi giorni hanno le ore contate. Sta arrivando una nuova perturbazione dal Nord Europa che tra giovedì e venerdì, e fino a domenica, porterà l’ennesimo peggioramento stando alle previsioni del sito 3bmeteo.com. Prepariamoci, dunque, a pioggia, temporali, vento e freddo, con la colonnina di mercurio che scenderà anche di dieci gradi.
Maltempo in arrivo: tutti i dettagli
TEMPERATURE IN FORTE CALO
Dopo le temperature eccezionalmente miti di questi giorni, i valori termici inizieranno a diminuire soprattutto tra venerdì e sabato quando farà il suo ingresso l’aria più fredda in discesa dal Nord Europa. In particolare al Nord, centrali tirreniche e sulle Isole Maggiori si potranno perdere fino ad oltre 8-10 gradi.
NEVE SULLE ALPI
Come conseguenza del calo termico la neve tornerà a far la sua comparsa su Alpi ed Appennino, a tratti fin sotto i 1500m, specie tra venerdì e sabato.
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MALTEMPO: tutte le PRECIPITAZIONI del WEEK-END
La Gelmini dice basta alle multe: l’annuncio però è nel posto sbagliato
La Gelmini in questo video postato sul suo profilo Facebook contrasta la
politica del Comune di Milano sulle multe ma non si accorge che lo fa
davanti a delle auto parcheggiate in divieto di sosta. Pierfrancesco
Maran, assessore alla Mobilità, dopo aver visto il filmato ribatte:
“Questa candidata davanti a tre auto in sosta irregolare dice basta
multe. É la stessa del tunnel dei neutrini dalla Svizzera al Gran Sasso
Il video
Il video
Persone scomparse in aumento, sono 34.562
In maggioranza minori stranieri che si allontanano da centri
In deciso aumento le persone scomparse in Italia: al 31 dicembre 2015 sono 34.562 (il monitoraggio parte dal 1974), ben 5.328 in più rispetto al 31 dicembre del 2014. La maggior parte sono stranieri (25.857 contro gli 8.705 italiani) e minorenni (21.240, di cui 19.328 stranieri). I dati emergono dall'ultima relazione semestrale del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, presentata oggi al Viminale dal sottosegretario all'Interno, Domenico Manzione e dal commissario straordinario, prefetto Vittorio Piscitelli.
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Bagnoli: Renzi a Napoli, tensione al corteo. Premier: "Il più grande recupero della storia"
Striscione "Napoli sfiducia Governo Renzi" e pupazzo Pinocchio
"Non date ascolto alle ricostruzioni farlocche: a Bagnoli non c'è nessuna cementificazione. Bonifichiamo le terre, bonifichiamo il mare: stiamo procedendo alla più grande opera di recupero ambientale della storia italiana. Vale più di dieci abbattimenti di ecomostri. Con buona pace delle polemiche di chi per anni non ha mosso un dito. Noi siamo quelli che messi davanti alle responsabilità, non ci prendiamo paura. Abbiamo promesso di sbloccare l'Italia. E lo faremo, con umiltà e coraggio". Lo afferma Matteo Renzi.
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martedì 5 aprile 2016
Panama Papers, il “tesoro” della famiglia Le Pen
Parigi - Panama Papers comincia a fare vittime nel mondo
politico internazionale. Il premier islandese Gunnlaugsson ha rassegnato
le dimissioni, dopo un goffo tentativo di sciogliere il parlamento.
Intanto in Francia nel caso viene coinvolta la famiglia Le Pen. Non solo Marine, anche Jean-Marie Le Pen è direttamente coinvolto nello scandalo finanziario di Panama Papers.
Secondo Le Monde, una parte della ricchezza nota come «il tesoro» del fondatore del Front National è stata dissimulata attraverso la società offshore Balerton Marketing Limited, creata nei Caraibi nel 2000.
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Intanto in Francia nel caso viene coinvolta la famiglia Le Pen. Non solo Marine, anche Jean-Marie Le Pen è direttamente coinvolto nello scandalo finanziario di Panama Papers.
Secondo Le Monde, una parte della ricchezza nota come «il tesoro» del fondatore del Front National è stata dissimulata attraverso la società offshore Balerton Marketing Limited, creata nei Caraibi nel 2000.
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Petrolio, l'Anm risponde a Renzi: "Parole inopportune"
Dura replica della sezione Basilicata dell'Associazione nazionale
magistrati al discorso del segretario dem alla Direzione del Pd:
"Insinuazioni viziate da un interesse di parte". Lui su Facebook: "Non
accuso i pm ma un sistema che non funziona". Fermato il Blitz M5s a
Tempa Rossa. Depositata mozione di sfiducia. Nuovo ministro del Mise in
settimana
POTENZA - All'indomani delle parole del Presidente del Consiglio Matteo Renzi che, durante la direzione del Pd aveva paragonato temporalmente le inchieste della Procura di Potenza sul petrolio alle Olimpiadi, arriva, dura, la replica del presidente della sezione della Basilicata dell'Associazione nazionale magistrati (Anm), Salvatore Colella: "Le dichiarazioni di Renzi sono inopportune nei tempi ed inconsistenti nei fatti. Inopportune perché arrivano in un momento molto delicato dell'inchiesta, con un intervento 'a gamba tesa' e le sue insinuazioni sono quantomeno viziate da un interesse di parte, inconsistenti perché smentite, solo poche ore dopo, da un pesante verdetto di condanna contro i vertici della Total nel processo 'Totalgate'".
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POTENZA - All'indomani delle parole del Presidente del Consiglio Matteo Renzi che, durante la direzione del Pd aveva paragonato temporalmente le inchieste della Procura di Potenza sul petrolio alle Olimpiadi, arriva, dura, la replica del presidente della sezione della Basilicata dell'Associazione nazionale magistrati (Anm), Salvatore Colella: "Le dichiarazioni di Renzi sono inopportune nei tempi ed inconsistenti nei fatti. Inopportune perché arrivano in un momento molto delicato dell'inchiesta, con un intervento 'a gamba tesa' e le sue insinuazioni sono quantomeno viziate da un interesse di parte, inconsistenti perché smentite, solo poche ore dopo, da un pesante verdetto di condanna contro i vertici della Total nel processo 'Totalgate'".
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Al via la missione anche alessandrina per ricostruire una scuola in Nepal
ALESSANDRIA - Sono due posti lontanissimi ma ora assai vicini. Alessandria e il Nepal hanno un percorso da condividere grazie alla sensibilità e alla passione di un progetto curato dall'alessandrino Giorgio Pieri e Salvatore Belluardo, vigile del Fuoco di Cremona. Entrambi sono stati protagonisti, l'estate scorsa, di un viaggio umanitario in Nepal. In quella avventura i due amici decisero di portare un po' di sostengo alle popolazioni pesantemente provate dal terremoto. Proprio quella missione però permise di conoscere una scuola di montagna, andata completamente distrutta dal sisma, situata nel distretto di Nuwakot, distante circa 45 km dalla capitale Kathmandu. In quel posto sperduto e lontano dai luoghi turistici Giorgio e Salvatore hanno coltivato il sogno di ricostruire l'edificio ai bambini nepalesi. Un sogno che ha trovato l'adesione di molti soggetti che ora, direttamente e indirettamente, accompagneranno i due protagonisti della missione. "In questo nuovo viaggio - hanno spiegato Giorgio e Salvatore - porteremo un bagaglio prezioso, il sostegno della gente, l’appoggio di Enti e delle Amministrazioni del nostro paese. Dall’Italia, dalle città di Alessandria, Cremona e Genova partirà un team formato da 9 persone, con competenze specifiche: medici, fotografi, insegnanti, architetti e manager di PASSOdopoPASSO, svolgeranno attività diversificate tutte mirate a consolidare l’impegno che è stato preso con i bambini e gli abitanti del villaggio. Arrivati a Kathmandu sarà predisposta la logistica e procurato il materiale medico e scolastico da trasportare al villaggio; determinanti saranno i contatti già predisposti con il General Agreement e le autorità locali nepalesi per arrivare a stilare accordi che devono garantire entrambi le parti nella ricostruzione.
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lunedì 4 aprile 2016
Meteo a 7 giorni: gli ACQUAZZONI torneranno ad innaffiare l'Italia da giovedì 7
Confermata la fase instabile che diverrà realtà sull'Italia tra giovedì e domenica. Vediamone i dati salienti.
Dopo essersi colorata di rosso, stante le temperature sopramedia degli ultimi giorni, la nostra Penisola tornerà a colorarsi di verde nei quadri precipitativi espressi dagli elaborati.
L'aria africana detterà legge fino alla giornata di mercoledì 6 aprile, poi la situazione tenderà a cambiare. Merito (o demerito) di due perturbazioni che racchiuderanno l'Italia in una sorta di "tenaglia instabile" che si protrarrà per tutto il fine settimana.
La prima cartina ci mostra la previsione delle precipitazioni attese in Italia nella giornata di venerdì 8 aprile.
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Tra venerdì e sabato tornano FREDDO e NEVE sui monti: più colpite Sardegna, Valle d'Aosta e Lazio!
Cresce la spesa per le famiglie, pressione fiscale in lieve calo
Aumenta anche il potere d'acquisto, costante la propensione al risparmio. In lieve calo la pressione fiscale, che nel 2015 si attesta al 43,5%. Il rapporto deficit-Pil al 2,6%, migliora di 0,4 punti sul 2014
La spesa delle famiglie per consumi finale sale ancora, registrando un aumento dell'1,0% nel 2015 (era +0,8% nel 2014). Lo rileva l'Istat, sottolineando come nell'ultimo trimestre dell'anno il rialzo sia stato pari allo 0,4% a livello congiunturale e all'1,5% in termini tendenziali. Il potere di acquisto delle famiglie consumatrici, ovvero il loro reddito reale, è aumentato nel 2015 dello 0,8%. Si tratta del primo rialzo da otto anni, dal 2007, prima dello scoppio della crisi. Lo rileva l'Istat che però guardando all'ultimo trimestre dello scorso anno registra una flessione della capacità di spesa, almeno a livello congiunturale (-0,7%).
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domenica 3 aprile 2016
Si stendono 'a freccia' e fanno catturare i ladri
Elicottero della polizia segue indicazioni e rintraccia malviventi
Un elicottero della polizia bracca dall'alto due ladri in fuga in aperta campagna. A un certo punto gli agenti perdono le tracce. Dei bambini, cher giocavano alla caccia a tesoro delle uova di Pasqua, si accorgono di tutto e, conoscendo la direzione dei fuggiaschi si stendono a terra simulando una freccia da indicazioni. Dall'elicottero comprendono e seguendo la direttrice indicata dai bimbi ritrovano i ladri e permettono da terra di farli arrestatare. E' accaduto in Inghilterra.
Continua qui (video)
Un elicottero della polizia bracca dall'alto due ladri in fuga in aperta campagna. A un certo punto gli agenti perdono le tracce. Dei bambini, cher giocavano alla caccia a tesoro delle uova di Pasqua, si accorgono di tutto e, conoscendo la direzione dei fuggiaschi si stendono a terra simulando una freccia da indicazioni. Dall'elicottero comprendono e seguendo la direttrice indicata dai bimbi ritrovano i ladri e permettono da terra di farli arrestatare. E' accaduto in Inghilterra.
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La crisi del latte fa paura: “A rischio posti di lavoro”. E l’appello: “Difendiamo il Made in Italy”
Gli allevatori alessandrini in piazza a Torino con gli altri colleghi da tutto il Piemonte
VENTI AZIENDE IN PROVINCIA
In provincia, ci sono venti aziende che producono quasi cinque milioni di latte vaccino all’anno (di cui 7 vendita diretta e le altre conferiscono a un caseificio), mentre sono 18 quelle che si occupano della produzione di latte caprino (32 mila litri all’anno, 15 effettuano vendita diretta). In piazza a Torino per difendere non solo tutto il comparto zootecnico ma l’agricoltura italiana, in generale, c’erano anche Daniele Dinosio di Carentino, Vanda Borreani di Acqui, Marco Bocchio di San Giuliano, Sergio Panizza di San Michele, Pierguido Degiorgis di San Salvatore e Valentina Binno di Masio.
Sono tutti allevatori piemontesi colpiti dalla più grave crisi del comparto lattiero-caseario degli ultimi anni che, come spiegano da Coldiretti, «sta mettendo a rischio solo in Piemonte ottomila posti di lavoro». «Una mobilitazione - ha spiegato il direttore della Coldiretti di Alessandria Leandro Grazioli, che era in piazza - che ha voluto essere un momento evocativo di straordinaria importanza. Bisogna trovare tempestivamente soluzioni alle problematiche più urgenti». Quali? Il problema dei mercati e quindi dei prezzi, dei mancati pagamenti Pac. Ma è importante anche parlare «in positivo», di cosa fare per uscirne.
LA MINACCIA DALL’ESTERO
Con il Psr (Programma di Sviluppo Rurale) sono stati erogati all’agroindustria lattiero-casearia quasi 30 milioni di euro e con quello 2014-2020 sono previsti oltre 90 milioni di risorse comunitarie per l’intero comparto agroindustriale. «Non è ammissibile – dice il presidente Roberto Paravidino - che queste importanti risorse servano alla trasformazione del latte estero, all’importazione diretta di latte filtrato, concentrati e di cagliate.
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Valentina Frezzato
Alessandria
In migliaia in piazza a Torino per difendere il Made in Italy, sventolando le bandiere gialle Coldiretti e parlando di produzioni «vere», genuine. Fra
loro - agricoltori, allevatori, produttori, consumatori, dirigenti -
anche tanti alessandrini che hanno voluto partecipare alla
manifestazione per difendere il latte italiano e l’Italia, in generale.
VENTI AZIENDE IN PROVINCIA
In provincia, ci sono venti aziende che producono quasi cinque milioni di latte vaccino all’anno (di cui 7 vendita diretta e le altre conferiscono a un caseificio), mentre sono 18 quelle che si occupano della produzione di latte caprino (32 mila litri all’anno, 15 effettuano vendita diretta). In piazza a Torino per difendere non solo tutto il comparto zootecnico ma l’agricoltura italiana, in generale, c’erano anche Daniele Dinosio di Carentino, Vanda Borreani di Acqui, Marco Bocchio di San Giuliano, Sergio Panizza di San Michele, Pierguido Degiorgis di San Salvatore e Valentina Binno di Masio.
Sono tutti allevatori piemontesi colpiti dalla più grave crisi del comparto lattiero-caseario degli ultimi anni che, come spiegano da Coldiretti, «sta mettendo a rischio solo in Piemonte ottomila posti di lavoro». «Una mobilitazione - ha spiegato il direttore della Coldiretti di Alessandria Leandro Grazioli, che era in piazza - che ha voluto essere un momento evocativo di straordinaria importanza. Bisogna trovare tempestivamente soluzioni alle problematiche più urgenti». Quali? Il problema dei mercati e quindi dei prezzi, dei mancati pagamenti Pac. Ma è importante anche parlare «in positivo», di cosa fare per uscirne.
LA MINACCIA DALL’ESTERO
Con il Psr (Programma di Sviluppo Rurale) sono stati erogati all’agroindustria lattiero-casearia quasi 30 milioni di euro e con quello 2014-2020 sono previsti oltre 90 milioni di risorse comunitarie per l’intero comparto agroindustriale. «Non è ammissibile – dice il presidente Roberto Paravidino - che queste importanti risorse servano alla trasformazione del latte estero, all’importazione diretta di latte filtrato, concentrati e di cagliate.
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Allevatori ancora in piazza per la «guerra del latte»
Una mozzarella su quattro non è fatta con il latte
Il latte che beviamo non è italiano: in 3 cartoni su 4 c’è quello straniero
Roma, esplosione in un bar: una vittima
Roma - È morto il dipendente rimasto intossicato nell’incendio
avvenuto nel bar Ciampini, al centro storico di Roma. Si tratta di un
filippino che era stato recuperato in gravissime condizioni dai vigili
del fuoco subito intervenuti e quindi trasferito all’ospedale Santo
Spirito, distante poche centinaia di metri dal bar.
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sabato 2 aprile 2016
Bimbi del Nepal a scuola grazie agli studenti della Carducci Vochieri
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Liguria, 1.495 bambini tolti a genitori “incapaci”
Genova - «Gli ultimi dati Istat disponibili rivelano che in Liguria
1.495 bambini lasciano il proprio nucleo familiare per entrare in
istituto, non a causa di un disagio economico o legato a malattie
e disabilità ma per incapacità genitoriale delle famiglie. Per far
fronte a questa emergenza, abbiamo deciso di avviare una campagna di
sensibilizzazione per prevenire questi fenomeni e intercettare il
disagio prima che si trasformi in abuso, utilizzando sia le risorse
disponibili nei capitoli di bilancio sia le risorse messe in campo dal
nuovo bando europeo Dafne, in scadenza a giugno, destinato a finanziare
azioni volte a prevenire la violenza su donne, giovani e bambini».
In un primo tempo l’informazione sembrava affermare che ogni anno vengono affidati quasi 1.500 bambini mentre la Regione ha precisato che il numero è complessivo e non annuale.
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In un primo tempo l’informazione sembrava affermare che ogni anno vengono affidati quasi 1.500 bambini mentre la Regione ha precisato che il numero è complessivo e non annuale.
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Oltre 100 'trivelle fuorilegge' e prive di controlli: il dossier shock di Greenpeace
Scritto da Francesca Mancuso
Oltre 100 piattaforme petrolifere dei nostri mari sono prive di monitoraggio. Di esse non si ha alcuna stima o controllo. A lanciare l'allarme è stata Greenpeace.
Oltre 100 piattaforme petrolifere dei nostri mari sono prive di monitoraggio. Di esse non si ha alcuna stima o controllo. A lanciare l'allarme è stata Greenpeace.
L'associazione, lo scorso settembre, aveva richiesto al Ministero dell'ambiente i piani di monitoraggio delle piattaforme che operano nei mari italiani che secondo dati del Ministero dello Sviluppo Economico sono 135. Ma Greenpeace ha ricevuto solo i piani di monitoraggio di 34 piattaforme, di proprietà Eni.
Così ha richiesto informazioni sulle
altre 100 piattaforme e sulle strutture assimilabili, non ricevendo però
alcun dato relativo ad esse.
“Il Ministero aveva deciso deliberatamente di limitare l'accesso agli atti o il problema era l’assenza di monitoraggi?” si è chiesta l'associazione.
Il mistero, se così possiamo definirlo, è
stato presto svelato ed è stata proprio Eni a fare chiarezza con una
nota alle agenzie di stampa:
“Relativamente alle ‘100 piattaforme mancanti’, per le quali secondo Greenpeace non sarebbero stati forniti i piani di monitoraggio, Eni spiega che quelle di propria pertinenza, non emettono scarichi a mare, né effettuano re-iniezione di acque di produzione in giacimento, pertanto non ci sono piani di monitoraggio prescritti e nessun dato da fornire”.
Piattaforme prive di controlli perché, a
detta di Eni, non prevedono scarichi in mare. Ma davvero in questi casi
non serve alcun monitoraggio?
Spiega Greenpeace che le piattaforme
offshore siano state escluse dalla categoria di “impianti a rischio di
incidente rilevante” in virtù di un recepimento della direttiva 2012/18/UE ritenuto aberrante. Di
fatto, la legge esclude che tali strutture possano subire danni di ogni
tipo, dal guasto al collasso ma anche incendi e perdite.
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