Miriam Massone
Alessandria
In provincia chi ci ha perso di più è l’Ovadese: qui la fuga dei diritti di reimpianto è stata davvero ingente, meno evidente invece nel Gaviese e nella zona di Acqui Terme, i due territori che hanno resistito di più. In pratica, con il nuovo sistema la compra-vendita dei diritti (per poter impiantare vigneti servono le autorizzazioni) è stata bloccata. Lo resterà fino al 2030. È uno strumento voluto dall’Europa per mantenere in equilibrio domanda e offerta.
Ma la maggior parte dei produttori alessandrini ha preferito venderli i diritti, piuttosto che acquistarli. Perché? Lo spiega bene Italo Danielli, presidente del Consorzio di tutela e promozione dell’Ovada Docg e vicepresidente provinciale Cia: «Il primo motivo è la mancanza di reddito soprattutto per chi vende uve, poi c’è la difficoltà a difendersi dai danni provocati dagli ungulati, e infine una terza ragione è da attribuire allo scarso ricambio generazionale».
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