Le ricostruzioni degli inquirenti: Bouhlel aveva prenotato il camion già
il 4 luglio. Armi consegnate da due coniugi albanesi, fermati. Il
corriere è una terza persona
inviato a Nizza
Una fortuna, un sacco di soldi in contanti». Racconta proprio
così, uno dei fratelli di Mohamed Lahouaiej Bouhlel, il massacratore di
Nizza.
Vive in Tunisia e quantifica la somma: 100 mila euro. Li ha ricevuti,
da Bouhlel, pochi giorni prima della strage. Per i superpoliziotti
seduti nei loro uffici della Caserne d’Auvare, il quartier generale
della polizia nizzarda, non è una sorpresa. Qualcuno ha avvicinato il
terrorista, l’ha esaltato e stordito, facendogli balenare il sogno del
riscatto da una vita modesta con un’azione eclatante. Nessuno l’avrebbe
mai dimenticata. Un pres
sing
su quella mente confusa, ricompensato persino dai dei soldi, tanti. Con
quelli, avrebbe sistemato la sua famiglia in patria. Un emissario del
Califfato islamico, arrivato a Nizza qualche settimana fa, ha coordinato
l’operazione, ma Bouhlel era già il candidato, il prescelto.
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