Predosa (AL) - L’aveva fondata il nonno nel 1963. La porterà avanti lui,
Giovanni, che lì aveva mosso i primi passi come tecnico e che, con la
sorella Valentina, 30 anni lui, 32 lei, se l’è ricomprata (il papà
Silvano aveva venduto nel 2008), salvandola dalla chiusura. È un
ritorno al passato nel segno della rinascita
quello della 3M di Predosa,
che a dire il vero da ieri ha recuperato non solo la proprietà delle
origini ma pure il suo vecchio nome: Grafoplast, un nome ai vertici nel
settore degli identificativi per impianti elettrici, civili e
industriali.
«Molti dei dipendenti mi hanno visto nascere e crescere, poi sono
diventati colleghi. Quando ho saputo ciò che stava succedendo (dopo la
cessione, Giovanni è stato venditore dei
prodotti 3M in Inghilterra)
ci siamo fatti avanti» ha raccontato ieri Giovanni, nell’incontro
convocato in prefettura ad Alessandria per celebrare quella che non è
stata una semplice vertenza sindacale ma la storia a lieto fine di
un’impresa in salute, di un paese - Predosa - che è riuscito a
conservare 42 posti di lavoro
(38 dipendenti sono stati assorbiti, altri 4 si sta cercando di
ricollocarli) e di un sistema territoriale che ha saputo fare squadra
mettendo a fuoco un traguardo comune. «Sembravamo piccola cosa di fronte
alla multinazionale 3M che, dall’altra parte dell’oceano, il 29 giugno
aveva annunciato la volontà di chiudere la sede di Predosa - ha spiegato
il prefetto, Romilda Tafuri -. Invece, facendo gioco di squadra,
abbiamo portato a casa un risultato emblematico. Non abbiamo ragionato
su mobilità e questioni sindacali, si è provato a ribaltare il tavolo e
la prospettiva. Ci siamo detti: se l’azienda non è in crisi, perché
chiudere?».
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