È sufficiente fare la voce grossa con i migranti, trasformati in un’emergenza che non c’è e in un capro espiatorio, e fingere che non esistano altri problemi per la sicurezza degli italiani. Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini – leader della Lega di ultradestra e (vice)premier – è riuscito a fare approvare anche dai pentastellati il suo Decreto sicurezza: il Senato gli ha già dato ragione; presto toccherà alla Camera, pare il 23 novembre. Intanto Salvini con quel decreto ha fatto scomparire per magia un’emergenza vera, quella rappresentata dalle mafie italiane. Eppure queste possono contare, ogni anno, su circa 150 miliardi di ricavi e, a fronte di poco più di 35 miliardi di costi, su utili per oltre 100 miliardi. Roba da fare invidia ai colossi europei dell’energia.
Andiamo per punti. Prima di tutto, Salvini nel decreto non si occupa delle cosche, perché evidentemente non ritiene che minaccino la sicurezza. D’altra parte, da qualche anno, i mafiosi non fanno stragi, sanno come votare, cercano di passare inosservati. Quindi non ci rendono “insicuri”. Pertanto – siccome un decreto legge si fa quando ci sono i presupposti di necessità e urgenza – non citare i boss significa considerarli un problema secondario. Al contrario, chi vive nei territori in cui questi incombono è ben consapevole del fatto che sono al lavoro, eccome. Silenziosamente le mafie riciclano – corrompendo chi è necessario corrompere – centinaia e centinaia di milioni nel cuore delle città d’Italia e d’Europa: acquistano ristoranti, negozi, hotel, palazzi, farmacie, imprese. Indisturbate o quasi, nonostante alcune inchieste e processi in corso nel Nord della Penisola, un tempo caro alla vecchia Lega, mostrino quanto siano in forma pure a quelle latitudini.
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martedì 18 giugno 2019
lunedì 17 giugno 2019
Reddito di cittadinanza, ecco perché rischia di essere un flop
Reddito di cittadinanza, ecco perché rischia di essere un flop
„La riforma dei centri per l'impiego è ancora in alto mare, mentre i Comuni aspettano da mesi la norma attuativa sui lavori di pubblica utilità. Se non vuole darla vinta ai detrattori il governo deve cambiare passo
Reddito di cittadinanza, ecco perché rischia di essere un flop
„Il reddito di cittadinanza? Per quanto riguarda le così dette "norme anti-divano" c’è ancora tanta strada da fare. Nelle intenzioni dei 5 Stelle l’introduzione del sussidio avrebbe dovuto rappresentare un’opportunità di riscatto per tanti italiani lasciati ai margini del mercato del lavoro: non mero assistenzialismo dunque, ma anche e soprattutto una legge capace di restituire dignità attraverso la ricerca di un’occupazione.“
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Potrebbe interessarti: http://www.today.it/economia/reddito-di-cittadinanza-flop-lavoro.html
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„La riforma dei centri per l'impiego è ancora in alto mare, mentre i Comuni aspettano da mesi la norma attuativa sui lavori di pubblica utilità. Se non vuole darla vinta ai detrattori il governo deve cambiare passo
Reddito di cittadinanza, ecco perché rischia di essere un flop
„Il reddito di cittadinanza? Per quanto riguarda le così dette "norme anti-divano" c’è ancora tanta strada da fare. Nelle intenzioni dei 5 Stelle l’introduzione del sussidio avrebbe dovuto rappresentare un’opportunità di riscatto per tanti italiani lasciati ai margini del mercato del lavoro: non mero assistenzialismo dunque, ma anche e soprattutto una legge capace di restituire dignità attraverso la ricerca di un’occupazione.“
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Reddito di cittadinanza, che fine hanno fatto i lavori di pubblica utilità?
Sotto questo punto di vista però le cose non stanno andando proprio come il M5s aveva prospettato. Se l’assegno c’è già da qualche mese, il lavoro è invece ancora un’utopia. Non parliamo solo della riforma dei centri per l’impiego, che pure è in alto mare, ma anche - ad esempio - dei così detti lavori di pubblica utilità che la Lega ha voluto portare da 8 a 16 ore al giorno. Finora però tutto il fardello è stato lasciato nelle mani dei Comuni che peraltro non sanno neppure come muoversi.
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Debito pubblico, Bankitalia: “Ad aprile sale di 14,8 miliardi arrivando a 2.373”
E' un nuovo record. Le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato nel corso del mese sono state pari a 30,4 miliardi, in aumento dell’1,3 per cento (0,4 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2018
Il debito pubblico in aprile è salito di 14,8 miliardi rispetto a marzo, toccando il nuovo record di 2.373,3 miliardi. L’aumento riflette, secondo il rapporto “Finanza pubblica, fabbisogno e debito” di Bankitalia, l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (11,6 miliardi, a 58,5) e il fabbisogno del mese (2,8 miliardi). Via Nazionale precisa che gli scarti e i premi all’emissione e al rimborso, la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e la variazione dei tassi di cambio hanno nel complesso aumentato il debito ad aprile di ulteriori 0,4 miliardi. Il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 13,9 miliardi, quello delle amministrazioni locali di 0,9 miliardi. Il debito degli enti di previdenza è rimasto pressoché invariato.
Le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato nel corso del mese sono state pari a 30,4 miliardi, in aumento dell’1,3 per cento (0,4 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2018. Nei primi quattro mesi del 2019 le entrate tributarie sono state pari a 122,5 miliardi, in aumento dello 0,7 per cento (0,9 miliardi) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Fonte
Il debito pubblico aumenta ancora: un "fardello" da 39mila euro a testa
„Il debito pubblico continua ad aumentare: un "fardello" da 39mila euro a testa“
Il debito pubblico in aprile è salito di 14,8 miliardi rispetto a marzo, toccando il nuovo record di 2.373,3 miliardi. L’aumento riflette, secondo il rapporto “Finanza pubblica, fabbisogno e debito” di Bankitalia, l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (11,6 miliardi, a 58,5) e il fabbisogno del mese (2,8 miliardi). Via Nazionale precisa che gli scarti e i premi all’emissione e al rimborso, la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e la variazione dei tassi di cambio hanno nel complesso aumentato il debito ad aprile di ulteriori 0,4 miliardi. Il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 13,9 miliardi, quello delle amministrazioni locali di 0,9 miliardi. Il debito degli enti di previdenza è rimasto pressoché invariato.
Le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato nel corso del mese sono state pari a 30,4 miliardi, in aumento dell’1,3 per cento (0,4 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2018. Nei primi quattro mesi del 2019 le entrate tributarie sono state pari a 122,5 miliardi, in aumento dello 0,7 per cento (0,9 miliardi) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
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Il debito pubblico aumenta ancora: un "fardello" da 39mila euro a testa
„Il debito pubblico continua ad aumentare: un "fardello" da 39mila euro a testa“
Caos Csm, le intercettazioni: "Non arrestano Siri per trattare con Salvini"
Palamara parla a Lotti dell’inchiesta sul sottosegretario leghista
Perugia, 16 giugno 2019 - C’è un Cd. Un cd conservato nella cassaforte di Palazzo dei Marescialli che poteva contenere le accuse contro Paolo Ielo. Atti segreti che l’ex ministro Luca Lotti voleva "far arrivare" direttamente al Quirinale per portare avanti la campagna di delegittimazione della gestione Pignatone alla procura di Roma che l’aveva inquisito sul caso Consip e far passare la nomina del procuratore generale di Firenze, Marcello Viola a scapito di Giuseppe Creazzo e Franco Lo Voi.
"Allora vi ripongo la domanda... cosa deve arrivare al presidente della situazione di Roma..." chiede Lotti. Gli risponde Luigi Spina, il consigliere del Csm indagato da Perugia per rivelazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento per aver spifferato a Palamara l’iscrizione a suo carico per corruzione a Perugia.
L’uomo che insieme agli altri togati del Csm prendeva parte alle riunioni in notturna registrate grazie al trojan installato sul cellulare dell’ex presidente dell’Anm: "... poco perché formalmente noi ancora poco sappiamo perché c’è quel cazzo di Cd che sta in cassaforte...".
Qualche attimo prima, alle 00.20 del 9 maggio, sempre Lotti aveva sostenuto di essere andato da Mattarella: "Io ci sono andato e ho detto Presidente la situazione è questa e gli ho rappresentato quello che voi mi avete detto più o meno, cioè Lo Voi...".
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Perugia, 16 giugno 2019 - C’è un Cd. Un cd conservato nella cassaforte di Palazzo dei Marescialli che poteva contenere le accuse contro Paolo Ielo. Atti segreti che l’ex ministro Luca Lotti voleva "far arrivare" direttamente al Quirinale per portare avanti la campagna di delegittimazione della gestione Pignatone alla procura di Roma che l’aveva inquisito sul caso Consip e far passare la nomina del procuratore generale di Firenze, Marcello Viola a scapito di Giuseppe Creazzo e Franco Lo Voi.
"Allora vi ripongo la domanda... cosa deve arrivare al presidente della situazione di Roma..." chiede Lotti. Gli risponde Luigi Spina, il consigliere del Csm indagato da Perugia per rivelazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento per aver spifferato a Palamara l’iscrizione a suo carico per corruzione a Perugia.
L’uomo che insieme agli altri togati del Csm prendeva parte alle riunioni in notturna registrate grazie al trojan installato sul cellulare dell’ex presidente dell’Anm: "... poco perché formalmente noi ancora poco sappiamo perché c’è quel cazzo di Cd che sta in cassaforte...".
Qualche attimo prima, alle 00.20 del 9 maggio, sempre Lotti aveva sostenuto di essere andato da Mattarella: "Io ci sono andato e ho detto Presidente la situazione è questa e gli ho rappresentato quello che voi mi avete detto più o meno, cioè Lo Voi...".
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Cinema America Roma, aggrediti 4 ragazzi: «Via quella maglia, antifascisti»
Due giovani vicini all’associazione culturale sono stati picchiati da un gruppo di ragazzi con le teste rasate e i tatuaggi nella notte fra sabato e domenica. Una delle vittime indossava la t-shirt del movimento. I carabinieri esamineranno i video delle telecamere
«C’avete le magliette del Cinema America. Ma che siete antifascisti?». Nemmeno il tempo di rispondere, che è partita la prima bottiglia di birra. Valerio Colantoni, 23 anni, è stato colpito in faccia. Poi è toccato a David Habib, ventenne, che quella maglietta inconfondibile, bordeaux con lo stemma del «Rione Trastevere», l’aveva indossata come sempre anche sabato per andare con i suoi amici in piazza San Cosimato, all’arena del Piccolo America. Proiettavano «First reformed» di Paul Schrader, presente in platea con quella t-shirt addosso. «Te la devi levare, e ve ne dovete andare da qui!», ha gridato ad Habib uno dei due giovani che alle 4 di notte li avevano incrociati in via di San Francesco a Ripa.
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sabato 15 giugno 2019
Notre-Dame, benefattori in frenata: promettono donazioni per 850 milioni, ne versano solo 80
A due mesi dallʼincendio che ha distrutto la cattedrale parigina, si celebrerà la prima messa ma mancano ancora i soldi promessi
A due mesi dal rogo che il 15 aprile ha distrutto Notre-Dame, si celebrerà per la prima volta la messa nella cattedrale parigina. La liturgia sarà solo per poche persone, tutte rigorosamente con il casco di sicurezza, perché la struttura è ancora pericolante. I lavori procedono con lentezza, anche perché, nonostante i proclami dei primi giorni, degli 850 milioni di euro promessi, ne sono arrivati solo il 9%, equivalenti a circa 80 milioni.
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La carica della polizia ai facchini di Finiper a Soresina
La pagina facebook dell’Unione Sindacale di Base ha pubblicato questo video in cui si vede la polizia che carica i 170 facchini licenziati da Finiper che protestavano a Soresina con mogli e figli.
Polizia e carabinieri hanno caricato con violenza i 170 facchini licenziati da Finiper, che con le loro famiglie protestavano questa mattina a Soresina, davanti alla sede della società. Ci sono feriti. Dopo aver sottoscritto un accordo alla Prefettura di Cremona, la Finiper – proprietaria dei supermercati IPER con un fatturato di 2 miliardi e una quota di mercato della grande distribuzione pari al 20,5 % – si era rimangiato tutto e aveva sbattuto i 170 facchini in mezzo alla strada. Questa mattina i lavoratori avevano dato vita a una nuova mobilitazione insieme all’Unione Sindacale di Base, minacciati dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa nonostante la presenza di tanti bambini, figli dei facchini licenziati.
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Polizia e carabinieri hanno caricato con violenza i 170 facchini licenziati da Finiper, che con le loro famiglie protestavano questa mattina a Soresina, davanti alla sede della società. Ci sono feriti. Dopo aver sottoscritto un accordo alla Prefettura di Cremona, la Finiper – proprietaria dei supermercati IPER con un fatturato di 2 miliardi e una quota di mercato della grande distribuzione pari al 20,5 % – si era rimangiato tutto e aveva sbattuto i 170 facchini in mezzo alla strada. Questa mattina i lavoratori avevano dato vita a una nuova mobilitazione insieme all’Unione Sindacale di Base, minacciati dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa nonostante la presenza di tanti bambini, figli dei facchini licenziati.
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venerdì 14 giugno 2019
Caos procure: Lotti si autosospende dal Pd
Lo scrive in una lettera a Zingaretti
"Ti comunico dunque la mia autosospensione dal PD fino a quando questa vicenda non sarà chiarita. Lo faccio non perché qualche moralista senza morale oggi ha chiesto un mio passo indietro. No. Lo faccio per il rispetto e l'affetto che provo verso gli iscritti del PD, cui voglio bene e perché voglio dimostrare loro di non avere niente da nascondere e nessuna paura di attendere la verità". Lo scrive su Facebook Luca Lotti, in una lettera indirizzata al segretario Nicola Zingaretti.
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Metalmeccanici in piazza e sciopero di otto ore. Fim-Cisl: 'Governo come Schettino'
'Per prendere gli applausi fa affondare nave'. Fiom-Fim-Uilm, 'Futuro per l'industria'
"Il Governo in questa permanente campagna elettorale fa un po' come Schettino: si avvicina alla scogliera per prendere applausi ma sta facendo affondare la nave?". Cosi' Marco Bentivogli, segretario Fim-cisl alla manifestazione dei metalmeccanici a Milano.
Sciopero di otto ore, oggi, dei metalmeccanici e tre manifestazioni in contemporanea a Milano, Firenze e Napoli, promosse da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil, per chiedere al governo e alle imprese di mettere al centro il lavoro, l'industria, i salari, i diritti. "Futuro per l'industria", è lo slogan che accompagna le piazze.
Una tappa del percorso unitario messo in campo da Cgil, Cisl e Uil, partito da piazza San Giovanni a Roma il 9 febbraio scorso e, per ora, in chiusura il 22 giugno a Reggio Calabria, per il Sud. La mobilitazione delle tute blu si innesta in un periodo contrassegnato da crisi industriali e vertenze, le ultime da Whirlpool all'ex Ilva: a seconda della piega che prenderanno le vertenze, il numero dei lavoratori a rischio "va dagli 80.000 ai 280.000", secondo calcoli della Fim.
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Reddito cittadinanza, gestore cerca barista: «Offro 800 euro, ma è meglio guadagnare senza lavorare»
A Napoli, città con il 24,2% di disoccupati (dati Istat 2018) trovare un barista può rappresentare un'impresa. Danilo Volpe, titolare di un locale in città, ne sa qualcosa. La sua storia, raccontata sul quotidiano Il Mattino, parte da un annuncio scritto sul profilo Facebook: "AAA barista cercasi". Nessuna risposta. «Negli ultimi cinque mesi si sono licenziate tre persone, due solo nell'ultima settimana - commenta al Mattino il signor Volpe - «Cambiare posto di lavoro è possibile, ma tanti licenziamenti in un'azienda che è sul mercato da trenta anni, non erano mai capitati». Il motivo? Una risposta ufficiale non c'è, ma il titolare del bar sospetta che il reddito di cittadinanza c'entri qualcosa.
Dopo che nessuno ha risposto al sup annuncio sui social, Volpe ha utilizzato anche dei siti specializzati. «Ho mandato molte mail, ho ricevuto poche risposte. Molti hanno rinviato, qualcuno è venuto. Contemporaneamente ho fatto correre la voce tra le mie conoscenze». Risultato? «Sono riuscito a svolgere sette colloqui, non ho assunto nessuno. Molti hanno detto che non vale la pena di lavorare per 800 euro al mese». Nessuno gli ha parlato esplicitamente del sussidio di disoccupazione ma il fatto che l'anno scorso di questi tempi trovare un rimpiazzo era una questione di pochi giorni lo fa sospettare.
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Dopo che nessuno ha risposto al sup annuncio sui social, Volpe ha utilizzato anche dei siti specializzati. «Ho mandato molte mail, ho ricevuto poche risposte. Molti hanno rinviato, qualcuno è venuto. Contemporaneamente ho fatto correre la voce tra le mie conoscenze». Risultato? «Sono riuscito a svolgere sette colloqui, non ho assunto nessuno. Molti hanno detto che non vale la pena di lavorare per 800 euro al mese». Nessuno gli ha parlato esplicitamente del sussidio di disoccupazione ma il fatto che l'anno scorso di questi tempi trovare un rimpiazzo era una questione di pochi giorni lo fa sospettare.
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Sardegna, la prima legge del governatore leghista Solinas ripristina i vitalizi
Una proposta di legge presentata dal presidente del Consiglio Michele Pais introduce le "indennità differite" di cui i consiglieri potranno beneficiare a fine carriera e che saranno per buona parte a carico delle casse pubbliche. E la giunta ha fretta: in queste ore il Tar discute i primi due dei 14 ricorsi presentati sulla regolarità della raccolta firme dopo le elezioni del 24 febbraio e gli 8 eletti della Lega potrebbero decadere
Nella Sardegna guidata da Christian Solinas si chiamano “indennità differite“. Nel resto d’Italia il loro nome è “vitalizi“. Sono il risultato della prima (e unica) legge portata a casa dal senatore nato sardista e poi convertitosi al credo leghista divenuto presidente della Regione.
“Disposizioni in materia di status di consigliere regionale”, si chiama la proposta di legge presentata dalla maggioranza. Prevede che il deputato regionale possa mettere da parte soldi per integrare la pensione versando un contributo mensile di 580,80 euro, in modo da avere un gruzzoletto da incassare a 60 o a 65 anni, riporta il Corriere della Sera. Fin qui nulla di strano. Per il futuro tesoretto personale il testo prevede però anche una “contribuzione a carico del bilancio del consiglio regionale” pari a “2,75 volte la contribuzione mensile a carico del consigliere”. Quindi le casse pubbliche contribuiscono a questa pensione con quasi 1.600 euro, tre volte il contributo del singolo consigliere.
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AMANDA IN ITALIA COME UNA ROCKSTAR. MEREDITH? TUTTO DIMENTICATO
Amanda Knox è in Italia.
Per un discorso al Festival della Giustizia penale, a Modena.
Amanda Knox aveva diviso l’Italia tra innocentisti e colpevolisti.
Per la Legge è innocente.
E per la morte di Meredith Kercher, uccisa nell’appartamento che condivideva a Perugia con alcuni studenti, l’unico colpevole è Rudi Guede’, che avrebbe agito insieme ad altri.
Chi siano, per ora, nessuno lo sa.
Amanda Knox é diventata quasi un simbolo.
A difesa di chi si trova in carcere detenuto ingiustamente.
Ha venduto la sua storia alle
Tv, ai media, agli editori.
Ovunque si parla di lei.
Di Meredith Kercher, la ragazza violentata e poi sgozzata nella sua camera, non parla più nessuno.
Abbiamo quasi dimenticato la sua esistenza.
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Per un discorso al Festival della Giustizia penale, a Modena.
Amanda Knox aveva diviso l’Italia tra innocentisti e colpevolisti.
Per la Legge è innocente.
E per la morte di Meredith Kercher, uccisa nell’appartamento che condivideva a Perugia con alcuni studenti, l’unico colpevole è Rudi Guede’, che avrebbe agito insieme ad altri.
Chi siano, per ora, nessuno lo sa.
Amanda Knox é diventata quasi un simbolo.
A difesa di chi si trova in carcere detenuto ingiustamente.
Ha venduto la sua storia alle
Tv, ai media, agli editori.
Ovunque si parla di lei.
Di Meredith Kercher, la ragazza violentata e poi sgozzata nella sua camera, non parla più nessuno.
Abbiamo quasi dimenticato la sua esistenza.
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Senaldi (Libero): “I veneti hanno un ceppo diverso da quello italiano. La faccia di Zaia non la trovi in Calabria”
“So che qui a Roma non lo si capisce ma nel Nord-Est c’è voglia di autonomia regionale. Loro si ritengono una nazione: hanno la loro bandiera, la loro lingua, hanno anche un normotipo veneto che è diverso dal normotipo italiano“. Sono le parole del direttore responsabile di Libero, Pietro Senaldi, che a Omnibus (La7), durante una discussione sull’autonomia regionale, ha sottolineato la diversità dei veneti rispetto agli altri italiani, persino nelle sembianze fisiche.
“Non si parla più di razza, però ci sono dei ceppi nell’umanità – ha aggiunto Senaldi – E i ceppi veneti sono diversi da quelli italiani. E quel ceppo lo si riconosce. La faccia di Zaia non la trovi in Calabria, se non si è spostato un veneto in Calabria. I veneti, insomma, si ritengono un popolo diverso. Vogliono l’autonomia e solo la Lega li rappresenta”.
Fonte
“Non si parla più di razza, però ci sono dei ceppi nell’umanità – ha aggiunto Senaldi – E i ceppi veneti sono diversi da quelli italiani. E quel ceppo lo si riconosce. La faccia di Zaia non la trovi in Calabria, se non si è spostato un veneto in Calabria. I veneti, insomma, si ritengono un popolo diverso. Vogliono l’autonomia e solo la Lega li rappresenta”.
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giovedì 13 giugno 2019
Sbarcato in Italia solo e senza soldi: Sajjadd si laurea in ingegneria a Lecce
L'Università di Lecce festeggia la laurea di Sajjad Ahmed, 28 anni, originario del Pakistan.
Sajjad si è appena laureato in Ingegneria industriale all'Università del Salento.
La sua famiglia è originaria del Pakistan, ma per 17 anni ha vissuto in Libia. Dai 13 anni in poi Sajjad restò da solo a lavorare per aiutare i suoi. Nel 2007 lo il viaggio clandestino fino a Lampedusa. Poi l'affidamento all'istituto dei frati cappuccini Itca di Lecce. Ha quindi cominciato a lavorare come benzinaio, imparando l'italiano e mentre spediva soldi a casa permettendo alle sorelle di laurearsi ha ripreso a studiare, completando le scuole medie e le superiori. Poi l'università. La sua tesi aveva per titolo "Experimental evaluation method of the cyclic curve", ed è solo il punto di partenza: vuole proseguire gli studi con la magistrale in Ingegneria gestionale.
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Sajjad si è appena laureato in Ingegneria industriale all'Università del Salento.
La sua famiglia è originaria del Pakistan, ma per 17 anni ha vissuto in Libia. Dai 13 anni in poi Sajjad restò da solo a lavorare per aiutare i suoi. Nel 2007 lo il viaggio clandestino fino a Lampedusa. Poi l'affidamento all'istituto dei frati cappuccini Itca di Lecce. Ha quindi cominciato a lavorare come benzinaio, imparando l'italiano e mentre spediva soldi a casa permettendo alle sorelle di laurearsi ha ripreso a studiare, completando le scuole medie e le superiori. Poi l'università. La sua tesi aveva per titolo "Experimental evaluation method of the cyclic curve", ed è solo il punto di partenza: vuole proseguire gli studi con la magistrale in Ingegneria gestionale.
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Estate, primo calo delle prenotazioni in 5 anni
Assoturismo-Cst, previste 2 milioni di presenze in meno
ROMA - Per la prima volta da 5 anni le previsioni turistiche per l'estate in Italia hanno il segno meno. Tra giugno e agosto sono attese 205 milioni di presenze, quasi 2 milioni in meno rispetto all'estate 2018 (-0,9%). Il calo coinvolge turisti italiani (-1,1%) e internazionali (-0,8%) ed è dovuto al meteo ancora incerto - che non favorisce le prenotazioni - ma anche alla ripartenza delle destinazioni 'competitor' del Mediterraneo, frenate in passato dalle
tensioni internazionali. A dare l'allarme Cst-Assoturismo Confesercenti.
Non a caso a soffrire sono soprattutto le aree costiere italiane (-1,4%), mentre i risultati migliori questa estate li avranno le imprese ricettive che operano nelle città d'arte/centri minori (-0,4%) e nelle località lacustri, dove si registra una domanda estera in leggerissima crescita (+0,2%). Le aree del nostro Paese con le proiezioni meno favorevoli sono il Centro e il Sud/Isole (-1,4%). Più resilienti Nord Est e Nord Ovest, rispettivamente al -0,7% e al -0,3%.
Alle previsioni non entusiasmanti per la prossima stagione estiva, infatti, si aggiunge un consuntivo della prima parte dell'anno a dir poco deludente: a causa del meteo pazzo, infatti, la stagione primaverile non è mai decollata, e tra gennaio e maggio si è registrato un calo di -1,7 milioni di presenze rispetto al 2018.
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Brescia, maltrattamenti in un asilo nido: arrestate tre maestre incastrate dai filmati delle telecamere
Le donne sono state arrestate con l'accusa di maltrattamenti aggravati e il gip del tribunale di Brescia ha disposto per loro l'obbligo di firma
Sono state ancora una volta le telecamere nascoste posizionate dalla polizia ad immortalare i continui episodi di maltrattamenti ai danni di bambini messi in atto da tre mastre di un asilo nido di Rodengo Saiano, in provincia di Brescia. Tutto è iniziato alla fine del 2018 su segnalazione di un genitore che aveva constatato alcune problematiche comportamentali nel figlio e dalle dichiarazioni di una ex dipendente che si era dimessa dalla struttura proprio dopo aver assistito ai comportamenti di sue colleghe.
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Sono state ancora una volta le telecamere nascoste posizionate dalla polizia ad immortalare i continui episodi di maltrattamenti ai danni di bambini messi in atto da tre mastre di un asilo nido di Rodengo Saiano, in provincia di Brescia. Tutto è iniziato alla fine del 2018 su segnalazione di un genitore che aveva constatato alcune problematiche comportamentali nel figlio e dalle dichiarazioni di una ex dipendente che si era dimessa dalla struttura proprio dopo aver assistito ai comportamenti di sue colleghe.
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Parolacce, spintoni e punizioni ai bambini dell'asilo nido: i video che hanno incastrato le maestre
mercoledì 12 giugno 2019
Emergenza maltempo in Lombardia: 800 evacuati nel Lecchese, esonda il lago di Como
Situazione difficile anche nel Bresciano, 70 persone allontanate dalle proprie abitazioni
Emergenza con case e ditte evacuate a Premana, Primaluna e Dervio, in provincia di Lecco, dopo i violenti temporali della scorsa notte. Sono esondati in vari punti i torrenti Varrone e Pioverna. Pesantissimi disagi in particolare a Premana, in alta Val Varrone e nella zona più a nord della Valsassina.
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Corruzione, arrestati Paolo Arata e il figlio
L’ex consulente della Lega per l’energia ed ex deputato di Forza Italia e il figlio Francesco sono accusati di corruzione, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni
È stato arrestato Paolo Arata, già consulente della Lega per l’energia ed ex deputato di Forza Italia. Il fermo è scattato anche per il figlio Francesco. Entrambi sono accusati di corruzione, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni. Secondo i magistrati della Dda di Palermo, padre e figlio sarebbero soci occulti dell’imprenditore trapanese dell’eolico Vito Nicastri, ritenuto dagli inquirenti vicino al boss Matteo Messina Denaro.
Il fermo è stato disposto dal gip di Palermo, Guglielmo Nicastro, su richiesta della Dda guidata da Francesco Lo Voi. Il giudice ha disposto la misura cautelare anche per il “re dell’eolico” Vito Nicastri, che si trovava già in carcere, e per suo figlio Manlio. I Nicastri sono indagati per corruzione, auto riciclaggio e intestazione fittizia. Ai domiciliari è finito un ex funzionario dell’assessorato regionale all’Energia, Alberto Tinnirello, che è indagato per corruzione.
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Autostrade, aumento pedaggi da luglio 2019.
Autostrade, aumento pedaggi da luglio 2019
„A patto di una nuova "manovra" del governo, i gestori delle reti autostradali sono pronti a sbloccare gli aumenti congelati a Capodanno. In Liguria Aspi ne prevedrebbe uno dello 0,8%“
Autostrade, aumento pedaggi da luglio 2019
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„A patto di una nuova "manovra" del governo, i gestori delle reti autostradali sono pronti a sbloccare gli aumenti congelati a Capodanno. In Liguria Aspi ne prevedrebbe uno dello 0,8%“
Autostrade, aumento pedaggi da luglio 2019
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Con l’arrivo dell’estate, e dei conseguenti esodi, anche in Liguria scattano gli aumenti dei pedaggi autostradali, congelati a Capodanno dopo un accordo tra ministero delle Infrastrutture e gestori.
I rincari sono previsti su diversi tratti autostradali, gestiti da altrettanti gestori. Quello più influente, per quanto riguarda la Liguria, è quello previsto da Autostrade per l’Italia, che a ottobre 2018 aveva annunciato un aumento dell’0,8%, a oggi quello di fatto più contenuto.
Aspi, d’altronde, sta ancora facendo i conti con la revoca della concessione dopo la tragedia del crollo del ponte Morandi, più volte annunciata dai rappresentanti del Movimento 5 Stelle al governo (tra cui in primis il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli). Il rincaro più consistente, invece, è quello del 19% previsto sulle autostrade A24 e A25, gestite dalla società Strada dei Parchi, che ha chiesto al governo la ripresa della trattativa: «Nove mesi fa Strada dei Parchi come segno di attenzione e sostegno al territorio abruzzese e del Lazio, decise di congelare le tariffe, il cui aumento era previsto per legge su tutte le autostrade d'Italia - si legge in una nota - Da allora, nonostante i ripetuti tentativi da parte della concessionaria, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non è riuscito ad offrire una interlocuzione stabile per poter affrontare il tema che tanto preoccupa gli automobilisti non solo abruzzesi e laziali».
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Salvini propone una tassa sulle cassette di sicurezza. Il Pd: irresponsabile
Per i leghisti l’idea fu già proposta nel 2017 dal procuratore Greco
Lo scudo sulle cassette di sicurezza. La proposta, delicata, arriva a sorpresa, Matteo Salvini sta rispondendo alle domande di Bruno Vespa a Porta a Porta. E parla di emersione di «soldi tenuti sotto al materasso». Il vicepremier spiega: «Non parlo di soldi all’estero, se qualcuno ce li ha portati sono affari suoi, ma mi dicono che ci sono centinaia di miliardi in cassette di sicurezza, fermi». «Soldi sostanzialmente nascosti» lo incalza il giornalista: «Sì, parliamo di soldi tenuti sotto al materasso». In sostanza, chi tiene nelle cassette di sicurezza del denaro potrebbe dichiararlo al fisco e, pagando una certa percentuale — quella che circola è del 15%, come la flat tax —, farlo pienamente «riemergere». Ancora Salvini: dopo i rigori di Equitalia, serve una pace fiscale per far emergere il denaro contante depositato nelle cassette di sicurezza, fermo. Con una nuova pace fiscale daremmo il diritto di utilizzarli, e lo Stato incasserebbe miliardi da reinvestire per la crescita».
L’idea non è nuova. Addirittura, a sentire i leghisti, l’ispiratore sarebbe il procuratore capo di Milano, Francesco Greco. Che a un convegno del 2017, presente l’allora ministro Maria Elena Boschi, aveva quantificato in circa 200 miliardi l’ammontare dei contanti sepolto nelle cassette di sicurezza italiane. Lo stesso governo Renzi aveva accarezzato l’idea di «scudare» quelle somme, ma se ne sarebbe trattenuto per le delicate implicazioni che la mossa comporta: a seconda di come venisse messa in pratica si potrebbe sfiorare l’ipotesi di riciclaggio di denaro sporco da parte dello Stato.
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martedì 11 giugno 2019
Il sistema sanitario italiano sta “cadendo a pezzi”
Lo dice un report della Fondazione Gimbe, secondo cui l'Italia spende troppo poco e spreca molto. E per questo motivo oggi molte cure essenziali non sono più garantite
Spesso si dice che il sistema sanitario nazionale italiano non ha nulla da invidiare a quello che si trova all’estero, a partire dagli Stati Uniti: qui da noi tutti si possono curare, mentre negli Usa può permetterselo solo chi è ricco. La realtà, però, è un po’ diversa.
Secondo la Fondazione Gimbe, che promuove e realizza attività di formazione e ricerca nell’ambito sanitario, nel nostro paese i livelli sanitari di assistenza (Lea) spesso sono garantiti solo sulla carta e le famiglie sono costrette a spendere sempre di più a causa degli sprechi e delle inefficienze di un sistema che sta “cadendo a pezzi”. La colpa, si scrive nel rapporto presentato oggi in Senato, è soprattutto della politica. “Nel periodo 2010-2019 sono stati tagliati 37 miliardi di euro a fronte di un incremento del fabbisogno sanitario nazionale”, lamenta Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe, secondo cui la situazione non migliorerà nel futuro prossimo. “Il Def 2019 riduce il rapporto spesa sanitaria/Pil dal 6,6% nel 2019-2020 al 6,5% nel 2021 e 6,4% nel 2022 e l’aumento di 8,5 miliardi in tre anni previsto dalla legge di bilancio 2019 è subordinato alle ardite previsioni di crescita”.
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Clima, l’Italia non firma l’appello per azzerare i gas serra entro il 2050
Italia non firma appello gas serra | Cosa fa l’Europa per combattere i cambiamenti climatici? Alcuni Paesi hanno sottoposto al Consiglio europeo, che si è riunito a Sibiu in Romania, per discutere del futuro dell’Europa dopo le elezioni europee, un documento proprio per chiedere una strategia comune per affrontare il problema del clima.
Il documento è intitolato “Un Paese pulito per tutti”, e chiede all’Ue un impegno comune per azzerare le emissioni di gas serra entro il 2050. Il documento, ottenuto e diffuso dal quotidiano britannico The Independent, chiede inoltre di potenziare i contributi dei singoli paesi membri.
L’obiettivo comune è quello di impedire l’aumento della temperatura oltre i 2 gradi centigradi in più rispetto agli anni ’90, considerato il punto limite oltre il quale si avranno effetti catastrofici sull’ambiente mondiale, così come previsto dall’accordo sul clima di Parigi.
Il documento è stato firmato da Francia, Belgio, Danimarca, Lussemburgo, Portogallo, Paesi Bassi, Spagna e Svezia. Tra questi non figura l’Italia, come fa notare il quotidiano Open, che insieme alla Germania ha scelto di non accodarsi all’appello.
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Industria, ad aprile cala la produzione: -0,7%. Crolla l’auto: -17% su base annua
I dati Istat: seconda flessione congiunturale consecutiva, dopo gli aumenti di inizio anno. Il calo rispetto a un anno fa è dell'1,5%, mentre la variazione su base trimestrale si mantiene positiva. Da marzo l’indice è in aumento solo per il comparto energia (+3,6%). Nei primi 4 mesi dell’anno per l'auto la contrazione cumulata è del 14,7%
La produzione industriale registra la seconda flessionecongiunturale consecutiva, dopo gli aumenti di inizio anno. Adaprile 2019 l’Istat rileva un calo dello 0,7% da marzo. Anche su base annua c’è una contrazione dell’1,5% dell’indice corretto per gli effetti di calendario. A trascinare verso il basso la produzione è soprattutto il settore auto che diminuisce ad aprile del 17,1%rispetto allo stesso mese del 2018. Nei primi quattro mesi dell’anno per il settore emerge una contrazione cumulata del 14,7%. L’Istat sottolinea anche che “nonostante la flessione di aprile, la variazione congiunturale su base trimestrale si mantiene positiva“. La produzione di febbraio-marzo-aprile ha segnato un +0,7% rispetto a tre mesi precedenti.
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La produzione industriale registra la seconda flessionecongiunturale consecutiva, dopo gli aumenti di inizio anno. Adaprile 2019 l’Istat rileva un calo dello 0,7% da marzo. Anche su base annua c’è una contrazione dell’1,5% dell’indice corretto per gli effetti di calendario. A trascinare verso il basso la produzione è soprattutto il settore auto che diminuisce ad aprile del 17,1%rispetto allo stesso mese del 2018. Nei primi quattro mesi dell’anno per il settore emerge una contrazione cumulata del 14,7%. L’Istat sottolinea anche che “nonostante la flessione di aprile, la variazione congiunturale su base trimestrale si mantiene positiva“. La produzione di febbraio-marzo-aprile ha segnato un +0,7% rispetto a tre mesi precedenti.
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