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mercoledì 26 giugno 2019

Olimpiadi Milano-Cortina, lo Stato ci guadagna | Stime, Pil crescerà tra il 2020 e il 2028

Questa edizione, in linea con i dettami della Carta olimpica, sarà allʼinsegna del rispetto della politica ambientale e dello sviluppo sostenibile



Le Olimpiadi invernali targate Milano-Cortina porteranno non solo prestigio, ma anche benefici economici. Secondo un'analisi commissionata dal governo all'Università La Sapienza, "i Giochi contribuiranno positivamente alla crescita dell'economia: gli incrementi del Pil tra il 2020 e il 2028 vanno da 81 a 93 milioni di euro annui". La manifestazione, dunque, porterà un saldo economico chiaramente positivo per lo Stato.

Lo studio ha "ampiamente verificato che le uscite dell'Amministrazione Centrale per finanziare i Giochi 2026 sarebbero compensate dagli introiti diretti e indiretti connessi alle attività sviluppate attorno ai Giochi nel periodo 2020/2028".

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Istat: pressione fiscale nei primi tre mesi al 38%, top dal 2015

La pressione fiscale nei primi tre mesi del 2019 è risultata del 38,0%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. E' il dato più alto dal 2015. Lo rileva l'Istat, precisando che anche in questo caso vale solo il confronto annuo, tra stessi trimestri. Nel primo la pressione fiscale, come sempre si osserva, mostra un livello più basso rispetto al resto dell'anno.

Fonte


Corte dei conti: "Rischi gravi dal taglio shock delle tasse"

È fuggi fuggi dalle Poste: disagi ovunque

Nota di protesta inviata da Slp Cisl


ALESSANDRIA - "La situazione degli uffici postali in provincia di Alessandria ha toccato il punto di non ritorno: una vertiginosa escalation, nel generale e preoccupante silenzio aziendale, con gravi danni alla qualità del servizio offerto alla clientela e alla qualità di vita degli addetti".
È quanto si legge in una nota inviata da Slp Cisl. Il Sindacato lavoratori poste aggiunge: "Oramai siamo al collasso e a ridosso del boom delle ferie estive per tanti colleghi non ci resta che dichiarare fallimento e portare i libri in tribunale per assenza di sportellisti. Esodi, Quota 100, Opzione Donna: tutto contribuisce a favorire il quotidiano stillicidio di risorse che, in preda a disaffezione e demotivazione, decidono di lasciare l’Azienda".
E, secondo i sindacati "Poste italiane fa orecchie da mercante. Non solo non assume, garantendo il necessario turnover, ma pretende il raggiungimento di tutti gli obiettivi commerciali e gestionali senza se e senza ma".

domenica 23 giugno 2019

Il ghiaccio dell'Himalaya si sta sciogliendo più velocemente del previsto

Lo hanno scoperto alcuni ricercatori della Columbia University paragonando foto satellitari attuali e immagini scattate durante la Guerra fredda

Alcune persone minimizzano fenomeni come lo scioglimento dei ghiacciai dicendo egoisticamente che non ci riguardano in modo diretto: il livello del mare si alzerà solo tra diversi anni, quando noi non saremo più in giro. In realtà, la scomparsa di alcune città a rischio sommersione non è l’unica conseguenza cui l’umanità sta andando incontro su questo fronte, e alcune parti di mondo stanno facendo già ora i conti con l’assottigliamento dei ghiacciai. In Himalaya, per esempio – una zona da cui dipende la sopravvivenza di 1 miliardo di persone – l’ambiente è a rischio a causa della progressiva diminuzione di scorte d’acqua dolce.
Un rischio che fino a vent’anni fa non esisteva.
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Bergamo, il carabiniere musulmano che ha realizzato il sogno di arruolarsi nell’Arma

Badar Eddine Mennani, originario del Marocco, ha giurato a Torino accanto alla mamma e alla sorella col velo. Vive a Chiuduno

Badar Eddine Mennani, 23 anni, con la sorella
Ha sempre voluto fare il carabiniere per essere al servizio dei cittadini. E oggi Badar, 23 anni, musulmano praticante, ha coronato il suo sogno giurando fedeltà alla Repubblica insieme ad altri 396 allievi in una cerimonia che si è svolta a Torino nella caserma Cernaia. Badar Eddine Mennani, nato a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) da una famiglia originaria del Marocco, risiede a Chiuduno, in provincia di Bergamo. Nell’Arma, dice, ha trovato integrazione, accoglienza e comprensione per lui e per le sue tradizioni. «Ha incontrato i valori che sono propri di ogni famiglia», spiega la mamma, che oggi, come da cerimoniale, gli ha sistemato gli alamari sulla divisa. «Mio figlio — racconta — mi ha spiegato che rappresentano ufficialmente la sua appartenenza all’Arma. Per noi è stato un onore».

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Prendono il reddito di cittadinanza e puliscono le strade: "Non vogliamo soldi regalati"


Prendono il reddito di cittadinanza e puliscono le strade: "Non vogliamo soldi regalati"
L'iniziativa di un gruppo di ragazzi del quartiere Zen di Palermo, beneficiari del reddito di cittadinanza. Non è la prima volta che accade: i Comuni aspettano da mesi la norma attuativa sui lavori di pubblica utilità


Prendono il reddito di cittadinanza e puliscono le strade: "Non vogliamo soldi regalati"
Il lavoro manca, ma i beneficiari del reddito di cittadinanza rispondono lo stesso, mettendosi a disposizione del Comune e della collettività. Perché "i soldi non li vogliamo regalati". Così un gruppo di ragazzi del popoloso quartiere Zen di Palermo ha preso carta e penna e ha scritto al sindaco del capoluogo siciliano, Leoluca Orlando, per informarlo della propria disponibilità ad offrire un "contributo concreto", mettendosi a disposizione della città. A cominciare dalla pulizia delle strade del quartiere. "Non vogliamo percepire il reddito di cittadinanza restando sdraiati tutto il giorno sul divano - sottolinea Francesco Sidoti, il portavoce del gruppo di volontari -. I soldi vogliamo guadagnarli, non vogliamo che ci siano regalati".


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Prende reddito di cittadinanza e disoccupazione, ma lavora in nero: interviene la Finanza
Prende reddito di cittadinanza e disoccupazione, ma lavora in nero: interviene la Finanza

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sabato 22 giugno 2019

Il dramma lungo 18 ore della donna incinta e della sua bimba: 7 medici indagati, ecco chi sono

L’inchiesta su Ingrid Vazzola, morta all’ottavo mese di gravidanza con la sua bambina: lunedì l’autopsia

ALESSANDRIA
Sette medici dell’ospedale di Alessandria – due del Pronto soccorso, quattro ginecologi e un chirurgo vascolare - sono indagati per la morte dell’insegnante astigiana quarantunenne, abitante a Oviglio, che era all’ottavo mese di gravidanza e della sua bambina.
Gli avvisi di garanzia, firmati dal pm Andrea Trucano, in cui vengono ipotizzati i reati di omicidio colposo (anche con l’aggiunta della specifica contestazione che riguarda le responsabilità colpose in ambito sanitario) e di procurato aborto, sono stati notificati ieri. E’ un «atto dovuto» emesso dalla magistratura a tutela degli indagati che consente loro di difendersi e spiegare le proprie ragioni fin dall’inizio delle indagini.
Due autopsie
Lunedì, alle otto e mezza, sarà assegnato al medico legale Luca Tajana e al ginecologo Carlo Bulgheroni l’incarico di eseguire l’autopsia sulle salme della donna e del feto. I legali della famiglia – Francesco Sangiacomo, Gabriella Angela Massa e Vittorio Spallasso – nomineranno, come consulente di parte, Roberto Testi. Gli esami saranno eseguiti nella stessa mattinata all’obitorio dell’ospedale.
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Pesante maltempo in atto in Lombardia: disagi e allagamenti su mezza regione

La perturbazione di origine atlantica in atto sull'Italia settentrionale sta dispensando i primi intensi fenomeni nel corso della mattinata odierna.
Abbondanti precipitazioni accompagnate da frequenti fulminazioni stanno interessando la Lombardia, dove un vasto sistema temporalesco (multicellulare) sta colpendo in particolare i settori centro-settentrionali della regione. 
Il temporale, muovendosi lentamente verso Est, ha arrecato precipitazioni ingenti fra le province di Lecco, Como, Milano, Monza e Bergamo. In alcune località si sono raggiunti picchi di 80-100 millimetri di pioggia in poco tempo, con conseguenti disagi. 
Il maltempo ha colpito anche la città di Milano e il suo hinterland. A tratti, oltre alla pioggia battente, ha anche grandinato. Un'auto, alle porte di Milano, è rimasta intrappolata all'interno di un sottopasso e la conducente si è salvata scappando fuori prima di finire sommersa. Tombini e cantine si sono allagati e molte sono state le chiamate ai Vigili del fuoco e alla Polizia Locale.
Nel Bergamasco la situazione più critica negli ultimi minuti: chiusa in via precauzionale la provinciale Madone-Chignolo per una possibile esondazione del torrente Dordo. Molte le strade allagate soprattutto nell'isola bergamasca.

Landini: “Basta campagna elettorale e basta condoni, per il lavoro bisogna ripartire dal Sud”

Il segretario generale della Cgil chiede per l’Italia un piano straordinario di investimenti pubblici. Furlan e Barbagallo: «Il Nord da solo non ce la farà»


REGGIO CALABRIA
«Bisogna ripartire dal Sud, bisogna ripartire con gli investimenti, con un piano straordinario di investimenti perché il punto è creare lavoro e creare uno sviluppo vero che duri nel tempo. Basta campagna elettorale, ne abbiamo fin sopra i capelli, i problemi non si sono risolti. La situazione è peggio di un anno fa ed è necessario che il governo ascolti questo popolo, queste piazze, e si discuta assieme a chi li rappresenta come cambiare insieme questo Paese». Così il segretario della Cgil, Maurizio Landini, a margine della manifestazione dei sindacati a Reggio Calabria.
Il segretario generale della Cgil chiede un piano straordinario di investimenti pubblici per l’Italia: «Le diseguaglianze sono aumentate ci sono ormai dei ritardi strutturali, pensiamo alle infrastrutture ma non solo quelle materiali, ferrovie, strade, aeroporti, ma pensiamo anche alle infrastrutture sociali, le università, le scuole, gli asili. Siamo davvero di fronte alla necessità di costruire davvero un Paese fondato sul diritto delle persone». «Abbiamo criticato il reddito di cittadinanza - prosegue il segretario generale della Cgil - perché secondo noi è fatto male, del resto i dati che indicano che nonostante il reddito la povertà relativa è aumentata vuol dire che non è quello lo strumento giusto così come è stato fatto per affrontare questo tema, perché la povertà l’affronti se anche sui territori crei le condizioni, non c’è solo il reddito ma ci sono altre cose». Ma il primo dovere «è creare lavoro, evitare che i giovani intelligenti e i giovani in generale se ne vadano dal nostro Paese come sta succedendo e quindi il punto decisivo è ricostruire la fiducia che ce la si può fare e un piano straordinario di investimenti pubblici è la condizione per far ripartire l’economia».
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Dal salario minimo alla ex Ilva: il governo contro le imprese

Dal salario minimo alla nuova proposta di scala mobile, dal destino dell’ex Ilva al cambiamento delle regole per le concessionarie (autostradali e petrolifere come quelle dell’Eni in Val D’Agri), dalle grandi opere che non si sbloccano alle norme fiscali che producono incertezza e usano spesso l’impresa come un bancomat per lo Stato (split payment, reverse charge, Iva persa in caso di procedure concorsuali): si moltiplicano i dossier, le norme, le proposte che colpiscono le imprese e le loro attività. Per non parlare delle promesse fatte e (finora) non mantenute, come la correzione al decreto dignità o un robusto taglio al cuneo fiscale.

Il salario minimo 
Il fronte più caldo è ora quello del salario minimo, diventato una priorità nei giochi di governo nonostante la ferma opposizione delle parti sociali. Il provvedimento, spinto dal M5S, è il Ddl Catalfo, all’esame del Senato, che fissa la misura, ex lege e quindi valida per tutti, a 9 euro lordi l’ora. L’impatto sulle imprese porterebbe a un’impennata del costo del lavoro di 6,7 miliardi, secondo le stime elaborate dall’Inapp. L’intervento riguarderebbe 2,6 milioni di lavoratori dipendenti privati, a esclusione di agricoltura e lavoro domestico. Comprendendo anche questi due settori - che la norma escluderà - il costo per le aziende, secondo l’Inps, salirebbe a 9,7 miliardi per il 28% dei lavoratori.


A ciò vanno aggiunti gli effetti sugli altri livelli di inquadramento, che gioco forza potrebbero essere rivisti al rialzo dalla contrattazione. I 9 euro lordi l’ora corrispondono all’80% del salario mediano. In Germania, ad esempio, si scende al 48%. In media nei Paesi Ocse i salari minimi variano tra il 40% e il 60 % del salario mediano, in Italia ciò vorrebbe dire tra i 5 e i 7 euro l’ora. La misura non piace alla Lega. Per le aziende la previsione di un salario minimo legale, oltre all’aggravio di costo, rischierebbe di spiazzare la contrattazione, che nel nostro paese, storicamente, regola gli aspetti retributivi negoziali (e non solo, anche, diritti e tutele).

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PER SAPERNE DI PIÙ / Salario minimo a 9 euro: quanto costa alle imprese


Salario minimo, l’Istat stima il costo in 4 miliardi. Ma secondo l’Inps sono 10 e per l’Istituto analisi politiche pubbliche 6,7

Salario minimo? No, grazie. Perché le piccole imprese bocciano la proposta M5s
Salario minimo? No, grazie. Perché le piccole imprese bocciano la proposta M5s

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L’allarme di Boccia su Ilva e autostrade: “Così il governo blocca le imprese”


venerdì 21 giugno 2019

Ultim'ora: nubifragio su Torino, diversi quartieri sott'acqua. Le immagini.

Come vi avevamo illustrato in un precedente articolo, forti temporali si sono formati sul Piemonte e sulla provincia di Torino. 
Un autentico nubifragio ha colpito l'area nord di Torino, paralizzando parte della città piemontese e creando tanti disagi e anche danni. Sulla zona si sono riversati in poco tempo, grazie all'intensità della precipitazione temporalesca, circa 80 millimetri di pioggia in poco più di un'ora. 
Molte strade si sono trasformate in fiume di acqua e grandine, caduta in notevoli quantità. Particolarmente colpiti i quartieri Barriera di Milano e Aurora. Fortemente colpita anche la località di San Mauro Torinese, comune a nord-est di Torino. 
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L'ONDATA di CALDO della settimana prossima: le ULTIMISSIME dai modelli

Questa mattina il modello americano riduce ulteriormente la portata del caldo sull'Italia, mentre il canadese e l'europeo tornano ad intensificarla. La situazione resta quindi ancora un po' confusa.


Il tempo passa, ma le bizze modellistiche in merito all'ondata di caldo attesa in Europa la prossima settimana non finiscono.
Questa mattina due modelli tornano a prevedere scenari abbastanza preoccupanti, anche se a distanze previsionali impervie. Insomma, in questi casi bisogna armarsi di pazienza ed aspettare che le mappe riescano a trovare una linea comune.
Iniziamo con il modello più "tranquillo", ovvero il MODELLO AMERICANO. Dopo aver suonato la carica per primo con temperature atroci, da circa 48 ore ha iniziato a ridurre la portata dell'onda calda sull'Italia, deviandola con i suoi effetti più preoccupanti verso l'Europa centro-occidentale.
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Meteo fine settimana: i TEMPORALI di SABATO al nord e il CALDO al sud


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Istat, l'Italia in recessione demografica, per le nascite record negativo

Il calo delle nascite che sta colpendo il paese dal 2015 è pari a quello del 1917-18. Nel 2018 nati 439mila bambini, -140mila rispetto al 2018. Sono i migranti ad attutire il calo demografico

La recessione demografica che sta colpendo l'Italia, ormai dal 2015, appare "significativa" e si sta traducendo in "un vero e proprio calo numerico di cui si ha memoria nella storia d'Italia solo risalendo al lontano biennio 1917-1918, un'epoca segnata dalla Grande Guerra e dai successivi drammatici effetti dell'epidemia di 'spagnola'". Così il presidente dell'Istat, Gian Carlo Blangiardo, presentando il Rapporto annuale. Per trovare una situazione comparabile occorre tornare indietro di circa un secolo.

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giovedì 20 giugno 2019

“Caro Presidente, o noi o Feltri: ci autosospendiamo dall’Ordine dei Giornalisti”. La lettera di Borrometi e Ruotolo

“Caro Presidente,
abbiamo deciso di autosospenderci dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti perché ci consideriamo incompatibili con l’iscrizione all’albo professionale di Vittorio Feltri. Proprio noi, che più di altri, ci battiamo per la difesa dell’articolo 21 della  Costituzione, riteniamo gli scritti e il pensiero del direttore Feltri veri e propri crimini contro la dignità del giornalista. Le parole di Vittorio Feltri su Andrea Camilleri e le sue opere hanno rappresentato per noi la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ne va della credibilità di ognuno di noi e della nostra categoria. Adesso basta. O noi o lui. Quel “terrone che ci ha rotto i coglioni” per noi figli del Sud è inaccettabile. Non è in gioco la libertà di pensiero. Sono in gioco i valori della nostra Costituzione. Ogni suo scritto trasuda di razzismo, omofobia, xenofobia. “Dopo la miseria portano le malattie” (rivolto ovviamente ai migranti), l’ormai tristemente celebre “Bastardi islamici” o, uscendo dal seminato delle migrazioni, robaccia come “Più patate, meno mimose” in occasione dell’8 marzo (e le diverse varianti dedicate anche a Virginia Raggi, con il “patata bollente”) o “Renzi e Boschi non scopano”. Poi gli insulti a noi del sud con il celebre “Comandano i terroni” e infine il penultimo, di qualche mese fa, “vieni avanti Gretina” (dedicato alla visita a Roma di Greta Thunberg).
L’idea che Vittorio Feltri offre è che si possa, impunemente, permettersi questo avvelenamento chirurgico. E non è un problema solo suo. Almeno, non lo è più. A lui non frega niente: il limite, la deontologia, la misura, il buon senso, diremmo perfino la dignità sembrano saltate da tempo. Noi siamo convinti che resti intatta la bellissima frase che recita “Non condivido le tue idee ma darei la vita per permetterti di esprimerle”. Continuiamo a batterci contro la censura e gli editti, ma non possiamo accettare tra noi chi istiga all’odio. Ne va della nostra credibilità”.
Paolo Borrometi e Sandro Ruotolo 

Maltrattamenti nella comunità terapeutica di Pratolungo di Gavi, 25 indagati: per 13 ordinanza di custodia

Operazione dei carabinieri di Novi Ligure, le vittime sono affette da gravi disabilità


NOVI LIGURE
NOTIZIA IN AGGIORNAMENTO
Venticinque persone indagate per gravi maltrattamenti nella comunità terapeutica dPratolungo di Gavi. Di queste 25, 13 sono state colpite da ordine di custodia cautelare: di queste 13, sette sono agli arresti domiciliari. Nei loro confronti, i carabinieri della compagna di Novi, in particolare i militari della stazione di Gavi, in queste ore, hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare emesse dalla procura della Repubblica che coordina le indagini.

**Lavoro: Inps, a maggio Cigs +35%, -20,1% Cigo e Cassa in deroga -95%**

Roma, 20 giu. (AdnKronos) - Salgono complessivamente del 6,3% le ore di cassa integrazione autorizzate a maggio pari a 25,2 mln rispetto ai 23,7 milioni del 2018. A tirare la volata soprattutto l'incremento della Cigs, la cassa integrazione straordinaria, che registra un aumento tendenziale del 35% mentre mostrano un calo del 20,1% le ore autorizzate di Cassa integrazione ordinaria e un vero crollo del 95% di quelle relative alla Cassa in deroga. E' l'Inps ad aggiornare così i dati sugli ammortizzatori sociali.

Fonte


Lavoro: cassa integrazione in aumento del 6% a maggio, balzo di quella straordinaria

Falsi poveri, nuove verifiche: scattano le revoche dei sussidi

Sono state subito avviate le procedure per la revoca dei sussidi di cui beneficiavano, senza averne diritto, i 120 «falsi poveri» smascherati a Sarno dalla guardia di finanza di Scafati nell’ambito di un’attività di indagine che ha consentito di far luce su una mega truffa allo Stato. Sono state proprio le fiamme gialle a trasmette agli enti erogatori i verbali di contestazione per la revoca delle agevolazioni e per l’irrogazione delle previste sanzioni amministrative a carico di tutti i soggetti identificati. Il Comune di Sarno, in primis, che ha erogato la maggior parte dei sussidi economici non dovuti; l’azienda consortile Agro Solidale di Pagani, competente per le pratiche istruite nell’anno 2018; infine, l’Inps, solo per il reddito di inclusione. Se soltanto per quattro dei 120 «falsi polveri» è scattata la denuncia a piede libero, perché hanno indebitamente percepito contributi oltre la soglia di quattromila euro fissata dal codice penale, per i restanti 116 soggetti scatteranno pesanti sanzioni amministrative, oltre alla revoca del sostegno.

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Orfani dei femminicidi, lo scandalo della legge bloccata in Parlamento

«Bisogna rendere effettiva l'applicazione della legge sugli orfani di crimini domestici e intervenire prima che le tragedie si consumino». L'appello stavolta arriva dal Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza, Filomena Albano, nel corso della consueta relazione annuale al Parlamento a cui ha partecipato anche il Capo dello Stato, Sergio Mattarella e introdotta dai saluti del presidente della Camera, Roberto Fico. La legge per creare un fondo per quei bambini orfani di femminicidio fu approvata alla fine della scorsa legislatura. Si tratta di bambini che non hanno più la mamma perché ammazzata e rimasti senza papà, finito in galera a scontare la pena per il suo orrendo gesto. C'è la legge, da oltre un anno, mancano però i decreti attuativi per sbloccare i fondi necessari per queste famiglie che non sono mai stati appostati. Una misura definita «urgente» da parte dell'Authority.

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Femminicidi, 1.600 orfani in 12 anni: otto su 10 hanno visto la madre morire


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Unhcr, 70 milioni di migranti in fuga

Nel 2018,cifra più alta in 70 anni. Minorenni metà dei rifugiati 

(ANSA) - ROMA, 19 GIU - Nel 2018 il numero di persone in fuga da guerre e persecuzioni ha superato i 70 milioni, il livello più alto registrato dall'Unhcr in 70 anni. La metà dei rifugiati erano minorenni. Solo il 7% del totale è stato reinsediato in un altro paese. Il numero delle domande di asilo presentate è stato di 1,7 milioni, con quelle dirette agli Usa in testa.

 L'Unhcr spiega che la cifra di 70,8 milioni è stimata per difetto, considerato che la crisi in Venezuela in particolare è attualmente riflessa da questo dato solo parzialmente. In tutto, circa 4 milioni di venezuelani, secondo i dati dei paesi che li hanno accolti, hanno lasciato il Paese.

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mercoledì 19 giugno 2019

Navigator, al primo turno di test alla Fiera di Roma si presenta solo il 35% dei candidati ammessi

A sostenere il test a risposta multipla per aggiudicarsi uno dei 2.980 posti si sono presentati martedì mattina in poco più di 3mila contro i 9mila attesi. Tre quarti dei 53.900 candidati ammessi sono donne, il 31% ha la laurea in legge e moltissimi vengono dal meridione


Le domande erano state poco meno di 80mila. I candidatiammessi 53.900. Ma, se continuerà così, il concorso per diventare navigator sarà decisamente meno selettivo del previsto. Martedì mattina, al primo dei sei turni di test scritti, alla Fiera di Roma erano attesi 9mila aspiranti, ma se ne sono presentati solo 3.194: il 35%. A comunicarlo è stata Anpal Servizi, la società che ha bandito il concorso per selezionare i 2.980 navigator che forniranno “assistenza tecnica” ai Centri per l’Impiegonell’esecuzione delle politiche attive del lavoro legate al reddito di cittadinanza. Un’assistenza teorica, senza possibilità di interagire direttamente con i beneficiari del reddito, compromesso che il governo ha accettato per raggiungere un’intesa con le Regioni sulla loro assunzione. I compiti comunque dovranno essere declinati in convenzioni tra Anpal e le Regioni e su questo le trattative con i governatori sono in alto mare.

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martedì 18 giugno 2019

Meteo a 15 giorni: gli ultimi aggiornamenti sull'ondata di CALDO della settimana prossima...

Il modello americano, nel suo scenario ufficiale di mezzogiorno, riduce leggermente l'ondata di caldo sull'Italia, pur mantenendo valori termici esasperati.


Il modello americano, nel suo scenario ufficiale, continua a dipingere una settimana prossima difficile per diverse regioni italiane per via di una calura davvero intensa e persistente. 
Rispetto alle corse precedenti, c'è stata una lieve riduzione dei valori termici, ma l'ondata di caldo presenta ancora connotati abbastanza preoccupanti soprattutto al nord e al centro. La giornata che prendiamo come riferimento in questa sede è giovedi 27 giugno, ovvero nel pieno dell'ondata di caldo. 
Ecco le temperature a 1500 metri previste sull'Italia dallo scenario ufficiale del modello americano per la giornata in parola: 

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Reddito di cittadinanza, pusher romano arrestato: comprava la droga grazie al sussidio

ROMA - A dare l’allarme sono stati i cani antidroga in servizio a Rebibbia. Non appena si è avvicinato agli sportelli dei colloqui hanno cominciato ad abbaiare e ad annusarlo. Sono scattate le manette, l’altra mattina, per un quarantenne “innamorato” che aveva pensato di regalare alla fidanzata detenuta - «grazie ai soldi del reddito di cittadinanza», come ha chiarito poi - hashish da confezionare in cella. Lo stupefacente, sufficiente per 22 dosi, era ben nascosto negli slip, pronto per essere consegnato al momento dei saluti. «Era il suo compleanno», pare abbia confidato agli agenti della penitenziaria appena fermato. Il piano, però, è saltato, e l’uomo, Gino B., di Tor Sapienza, per un soffio non ha rischiato di finirci pure lui in galera.

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Decreto sicurezza, ora i mafiosi potranno ricomprarsi i beni confiscati

È sufficiente fare la voce grossa con i migranti, trasformati in un’emergenza che non c’è e in un capro espiatorio, e fingere che non esistano altri problemi per la sicurezza degli italiani. Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini – leader della Lega di ultradestra e (vice)premier – è riuscito a fare approvare anche dai pentastellati il suo Decreto sicurezza: il Senato gli ha già dato ragione; presto toccherà alla Camera, pare il 23 novembre. Intanto Salvini con quel decreto ha fatto scomparire per magia un’emergenza vera, quella rappresentata dalle mafie italiane. Eppure queste possono contare, ogni anno, su circa 150 miliardi di ricavi e, a fronte di poco più di 35 miliardi di costi, su utili per oltre 100 miliardi. Roba da fare invidia ai colossi europei dell’energia.

Andiamo per punti. Prima di tutto, Salvini nel decreto non si occupa delle cosche, perché evidentemente non ritiene che minaccino la sicurezza. D’altra parte, da qualche anno, i mafiosi non fanno stragi, sanno come votare, cercano di passare inosservati. Quindi non ci rendono “insicuri”. Pertanto – siccome un decreto legge si fa quando ci sono i presupposti di necessità e urgenza – non citare i boss significa considerarli un problema secondario. Al contrario, chi vive nei territori in cui questi incombono è ben consapevole del fatto che sono al lavoro, eccome. Silenziosamente le mafie riciclano – corrompendo chi è necessario corrompere – centinaia e centinaia di milioni nel cuore delle città d’Italia e d’Europa: acquistano ristoranti, negozi, hotel, palazzi, farmacie, imprese. Indisturbate o quasi, nonostante alcune inchieste e processi in corso nel Nord della Penisola, un tempo caro alla vecchia Lega, mostrino quanto siano in forma pure a quelle latitudini.

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