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domenica 28 luglio 2019

Poliziotti e agenti penitenziari: le mancate promesse del Governo

Protesta in piazza Montecitorio, il sindacato: «E’ dignitoso un contratto scaduto da 200 giorni? L’Italia ha la Polizia più vecchia d’Europa»

ROMA. Poliziotti e agenti della polizia Penitenziaria si sono ritrovati quest'oggi in piazza Montecitorio, nella Capitale, per protestare contro le «mancate promesse del Governo». Un paradosso, se pensiamo al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ogni giorno con una divisa diversa indosso e sempre pronto a prendere le parti delle forze di polizia. «La sicurezza dei cittadini si garantisce in primo luogo assicurando dignità agli operatori della sicurezza. E' dignitoso un contratto scaduto da 200 giorni e risorse che garantiscono 'aumenti' mensili inferiori al costo di un abbonamento Netflix? Servono fatti, non parole», dice il segretario del sindacato Silp-Cgil, Daniele Tissone, presente alla manifestazione. Ma il problema non è solo il contratto, perché l'esecutivo gialloverde non sta rispettando gli impegni presi neppure sui correttivi del riordino delle carriere: un provvedimento molto atteso dal personale che incide sugli stipendi e sulla organizzazione del lavoro. «Sono stati stanziati appena 23 milioni per la Polizia e 10 milioni per la Penitenziaria», spiega ancora Tissone. Senza contare che l'Italia ha «la Polizia più vecchia d'Europa», che «negli ultimi 10 anni i poliziotti sono diminuiti di 10 mila unità» e che «i carichi di lavoro sono maggiorati enormemente». E la mobilitazione di oggi ha portato subito i suoi frutti. I poliziotti sono stati infatti convocati dal Viminale per il primo agosto prossimo. «Andremo lì a vedere le carte, perché fino ad oggi però zero fatti e poche risorse», fanno sapere ancora dal sindacato. «Siamo scesi in piazza oggi per ricordare al Governo le promesse fatte e non rispettate alle forze di polizia. 

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Expo è costata 2,2 miliardi e ha guadagnato 30,7 milioni

I dati del rendiconto di esercizio resi noti ufficialmente dalla società. Considerando i 7,7 milioni per la gestione fino al 18 febbraio 2016, data della sua liquidazione, il patrimonio netto della società è stato di 23 milioni di euro

Expo Milano 2015 da quando è nata, nel 2009, a quando ha chiuso i battenti, nel 2015, è costata esattamente 2.254,7 milioni di euro, ed è stata messa in liquidazione per 2.285,4 milioni. Ha chiuso con un patrimonio netto pari a 30,7 milioni. Considerando i 7,7 milioni per la gestione fino al 18 febbraio 2016, data della sua liquidazione, il patrimonio netto della società è stato di 23 milioni di euro. Questi i dati del rendiconto di esercizio resi noti ufficialmente giovedì dalla società.
I finanziamenti e i ricavi
Expo è stata finanziata in questi termini: 1.258,7 milioni di contributi pubblici, 944 milioni di ricavi gestionali e 168,9 milioni di altri ricavi. Dalla vendita dei biglietti ha ricavato 421,3 milioni, dalle sponsorizzazioni 353,7 milioni, dall’affitto degli spazi ai Paesi partecipanti 19,2 milioni. Le concessioni di spazi e servizi di Padiglione Italia hanno generato ricavi per 29,2 milioni di euro, le royalties sul cibo e il merchandising a 27,8 milioni. Il risultato complessivo del progetto, dal 2009 al 2015 porta ad un patrimonio netto di 30,7 milioni di euro al 31 dicembre, si evince dal rendiconto pubblicato sul sito. Questo deriva dai contributi in conto capitale dei soci direttamente imputati a patrimonio netto (122,4 milioni di euro) e dal risultato netto d’esercizio cumulato nel periodo, pari a -101,9 milioni di euro.

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Maltempo, tromba dʼaria vicino Roma: morta una donna in auto

La tragedia poco prima delle 3: danni ad abitazioni, ad un distributore di carburante, semi distrutto, e ad altre auto parcheggiate


Tragedia nella notte nella zona di Focene, nel comune di Fiumicino, a causa di una tromba d'aria. Il vento avrebbe provocato un incidente ad una vettura, sbalzata via, che stava percorrendo via Coccia di Morto, provocando la morte di una donna, di giovane età, che era al suo interno. Non si hanno altri ragguagli sulla dinamica. Il sindaco del comune alle porte di Roma, Esterino Montino, è già stato informato di quanto accaduto.

La tromba d'aria, poco prima delle 3, ha causato danni ad abitazioni, ad un distributore di carburante, semi distrutto, e ad altre auto parcheggiate sulla stessa strada dove è avvenuta la tragedia.

Una vettura è stata sollevata ed è finita accartocciata su un guard rail. L'arteria, che collega Fiumicino con Focene, è al momento interrotta. Sul posto diverse squadre dei vigili del fuoco, la polizia, i vigili urbani e la protezione civile. La furia del vento ha fatto volare nell'area detriti e vegetazione.

sabato 27 luglio 2019

Insegnante novarese sulla morte del carabiniere: "Uno in meno, non ne sentiremo la mancanza".

Insegnante novarese sulla morte del carabiniere: "Uno in meno"
Il post ha scatenato la reazione dei social. L'insegnante: "Chiedo scusa"

Insegnante novarese sulla morte del carabiniere: "Uno in meno"

Polemiche social su un post apparso nelle scorse ore sulla nota pagina Facebook "Sei di Novara se...".
Nella pagina era stata pubblicata una foto del carbiniere ucciso a Roma in servizio, Mario Cerciello Rega: tra i molti commenti alla foto ne è apparso uno che ha suscitato l'indignazione degli utenti web e non solo. "Uno in meno  e chiaramente con uno sguardo poco intelligente. Non ne sentiremo la mancanza" ha scritto un'insegnate novarese.


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Al via il corteo 'No Tav', l'obiettivo è raggiungere il cantiere

Alcune centinaia di manifestanti, tra valsusini e attivisti, si sono raccolti al presidio di Venaus e si sono messi in marcia verso l'abitato di Giaglione.


È cominciato in Valle di Susa il corteo dei No Tav verso il cantiere di Chiomonte. Alcune centinaia di manifestanti, tra valsusini e attivisti dei centri sociali, si sono raccolti al presidio di Venaus e si sono messi in marcia verso l'abitato di Giaglione. L'obiettivo dichiarato, come dice uno speaker, è arrivare al cantiere e violare la zona rossa tracciata dalle ordinanze della prefettura che ne vieta l'accesso. 
Una frana si è staccata dal costone della montagna che fiancheggia la Val Cenischia, dove è aperto il campeggio No Tav. È accaduto nei minuti in cui sulla zona si stava abbattendo un forte acquazzone. La frana non sta minacciando la tendopoli, che è più lontana.
Marcia No Tav, "chi tira un sasso fa un regalo a Salvini"
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Maltempo, nubifragi a Torino: un ferito, crolla il controsoffitto della mensa del carcere

Temporali e nubifragi hanno colpito il torinese, con danni soprattutto nel capoluogo piemontese. Una persona è rimasta ferita a causa del crollo di un albero sulla tangenziale. Molti gli allagamenti in città, tra cui quello della mensa del carcere che ha causato il cedimento di una parte del controsoffitto.

Dopo il grande caldo arriva il maltempo. E si iniziano a contare i danni, soprattutto nel torinese. Sul capoluogo piemontese si è abbattuto un forte nubifragio, causando la caduta di alberi sulla tangenziale nord. Un'auto è stata anche colpita e il suo autista è rimasto ferito, nella serata di ieri. Un albero è caduto anche nella zona di via Aosta, sempre a Torino, con varie segnalazioni arrivate intorno alle 21.30 di sera. In totale i vigili del fuoco hanno effettuato circa 150 interventi nel torinese. Soccorsi da parte dei pompieri anche al campeggio No Tav a Venaus, dove cinque ragazzi erano rimasti bloccati in una isoletta nel torrente Cenischia, a causa di un'onda di piena. Per i giovani solo tanta paura e nessuna conseguenza più grave: per loro è stato comunque previsto un soccorso in elicottero, ma non per problemi sanitari.

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Standard & Poor’s: l’Italia rischia la fine della Grecia

Dall’agenzia di rating allarme sui conti pubblici: la crescita è troppo bassa, attenti alla crisi di fiducia


ROMA. Al momento per l’Italia non c’è «uno scenario da crisi del debito pubblico. Tuttavia in uno scenario alternativo in cui i policymaker perseguano soluzioni non ortodosse – come l’introduzione di una valuta parallela o di misure di bilancio senza copertura finanziaria, per eludere i vincoli fiscali stabiliti dai trattati Ue – l’adesione dell’Italia all’area Euro potrebbe essere messa in discussione. In extremis, potrebbe verificarsi una nuova crisi di fiducia come quella avvenuta in Grecia nel giugno 2015».
Crescita troppo bassa 
L’allarme, l’ennesimo, arriva dall’agenzia americana Standard and Poor’s che ieri ha diffuso un report sui rating dei paesi dell’Eurozona ricordando che l’Italia è l’unico stato sovrano con outlook (prospettive) «negativo». Questo a causa di un debito pubblico monstre, di una crescita sempre debole (dal 2010 la nostra economia è cresciuta in termini reali solo dello 0,6% contro il 10,6% dell’intera area Euro) e dell’incapacità dei decisori politici di affrontare questi nodi. Secondo S&P, infatti, «dopo aver vinto le elezioni del marzo 2018, l’attuale coalizione di governo ha velocemente congelato le modeste iniziative di riforma e ha iniziato a contrastare la Commissione Europea nel suo mandato di vigilare sull’osservanza da parte degli Stati membri della regolamentazione fiscale dell’Unione». Quindi ricorda che una controversia di questo tipo «ha in genere effetti di secondo piano sul settore privato dell’economia, comprese le basi di finanziamento del sistema bancario. Questo è stato il caso della Grecia, un’economia molto più piccola (meno del 2% del Pil dell’Eurozona) nel giugno 2015. La questione ora – sottolineano gli analisti Usa – è se sarà lo stesso anche per un’economia molto più grande come l’Italia, che rappresenta il 15% del Pil dei 27».
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venerdì 26 luglio 2019

Violente grandinate e frane durante il Tour de France: tappa interrotta

Impressionanti immagini arrivano in questi minuti dalla Val d'Isere, una delle zone più colpite dai temporali che stanno interessando in particolare le aree occidentali, dove oggi si stava svolgendo la 19esima tappa del Tour de France. Una fortissima grandinata ha costretto gli organizzatori a neutralizzare la corsa dopo lo scollinamento sul Col de l'Iseran, a 34 km dal traguardo. 
Nella zona si sono verificati anche dei pericolosi smottamenti, che per fortuna non hanno coinvolto i corridori. 

Roma, strade killer: muore a 23 anni per la buca riparata un mese fa

Ha provato a restare in sella al suo scooter ma non ce l’ha fatta. Ha perso il controllo del Suzuky Burgman in un tratto in cui la strada era dissestata. Edoardo Giannini è stato catapultato dalla moto, molto probabilmente, a causa di una buca. Ed è morto a 23 anni. Un dislivello rattoppato appena un mese fa. A metà giugno. Nei giorni scorsi si era aperto un’altra volta. Per poi essere nuovamente rabberciato poche ore dopo lo schianto. Una fotografia impietosa dello stato viario di Roma, in cui regna l’assenza di una strategia ma si rincorre perennemente l’emergenza. Nel frattempo, però, le persone muoiono.

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La strana fretta del Campidoglio: i lavori lampo complicano l’indagine

Carabiniere ucciso a coltellate nella notte in centro a Roma

Il militare era in servizio, in fuga due aggressori che era stati fermati per furto ed estorsione. Durante l'operazione uno dei due avrebbe estratto un coltello ferendolo più volte. Trasportato d'urgenza in ospedale è morto

Un carabiniere è stato ucciso a Roma nella notte con alcune coltellate mentre era in servizio. E' accaduto in via Pietro Cossa, nel quartiere Prati. Da una prima ricostruzione, il vice brigadiere 35enne durante un servizio con alcuni colleghi stava fermando due uomini considerati responsabili di furto e estorsione quando uno di loro avrebbe estratto il coltello ferendolo più volte, il vice brigadiere, Mario Cerciello Rega, è morto poco dopo in ospadale. L'uomo sarebbe stato ucciso per cento euro: è questa la cifra che sarebbe stata chiesta in cambio della restituzione di un borsello rubato dai due. Quello che in gergo si chiama "cavallo di ritorno". I due sono al momento ricercati.
Il carabiniere è stato colpito più volte in varie parti del corpo e avrebbe ricevuto 8 coltellate. Una di queste all'altezza del cuore e anche una alla schiena. Il carabiniere è arrivato in ospedale in condizioni disperate ed è deceduto poco dopo. Dalle prime informazioni, sembra fosse in borghese. La procura di Roma indaga per omicidio.

Bimbo autistico di 11 anni rifiutato dalla famiglia: «Non lo vogliono più»

Una storia tragica, di disperazione e solitudine, che gli operatori di Casa Sebastiano, una struttura all’avanguardia per l’autismo, hanno voluto rendere pubblica

Una telefonata drammatica, «uno schiaffo che toglie il fiato» come la descrivono gli operatori di Casa Sebastiano, in Trentino. Dall’altra parte del telefono un assistente sociale di un’altra regione: «Dobbiamo trovare una sistemazione per un bimbo di 11 anni con diagnosi di autismo. La famiglia non lo vuole più».
La vicenda
La tragica vicenda riguarda infatti un bambino autistico rifiutato dalla sua famiglia e affidato al Tribunale dei Minori. Una storia tragica, di disperazione e solitudine, che gli operatori di Casa Sebastiano, una struttura all’avanguardia per l’autismo a Coredo (in provincia di Trento) hanno voluto rendere pubblica .
Una telefonata diversa dal solito
«È la norma per il nostro centro: centinaia di telefonate, da quando abbiamo inaugurato Casa Sebastiano appena due anni fa, da tutta Italia e da italiani all’estero, operatori e famiglie, alla ricerca di informazioni, risposte, servizi, di un’opportunità, di un futuro migliore», scrivono gli operatori sul portale della Fondazione trentina per l’autismo.
«La famiglia non lo vuole più»
Ma questa volta c’è qualcosa di diverso. Una frase: «La famiglia non lo vuole più». «Credevamo di non aver capito», dicono gli operatori. Da lì la prima reazione: «O sono disgraziati o sono disperati», scrivono dalla Fondazione. «In ogni caso abbiamo fallito. Le istituzioni hanno fallito, la società ha fallito». Come sottolineano da Casa Sebastiano, «è mancato il supporto delle Istituzioni, i servizi, l’aiuto necessari a che un bambino e i suoi genitori possano affrontare insieme la drammaticità di una disabilità dura, a volte durissima. È venuto meno il patto di aiuto ai deboli, il mandato etico, ancor prima che costituzionale, fondamento di ogni società che voglia dirsi civile, di sostegno ai componenti più fragili delle nostre comunità».

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giovedì 25 luglio 2019

Migranti, due barconi affondano al largo della Libia: 150 morti

A bordo c'erano circa 300 persone

Sono due i barconi affondati davanti alle coste libiche: lo riferisce il portavoce della Guardia costiera libica, Ayoub Gassim. Le due imbarcazioni, con circa 300 persone stimate a bordo, si sono capovolte nelle acque davanti a Khoms, circa 120 km a est della capitale Tripoli. Circa 137 migranti sono stati recuperati e riportati in Libia.

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MALTEMPO nel week-end: arrivano i TEMPORALI!

Forti TEMPORALI sono attesi nel fine settimana ad iniziare dalle regioni settentrionali.

Tra 48-72 ore il caldo opprimente dall'Italia verrà scacciato via, ma al prezzo di TEMPORALI anche INTENSI che scorazzeranno da nord a sud. Ciò deve essere inteso come un avviso per non farsi sorprendere più di tanto da fenomeni con intensità sopra le righe. 
Si inizierà nella giornata di sabato 27 luglio ad iniziare dalle regioni settentrionali. Ecco la sommatoria delle precipitazioni che cadranno in Italia nell'intera giornata prefestiva: 
TEMPORALI INTENSI si svilupperanno su Alpi e Prealpi, per poi sconfinare verso il Piemonte, la Lombardia e il Triveneto nel pomeriggio. In serata e nella successiva notte, lampi e tuoni raggiungeranno anche la Liguria e l'Emilia Romagna. 
Al centro e al meridione, a parte qualche temporale nelle aree interne nel pomeriggio e temporali in arrivo sulla Toscana tra la sera e la notte, non avremo fenomeni di rilievo, ma le temperature subiranno una prima flessione specie sul Tirreno e sulla Sardegna. 
La giornata più perturbata da fenomeni temporaleschi intensi sarà domenica 28 luglio.

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Cede il ghiacciaio, Zermatt allagata nella giornata più calda

Nei giorni in cui anche la Svizzera si trova alle prese con una ondata di calore estiva da record (mercoledì pomeriggio 38°C a Sion capoluogo del Vallese, record assoluto mai registrato, zero termico a 4.600 metri), le fronti dei ghiacciai che scendono gagliarde dalle morene del Monte Rosa, del Matterhorn (il nostro Cervino) e degli altri numerosi Quattromila della zona, stanno dando segnali di cedimento.
Così anche l’ameno abitato di Zermatt, nel Canton Vallese appena al di là del confine italiano, mercoledì sera verso le 19.00 si è trovato con le strade allagate e trasformate in veri propri torrenti, senza che fosse caduta una sola goccia di pioggia. Il torrente Triftbach, alimentato da uno di questi ghiacciai, è uscito dagli argini provocando la sorprendente inondazione.
A seguito degli allagamenti alcune zone di Zermatt sono attualmente inagibili, ma fortunatamente non si registrano feriti.
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mercoledì 24 luglio 2019

Conte dice sì alla Tav: “Bloccarla costa troppo”. L’imbarazzo di Di Maio

L’ultima parola al Parlamento. Il leader M5S: per noi resta un errore. La Lega canta vittoria ma deve fare i conti con lo stallo sull’autonomia

ROMA. «Oggi bloccare il Tav costerebbe più che completarlo». Giuseppe Conte chiude una volta per tutte il discorso: il traforo ferroviario tra Torino e Lione si farà. Questa è formalmente la posizione del governo italiano. Con una dichiarazione in diretta televisiva il presidente del Consiglio dà il via libera all’opera, con una decisione che ovviamente rappresenta l’ennesima doccia fredda per il popolo del Movimento Cinque Stelle, che già ha dovuto mandar giù molti bocconi amari in questi mesi di «governo del cambiamento». «L’ultima parola spetterà al Parlamento», ricorda il premier: una soluzione che permetterà ai pentastellati (almeno) di votare contro questa decisione senza produrre alcuna conseguenza politica, visto che c’è una larga maggioranza «Sì Tav». Sul fronte opposto festeggia l’altro vicepremier Matteo Salvini. Festeggia, ma deve subire a sua volta il sostanziale stop – comunicato sempre ieri da Conte, che ha annunciato il rinvio del previsto Consiglio dei ministri - all’approvazione dell’autonomia differenziata per le Regioni del Nord.

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Tav, Di Maio dopo il via libera di Conte: “Per M5s era resta un’opera dannosa. Decida il Parlamento”

Bibbiano, abbiamo toccato il fondo. E dentro ci sono tutti: dal Pd a Di Battista, da Salvini a Di Maio

Essere un populista può voler significare un mucchio di cose. Una delle principali, per esempio, è l’operazione con cui una società in genere complessa, fatta di conflitti e di tante anime, viene ridotta a un’unica, omogenea e compatta identità. Quella del popolo, del “mio” popolo. Un blocco granitico, che in teoria non dovrebbe accettare di essere scalfito e che infatti rigetta tutto ciò che è “altro”, diverso. Tutto ciò che è dissenso. Da qui, per fare una sintesi, l’avversione nei confronti dei partiti che non si riconoscono in questo popolo, delle voci non allineate, compresa la stampa, e di conseguenza una certa predilezione per le teorie del complotto al fine di spiegare quelle realtà che non coincidono con la narrazione veicolata dal – o dai – leader e accolta dalla comunità di riferimento.
Il fatto che la vicenda di Bibbiano sia stata scelta come modello per screditare gli avversari politici va in questa direzione. E nella retorica populista può avere un senso. Il punto, secondo me, è che abbiamo toccato il fondo. E la lista di chi lo ha fatto è lunga e bipartisan. L’ultima di Giorgia Meloni, per esempio, è il doppio avvitamento carpiato con cui, per prendere le distanze dall’esponente di FdI di Vercelli che augura la morte agli omosessuali, chiama in causa il Pd coinvolto “nello scandalo di Bibbiano”. Mentre scrivo Matteo Salvini sta già brandendo, con l’elmetto calato in testa, la spada con cui fendere colpi al vento dalla cittadina emiliana e aizzare i suoi fan: non fa nulla se su Armando Siri stanno emergendo nuovi inquietanti elementi e se un suo sindaco, in provincia di Foggia, è appena finito ai domiciliari per peculato, concussione e abuso d’ufficio.
Il M5s, invece, è riuscito a piazzare un doppio colpo: Luigi Di Maio ha definito il Pd “il partito che toglie i bambini alle famiglie con l’elettroshock” allo scopo di “venderli” (e si è preso una querela) mentre Alessandro Di Battista ha annunciato di avere in preparazione, per Fazi Editore, un libro sui fatti legati a Bibbiano. Il Partito democratico, come spesso gli accade, ci sta capendo poco o niente: i suoi esponenti, Alessia Morani in testa, stanno facendo circolare la foto di Rossella Ognibeneex candidata a sindaco e capogruppo del M5s a Reggio, in compagnia di Di Maio con la scritta “difende in qualità di avvocato la Anghinolfi” (Federica, la responsabile dei servizi sociali dell’Unione Val d’Enza, ndr). Cioè, per respingere l’accusa di chi strumentalizza con “e allora Bibbiano?”, attaccano con “e allora i 5stelle?”. Un bel cortocircuito.

martedì 23 luglio 2019

A Caserta primo campo calcio fatto con pneumatici fuori uso

Ministro Costa, questa è l'economia circolare che ci piace


"Qui a Caserta abbiamo probabilmente il primo campo regolamentare di calcio in erba sintetica realizzato grazie agli pneumatici fuori uso, che se non raccolti, li avremmo trovati in fiamme per strada. Questa è l'economia circolare che ci piace". Lo ha detto il Ministro dell'Ambiente Sergio Costa che ha presenziato a Caserta, presso il cosiddetto "rione Vanvitelli", alla cerimonia di inaugurazione dei due campi, di calcio e calcetto, realizzati da Ecopneus, consorzio responsabile della gestione dei Pfu (pneumatici fuori uso, ndr) di proprietà delle maggiori aziende produttrici, attraverso l'utilizzo di copertoni fuori uso prelevati presso i rivenditori, le officine, o presso le società che fanno la raccolta per conto dei Comuni. L'opera era prevista da un protocollo firmato nel giugno 2013 da Ecopneus con il Ministero dell'Ambiente, le prefetture di Napoli e Caserta e l'Incaricato del Ministro dell'interno per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania; un protocollo che ha già permesso di realizzare impianti sportivi in zone degradate del napoletano, come a Scampia e al Parco Verde di Caivano. "In totale - spiega Costa - in decine di Comuni tra Napoli e Caserta ricadenti nella Terra dei Fuochi sono stati raccolti 22mila tonnellate di pneumatici fuori uso, che abbiamo poi rimesso in circolo attraverso un uso sociale.

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FRESCO e TEMPORALI nel prossimo week-end? Aumentano i consensi da parte dei modelli...

Conferme da tutti i modelli circa un break temporalesco nel fine settimana ad iniziare dalle regioni settentrionali.


COLPO DI SCENA! Tutti i modelli più performanti della rete, nelle loro corse ufficiali e non, questa mattina optano per un cambiamento abbastanza corpulento del tempo tra sabato e domenica in Italia; arriveranno temporali e aria fresca ad iniziare dalle regioni settentrionali. 
Iniziamo con il MODELLO AMERICANO che è stato il primo a fiutare questa possibilità già a medio e lungo termine. Ecco la previsione imbastita dell'elaborato di oltre oceano per la notte tra sabato 27 e domenica 28 luglio: 

Situazione molto particolare ed interessante: l'alta pressione resterà vittima della sua stessa foga, puntando troppo a nord in direzione della Scandinavia. La radice sub-tropicale prima si strozzerà, poi verrà recisa da una perturbazione in arrivo da ovest che bucherà l'alta pressione con una sorta di "effetto tunnel". 
L'alta pressione delle Azzorre si ritirerà in pieno oceano, mentre l'anticiclone africano verrà rispedito al mittente; sull'Italia andranno quindi in scena temporali anche forti ad iniziare dalle regioni settentrionali, con annesso calo delle temperature. 
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Foggia, arrestato il primo sindaco leghista della Puglia (Apricena): “Favoriva imprenditori amici”

Il sindaco leghista di Apricena, Antonio Potenza, è stato arrestato insieme ad altri imprenditori e amministratori. Il sindaco del partito di Salvini aveva vinto le elezioni con oltre il 70 per cento dei consensi.


Potenza era passato da Forza Italia alla Lega un anno prima delle elezioni amministrative. Il sindaco e gli altri arrestati sono finiti in manette nell’ambito dell’operazione “Madrepietra”, con l’accusa di reati contro la pubblica amministrazione, la ‘par condicio imprenditoriale’, la fede pubblica e il patrimonio, come riferisce il quotidiano Foggia Today.
Potenza ha il “primato” di essere stato il primo sindaco leghista in Puglia.

Unicredit, fino a 10 mila esuberi nel nuovo piano

Sileoni (Fabi): "Faremo a cazzotti"


Unicredit sta considerando di tagliare fino a 10mila posti e di ridurre fino al 10% i costi operativi nell'ambito del nuovo piano strategico che verrà presentato a dicembre. Lo scrive Bloomberg citando persone vicine alla situazione. Sui tagli i numeri sono ancora in fase di revisione e potrebbero essere molto più bassi. Un portavoce del gruppo declina qualsiasi commento.

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lunedì 22 luglio 2019

Devastanti incendi al circolo polare artico: un disastro dall'Alaska alla Siberia

Oltre 100 incendi di vaste dimensioni e di impatto fortemente negativo hanno colpito il circolo polare artico nelle ultime settimane, tra giugno e luglio. La notizia arriva direttamente dal CAMS (Copernicus atmosphere monitoring service) che aggiunge «Solo a giugno, questi incendi hanno emesso nell’atmosfera 50 megatonnellate di biossido di carbonio, che equivalgono alle emissioni annue totali della Svezia».
In pratica in appena 45 giorni è stato rilasciato in atmosfera l'intero quantitativo di biossido di carbonio emesso tra il 2010 e il 2018 da tutti gli incendi sviluppatisi nell'Artico. Fortemente colpite Alaska e Siberia dove diversi incendi hanno incenerito vastissime estensioni di verde, corrispondenti a circa 100.000 campi da calcio (almeno 845 km quadrati). Si stima che nella provincia canadese dell'Albera un incendio abbia divorato una superficie di boschi equivalente a 300.000 campi da calcio. 

Questa situazione disastrosa è dovuta in parte allo scioglimento notevole delle nevi e dalla siccità che stanno avvolgendo l'Alaska (dove ricordiamo pochi giorni fa è stato battuto un record storico di caldo).
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Commercio, mai così male da 4 anni: chiudono 14 negozi al giorno.

Commercio, mai così male da 4 anni: chiudono 14 negozi al giorno
Nel solo 2019 si apprestano a sparire altre 5mila attività: frutto di una crisi del commercio che ha visto dissolversi un miliardo di euro di incassi in un solo anno. Mazzata per gli "indipendenti": un piccolo negozio su 2 chiude i battenti entro i 3 anni di vita


Commercio, mai così male da 4 anni: chiudono 14 negozi al giorno
La crisi del commercio non accenna a finire: dopo la debole 'ripresina' degli anni scorsi, infatti, è tornata a frenare la spesa delle famiglie. Se non ci saranno inversioni di tendenza, il 2019 si chiuderà con una flessione del -0,4% delle vendite, per oltre 1 miliardo di euro in meno sul 2018: il risultato peggiore degli ultimi 4 anni.



Commercio, mai così male da 4 anni: chiudono 14 negozi al giorno
A stimarlo è una nota di Confesercenti che calcola come già siano 32mila i negozi in meno rispetto al 2011. Una "emorragia che ha bruciato almeno 3 miliardi di euro di investimenti delle imprese" mentre nel 2019 si apprestano a sparire altre 5mila attività commerciali, al ritmo di 14 al giorno.
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