ROMA. Alla fine, anche se il nuovo decreto è ancora in lavorazione, ed il Mef bolla come «parziali» e quindi «inattendibili» le varie bozze circolate sino ad ora, arriva il tanto atteso primo slittamento dei versamenti delle tasse. In una nota il ministero dell’Economia ieri sera ha infatti ufficializzato che i termini relativi ai versamenti previsti per lunedì 16 marzo saranno differiti «con una norma nel decreto legge di prossima adozione da parte del Consiglio dei ministri, relativo alle misure per il contenimento degli effetti dell'epidemia di Covid-19».
La misura, attesa da tutti i contribuenti e sollecitata da giorni dai commercialisti, riguarda in particolare il versamento del saldo Iva relativo al 2019, dell’Iva e delle ritenute fiscali e previdenziali relative al mese di febbraio 2020. Il Mef ha poi confermato che il nuovo provvedimento in arrivo «introdurrà anche ulteriori sospensioni dei termini e misure fiscali a sostegno di imprese, professionisti e partite Iva colpite dagli effetti dell’emergenza sanitaria».
Elezioni solo in autunno
Una parte importante della manovra anti-virus avrà invece le sembianze del «milleproroghe» di fine anno, a cominciare dal rinvio di tutti gli appuntamenti elettorali previsti nei prossimi mesi. In questo momento, infatti, «è difficile garantire l'ordinario e uniforme svolgimento della campagna elettorale su tutto il territorio nazionale». E per questa ragione il governo punta a prevedere la fissazione del referendum a 240 giorni dalla comunicazione dell'ordinanza che lo ha ammesso, per cui l’ultima data utile per votare il taglio dei parlamentari previsto per il 29 marzo viene fissata al 21 novembre. Tempi più lunghi anche per il rinnovo degli organi elettivi regionali di Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia (le sei Regioni chiamate quest’anno al voto) allungando a 5 anni e 3 mesi la scadenza dei vari mandati. Infine si interviene anche sulla «forchetta temporale» per elezioni dei consigli comunali che «limitatamente al 2020» slitta ad una domenica compresa tra il 15 ottobre e il 15 dicembre.
Una parte importante della manovra anti-virus avrà invece le sembianze del «milleproroghe» di fine anno, a cominciare dal rinvio di tutti gli appuntamenti elettorali previsti nei prossimi mesi. In questo momento, infatti, «è difficile garantire l'ordinario e uniforme svolgimento della campagna elettorale su tutto il territorio nazionale». E per questa ragione il governo punta a prevedere la fissazione del referendum a 240 giorni dalla comunicazione dell'ordinanza che lo ha ammesso, per cui l’ultima data utile per votare il taglio dei parlamentari previsto per il 29 marzo viene fissata al 21 novembre. Tempi più lunghi anche per il rinnovo degli organi elettivi regionali di Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia (le sei Regioni chiamate quest’anno al voto) allungando a 5 anni e 3 mesi la scadenza dei vari mandati. Infine si interviene anche sulla «forchetta temporale» per elezioni dei consigli comunali che «limitatamente al 2020» slitta ad una domenica compresa tra il 15 ottobre e il 15 dicembre.