I carabinieri hanno seguito una persona che gli portava viveri nel paese di Bruzzano Zefiro, deserto per il decreto contro il contagio. Cesare Antonio Cordì, 42 anni, è esponente di spicco della cosca di Locri
di ALESSIA CANDITOTradito dal decreto “Resto a casa”. È finita la latitanza di Cesare Antonio Cordì, 42enne boss emergente dell'omonimo clan di Locri, ricercato dall'agosto scorso, quando è sfuggito alle maglie dell'operazione Riscatto. L’uomo si nascondeva in un’anonima villetta in una contrada isolata di Bruzzano Zeffirio, piccolo centro della Locride non lontano dal feudo storico del clan. Ma con le strade svuotate dall'ultimo decreto Conte e le pattuglie in giro a verificare che le prescrizioni vengano rispettate, ai carabinieri non sono sfuggiti i movimenti sospetti in quella contrada, sulla carta semidisabitata. Subito hanno pensato a Cordì.Continua qui
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