Care, carissime banche. Non è un complimento quello che la Commissione europea rivolge agli istituti di credito italiani, accusati di praticare i prezzi più alti di tutto il Vecchio continente sui conti correnti. La tirata d’orecchie di Bruxelles è collettiva, con un capo di imputazione comune a tutti i 27 Paesi dell’Unione che riguarda la scarsa trasparenza nei confronti della clientela, ma certo i 253 euro annui chiesti in media per un deposito nella nostra penisola rischiano di creare crisi d’invidia nei confronti della Bulgaria, dove è possibile cavarsela con appena 27 euro. La media europea, pari a 110 euro, è ovviamente più bassa ed è vicina ai 100 euro di cui parla il numero uno dei banchieri italiani, Corrado Faissola, per replicare ai dati Ue: «Non solo il costo di questo servizio - aggiunge - è già inferiore ai 10 euro al mese, ma negli ultimi cinque anni ha visto anche una riduzione media di oltre il 27%». Secondo Faissola, inoltre, il rapporto si basa su «modalità di confronto e cifre errate, perché calcolate includendo servizi, come quelli di finanziamento che esulano dal conto e commissioni ormai superate».
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