Un gruppo di “carogne“, per usare i loro soprannomi, ha sequestrato uno stadio, ha condotto una trattativa pubblica, ha deciso modi e tempi del fischio di inizio. Era già successo nel passato e proprio per questo il bis è stato ancor meno gradevole.
Non sono mancate le reazioni giustamente sdegnate, ma restano le domande di sempre: perché, in questi anni, gli stadi sono diventati luoghi nei quali è possibile inneggiare al nazismo, al fascismo, al razzismo, all’antisemitismo? Perché le “carogne” sono sempre a piede libero e di quali coperture godono, dentro e fuori gli stadi?
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di Roberto Saviano
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