AVETRANA (TARANTO) – Arrestati i presunti complici di Michele Misseri nel delitto di Avetrana: sono stati arrestati Carmine Misseri e Cosimo Cosma, fratello e nipote di zio Michele, l’uomo che ha confessato l’omicidio della nipote Sarah Scazzi. Michele aveva accusato di corresponsabilità la figlia Sabrina. Gli arrestati sono accusati di concorso in soppressione di cadavere.
Gli arresti sono stati eseguiti su ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del Tribunale di Taranto Martino Rosati e richiesta dal procuratore aggiunto, Pietro Argentino, e dal sostituto procuratore Mariano Buccoliero
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mercoledì 23 febbraio 2011
"Error 404: page not found" web-manuale della ribellione
CENSURA
NESSUNO può negare che Internet abbia svolto un ruolo importante nelle insurrezioni che hanno portato alla fuga di Ben Alì prima e di Mubarak e (forse) Gheddafi dopo. La rete si è infatti offerta prima come piattaforma di denuncia della corruzione e della rabbia popolare e poi come strumento di organizzazione e coordinamento delle azioni di protesta, moltiplicandone la forza. Ma non è cominciato tutto da lì. Anche se le proteste erano state preparate dal sotterraneo lavorio di blogger e attivisti che hanno spesso pagato col carcere e la tortura la loro denuncia del regime, bisognava aspettare la rivolta del pane per capire fino a che punto aveva scavato il malcontento.
Le proteste in Tunisia sono scoppiate dopo che un venditore ambulante si è dato fuoco per protestare contro le continue angherie della polizia. Solo dopo è partita una mobilitazione generale in cui quello che accadeva nelle strade veniva comunicato al mondo via Internet e poi rimbalzato da radio e tv indipendenti per essere ripreso e sparato su Twitter, Facebook, Youtube ed altri social media producendo un effetto di emulazione nei paesi vicini. Quando i regimi si sono accorti della potenza moltiplicatrice della rete, hanno provato a bloccarla, riuscendovi, anche se solo per poco.
GRAFICO: TRAFFICO WEB IN LIBIA
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La rete come moltiplicatore di idee e di rivendicazioni. E i regimi dittatoriali la spengono per zittire la voce delle proteste. Che strumenti hanno per farlo e come ci riescono. Ma gli oppositori sanno come aggirare i divietidi ARTURO DI CORINTO
NESSUNO può negare che Internet abbia svolto un ruolo importante nelle insurrezioni che hanno portato alla fuga di Ben Alì prima e di Mubarak e (forse) Gheddafi dopo. La rete si è infatti offerta prima come piattaforma di denuncia della corruzione e della rabbia popolare e poi come strumento di organizzazione e coordinamento delle azioni di protesta, moltiplicandone la forza. Ma non è cominciato tutto da lì. Anche se le proteste erano state preparate dal sotterraneo lavorio di blogger e attivisti che hanno spesso pagato col carcere e la tortura la loro denuncia del regime, bisognava aspettare la rivolta del pane per capire fino a che punto aveva scavato il malcontento.
Le proteste in Tunisia sono scoppiate dopo che un venditore ambulante si è dato fuoco per protestare contro le continue angherie della polizia. Solo dopo è partita una mobilitazione generale in cui quello che accadeva nelle strade veniva comunicato al mondo via Internet e poi rimbalzato da radio e tv indipendenti per essere ripreso e sparato su Twitter, Facebook, Youtube ed altri social media producendo un effetto di emulazione nei paesi vicini. Quando i regimi si sono accorti della potenza moltiplicatrice della rete, hanno provato a bloccarla, riuscendovi, anche se solo per poco.
GRAFICO: TRAFFICO WEB IN LIBIA
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Massacro in Libia, Al Arabiya: "10mila morti" Frattini e Berlusconi: "No a bagno di sangue"
Muammar Gheddafi
«Noi italiani lasciati soli dall'ambasciata»
«Andrò per mio conto all'aeroporto, sfidando cecchini e mercenari»
La testimonianza di un tecnico petrolifero: «Devo tornare in patria, mi hanno detto di arrangiarmi»
MILANO - «L'unità di crisi della Farnesina è impossibile da contattare, l'ambasciata italiana a Tripoli non sa cosa fare, lamenta mancanza di personale e sostanzialmente ci dice di arrangiarci». Giuseppe Ascani è direttore di un'azienda italiana che lavora in ambito petrolifero, da due anni vive a Tripoli e vorrebbe provare a rientrare in Italia. Ha un volo prenotato per mercoledì mattina, ma il suo problema è capire se all'aeroporto riuscirà ad arrivare indenne. «La situazione va sempre più peggiorando - racconta al Corriere.it via Skype -, molte zone della città sono in mano ai mercenari assoldati dal regime e non sono affatto sicure. Abbiamo visto immagini di persone con i corpi dilaniati, senza gambe e senza braccia. Tripoli è letteralmente in fiamme. Non c'è modo di sapere se il tragitto verso l'aeroporto possa essere percorso con tranquillità. Sentendo certe dichiarazioni secondo cui tutto è a posto e tutto organizzato mi sono sentito ribollire il sangue».
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Bossi: "Contrario all'immunità" Tempi lunghi per il processo breve
Il senatùr: "Sul processo breve siamo d'accordo". Il Guardasigilli Alfano dichiara di "Non volere rotture", per motivare la non calendarizzazione alla Camera del provvedimento. Berlusconi al Quirinale con Letta
ROMA - "Non voglio che diventi in questo momento un elemento di rottura mentre stiamo lavorando alla riforma costituzionale". Angelino Alfano motiva così la decisione della maggioranza di non chiedere la calendarizzazione in Aula del processo breve. Quindi si segue la linea del Quirinale?, chiede un giornalista. "Seguiamo sempre la saggezza...", la risposta del ministro della Giustizia prima di entrare in Aula alla Camera. Nel frattempo Silvio Berlusconi, è arrivato al Quirinale intorno alle 16.30. Il premier è accompagnato dal sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta.
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Napolitano: "Vizi d'incostituzionalità" Berlusconi conviene su osservazioni
MILLEPROROGHE
Il capo dello Stato scrive al governo: " D'ora in poi rinvio su casi simili". Il premier concorda. Fini sospende l'esame dell'Aula. Il Pdl aveva chiesto l'interruzione della discussione alla Camera dopo il tentativo di ostruzionismo da parte dell'opposizione, con lo scopo di far decadere il decreto che scade il 27 febbraio
ROMA - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato una lettera al governo per spiegare che nel Milleproroghe 1 ci sono elementi di incostituzionalità, su cui chiede delle correzioni. ''Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha oggi inviato una lettera ai Presidenti delle Camere e al Presidente del Consiglio, nella quale ha richiamato l'attenzione sull'ampiezza e sulla eterogeneità delle modifiche fin qui apportate nel corso del procedimento di conversione al testo originario del decreto-legge cosiddetto Milleproroghe'',si legge in una nota del Quirinale. ''Il Capo dello Stato, nel ricordare i rilievi ripetutamente espressi fin dall'inizio del settennato, ha messo in evidenza - si legge ancora - che la prassi irrituale con cui si introducono nei decreti-legge disposizioni non strettamente attinenti al loro oggetto si pone in contrasto con puntuali norme della Costituzione, delle leggi e dei regolamenti parlamentari, eludendo il vaglio preventivo spettante al Capo dello Stato in sede di emanazione dei decreti-legge''.
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martedì 22 febbraio 2011
Libia, ancora bombe sulla folla: "Mille morti"
LA DIRETTA. Raid sui manifestanti a Tripoli. Quattro piloti disertano (video). Il colonnello appare in tv: "Non fuggo". Un C130 per riportare in patria 100 italiani. L'Eni annuncia il blocco del gasdotto che rifornisce l'Italia. Napolitano invita ad "ascoltare il popolo". Frattini: rischiamo esodo epocale (video).
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Libia, nuovi raid aerei su Tripoli. Da ieri sera stop a flusso gas
Berlusconi a Gheddafi: basta con il sangue
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Tripoli in fiamme, centinaia di morti Ue contro il raìs, l'esercito con la piazza
Libia
I manifestanti bombardati dall'aviazione. Centinaia di vittime. Incendiato il Parlamento, mercenari sparano dalle macchine. L'Europa condanna le violenze. Piloti di caccia libici chiedono asilo a Malta: "Ci siamo rifiutati di bombardare". L'Eni evacua il personale non operativo. Giallo sulle sorti di Gheddafi. "E' in Venezuela", ma Caracas smentisce
TRIPOLI - Ormai a Tripoli è guerra civile. La protesta contro il regime ha raggiunto il suo culmine, migliaia di persone sono scese in piazza. L'aviazione ha bombardato i manifestanti, ci sarebbero circa 250 morti. I ribelli hanno dato alle fiamme il Palazzo del Popolo, uno dei principali edifici governativi. Caduta Bengasi, Sirte e altre città sono in rivolta, il bilancio ufficioso parla di quasi trecento morti. Alcune unità dell'esercito si schierano con la protesta. E' giallo sulla sorte di Gheddafi: alcune voci lo davano in Venezuela, ma Caracas prima, e poi il ministero degli Esteri di Tripoli smentiscono. In serata viene annunciato un discorso del rais alla nazione. Passano le ore e non accade nulla. Nella notte, poi, una breve apparizione del leader libico. Il colonnello seduto in una sorta di pulmino bianco e protetto da una grande ombrello bianco si rivolge alla telecamera della tv di Stato solo per smentire di essere fuggito dalla Libia. "Sono a Tripoli, non sono in Francia o in Venezuela", assicura. Dopo aver pronunciato queste poche parole il leader libico saluta, chiude l'ombrello e rientra nel veicolo senza aggiungere altro. Potrebbe essere stato girato ovunque. E i dubbi restano intatti. Intanto si dimette il ministro della Giustizia in polemica con l'uso eccessivo della forza. La condanna dell'Onu e dell'Europa.
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Terremoto in Nuova Zelanda 65 morti e decine di dispersi
SYDNEY Almeno s Sessantacinque persone sono morte e decine di altre sono rimaste ferite o risultano disperse dopo il potente terremoto che stamattina ha colpito la città di Christchurch, nell'Isola del Sud della Nuova Zelanda, distruggendo gli edifici del centro e interi sobborghi.
"Stiamo assistendo al giorno più nero della Nuova Zelanda", ha detto il premier John Key nel confermare il bilancio corrente delle vittime.
Un numero imprecisato di persone sono morte a bordo di due autobus rimasti schiacciati sotto le macerie. I soccorritori avvertono che molte persone resteranno intrappolate negli edifici crollati per tutta la notte. Da molti edifici si sentono le grida di persone rinchiuse all'interno.
Gli ospedali in tutta l'Isola del Sud sono stati preparati ad accogliere le centinaia di feriti, mentre in alcune parti di Christchurch vengono allestiti ospedali da campo.
Fonte
"Stiamo assistendo al giorno più nero della Nuova Zelanda", ha detto il premier John Key nel confermare il bilancio corrente delle vittime.
Un numero imprecisato di persone sono morte a bordo di due autobus rimasti schiacciati sotto le macerie. I soccorritori avvertono che molte persone resteranno intrappolate negli edifici crollati per tutta la notte. Da molti edifici si sentono le grida di persone rinchiuse all'interno.
Gli ospedali in tutta l'Isola del Sud sono stati preparati ad accogliere le centinaia di feriti, mentre in alcune parti di Christchurch vengono allestiti ospedali da campo.
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lunedì 21 febbraio 2011
Libia, raid aereo e oltre 61 morti a Tripoli Al Jazeera: militari verso colpo di Stato
Scontri e tensione dopo il discorso del figlio di Gheddafi che promette riforme ma minaccia: "Fermatevi o sarà guerra civile". Spari e urla nella capitale, in fiamme il palazzo del popolo, uno dei principali edifici governativi. Dall'alto caccia militari dell'aviazione libica avrebbero eseguito dei raid contro i manifestanti. Per la tv araba nella capitale solo oggi ci sarebbero 61 vittime. Il bilancio ufficioso parla di quasi trecento morti a Bengasi, caduta in mano ai rivoltosi, insieme a Sirte e ad altre città. Unità dell'esercito solidarizzano con la protesta. Un cantiere straniero assaltato: feriti. Voci di fuga del leader, ma secondo i siti di opposizione Gheddafi è ancora nel Paese. Lascia il ministro della Giustizia in polemica con l'eccessivo uso della forza. Nel Paese interrotte le comunicazioni telefoniche. La Cnn: "Impossibile collegarsi". Frattini: "Basta violenze"
Fonte
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Gb: voleva imitare su Facebook celebre foto Demi Moore, ma viene censurata
Social network e censura
Angela Hurst ha postato una foto di se stessa nuda e incinta ma lo scatto è stato rimosso d'ufficio
MILANO - Ad Angela Hurst era sempre piaciuta un sacco quella foto di Demi Moore incinta sulla cover di Vanity Fair del 1991, con una mano a coprire il seno generoso e l’altra a sorreggere il pancione ormai prossimo al parto. Logico, dunque, che la 34enne originaria di Lee-on-Solent, nell’Hampshire, sognasse di fare la stessa cosa non appena si fosse trovata in stato interessante. Detto, fatto. La donna è così andata da un fotografo professionista per farsi fare lo stesso scatto dell’attrice americana (coperture strategiche comprese) e il risultato le è piaciuto a tal punto da mettere la nuova foto sul suo profilo di Facebook.
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Trecentomila euro per riavere la salma di Mike Bongiorno
Lo rivela il settimanale Oggi in edicola
La trattativa è da rifare, ma il prezzo del riscatto sarebbe aumentato fino al doppio della cifra
MILANO - Trecentomila euro per riavere la salma di Mike Bongiorno rubata il 24 gennaio. Era questa la somma richiesta dai rapitori al figlio Niccolò, ma l'accordo è saltato all'ultimo momento. Lo rivela il settimanale Oggi in edicola, che in un articolo a firma di Giangavino Sulas spiega come le indicazioni dei malviventi siano state fatte arrivare alla famiglia del presentatore attraverso una serie di annunci in codice pubblicati su un quotidiano svizzero.
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Radio Padania annulla diretta Lucia Annunziata
La decisione sarebbe stata presa dalla Lega Nord
ROMA - E' stata annullata la diretta dagli studi di Radio Padania che Lucia Annunziata avrebbe dovuto realizzare oggi alle 14.30 su Rai3, con il suo programma 'In 1/2 h'. A quanto si apprende da fonti della rete, la decisione sarebbe stata presa dalla Lega Nord. Il programma avrebbe dovuto occuparsi di temi come la festa del 17 marzo, il federalismo, il caso Ruby, la tenuta della maggioranza, puntando ad ascoltare le opinioni degli elettori del Carroccio.
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Malpensa, terrore per una sparatoria bloccati i check-in e i voli in partenza
Un cittadino tunisino, forse in preda a un raptus, ha sfondata una vetrata dell'aeroporto
Sparatoria nell'area check-in al Terminal 1 dell'aeroporto lombardo di Malpensa. Una persona è stata ferita a un piede a colpi d'arma da fuoco sparati da un poliziotto. I voli in arrivo sono tutti regolari, assicurano dalla Sea, mentre sono stati bloccati i check-in e quindi gli aerei in partenza.
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La Roma nel caos, Ranieri si dimette
Il tecnico lascia l'incarico dopo la clamorosa sconfitta contro il Genoa: "Dopo questa partita ritengo sia giusto dare un segnale". Contestazione a Trigoria all'arrivo della squadra: insulti e lanci di di lattine e bottigliette contro il pullman
di MATTEO PINCIROMA - La Roma è in caduta libera, frantumata a Genova dopo aver essere andata in vantaggio di tre reti. La scossa la dà Ranieri, che lascia la panchina. Il tecnico a fine partita si è dimesso: "Al fischio finale dopo una partita vibrante, sono andato negli spogliatoi per ringraziare la squadra per la prestazione ed ho deciso di rassegnare le dimissioni. Fino ad oggi ho sempre pensato al bene della Roma, della società e della squadra. Oggi siamo entrati in campo con la voglia di lottare e vincere, per tutti quelli che amano la maglia e la città. Ogni minuto della mia giornata è per la Roma, ho sempre detto che per me una sconfitta faceva più volte male, ma veder i miei ragazzi lottare fino alla fine e perdere mi scuote nel profondo. Ringrazio tutti i tifosi e la Dottoressa Sensi, insieme, nonostante le difficoltà, abbiamo fatto un grande lavoro l'anno scorso e quest'anno - le parole di Ranieri riportate dal suo comunicato - Sono e rimango un uomo di campo e dopo una partita come quella di oggi, ritengo sia giusto dare un segnale, per amore di questi colori e spero che questa mia decisione sia utile a spronare la squadra. Lo sport e il calcio hanno dei valori che per me e per chi ci mette lavoro e passione, sono la vita". La squadra è arrivata in serata a Trigoria ed è stata accolta dalla contestazione di un centinaio di tifosi. Lanciate bottigliette e lattine contro il pullman. Il centro giallorosso è blindato con poliziotti in tenuta antisommossa.
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domenica 20 febbraio 2011
"Libia, i morti sono oltre 285" Razzi contro i manifestanti
Il bilancio, superiore a quelli forniti dalle organizzazioni internazionali, arriva da fonti mediche. Contestazione senza precedenti nel paese di Gheddafi, che cerca di resistere con la forza alle proteste libertarie. A Bengasi rpg sparati sulla folla. Gruppo islamico ha preso in ostaggio poliziotti e civili nell'est del Paese. Tripoli minaccia l'Europa di interrompere la collaborazione sull'immigrazione. La Farnesina: "Non partite"
TRIPOLI - Gravissimo il bilancio delle violenze in Libia: se Human Rights Watch, l'organizzazione per la difesa dei diritti umani basata a New York, alza a 104 il numero di morti registrati a Bengasi in quattro giorni di scontri fra manifestanti anti-regime e forze di sicurezza, le cifre riferite da fonti giornalistiche sono ancora più allarmanti. Il sito del quotidiano britannico Independent segnala la circolazione di "altre informazioni", secondo cui ci sono "200 morti e più di mille feriti": lo riferisce al quotidiano un testimone, Ahmed Swelim, il cui cugino lavora in ospedale. E fonti mediche dell'ospedale di al-Jala di Bengasi hanno riferito che i morti sono 285 e oltre 700 i feriti. Lo ha detto il medico Nabil al-Saaiti, che, in un collegamento telefonico con l'emittente qatariota, spiegando che "ieri agenti della sicurezza di origine africana reclutati dal regime hanno aperto il fuoco contro i manifestanti e il numero dei morti è tale che non riusciamo a metterli tutti nella camera mortuaria dell'ospedale per identificarli".
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Primo Maggio, partiti e sindacati contro il ministro Calderoli
«No all'abolizione della festa dei lavoratori». Dissensi anche nella Lega, Salvini si smarca
ROBERTO GIOVANNINI
ROMA
Roberto Calderoli vorrebbe far saltare anche la festa del Primo Maggio; una boutade o forse un’«eresia», come spiega lui proprio dalle colonne de La Stampa. Fatto sta che - prevedibilmente - la sua provocazione cade su un terreno fertile, e subisce una valanga di repliche negative. Sindacati, partiti, ma anche altri esponenti della Lega dicono di no al ministro della Semplificazione. Che aveva spiegato - in nome, apparentemente, delle necessità economiche che fosse per lui «pure la festa dei lavoratori andrebbe celebrata lavorando». Altra questione, quella della Festa del 17 marzo: ieri il premier Silvio Berlusconi alla fine concede, sia pure senza molto entusiasmo: «Credo valga la pena di festeggiare». E mentre Giuliano Amato, presidente del Comitato per i 150 anni, afferma che è un «peccato essere approdati a una scelta non condivisa».
Roberto Calderoli vorrebbe far saltare anche la festa del Primo Maggio; una boutade o forse un’«eresia», come spiega lui proprio dalle colonne de La Stampa. Fatto sta che - prevedibilmente - la sua provocazione cade su un terreno fertile, e subisce una valanga di repliche negative. Sindacati, partiti, ma anche altri esponenti della Lega dicono di no al ministro della Semplificazione. Che aveva spiegato - in nome, apparentemente, delle necessità economiche che fosse per lui «pure la festa dei lavoratori andrebbe celebrata lavorando». Altra questione, quella della Festa del 17 marzo: ieri il premier Silvio Berlusconi alla fine concede, sia pure senza molto entusiasmo: «Credo valga la pena di festeggiare». E mentre Giuliano Amato, presidente del Comitato per i 150 anni, afferma che è un «peccato essere approdati a una scelta non condivisa».
Belen Rodriguez in trasferta vince il derby contro le italiane
L’argentina ha dimostrato grinta e intelligenza meglio della snob Bellucci e della rigida Canalis
MICHELE BRAMBILLA
INVIATO A SANREMOSul podio dei vincitori di questo Sanremo c’è sicuramente anche Belen Rodriguez, della quale prima del festival – diciamo la verità – si diceva: è una bonazza, ma quanti neuroni avrà nel cervello? Vista e sentita per una settimana, non solo sul palco ma anche e soprattutto negli incontri quotidiani con la stampa, certi pregiudizi sono andati in frantumi e la domanda che sorge spontanea ora è un’altra: ma che cosa c’entra una così con Fabrizio Corona?
La Rodriguez ha vinto il confronto con la Canalis, la quale (viceversa) prima del festival era considerata, delle due, quella intelligente e acculturata, tanto che si ipotizzava la seguente divisione di compiti: Belen ballerà, Elisabetta parlerà. E infatti ha parlato, ha perfino intervistato Robert De Niro, ma l’impressione che ha suscitato è tale da far sorgere anche qui una domanda spontanea: ma che cosa c’entra George Clooney con una così?
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Ragazzina salvata dallo stupratore la cagnetta Briciola lo fa incastrare
Milano, cagnolina abbaia e spaventa il padrone che sta violentando una 14enne
Grazie alla cagnetta del suo aggressore che si è messa ad abbaiare, una ragazza di 14 anni, a Milano, è riuscita a divincolarsi dalle grinfie del suo stupratore, un uomo di 40 anni che l’aveva adescata in un parco della periferia milanese e che è stato arrestato. La vicenda, accaduta nel settembre scorso, si è risolta ieri con l’arresto dell’aggressore.
A interrompere l’uomo mentre stava ormai abusando della ragazza, infatti, è stata proprio la sua cagnetta, una meticcia di nome Briciola, che si è messa ad abbaiare così forte e con tanta insistenza da bloccare l’azione del suo proprietario permettendo alla quattordicenne di colpirlo e di allontanarsi.
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Grazie alla cagnetta del suo aggressore che si è messa ad abbaiare, una ragazza di 14 anni, a Milano, è riuscita a divincolarsi dalle grinfie del suo stupratore, un uomo di 40 anni che l’aveva adescata in un parco della periferia milanese e che è stato arrestato. La vicenda, accaduta nel settembre scorso, si è risolta ieri con l’arresto dell’aggressore.
A interrompere l’uomo mentre stava ormai abusando della ragazza, infatti, è stata proprio la sua cagnetta, una meticcia di nome Briciola, che si è messa ad abbaiare così forte e con tanta insistenza da bloccare l’azione del suo proprietario permettendo alla quattordicenne di colpirlo e di allontanarsi.
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Berlusconi: "Riformeremo la Consulta" Nuovo affondo contro magistrati e Fini
Il premier interviene telefonicamente a un convegno del Pdl a Cosenza: "Mi vogliono eliminare con l'arma giudiziaria, ripresenteremo tutti i provvedimenti sulla giustizia". Per la Consulta annuncia: "Servirà il quorum di due terzi per abrogare le leggi". Finocchiaro, Pd: "Se può governi, altrimenti dimissioni"
Berlusconi con il ministro della Giustizia Alfano
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sabato 19 febbraio 2011
La rivolta in Libia, sono 84 i morti negli scontri Berlusconi: "Non voglio disturbare Gheddafi"
Nella notte bloccato il traffico internet in tutto il paese. Tensione in Algeria, migliaia in piazza e la polizia carica i manifestanti: in coma un deputato. Il re del Bahrein chiede di avviare il dialogo con l'opposizione, i blindati lasciano piazza delle Perle a Manama. Obama: "Basta violenze". Un morto in Yemen. Giallo su Ben Ali: "L'ex presidente tunisino è morto", ma non ci sono conferme
TRIPOLI - Sarebbero almeno 84 le vittime degli scontri tra forze dell'ordine e manifestanti che da tre giorni infiammano la Libia. E' la cifra fornita dall'organizzazione umanitaria Human Rights Watch citando testimonianze di fonti mediche e di residenti. Ieri sera Amnesty international aveva parlato invece di 46 morti. "Le autorità libiche devono porre fine immediatamente agli attacchi contro i manifestanti pacifici e proteggerli da gruppi antigovernativi", si legge in un comunicato dell'organizzazione umanitaria che ha sede a New York.
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«Vecchioni è il più votato» E scoppia il putiferio
Il rappresentante di Rai Trade, Sebastian Marcolin |
Come se non bastasse, Marcolin ha aggiunto che la maggioranza dei voti arrivata a favore di Vecchioni provengono dalla Lombardia e dal Piemonte.
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Mons. Rigon: «Omosessualità, un problema da estirpare»
«L’omosessualità è un problema che va estirpato ai primi sintomi attraverso sedute di psicoterapia». Così mons. Paolo Rigon, Vicario Giudiziale della diocesi di Genova, a margine dell’apertura dell’anno giudiziario del tribunale ecclesiastico regionale ligure. Rigon si è soffermato con i giornalisti che gli chiedevano spiegazioni di un passaggio della sua relazione dedicata alla fedeltà coniugale. «Un matrimonio celebrato per nascondere l’omosessualità di un individuo è destinato a naufragare» ha detto Rigon, che ha poi dichiarato: « Se parliamo di questo argomento siamo sempre presi male. Il nostro intento è quello di far passare il messaggio che il problema dell’omosessualità è indotto. Parliamoci chiaro, omosessuali non si nasce se non in rarissimi casi di disfunzioni ormonali o fisiche. L’omosessualità è indotta e dunque bisogna prenderla dall’inizio. Perché se presa dall’inizio si può superare, ma bisogna prenderla dall’inizio, cioè dal momento che ci si rende conto del problema. Come? Attraverso psicoterapia. Se la psicoterapia viene affrontata nella prima adolescenza, se il problema si pone, è un problema che si risolve. Il nostro consultorio familare affronta parecchie volte questo tema e ci riesce anche. Quando purtroppo l’omosessualità è incancrenita è difficile estirparla».
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L'uomo più anziano d'Italia
Si chiama Giovanni Ligato l'uomo più anziano d'Italia, abita a Ventimiglia. Oggi compie 110 anni. Nato a Palizzi Superiore (Reggio Calabria), il 18 febbraio del 1901, da una famiglia di 13 figli, Giovanni si è trasferito nell'ottobre del 1957, a Ventimiglia, per motivi di lavoro (era innestatore di piante) e con lui anche la famiglia: la moglie Santa (morta due anni fa a 94 anni fa) e i 7 figli. La sua ricetta di lunga vita: "Ho sempre mangiato prodotti naturali, mai surgelati. Sulla tavola non devono mancare la verdura, la frutta fresca e del buon vino. Sono arrivato a questa bella età vivendo alla giornata, accettando il bello e il brutto che la vita ci riserva. L'importante è la serenità interiore, essere in sintonia con se stessi e mantenere sempre un buon rapporto con la famiglia" (foto da Sanremo news)
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AFFITTOPOLI Trivulzio, ecco la lista completa
Tra gli inquilini spuntano anche molti nomi noti
Ci sono pure Carla Fracci, il dg del Milan Ariedo Braida, il nipote dell'ex sindaco Pillitteri e un Cordero di Montezemolo. Il giallo degli immobili mancanti dalla lista
Pisapia: «Macchina del fango contro di me»
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