venerdì 20 marzo 2015
Kamikaze nelle moschee, massacro di sciiti: adesso l’Isis apre il fronte di guerra in Yemen
Doppio attentato a Sanaa: almeno 137 morti, decine di feriti. Rivendica il Califfato
Oltre 135 morti e decine di feriti è il bilancio ancora parziale di un attacco a colpi di kamikaze contro due moschee houthi di Sanaa con cui lo Stato Islamico (Isis) apre il fronte di guerra in Yemen.
L’OFFENSIVA DEL CALIFFO
Le esplosioni sono avvenute oggi all’ora di massima affluenza nelle moschee di Badr e al-Hashoosh quando almeno tre kamikaze si sono fatti esplodere fra centinaia di fedeli houthi, il movimento ribelle che controlla la capitale dopo aver rovesciato il governo sunnita. Lo Stato Islamico di Abu Bakr al Baghdadi ha annunciato lo scorso novembre di aver creato proprie cellule in Yemen e con un’esplicita rivendicazione ha affermato di essere il mandante della strage odierna.
I KAMIKAZE TRA I FEDELI
Testimoni locali affermano che uno dei kamikaze è entrato dentro la moschea, mischiandosi ai fedeli houthi, prima di farsi saltare in aria e quando i sopravvissuti correvano in cerca di fuga verso l’uscita è stato il secondo a farsi esplodere, proprio davanti all’entrata. Fra le vittime c’è l’imam della moschea Badr, Al-Murtada bin Zayd al-Mahatwari. L’attacco alla seconda moschea è avvenuto quasi contemporaneamente.
Continua qui
Oltre 135 morti e decine di feriti è il bilancio ancora parziale di un attacco a colpi di kamikaze contro due moschee houthi di Sanaa con cui lo Stato Islamico (Isis) apre il fronte di guerra in Yemen.
L’OFFENSIVA DEL CALIFFO
Le esplosioni sono avvenute oggi all’ora di massima affluenza nelle moschee di Badr e al-Hashoosh quando almeno tre kamikaze si sono fatti esplodere fra centinaia di fedeli houthi, il movimento ribelle che controlla la capitale dopo aver rovesciato il governo sunnita. Lo Stato Islamico di Abu Bakr al Baghdadi ha annunciato lo scorso novembre di aver creato proprie cellule in Yemen e con un’esplicita rivendicazione ha affermato di essere il mandante della strage odierna.
I KAMIKAZE TRA I FEDELI
Testimoni locali affermano che uno dei kamikaze è entrato dentro la moschea, mischiandosi ai fedeli houthi, prima di farsi saltare in aria e quando i sopravvissuti correvano in cerca di fuga verso l’uscita è stato il secondo a farsi esplodere, proprio davanti all’entrata. Fra le vittime c’è l’imam della moschea Badr, Al-Murtada bin Zayd al-Mahatwari. L’attacco alla seconda moschea è avvenuto quasi contemporaneamente.
Continua qui
MAPPANO - Addio al «Mercatone Uno»: 70 lavoratori a casa
Fine delle speranze: il supermercato «Mercatone Uno» di Mappano di
Caselle chiude per sempre. In provincia di Torino chiuderà anche il
supermercato gemello di Brandizzo. Settanta persone perdono il posto di
lavoro. Un vero e proprio dramma occupazionale per una zona, quella del
basso Canavese, già ampiamente provata dalla crisi economica. La
proprietà del Mercatone Uno (che, in passato, è stato anche lo sponsor
ufficiale del "pirata" Marco Pantani) con sede a Imola ha deciso di
chiudere 39 dei 79 punti vendita sparsi in tutta Italia: compresi quelli
di Mappano e Brandizzo.
Continua qui
Continua qui
Mercatone Uno verso la chiusura. Assemblea e sciopero, posti a rischio
Mercatone Uno, nubi nere sul punto vendita di Serravalle
MALTEMPO estremo tra mercoledi 25 e giovedi 26 sull'Italia? Previste piogge preoccupanti!
La depressione che si scaverà tra mercoledi 25 e giovedì 26 sul nostro Paese e che tenderà poi ad isolarsi sul meridione entro venerdì 27 potrebbe determinare accumuli di pioggia particolarmente abbondanti sull'alto Piemonte.
Quando entra in gioco l'Africa in una situazione di maltempo,
la situazione può farsi delicata. Quando scende aria fredda sulla
Francia e sul nostro Paese si scava una depressione con richiamo di aria
umida e mite in risalita dal nord del continente africano e a stretto
contatto con quella fredda, i meteorologi si preoccupano,
anche se siamo a marzo, anche se il mare generalmente non risponde in
maniera cattiva come potrebbe fare tra fine estate ed inizio inverno.
C'è però da tener conto dei numerosi imbuti geografici del nostro Paese, dell'accumulo di umidità sulle Alpi Lepontine e Pennine, così come sulle Prealpi Orobie, poi tra Adamello e Presanella e le Dolomiti del Brenta, e infine le Prealpi Venete e Carniche.
C'è da sperare che gli accumuli precipitativi risultino almeno in parte di tipo nevoso, ma questo dipenderà essenzialmente dalla quota dello zero termico, che ancora ad oggi risulta ballerina, ma che comunque dovrebbe attestarsi fortunatamente al di sotto dei 1500m, impedendo alla massa d'acqua di precipitare a valle nei fiumi, colmandoli sino all'esondazione. Su questo poi ritorneremo poi con precisione nei prossimi giorni, quando capiremo quale sarà l'impatto esatto dell'aria fredda nel sud Europa.
C'è però da tener conto dei numerosi imbuti geografici del nostro Paese, dell'accumulo di umidità sulle Alpi Lepontine e Pennine, così come sulle Prealpi Orobie, poi tra Adamello e Presanella e le Dolomiti del Brenta, e infine le Prealpi Venete e Carniche.
C'è da sperare che gli accumuli precipitativi risultino almeno in parte di tipo nevoso, ma questo dipenderà essenzialmente dalla quota dello zero termico, che ancora ad oggi risulta ballerina, ma che comunque dovrebbe attestarsi fortunatamente al di sotto dei 1500m, impedendo alla massa d'acqua di precipitare a valle nei fiumi, colmandoli sino all'esondazione. Su questo poi ritorneremo poi con precisione nei prossimi giorni, quando capiremo quale sarà l'impatto esatto dell'aria fredda nel sud Europa.
Le zone in cui il modello prevede le precipitazioni più abbondanti risultano quelle del Biellese-Verbano-Cusio-Ossola, con accumuli sino a 204mm ma pioverà tantissimo anche a Milano, con rischio di esondazione per il Seveso e per il Lambro.
Continua qui
CONFERMATO il guasto del tempo tra martedì 24 e venerdì 27 marzo: ecco i dettagli.
METEO A 15 GIORNI: il bel tempo stabile non si vede ancora...
Tunisia, governo: Attentatori addestrati in Libia. Corteo nel cuore della città: "No al terrore"
TUNISI - Li hanno
sottovalutati, i sospetti erano nel mirino della polizia ed erano
indagati, ma non si pensava potessero portare a termine un attacco di
questa portata. Oggi il segretario di Stato per gli affari della
sicurezza tunisino, Rafik Chelly, ha spiegato che gli autori della strage di Tunisi avvenuta mercoledì
si erano addestrati nelle fila dello Stato islamico in Libia per
rientrare in Tunisia proprio attraverso il Paese vicino. Secondo Chelly
gli attentatori si trovavano nel Paese già a dicembre. "Sappiamo - ha
dichiarato citato dai media locali - che si sono addestrati in alcuni
campi per tunisini takfiri (ramo ultra radicale dell'islam, ndr), in Libia, a Sabrata, Bengasi o Derna".
E oggi Tunisi torna di nuovo in piazza contro il terrore proprio nel giorno del 59esimo anniversario dell'indipendenza del Paese. Un centinaio di manifestanti ha dato vita stamane a un corteo contro il terrorismo nella centrale Avenue Bourghiba, nel cuore della città. Sullo striscione che apre la manifestazione si legge: "Il terrorismo non è musulmano né tunisino".
Continua qui
E oggi Tunisi torna di nuovo in piazza contro il terrore proprio nel giorno del 59esimo anniversario dell'indipendenza del Paese. Un centinaio di manifestanti ha dato vita stamane a un corteo contro il terrorismo nella centrale Avenue Bourghiba, nel cuore della città. Sullo striscione che apre la manifestazione si legge: "Il terrorismo non è musulmano né tunisino".
Continua qui
"So che Renzi vuole far fuori Delrio"
LE TELEFONATE
Gli indagati interessati agli equilibri di governo. Chiamata in causa pure la Lorenzin
Dall’intervento di un prelato per procacciare voti al ministro Lorenzin e all’europarlamentare Alfredo Antoniozzi fino ai presunti scontri di palazzo tra Matteo Renzi e il sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio passando per gli incontri tra un imprenditore arrestato e il marito di Alessandra Mussolini e per i tentativi dell’ex parlamentare Angelo Sanza di «procurare una collaborazione lavorativa» al figlio Manuele. Negli atti della maxi inchiesta fiorentina sui grandi appalti continuano a spuntare i nomi dei più importanti politici italiani. In molti casi sono solo citati dagli indagati durante alcune conversazioni intercettate ma in altre occasioni sono loro stessi a parlare al telefono.
LUCA LUPI Da questa inchiesta emerge che non è inusuale chiedere lavori e consulenze per i figli. Da lunedì scorso si parla dell’assunzione del figlio del ministro Maurizio Lupi su richiesta esplicita del capo del Dicastero. Circostanza sempre negata dall’esponente Ncd. Nelle carte degli inquirenti toscani c’è però un’intercettazione tra Lupi e Incalza nella quale parlano proprio di Luca Lupi. L’8 gennaio 2014 i Ros ascoltano: Incalza «Si?». Lupi: «Ma sei sempre a mangiare ca..o?». I: «No! Quale mangiare? Dimmi tutto». L: «Dove stai?». I: «Al Ministero sono». L: «Ma stai lavorando?». I: «Certo! ... adesso alle 4 abbiamo la riunione». L: «Ascolta ... se fra un quarto d’ora ti mando questo che è venuto da Milano a Roma a far due chiacchiere?». I: «Chi? ... dimmi tutto ... dimmi». L: «Nel senso di avere consulenze e suggerimenti eccetera». I: «Dimmi chi viene... dimmi!». L: «Viene mio figlio Luca». I: «Quando vuoi... ma figurati! Nessun problema!». L :«Quando vuoi... Dimmi a che ora te lo faccio venire in modo che». I: «O adesso o alle cinque quando finisce il Tesoro». L: «No allora conviene che venga adesso così». I: «Io sto qua». L: «Okay ... ciao». I: «Ciao». La situazione però crea diversi malumori tanto che l’ex dg della metropolitana di Milano, Giuseppe Cozza, si sfoga al telefono con Burchi: «Poveretto... ha poi diritto di lavorare anche questo ragazzo adesso... però è lo schifo di vedere questo... questo veramente monopolio di tutti i lavori di Perotti che poi se li ruba alla MM». Cozza risponde spiegando le presunte «pressioni» subite dal ministro per fare lavorare gli imprenditori adesso indagati. Sempre a proposito di Lupi junior ci sarebbero alcune telefonate tra il ministro Lupi e l’imprenditore Claudio De Eccher – sotto interdittiva antimafia della Prefettura di Udine – per far lavorare il figlio Luca. Dopo una telefonata tra il Ministro e De Eccher, il 9 gennaio Cavallo richiama l’imprenditore «e gli prospetta l’esigenza di fissare quanto prima un incontro in quanto gli deve presentare "il figlio", alludendo a Luca Lupi, riservandosi le ragioni». L’accordo, però, salta.
REGALO ALLA MOGLIE DI LUPI I contatti del Ministro con gli imprenditori erano frequenti tanto che nel gennaio 2014, in occasione del compleanno della moglie di Lupi, Cavallo e Perotti si recano a cena a casa del capo del Dicastero portando un «bel regalo». Quella sera parlano dell’esigenza di incontrare il figlio Luca «per definire le sue cose». Anche l’imprenditore De Eccher pensa al Ministro. Il 19 febbraio, prima che si celebrasse l’«evento Infrastrutture e Trasporti» Cavallo avvisa De Eccher che bisogna versare un contributo di partecipazione di 5.000 euro.
DELRIO Anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio viene più volte citato nelle intercettazioni. Non per favori da elargire ma viene preso di mira da chi è poi finito sul registro degli indagati. Il 26 marzo Giulio Burchi, indagato, parla con Cinzia Gelati, responsabile dei rapporti con la stampa della società Metropolitana Milanese Spa che chiede all’imprenditore chi sia Raffaele Tiscar: «Era uno che era in Compagnia delle Opere... fiorentino... assessore a Firenze... - risponde l’indagato - Adesso è vicesegretario generale a Palazzo Chigi... l’hanno messo a fare il vice di Bonaretti perché Renzi vuol far fuori Delrio e Bonaretti». Gelati: «È quello lì di Reggio Emilia... Bonaretti». B: «Sì...un cretino». G: «Va bè». B: «Un cretino assoluto».
PAURA INTERCETTAZIONI È dalla stessa telefonata che si evincono i sospetti di alcuni interlocutori sulla possibilità di essere ascoltati dagli inquirenti al cellulare. Lo stesso Burchi infatti raccomanda a Cinzia Gelati «di non chiamare telefonicamente Franco Cavallo – scrivono i militari del Ros - facendole capire di aver saputo che questi potrebbe essere interessato ad attività d’intercettazione».
LORENZIN E ANTONIOZZI Anche il ministro Beatrice Lorenzin e l’europarlamentare Alfredo Antoniozzi vengono chiamati in causa in alcune intercettazioni. Proprio come nel caso di Maurizio Lupi, altri indagati si sarebbe mobilitati per raccogliere voti in favore dei due politici. Nel maggio 2014, a ridosso delle elezioni europee «Franco Cavallo chiede a tale Nicolò di procurargli del materiale elettorale che deve consegnare a un po’ di preti che gliel’hanno richiesto» scrivono gli inquirenti. «Nicolò – afferma Cavallo al telefono - solo per dirti io avrei bisogno di un po’ di materiale... perché mi han chiesto un po’ di preti... Scusami a me interessava solo il santino... Noi chi portiamo qui? Lui e la Lorenzin?». Nicolò risponde: «Sì .. diciamo lui, Lorenzin e Antoniozzi».
CHAMPAGNE E METRO Dopo vestiti, gioielli, biglietti aerei, borse e dolci mancava solo lo champagne. Tutti regali che avrebbero pagato gli indagati per «avere il favore» di personaggi in posti chiave della politica e dell’imprenditoria. Durante una telefonata tra Perotti e Pelucchi, i due parlano di alcuni funzionari pubblici cui dovrà essere fatta pervenire in regalo un bottiglia di champagne «sulla base di valutazioni utilitaristiche ben esplicitate nelle parole del Perotti: Adesso ho visto il nome di uno che non mi viene in mente proprio chi sia... io ho dei dubbi su quello di Metro C... perché sicuramente quello dopo... io non lo leverei... sinceramente non lo leverei... no... non è solo per quello... è che... è chiaro che non è una cosa di domani... si farà poi la seconda tratta... quindi... secondo me conviene tenerseli buoni... poi... che ca..o... una bottiglia di champagne mi sembra una cosa... no?»
COOP ROSSE E IMMIGRATI Gli affari dei 51 indagati passano dalla Russia al Medioriente fino all’Africa, dove, ormai da anni, partono migliaia di immigrati che arrivano sulle nostre coste. Nel 2014, si legge nelle carte della procura di Firenze, si parla di un appalto in Libia da 350 milioni di euro sul quale la cricca vorrebbe mettere le mani. La gara è per controllare i flussi di immigrati. Il 7 maggio dello scorso anno infatti Davide Vaggi, indicato dai carabinieri del Ros come consulente di Impregilo e delle cosiddette Coop Rosse, accenna a Perotti l’esistenza di un «grosso appalto in Libia dell’importo di 350 milioni di euro per la predisposizione da parte della Selex (gruppo Finmeccanica) di una rete di controllo per l’immigrazione». I due parlano al telefono: «Dovrebbe essere un sistema di controlli – spiega Vaggi - nel sud della Libia... tra il Niger la Libia ed il Ciad eccetera... che si chiama Southern Border Controlling Illegal Immigration System... dove metà di questi 350 milioni... dovrebbe essere opere civili... piste e tutto perché non c’è niente lì... Tu li conosci questi qua della Selenia? ... Ci sarà anche da fare una direzione lavori su questi lavori... Selex... soprattutto adesso che sta venendo fuori tutto questo casino... gli immigrati che arrivano... Lo so perché il mio amico, quello che ci fa da sponda in Libia... lui ha già presentato l’offerta pochi giorni fa... solo per imprese italiane». Stefano Perotti risponde: «Prendo un po’ di informazioni e ti faccio sapere».
ALLUVIONATI Il rapporto tra Incalza e Maurizio Lupi ha portato i due a discutere della questione degli alluvionati in Liguria. All’epoca del disastro un gruppo di parlamentari chiedeva che fossero stanziati soldi ulteriori per l’emergenza. In un’intercettazione, l’arrestato e il Ministro avrebbero affermato di opporsi alla proposta.
FLORIANI Anche il marito di Alessandra Mussolini,
Mauro Floriani, sarebbe entrato in contatto con il principale indagato
della maxi inchiesta, Ercole Incalza. I militari del Ros infatti hanno
intercettato diverse telefonate appurando che i due si sarebbero
incontrati più volte a Roma. Ettore Incalza, intercettato, «viene
chiamato – scrivono i militari - da Floriani, risultato coinvolto
recentemente, in un procedimento penale della Procura della Repubblica
di Roma riferito ad un contesto di prostituzione minorile».
Continua qui
Codice etico ministero Infrastrutture: mai regali sopra 150 euro. Firmato: Lupi
Di Battista parla di “ultimi giorni” Lupi fa le corna
Orrore in Francia: corpi di 5 neonati trovati in un congelatore
Nella casa di una coppia. A scoprire i bimbi sarebbe stato l'uomo. La donna ricoverata in ospedale
I cadaveri congelati di cinque neonati sono stati trovati nell'abitazione di una coppia a Louchats, in Aquitania, nella Francia sud-occidentale. Lo riferisce l'emittente televisiva Bfm. E' stato l'uomo, 40 anni, a scoprire il primo cadavere, di un neonato, su cui sono in corso accertamenti per stabilire le cause della morte. La donna, 35 anni, è ricoverata in ospedale.
Fonte
I cadaveri congelati di cinque neonati sono stati trovati nell'abitazione di una coppia a Louchats, in Aquitania, nella Francia sud-occidentale. Lo riferisce l'emittente televisiva Bfm. E' stato l'uomo, 40 anni, a scoprire il primo cadavere, di un neonato, su cui sono in corso accertamenti per stabilire le cause della morte. La donna, 35 anni, è ricoverata in ospedale.
Fonte
giovedì 19 marzo 2015
Tunisia: 9 arresti. Trovati i corpi di due italiani dispersi. L'Isis minaccia nuovi attacchi: è stata solo la prima goccia
L'Isis festeggia il blitz jihadista al Bardo. Ministro Sanità: 25 morti
Trovati i corpi dei due italiani dispersi dopo l'attacco terroristico al
museo del Bardo. Sale così a 4 il bilancio dei connazionali uccisi. La
Farnesina comunica che ha "effettuato un primo riconoscimento
fotografico dei due connazionali che finora risultavano irreperibili",
attraverso personale dell'Ambasciata a Tunisi e dell'Unità di Crisi,
appositamente inviato in loco, ha avuto accesso all'obitorio
dell'ospedale Charles Nicolle.
Intanto i jihadisti hanno
rivendicato, minacciando nuovi attacchi: "Quello che avete visto" a
Tunisi "è solo la prima goccia di pioggia". Lo denuncia su Twitter Rita
Katz, direttrice del Site, il sito che monitorizza il jihadismo sul
web.
Continua qui
Lupi: "Domani al termine dell'informativa mi dimetto"
"Mio gesto rafforzerà il governo"
"Domani al termine dell'informativa" alla Camera, "rassegnerò le dimissioni". Lo ha detto il ministro Maurizio Lupi durante la registrazione di Porta a Porta. "Per me la politica non è un mestiere ma passione. E' poter servire il proprio Stato. Non ho perso né l'onore né la passione", ha aggiunto Lupi."Credo che forse un mio gesto - che non vuol dire ritirarmi alla politica, perché non c'è bisogno di una poltrona per fare politica - questa mia decisione rafforzerà l'azione del governo", ha spiegato il ministro Maurizio Lupi a "Porta a porta". "Renzi mi ha detto: "io non ti ho mai chiesto né chiederò le tue dimissioni perché non posso chiederle, dico che è una tua decisione". Lo ripeto: né il segretario del Pd, né il presidente del Consiglio mi hanno chiesto le dimissioni".
Continua qui
Il Parma è ufficialmente fallito. Ma domenica col Torino si gioca
I due curatori nominati dal Tribunale Angelo Anedda e Alberto Guiotto dovranno far sfociare l'esercizio provvisorio nella vendita della società. Il buco è di 218,44 milioni di euro
Il Parma è ufficialmente fallito. In seguito all' udienza di questa mattina è stato autorizzato l'esercizio provvisorio, affidato ai curatori fallimentari Angelo Anedda, presidente dell'Ordine dei commercialisti di Parma e Alberto Guiotto, altro commercialista, membro della commissione di riforma del diritto fallimentare. Toccherà a loro la gestione e la ricerca di acquirenti per la vendita della società. Sul fronte campo, lo svolgimento di Parma-Torino, in programma domenica alle 20.45, dovrebbe essere regolarmente garantito. C'è ancora qualche dubbio, ma si va verso una soluzione positiva.
Continua qui
Grandi Opere, Maurizio Lupi verso le dimissioni. Renzi vuole che se ne vada
Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture sta pensando di
lasciare prima dell'informativa in Parlamento. Il presidente del
Consiglio gli ha fatto sapere che deve fare un passo indietro
Maurizio Lupi dovrebbe dimettersi domani mattina. È quello che si aspettano tutti, a Palazzo Chigi e ai vertici del Pd. Ma il condizionale è d’obbligo, vista la resistenza dimostrata dal ministro in questi giorni. Lupi ieri finisce di rispondere al question time a Montecitorio. E se ne va. Quasi contemporaneamente, Matteo Renzi entra in Aula, di soppiatto, evitando i giornalisti e neanche lo incontra. “Ho l’appoggio del governo”, ha detto. Ma l’evidenza plastica dei rapporti tra i due dice tutt’altro. Renzi vuole che il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti se ne vada. Lui non molla. Non ancora. Il premier non può chiedergli in maniera pubblica e diretta di dimettersi. Rischia la crisi di governo. Ma glielo dice e glielo fa dire: “Se vai avanti non ti copro”. Di più: “Guarda che se non te ne vai prima della mozione, ti faccio sfiduciare dal Parlamento”. L’altro mantiene la sua posizione. Pubblicamente: “Non ho fatto niente di male”. E soprattutto: “Riferirò in Parlamento”. Perché “è doveroso da parte mia”, come spiega anche ai colleghi di partito. Però, ora il punto non è più il “se” ma il “quando” Lupi cederà.
Continua qui
Maurizio Lupi dovrebbe dimettersi domani mattina. È quello che si aspettano tutti, a Palazzo Chigi e ai vertici del Pd. Ma il condizionale è d’obbligo, vista la resistenza dimostrata dal ministro in questi giorni. Lupi ieri finisce di rispondere al question time a Montecitorio. E se ne va. Quasi contemporaneamente, Matteo Renzi entra in Aula, di soppiatto, evitando i giornalisti e neanche lo incontra. “Ho l’appoggio del governo”, ha detto. Ma l’evidenza plastica dei rapporti tra i due dice tutt’altro. Renzi vuole che il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti se ne vada. Lui non molla. Non ancora. Il premier non può chiedergli in maniera pubblica e diretta di dimettersi. Rischia la crisi di governo. Ma glielo dice e glielo fa dire: “Se vai avanti non ti copro”. Di più: “Guarda che se non te ne vai prima della mozione, ti faccio sfiduciare dal Parlamento”. L’altro mantiene la sua posizione. Pubblicamente: “Non ho fatto niente di male”. E soprattutto: “Riferirò in Parlamento”. Perché “è doveroso da parte mia”, come spiega anche ai colleghi di partito. Però, ora il punto non è più il “se” ma il “quando” Lupi cederà.
Continua qui
Sicilia, i viaggi in Spagna e Qatar dei deputati costano 40mila euro in 3 mesi
Trasferte a Rimini e Milano, missioni a Santiago di Compostela, “gite
istituzionali” a Doha: da novembre sono online i rimborsi dei
parlamentari siciliani. Ignote le cifre precedenti. Nel frattempo 83
dipendente dell'Ars rischiano il licenziamento
Fine settimana a Roma, trasferte a Rimini e Milano, missioni spagnole a Santiago di Compostela e “gite istituzionali” a Doha, in Qatar. Sono i viaggi dei deputati regionali siciliani, le missioni compiute dai parlamentari dell’Isola in giro per il mondo per dovere istituzionale. Il costo? Trentasettemila euro per tre mesi. Sul sito dell’Assemblea regionale siciliana, infatti, sono stati pubblicati i dati relativi al rimborso spese delle missioni dei deputati, come previsto dal programma triennale per la trasparenza, fortemente sponsorizzato dal presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone.
Continua qui
Fine settimana a Roma, trasferte a Rimini e Milano, missioni spagnole a Santiago di Compostela e “gite istituzionali” a Doha, in Qatar. Sono i viaggi dei deputati regionali siciliani, le missioni compiute dai parlamentari dell’Isola in giro per il mondo per dovere istituzionale. Il costo? Trentasettemila euro per tre mesi. Sul sito dell’Assemblea regionale siciliana, infatti, sono stati pubblicati i dati relativi al rimborso spese delle missioni dei deputati, come previsto dal programma triennale per la trasparenza, fortemente sponsorizzato dal presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone.
Continua qui
Che tempo fa? Salva quasi ovunque l'eclissi, peggiora nel week-end
Un po' di nubi sparse non dovrebbero rovinare lo spettacolo dell'eclissi di sole, previsto per domattina. Nel fine settimana depressione in nuovo sfondamento nel Mediterraneo con moderato maltempo, specie tra nord e centro. Lunedì miglioramento ma più freddo al nord e sul medio Adriatico, anche martedì tempo generalmente asciutto, da mercoledì possibile nuovo peggioramento.
SITUAZIONE: un cuneo anticiclonico protegge parzialmente l'Italia dalla doppia circolazione depressionaria presente ad est e ad ovest del Continente ma la sua presenza non impedisce la penetrazione di aria parzialmente umida, che genera annuvolamenti irregolari, in prevalenza senza conseguenze.
ECLISSE: nonostante la presenza di banchi nuvolosi sparsi, concentrati soprattutto a ridosso dei rilievi del nord, il tempo si manterrà discreto o buono, consentendo la visione dell'eclissi di sole parziale prevista per domattina.
EVOLUZIONE: nel fine settimana un afflusso di aria fredda sul centro Europa e sui Balcani determinerà il nuovo approfondimento della depressione sull'ovest del Continente che andra a posizionarsi all'altezza della Sardegna, determinando un moderato peggioramento, più importante sulle regioni centrali e poi sul settentrione. Domenica pomeriggio instabilità anche al sud, ma da domenica sera tendenza a miglioramento.
PROSSIMA SETTIMANA: comincerà con freddo moderato al nord e sul medio Adriatico, tempo buono o discreto ovunque sino a martedì. Da mercoledì l'affondo di una nuova saccatura genererà una nuova depressione ma con riflessi precipitativi ancora tutti da decifrare e dipendenti dal suo posizionamento, ancora poco chiaro.
Continua qui
MODELLO EUROPEO: continuano i CAPRICCI di primavera...
Tunisi, orrore al museo: 22 morti, 4 sono italiani. Una delle vittime è di Torino, un’altra novarese
Terrore nel Bardo, in azione un commando di 5 persone. Uccisi due
terroristi, uno è stato arrestato, gli altri sarebbero in fuga. I feriti
sono 44. La Costa Fascinosa è ripartita senza 13 passeggeri. Si cercano
ancora alcuni dispersi.
Strage al Museo del Bardo di Tunisi dove almeno 22 persone, 20 ostaggi e due terroristi, sono rimaste uccise. Le vittime italiane sono quattro: tra questi, Francesco Caldara, pensionato 64enne di Novara e Orazio Conte, un torinese. I feriti sono 44, di cui tredici italiani, ricoverati in tre diversi ospedali a Tunisi. Più di 200 visitatori erano presenti all’interno del museo quando è entrato un commando di quattro-cinque terroristi. Le forze speciali antiterrorismo hanno liberato gli ostaggi con un blitz: due terroristi e un agente sono rimasti uccisi. Un terzo è stato arrestato. I media locali hanno riportato i nomi dei due killer uccisi: si tratta di Jabeur Khachnaoui e Yassine Laabidi, entrambi tunisini. Altri due o tre coinvolti nell’attacco potrebbero essere in fuga.
Nella notte la nave Fascinosa ha lasciato il porto di Tunisi all’1,55. Al momento della partenza il comandante ha informato che sono 13 i passeggeri che non hanno fatto ritorno alla nave.
Continua qui
Lidia Catalano, Filippo Femia, Davide Lessi, Marina Palumbo
Strage al Museo del Bardo di Tunisi dove almeno 22 persone, 20 ostaggi e due terroristi, sono rimaste uccise. Le vittime italiane sono quattro: tra questi, Francesco Caldara, pensionato 64enne di Novara e Orazio Conte, un torinese. I feriti sono 44, di cui tredici italiani, ricoverati in tre diversi ospedali a Tunisi. Più di 200 visitatori erano presenti all’interno del museo quando è entrato un commando di quattro-cinque terroristi. Le forze speciali antiterrorismo hanno liberato gli ostaggi con un blitz: due terroristi e un agente sono rimasti uccisi. Un terzo è stato arrestato. I media locali hanno riportato i nomi dei due killer uccisi: si tratta di Jabeur Khachnaoui e Yassine Laabidi, entrambi tunisini. Altri due o tre coinvolti nell’attacco potrebbero essere in fuga.
Nella notte la nave Fascinosa ha lasciato il porto di Tunisi all’1,55. Al momento della partenza il comandante ha informato che sono 13 i passeggeri che non hanno fatto ritorno alla nave.
Continua qui
mercoledì 18 marzo 2015
Duplice omicidio a Pordenone, coppia uccisa a colpi di arma da fuoco in auto
L'allarme è stato dato da un istruttore di judo che, uscendo dal Palazzetto dello sport, ha notato la vettura con i vetri in frantumi e i due corpi all'interno
Due persone sono state trovate morte all'interno di un'auto nel parcheggio del Palazzetto dello sport di Pordenone con ferite da arma da fuoco alla testa. Si tratta di un 29enne, Trifone Ragone, e di una 30enne, Teresa Costanza. Alcuni bossoli sarebbero stati trovati accanto alla vettura. "Siamo in presenza di un duplice omicidio", ha affermato il Procuratore della Repubblica di Pordenone, Marco Martani.
Continua qui
Meteo: tregua fino a venerdì, poi nel weekend torna la pioggia
L'eclissi di sole sarà visibile su gran parte d’Italia
"Si apre una parentesi di tempo più stabile su gran parte d’Italia salvo ancora qualche nota instabile all’estremo Sud":. Lo conferma il meteorologo di 3bmeteo.com Edoardo Ferrara che spiega: "La pressione è infatti in aumento e questo favorirà sole prevalente fino a venerdì, sebbene con cieli non sempre ovunque sereni; all’estremo Sud avremo infatti ancora la possibilità di qualche occasionale pioggia o rovescio ed in particolare su Salento, Calabria e Sicilia orientale. Le temperature saranno altresì in aumento, con punte di oltre 17-18°C in particolare su Valpadana, specie centrale, e sulle regioni tirreniche. Tra le città più miti Milano, Genova, Firenze, Perugia, Roma, Napoli; qualche grado in meno invece lungo le adriatiche ed in genere al Sud complice anche una residua ventilazione dai Balcani”.
Continua qui
Tunisia: terroristi attaccano il museo del Bardo. Uccise 19 persone tra cui due terroristi. Premier: "Italiani tra le vittime"
Blitz delle forze di polizia, morti due terroristi e molti ostaggi
Il bilancio dell'attacco al museo del Bardo a Tunisi è di 19 morti, 17 turisti e due terroristi. Lo ha detto il premier tunisino Habib Essid, che ha aggiunto che ci sono anche italiani tra i morti e vittime tedesche, polacche e spagnole."Due italiani sono tra le vittime dell'attacco al museo del Bardo a Tunisi": lo twitta Hoda Abdel-Hamid, senior correspondent in inglese di Al Jazeera. Non c'è al momento conferma ufficiale della notizia. La Farnesina sta verificando e non ha al momento conferme. Abdel-Hamid è l'ultimo giornalista ad avere parlato di vittime italiane a Tunisi. Poco prima era stato un suo collega del Financial Times, Borzou Daragahi, a parlare sempre su Twitter, di un italiano morto, riprendendo informazioni che sono circolate per tutto il giorno sui media tunisini.
Otto italiani feriti durante l'attacco. La Farnesina comunica che sono un centinaio i connazionali messi in sicurezza.
Continua qui
Turista nel museo: ''Sparano, sparano mio Dio''
Tunisi: i turisti in fuga protetti dalle forze speciali
Tunisi, orrore al museo: 22 morti, “anche italiani” Due terroristi uccisi in un blitz. L’ombra dell’Isis
Il Bardo di Tunisi, il più antico museo arabo: quasi 130 anni di storia
Bufera su Equitalia: decadono i dirigenti, e con loro le cartelle esattoriali
Milioni di cartelle esattoriali notificate negli ultimi anni sono a rischio nullità
La Corte Costituzionale si è finalmente espressa su una questione che da tempo pendeva sui contribuenti: lo scandalo dei “falsi” dirigenti presso l’Agenzia delle Entrate, oltre 700 funzionari (su mille) che erano stati “elevati” al ruolo di dirigenti pur senza aver partecipato a un normale concorso. Ora, di conseguenza, potrebbero risultare nulle anche le cartelle di accertamento firmate dagli stessi. Vediamo nel dettaglio la vicenda, la sentenza e le conseguenze per i contribuenti con l'approfondimento dell'avvocato Angelo Greco.
Continua qui
La Corte Costituzionale si è finalmente espressa su una questione che da tempo pendeva sui contribuenti: lo scandalo dei “falsi” dirigenti presso l’Agenzia delle Entrate, oltre 700 funzionari (su mille) che erano stati “elevati” al ruolo di dirigenti pur senza aver partecipato a un normale concorso. Ora, di conseguenza, potrebbero risultare nulle anche le cartelle di accertamento firmate dagli stessi. Vediamo nel dettaglio la vicenda, la sentenza e le conseguenze per i contribuenti con l'approfondimento dell'avvocato Angelo Greco.
Continua qui
Riforma della PA, si va verso l’addio alla Forestale
Il ddl del ministro Madia è stato approvato dalla commissione Affari
Costituzionali. Tra le novità la riduzione delle forze di polizia da
cinque a quattro e via gli enti in deficit o inutili
La riforma della Pubblica Amministrazione, il ddl Madia, fa i primi passi, con l’approvazione in commissione Affari Costituzionali di alcuni dei punti caldi: la delega a rendere effettivi i poteri del premier, l’apertura all’inclusione della Forestale negli altri Corpi di Polizia e l’alleggerimento degli oneri burocratici nelle attività per prevenire la corruzione, tra cui lo sconto sulle intercettazioni.
Sul tavolo restano altri temi delicati, dallo spostamento di competenze e risorse all’Inps per le visite fiscali alla semplificazione dei procedimenti che portano al licenziamento, passando per il taglio alle camere di commercio.
Continua qui
La riforma della Pubblica Amministrazione, il ddl Madia, fa i primi passi, con l’approvazione in commissione Affari Costituzionali di alcuni dei punti caldi: la delega a rendere effettivi i poteri del premier, l’apertura all’inclusione della Forestale negli altri Corpi di Polizia e l’alleggerimento degli oneri burocratici nelle attività per prevenire la corruzione, tra cui lo sconto sulle intercettazioni.
Sul tavolo restano altri temi delicati, dallo spostamento di competenze e risorse all’Inps per le visite fiscali alla semplificazione dei procedimenti che portano al licenziamento, passando per il taglio alle camere di commercio.
Continua qui
Bankitalia e la crisi: "Italia fuori da Guerra dei sette anni, ora si può ripartire"
Il direttore generale Rossi: "Rispetto a sette anni fa produciamo un
decimo in meno, ma adesso ci sono i presupposti per ripartire". L'invito
a puntare sull'innovazione: "Negli Usa si spendono 23mila dollari per
l'istruzione universitaria di un giovane, da noi 6.500"
Continua qui
Continua qui
Elezioni Israele: Netanyahu ha vinto, sconfitto il centrosinistra di Herzog
Con il 99,5 per cento dei voti scrutinati, si afferma la netta vittoria
del Likud che avrebbe conquistato 29 seggi sui 120 della Knesset. Nel
2012 ne aveva solo 18. Il fronte sionista sarebbe fermo a 24 seggi. I
partiti arabi coalizzati, invece, riescono a collocarsi al terzo posto
con 14 seggi
Continua qui
Continua qui
Beve 25 shot di vodka in un minuto e muore: la folle sfida di un 23enne
Humberto Moura Fonseca, studente universitario brasiliano di 23
anni, è morto per una assurda sfida lanciata da alcuni amici nel corso
di una festa. Sulla sua pagina Facebook aveva scritto "Meglio morire di vodka che di noia", un post che sembra un presagio di morte.
Humberto era a una festa all'Università Julio de Mesquita a Bauru, in Brasile, quando un gruppo di studenti ha lanciato una sfida: una gara per scoprire chi sarebbe stato il temerario in grado di bere 25 shot di vodka in meno di 60 secondi. Humberto ha accettato la sfida e poco dopo aver finito l'ultimo bicchierino è svenuto.
Gli amici hanno chiamato immediatamente un'ambulanza, ma la corsa
disperata e l'intervento dei medici non sono riusciti a salvarlo.
Continua qui
martedì 17 marzo 2015
Per le telefonate su Lupi jr la sim del prete morto misteriosamente
Genova - Nessuno doveva sapere del trattamento di riguardo riservato a
Luca Lupi, 29 anni, figlio del ministro Maurizio Lupi, assunto come
architetto in uno studio genovese unicamente per ingraziarsi il padre e
fare il pieno di appalti. Ecco perchè Giorgio Mor, docente universitario
e titolare di uno studio di progettazione con sede in via Assarotti,
utilizzava il numero di cellulare del cugino, il parroco Giacomo Vigo,
morto in circostanze misteriose l’estate scorsa a Livorno.
Continua qui
Continua qui
Grandi Opere, le telefonate di Lupi per trovare un lavoro al figlio
Lancio di sassi dal cavalcavia sull'autostrada Milano-Genova: colpite 20 auto, camionista ferito
MILANO - Torna l'incubo del lancio di sassi dai cavalcavia
dell'autostrada. E' successo lunedì pomeriggio lungo l'A7 Milano-Genova
nel comune di Zinasco in provincia di Pavia. Ignoti hanno lanciato massi
da un cavalcavia verso i veicoli che percorrevano l'autostrada. Almeno
una ventina le auto coinvolte, ferito un camionista sia pure in maniera
lieve.
Continua qui
Continua qui
Arrestato a Bruxelles Antonio Gozzi, presidente di Duferco e Federacciai
Il presidente di Duferco e di Federacciai,
Antonio Gozzi, è stato arrestato a Bruxelles dalle autorità belghe in
una indagine per corruzione. Secondo l'accusa avrebbe corrotto degli
ufficiali nella Repubblica democratica del Congo per ottenere appalti.
Lo rende noto TicinoNews con una nota di Duferco, che ha sede a Lugano. Gozzi è anche presidente della squadra di calcio Virtus Entella di Chiavari che milita nella serie B.
Con Gozzi è stato fermato anche un altro dirigente italiano del gruppo con sede a Lugano, Massimo Croci, direttore di diverse filiali europee. Il manager, fa sapere la Duferco che si dice stupefatta dall'arresto, erano andati spontaneamente dall'Italia in Belgio per testimoniare in un'indagine per un caso di corruzione che ha portato all'arresto del sindaco di Waterloo, Serge Kubla.. Venerdì compariranno davanti al giudice che deciderà se convalidare l'arresto.
"Questo modo di procedere non può essere definito se non come un mezzo di pressione inammissibile", afferma il gruppo Duferco che è di origine brasiliana e impiega 3000 persone in tutto il mondo. Oggi la società è controllata dalla cinese Hebei Iron and Steel Group. Il gruppo, "che rispetta dalla fondazione un rigido codice etico - aggiunge la nota - tiene ad affermare che Gozzi e Croci hanno più che mai la fiducia del gruppo e degli azionisti".
Continua qui
Con Gozzi è stato fermato anche un altro dirigente italiano del gruppo con sede a Lugano, Massimo Croci, direttore di diverse filiali europee. Il manager, fa sapere la Duferco che si dice stupefatta dall'arresto, erano andati spontaneamente dall'Italia in Belgio per testimoniare in un'indagine per un caso di corruzione che ha portato all'arresto del sindaco di Waterloo, Serge Kubla.. Venerdì compariranno davanti al giudice che deciderà se convalidare l'arresto.
"Questo modo di procedere non può essere definito se non come un mezzo di pressione inammissibile", afferma il gruppo Duferco che è di origine brasiliana e impiega 3000 persone in tutto il mondo. Oggi la società è controllata dalla cinese Hebei Iron and Steel Group. Il gruppo, "che rispetta dalla fondazione un rigido codice etico - aggiunge la nota - tiene ad affermare che Gozzi e Croci hanno più che mai la fiducia del gruppo e degli azionisti".
Continua qui
Iscriviti a:
Post (Atom)