Cantieri a rischio in tutto il paese. A partire da alcune grandi opere,
destinate ad avere grossi problemi, come il Terzo Valico o la Tav
Torino-Lione. Il Governo ha licenziato da pochi giorni, per la seconda
volta, il Dpr in materia di terre e rocce da scavo , che andrà a
ristrutturare completamente la delicatissima materia del riutilizzo del
materiale ricavato dalle lavorazioni in cantiere.
E la brutta notizia, per le imprese, è contenuta nelle definizioni: il
limite di amianto tollerato per le operazioni di recupero delle terre
viene abbassato di molto, un decimo rispetto a quello in vigore. Una
modifica che potrebbe creare grossi problemi in quelle aree nelle quali i
livelli di amianto sono naturalmente elevati, come la Liguria o il
Piemonte. Anche se non è ancora detta l'ultima parola: i passaggi in
Parlamento e in Consiglio di Stato potrebbero portare qualche
correzione.
Il passaggio finito sotto la lente già durante la fase di
consultazioni riguarda la definizione di terre da scavo, contenuta
all'articolo 2 della bozza di decreto. Qui, in sostanza, si definisce
quello che può essere considerato sottoprodotto e non rifiuto e che,
quindi, rispettando le procedure del nuovo Dpr, potrà essere
riutilizzato all'interno del cantiere. Il nuovo testo pone un paletto
molto pesante: "Le terre e rocce da scavo possono contenere amianto nel
limite massimo di 100 mg/kg, corrispondente al limite di rilevabilità
analitico".
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