Dall'Hemingway alla Cremeria di Alessandria al Principe di Novi: bar e
attività storiche cedute ad imprenditori cinesi. “In Italia non si può
più investire, troppe tasse”
Alessandria
COMMERCIO - Non è per moda, ma per necessità che i titolari di locali storici alessandrini, e non solo, hanno tirato in remi in barca, cedendo la guida ad imprenditori cinesi. E' successo all'Hemingway di via Cavour (nella foto), alla Cremeria di piazza della Libertà, al Principe di viale Rimembranza a Novi. L'ultimo caso, in ordine di tempo, è la panetteria Sandroni.
“Lavoravo 20 ore al giorno e, alla fine, mi non restavano in tasca neppure i soldi di uno stipendio da operaio”, racconta Enrico Elli, ex titolare della Cremeria. “Troppe tasse, tra Irpef, spazzatura, insegne, Siae...”
Ad Elli si è presentata un'occasione: cedere ad un imprenditore cinese. E così è stato. “Non sanno fare neppure il caffè ma hanno voglia di lavorare,
non si spaventano delle ore dietro ad un ad un bancone”. Ora
l'imprenditore italiano lavora in Romania, nel settore edile. “L'azienda
per cui lavoro ora aveva comunque 5 mila dipendenti, ora siamo 2.500.
Ha trasferito la sede in Romania, le tasse sono più basse e la
manodopera costa meno”.
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giovedì 19 gennaio 2017
Cementir: lettere di licenziamento per 23 dipendenti
Arquata Scrivia (AL)
Spedite ieri le lettere di licenziamento per venti tre lavoratori Cementir, "nonostante gli impegni assunti". I sindacati proclamano "sciopero a tempo indeterminato". Gli esuberi avrebbero dovuto essere assorbiti da Cociv, in fase di commissariamento dopo le inchieste giudiziarie di Genova e Torino. E sulle frasi di Pagani (ex Cociv) in relazione al rischio amianto ("tanto la malattia arriva tre trent'anni) il commissario Romano assicura che i controlli sono eseguiti dal Centro Sanitario delle Regione
AGGIORNAMENTO ORE 11.00:
Sciopero a tempo indeterminato. È questa la decisione presa dalle organizzazioni sindacali Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil che, questa mattina, mercoledì 18 gennaio, si sono riunite in assemblea con i lavoratori dello stabilimento arquatese della Cemetir.
"Ancora nulla di fatto per gli esuberi Cementir e l’azienda procede con i licenziamenti, grave atto non solo verso i lavoratori ma anche verso le Istituzioni che si adoperano per il buon fine della vertenza - commentano le tre sigle sindacali" - I lavoratori riuniti in assemblea, con le Rsu, le segreterie di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil di Alessandria, giudicano grave l’atteggiamento dell’azienda volto a colpire i lavoratori invece di trovare soluzioni. I dirigenti dell’azienda non vogliono attendere gli sviluppi della richiesta di commissariamento del consorzio Cociv e concordare nuovamente la ricollocazione degli esuberi".
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Spedite ieri le lettere di licenziamento per venti tre lavoratori Cementir, "nonostante gli impegni assunti". I sindacati proclamano "sciopero a tempo indeterminato". Gli esuberi avrebbero dovuto essere assorbiti da Cociv, in fase di commissariamento dopo le inchieste giudiziarie di Genova e Torino. E sulle frasi di Pagani (ex Cociv) in relazione al rischio amianto ("tanto la malattia arriva tre trent'anni) il commissario Romano assicura che i controlli sono eseguiti dal Centro Sanitario delle Regione
AGGIORNAMENTO ORE 11.00:
Sciopero a tempo indeterminato. È questa la decisione presa dalle organizzazioni sindacali Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil che, questa mattina, mercoledì 18 gennaio, si sono riunite in assemblea con i lavoratori dello stabilimento arquatese della Cemetir.
"Ancora nulla di fatto per gli esuberi Cementir e l’azienda procede con i licenziamenti, grave atto non solo verso i lavoratori ma anche verso le Istituzioni che si adoperano per il buon fine della vertenza - commentano le tre sigle sindacali" - I lavoratori riuniti in assemblea, con le Rsu, le segreterie di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil di Alessandria, giudicano grave l’atteggiamento dell’azienda volto a colpire i lavoratori invece di trovare soluzioni. I dirigenti dell’azienda non vogliono attendere gli sviluppi della richiesta di commissariamento del consorzio Cociv e concordare nuovamente la ricollocazione degli esuberi".
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Valanga hotel Rigopiano: soccorritori arrivati, salvate due persone, si scava nella neve
Sono ore drammatiche a Farindola (PE).
Valanga Hotel Rigopiano - Alle ore 04:00 circa di stanotte i soccorritori sono riusciti a raggiungere l'hotel Rigopiano nel comune di Farindola.
Secondo i comunicati ANSA: "I soccorritori hanno al momento messo in salvo due persone,
Giampiero Parete e Fabio Salzetta, dall’hotel in provincia di Pescara
travolto ieri da una valanga. I due al momento dell’incidente erano
all’esterno della struttura e hanno visto la slavina arrivare.
Risultano in buone condizioni fisiche; si erano riparati all’interno di
un’auto. Al momento nessuna informazione disponibile sugli altri
occupanti dell’albergo."
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Slavina su hotel "Rigopiano" sul Gran Sasso, ci sono "tanti morti"
Valanga su hotel Rigopiano, l'albergo sepolto visto dall'elicottero dei Vigili del Fuoco (video)
Rigopiano, l'inviato Zunino a pochi km dall'hotel: ''Struttura isolata, concepita per chi cerca relax''
Nevicate record su Abruzzo e Marche 100mila al buio
Ultime ore - MALTEMPO: confermato il ritorno del maltempo al centro e al sud durante il fine settimana ma con PIOGGE prevalenti e neve solo in alta quota. Al nord-ovest e sull'Emilia-Romagna nel corso di domenica qualche precipitazione, nevosa anche a quote basse sul Piemonte e l'Appennino ligure.
mercoledì 18 gennaio 2017
Prete accusato orge, 9 donne coinvolte
(ANSA) - PADOVA, 18 GEN - E' una storia boccaccesca che pare
senza fine quella delle orge in canonica organizzate da un prete
padovano, don Andrea Contin, con parrocchiane e altri amici
sacerdoti. Emerge dall'inchiesta che sono almeno nove le donne
che avrebbero avuto rapporti sessuali con il religioso e con
almeno un altro sacerdote: è stato lui a confessarlo,
confermando agli investigatori di aver avuto incontri hard 'a
tre' - con l'amante del parroco, e quest'ultimo - in un'altra
parrocchia della provincia di Padova.
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Terremoto, 4 scosse sopra magnitudo 5: torna la paura nel Centro Italia in ginocchio per la neve
La tenda della Croce rossa italiana schiacciata dal peso ad Ancarano (Norcia) (fotogramma) |
Terra trema alle 10,24 alle
11,14, alle 11,25 e alle 14,33 fino a Roma, Firenze e Napoli. Epicentro
tra L'Aquila e Rieti. Vigili del fuoco tirano fuori bambino e la sua
mamma da sotto le macerie. Ad Amatrice crolla il campanile di
Sant'Agostino. Chiuse stazioni dell'A24. Emergenza sindaci: "Siamo al
gelo, intervenite"
di SIMONA CASALINI e KATIA RICCARDITRE forti scosse di terremoto in un'ora. Tutte sopra la magnitudo 5, tutte nel centr'Italia, tra L'Aquila e Rieti, ancora una volta vicino ad Amatrice.
La prima scossa, avvertita intorno alle 10,25 tra Lazio, Abruzzo e Marche, si sente anche a Roma a Firenze a Napoli e in Emilia. La magnitudo è di 5,3, e colpisce tra L'Aquila e Rieti a una profondità di 10 km.
Alle 11,14, la seconda botta, con magnitudo intorno a 5,5. Pochi minuti dopo, alle 11,25, un nuovo tremore prolungato, lo stesso epicentro. I centralini del pronto intervento impazziscono, nelle zone terremotate, nei comuni di Amatrice e Accumoli già sepolti dalla neve, si segnalano crolli. Ad Amatrice viene giù quel poco che restava del campanile della chiesa di Sant'Agostino.
I vigili del fuoco intervengono ovunque, a Castiglione Messer Raimondo, in provincia di Teramo da sotto le macerie di un agriturismo, tirano fuori un bambino e la sua mamma, sono in condizioni di ipotermia. Caricati sull'elicottero Drago 54 sono trasportati in ospedale.
La terra trema una quarta poco dopo l'ora di pranzo, alle 14,33. Poi di nuovo, magnitudo 4.3, primo pomeriggio, alle16,16, con epicentro a due chilometri dal paese nel Reatino. Ha una profondità di 10 chilometri. Come epicentro gli stessi luoghi che in questi giorni sono già in piena emergenza meteo, sotterrati da metri di neve.
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LA MAPPA DELLE SCOSSE
IL LIVEBLOG
Ingv, mai vista serie simile a questa
Amatrice, il crollo del campanile (video)
Era rimasto in piedi insieme alla Torre civica dopo la scossa dell’agosto 2016Un disperso sotto una slavina
Risulta disperso l’uomo travolto da una slavina ad Ortolano, frazione di Campotosto (L’Aquila). Lo confermano i Carabinieri Forestali che insieme alla Gdf stanno effettuando il soccorso. Si tratterebbe di un uomo intorno ai 60 anni, uscito di corsa da casa dopo la prima scossa di stamani e finito sotto alla slavina insieme al fratello, soccorso subito dagli altri residenti. L’uomo invece è rimasto sotto a diversi metri di neve e sembra non ci siano più speranze.
Curcio: «Le scosse non sono mai terminate dal 24 agosto»
«Le scosse non sono mai terminate dal 24 agosto, abbiamo superato le 45mila. Le persone che vivono su quei territori lo vivono quotidianamente». LO ha detto il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio a Skytg24. «Abbiamo attivato tutte le strutture, che erano prontamente attive - ha aggiunto - un pò perché si sta lavorando dal 24 agosto un po’ perché stanno facendo dei punti specifici sulla parte meteo che sta aggravando questa zona».
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Stefano Cucchi, per il pm fu omicidio preterintenzionale
A otto anni dalla morte, finisce inchiesta bis aperta nel 2014. Accusati i carabinieri Di Bernardo, D'Alessandro e Tedesco, che lo arrestarono a Roma. Reato di calunnia e falso verbale di arresto per il maresciallo Mandolini, allora comandante, e Tedesco. Solo calunnia per Nicolardi
di CARLO BONINI e GIUSEPPE SCARPA
ROMA - Stefano Cucchi è morto per gli esiti letali del pestaggio che subì la notte del suo arresto. Non è morto "di fame e sete", non è morto "per cause ignote alla scienza medica", né di epilessia. E' stato un omicidio. Preterintenzionale. In cui decisiva è stata la mano e la responsabilità di chi lo aveva in custodia, i carabinieri allora in servizio nella stazione Appia. Gli stessi che per coprire la verità avrebbero accusato di quella morte degli innocenti che sapevano tali.
Otto anni dopo la sua morte in un letto del reparto di medicina protetta dell'ospedale Pertini di Roma (22 ottobre 2009), il procuratore capo Giuseppe Pignatone e il pm Giovanni Musarò chiudono la cosiddetta inchiesta bis (aperta nel novembre del 2014) sui responsabili del suo pestaggio e con l'atto di conclusione indagini contesta a tre dei carabinieri che lo arrestarono nel parco degli acquedotti di Roma - Alessio Di Bernardo, Raffaele D'Alessandro e Francesco Tedesco - il reato di omicidio preterintenzionale.
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ROMA - Stefano Cucchi è morto per gli esiti letali del pestaggio che subì la notte del suo arresto. Non è morto "di fame e sete", non è morto "per cause ignote alla scienza medica", né di epilessia. E' stato un omicidio. Preterintenzionale. In cui decisiva è stata la mano e la responsabilità di chi lo aveva in custodia, i carabinieri allora in servizio nella stazione Appia. Gli stessi che per coprire la verità avrebbero accusato di quella morte degli innocenti che sapevano tali.
Otto anni dopo la sua morte in un letto del reparto di medicina protetta dell'ospedale Pertini di Roma (22 ottobre 2009), il procuratore capo Giuseppe Pignatone e il pm Giovanni Musarò chiudono la cosiddetta inchiesta bis (aperta nel novembre del 2014) sui responsabili del suo pestaggio e con l'atto di conclusione indagini contesta a tre dei carabinieri che lo arrestarono nel parco degli acquedotti di Roma - Alessio Di Bernardo, Raffaele D'Alessandro e Francesco Tedesco - il reato di omicidio preterintenzionale.
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martedì 17 gennaio 2017
Inchiesta Terzo valico, intercettazione choc: “C’è l’amianto? Tanto la malattia arriva fra trent’anni”
Così il dirigente Cociv rispondeva al collega preoccupato per il materiale nei cantieri
L’amianto non è sempre stata una preoccupazione per i manager del consorzio che sta costruendo il Terzo valico. Tanto
che 18 mesi fa uno dei superdirigenti poi arrestati per gli appalti
pilotati, davanti all’allarme di un sottoposto per la presenza della
fibra pericolosa nei cantieri lo tranquillizzava: «Tanto la malattia
arriva fra trent’anni...». Le cimici della Finanza stavano registrando tutto.
Per contestualizzare la vicenda occorre tornare alla fine del luglio 2015. Fra alcuni tecnici del Cociv, raggruppamento d’imprese capeggiato da Salini-Impregilo che realizzerà la nuova ferrovia Genova-Milano, c’è un po’ di apprensione poiché dagli scavi saltano fuori materiali pericolosi. Gli abitanti delle aree circostanti protestano, sia in Piemonte dove dovrebbe essere realizzata gran parte del tracciato, sia sul versante ligure. In quel periodo le Fiamme gialle e i carabinieri, su ordine delle Procure di Genova e Roma, registrano ogni dialogo negli uffici Cociv del capoluogo ligure: molte commesse potrebbero essere state assegnate in modo illegale dal medesimo consorzio, che svolge il ruolo di general contractor affidando lavori pagati con miliardi di soldi pubblici pur essendo un soggetto privato.
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Matteo Indice
Per contestualizzare la vicenda occorre tornare alla fine del luglio 2015. Fra alcuni tecnici del Cociv, raggruppamento d’imprese capeggiato da Salini-Impregilo che realizzerà la nuova ferrovia Genova-Milano, c’è un po’ di apprensione poiché dagli scavi saltano fuori materiali pericolosi. Gli abitanti delle aree circostanti protestano, sia in Piemonte dove dovrebbe essere realizzata gran parte del tracciato, sia sul versante ligure. In quel periodo le Fiamme gialle e i carabinieri, su ordine delle Procure di Genova e Roma, registrano ogni dialogo negli uffici Cociv del capoluogo ligure: molte commesse potrebbero essere state assegnate in modo illegale dal medesimo consorzio, che svolge il ruolo di general contractor affidando lavori pagati con miliardi di soldi pubblici pur essendo un soggetto privato.
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Incendi, notte di paura a Genova: fumo e chiusure sull’A12
Genova - Dopo quasi 14 ore di paura, «sono state fatte rientrare
nelle loro case le 13 persone costrette a lasciare le abitazioni perché
minacciate dall’incendio in via Fassa, a Nervi», come ha
annunciato dopo la mezzanotte l’assessore comunale alla Protezione
civile, Gianni Crivello, dopo il sopralluogo in uno dei quartieri più
colpiti dall’incendio che dalle 11 di lunedì mattina ha tenuto in scacco decine e decine di vigili del Fuoco
.
Ma l’emergenza è tutt’altro che rientrata: alcuni focolai sono ancora attivi sulle alture di Sant’Ilario e Nervi, altri si sono sviluppati sul monte Fasce, altri ancora (e sono quelli che preoccupano maggiormente) a ponente del capoluogo ligure.
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“
Ma l’emergenza è tutt’altro che rientrata: alcuni focolai sono ancora attivi sulle alture di Sant’Ilario e Nervi, altri si sono sviluppati sul monte Fasce, altri ancora (e sono quelli che preoccupano maggiormente) a ponente del capoluogo ligure.
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Incendi sulle alture di Genova, in fuga dalle case a Nervi
Nervi, l’incendio sulle colline nelle foto dei lettori
Incendio a Nervi e a Pegli, autostrade chiuse e palazzi evacua
Allarme incendi da Nervi a Pegli, la diretta
“
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Trova l’auto distrutta, le telecamere svelano l’incredibile identità dei vandali
Lascia l’auto nel parcheggio ma al mattino, quando si alza, la trova
distrutta. Allora si rivolge alla polizia, per denunciare il vandalismo
e quando guarda le immagini della videosorveglianza non riesce a
credere ai suoi occhi. I vandali sono dei cani randagi. Il branco ha
attaccato le ruote, il paraurti e altre parti dell’auto. Il curioso
episodio è accaduto in Turchia
Il video
Il video
Turchia, media: “Arrestato presunto attentatore della strage di Capodanno a Istanbul”
La polizia turca ha preso Abdulkadir Masharipov, cittadino uzbeko
accusato di essere il responsabile dell'assalto alla discoteca Reina.
Secondo la Cnn Turk, l'uomo sarebbe stato fermato insieme al figlio nel
quartiere Esenyurt, in quello che Ntv indica come un covo dell'Isis.
Insieme a lui sono state trovate altre 3 persone: sarebbero anche loro
militanti jihadisti
Diciassette giorni in fuga e poi l’arresto nella stessa città in cui era stata commessa la strage. È durata tanto la caccia al presunto autore della strage di Capodanno, che a Istanbul era costata la vita a 39 persone. Ed è nella stessa città sul Bosforo che, secondo i media turchi, è stato arrestato Abdulkadir Masharipov, cittadino uzbeko accusato di essere il responsabile dell’assalto alla discoteca Reina. Secondo la Cnn Turk, l’uomo sarebbe stato arrestato insieme al figlio nel quartiere Esenyurt, alla periferia europea di Istanbul. Secondo Ntv il presunto killer si sarebbe nascosto tre giorni fa nell’abitazione in cui è stato arrestato. L’appartamento sarebbe un covo dell’Isis. Insieme a Masharipov sono state trovate altre 3 persone: sarebbero anche loro militanti jihadisti.
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Diciassette giorni in fuga e poi l’arresto nella stessa città in cui era stata commessa la strage. È durata tanto la caccia al presunto autore della strage di Capodanno, che a Istanbul era costata la vita a 39 persone. Ed è nella stessa città sul Bosforo che, secondo i media turchi, è stato arrestato Abdulkadir Masharipov, cittadino uzbeko accusato di essere il responsabile dell’assalto alla discoteca Reina. Secondo la Cnn Turk, l’uomo sarebbe stato arrestato insieme al figlio nel quartiere Esenyurt, alla periferia europea di Istanbul. Secondo Ntv il presunto killer si sarebbe nascosto tre giorni fa nell’abitazione in cui è stato arrestato. L’appartamento sarebbe un covo dell’Isis. Insieme a Masharipov sono state trovate altre 3 persone: sarebbero anche loro militanti jihadisti.
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lunedì 16 gennaio 2017
Meteo a 7 giorni: tanta NEVE a quote collinari sul versante adriatico; il NORD può sperare nel week-end
Continuerà a nevicare almeno fino a mercoledì a quote collinari sulle regioni adriatiche, dove gli accumuli diverranno ingenti. Sul finire della settimana un po' di neve potrebbe arrivare anche sulle pianure del nord, ma servono molte conferme.
L'ondata gelida che sta interessando gran parte d'Italia, raggiungerà il suo apice nelle prossime ore e in tutta la giornata di domani (martedì 17 gennaio).
In sostanza, continuerà a nevicare senza sosta su parte dell'Appennino Romagnolo, Marchigiano e Abruzzese a quote alquanto basse (300-400 metri, con intrusioni più in basso in caso di rovesci intensi).Qualche spruzzata di neve potrebbe spingersi verso le zone pianeggianti dell'Emilia Romagna; il resto del settentrione invece sperimenterà un freddo secco e assai ventoso, specie sulle Venezie e in Liguria.
Maltempo anche al meridione, con temporali, grandinate e la neve che si farà vedere in Appennino sopra i 600-700 metri.
La morsa del freddo e del maltempo mollerà un po' la presa ad iniziare da mercoledì 18 gennaio (prima mappa), quando i fenomeni al centro-sud si faranno più sporadici e meno intensi (comprese ovviamente le nevicate).
Tra giovedì 19 e venerdì 20 gennaio un rialzo termico più sensibile si manifesterà sulle regioni meridionali e parte di quelle centrali; le precipitazioni non cesseranno del tutto (specie al sud), ma la quote neve si porterà attorno a 800-1000 metri.
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Sparatoria in discoteca a Playa del Carmen, un italiano tra le vittime
Roma - Sparatoria in una discoteca di Playa del Carmen, uno dei paradisi del turismo messicano. Il bilancio è di 5 morti, tra cui un uomo italiano, di origini milanesi, Daniel Pessina.
Dalle prime informazioni non si tratta di un attentato di matrice
terroristica, ma di un regolamento di conti tra bande locali.
Playa del Carmen, sulla costa orientale della penisola dello Yucatan,
è una delle più note località turistiche della cosiddetta Riviera Maya,
che si affaccia sul mare Caraibico nello Stato messicano di Quintana
Roo.
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Rapina alla gioielleria di Pozzolo, i carabinieri catturano i responsabili
Sono stati arrestati dai militari del Nucleo Investigativo gli autori
della violenta rapina commessa lo scorso 6 dicembre ai danni della
gioielleria Cm. Il titolare Maurizio Quadrelli era stato picchiato dai
malviventi ed era finito in ospedale con ferite e lesioni al viso
Pozzolo Formigaro (AL)
Sono stati catturati dai carabinieri del Nucleo Investigativo gli autori della violenta rapina commessa lo scorso 6 dicembre ai danni della gioielleria Cm di Pozzolo Formigaro.
Poco prima delle 6 del pomeriggio, quando ormai era buio, tre banditi avevano preso d’assalto la gioielleria di via Roma 13. In quel momento, all’interno si trovava solo il titolare Maurizio Quadrelli: i malviventi lo avevano aggredito e picchiato, poi avevano agguantato un rotolo di velluto contenente bracciali in oro e altri preziosi ed erano infine fuggiti a bordo di una utilitaria.
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Pozzolo Formigaro (AL)
Sono stati catturati dai carabinieri del Nucleo Investigativo gli autori della violenta rapina commessa lo scorso 6 dicembre ai danni della gioielleria Cm di Pozzolo Formigaro.
Poco prima delle 6 del pomeriggio, quando ormai era buio, tre banditi avevano preso d’assalto la gioielleria di via Roma 13. In quel momento, all’interno si trovava solo il titolare Maurizio Quadrelli: i malviventi lo avevano aggredito e picchiato, poi avevano agguantato un rotolo di velluto contenente bracciali in oro e altri preziosi ed erano infine fuggiti a bordo di una utilitaria.
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Milano, donna ammazzata in casa: accoltellata 23 volte. Il marito confessa: "Sono stato io"
Alle 4 del mattino, dopo un difficile interrogatorio durato ore. Ha fatto anche ritrovare l'arma del delitto
Il marito di Rosanna Belvisi, 50 anni, l'ultima vittima di femminicidio a Milano, è stato fermato dalla polizia per omicidio. Dopo una notte in questura passata sotto interrogatorio, Luigi Messina, 53 anni, è stato formalmente indagato: avrebbe ucciso sua moglie con 23 coltellate, quelle mortali alla gola, alla fine di una lite violenta. Intorno alle 4 del mattino è crollato e ha confessato, dopo ore passate a rispondere alle domande degli investigatori della Mobile che gli chiedevano conto di una serie di contraddizioni. Alla base del delitto, la relazione extraconiugale dell'uomo: la moglie aveva scoperto anche che, da quella relazione, era nato un bambino. Due casi di femminicidio in quattro giorni, a Milano, che fanno lanciare al questore Antonio De Iesu un appello alle donne: "Serve una cultura della denuncia: imparate a riconoscere i segnali di allarme e denunciate".
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Il marito di Rosanna Belvisi, 50 anni, l'ultima vittima di femminicidio a Milano, è stato fermato dalla polizia per omicidio. Dopo una notte in questura passata sotto interrogatorio, Luigi Messina, 53 anni, è stato formalmente indagato: avrebbe ucciso sua moglie con 23 coltellate, quelle mortali alla gola, alla fine di una lite violenta. Intorno alle 4 del mattino è crollato e ha confessato, dopo ore passate a rispondere alle domande degli investigatori della Mobile che gli chiedevano conto di una serie di contraddizioni. Alla base del delitto, la relazione extraconiugale dell'uomo: la moglie aveva scoperto anche che, da quella relazione, era nato un bambino. Due casi di femminicidio in quattro giorni, a Milano, che fanno lanciare al questore Antonio De Iesu un appello alle donne: "Serve una cultura della denuncia: imparate a riconoscere i segnali di allarme e denunciate".
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sabato 14 gennaio 2017
Alessandria, l’allenatore accusato di pedofilia e violenza su minori si è tolto la vita in carcere
L’indagine che ha portato all’arresto era partita dalla testimonianza di
una vittima che l’aveva riconosciuto in un bar per caso dopo 29 anni:
nel bilocale del mister i carabinieri hanno sequestrato centinaia di
videocassette con i filmati dei suoi incontri con i baby calciatori
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Miriam Massone
Alessandria
Ha deciso di farla finita: l’allenatore alessandrino delle giovanili, Antonio Marci, 63 anni, conosciuto da tutti come «Tonino», si
è suicidato nel carcere Don Soria di Alessandria dove era rinchiuso da
martedì sera con l’accusa di possesso di ingente materiale
pedo-pornografico e violenze sui minori. Si sarebbe tolto la vita con una busta di plastica, nella sua cella questa sera. Continua qui
Arrestato giovedì, si è tolto la vita oggi nel carcere San Michele di Alessandria
venerdì 13 gennaio 2017
Sono padre, figlio e nipote gli aggressori degli “Hell’s Angels” nella sparatoria a Giaveno
Due i motociclisti feriti: uno è grave al Cto. Aperto un fascicolo per tentato omicidio
LE SGOMMATE E POI GLI SPARI
Tutto inizia alle 22,15, quando due giovani, a bordo di un Fiat Doblò, hanno raggiunto il piazzale ricoperto di neve e hanno iniziato a cimentarsi in sgommate e sbandate. Così è nato il primo diverbio con alcuni bikers associati all’«Hell’s Angels motorcycle club» di Torino, che ha la sua sede proprio in una delle sale interne all’hotel l’Aquila. Successivamente i due, dopo aver fatto ritorno alle rispettive abitazioni a Giaveno recuperando due pistole, sono nuovamente ritornati con due auto all’hotel, accompagnati dal padre di uno di loro. Hanno prima investito un uomo di 41 anni di San Giusto Canavese (ricoverato a Rivoli con lesioni alle gambe), poi hanno colpito alla fronte con un colpo di pistola un quarantaseienne di Villar Focchiardo, ricoverato ora in pericolo di vita al Cto. Prima di fuggire con due auto, gli aggressori hanno sparato colpi di pistola in aria: indagano i carabinieri della Compagnia di Rivoli e del Comando provinciale. I due feriti, rispettivamente di 42 e 47 anni, sono entrambi pregiudicati.
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Federico Genta
Giaveno (AL)
Sono tre italiani, padre, figlio e nipote, i sospetti aggressori
della sparatoria di questa notte, giovedì, davanti al
ristorante-rifugio Aquila di Giaveno. I carabinieri hanno raccolto
importanti indizi che confermerebbero la loro presenza nel parcheggio
dove è stato investito un primo motociclista e poi ferito alla testa,
con un colpo di pistola, un altro componente degli Hell’s Angel. I
militari hanno sequestrato, oltre alle auto utilizzate, anche due armi:
una Glock calibro 40 e un revolver Smith & Wesson. I tre fermati
risultano tutti residenti a Giaveno.LE SGOMMATE E POI GLI SPARI
Tutto inizia alle 22,15, quando due giovani, a bordo di un Fiat Doblò, hanno raggiunto il piazzale ricoperto di neve e hanno iniziato a cimentarsi in sgommate e sbandate. Così è nato il primo diverbio con alcuni bikers associati all’«Hell’s Angels motorcycle club» di Torino, che ha la sua sede proprio in una delle sale interne all’hotel l’Aquila. Successivamente i due, dopo aver fatto ritorno alle rispettive abitazioni a Giaveno recuperando due pistole, sono nuovamente ritornati con due auto all’hotel, accompagnati dal padre di uno di loro. Hanno prima investito un uomo di 41 anni di San Giusto Canavese (ricoverato a Rivoli con lesioni alle gambe), poi hanno colpito alla fronte con un colpo di pistola un quarantaseienne di Villar Focchiardo, ricoverato ora in pericolo di vita al Cto. Prima di fuggire con due auto, gli aggressori hanno sparato colpi di pistola in aria: indagano i carabinieri della Compagnia di Rivoli e del Comando provinciale. I due feriti, rispettivamente di 42 e 47 anni, sono entrambi pregiudicati.
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Fca, authority Usa accusa: "Falsati i dati sulle emissioni". L'azienda: "Non siamo come Volkswagen"
L'Epa notifica al gruppo possibili violazioni per 104mila veicoli, in
particolare Grand Cherokee e i Dodge Ram. "Ha schivato le regole ed è
stata scoperta. Possibili sanzioni civili". Rischia multa da 4,6
miliardi. Marchionne: "La decisione mi disturba molto"
MILANO - Le Authority statunitensi accusano la casa automobilistica Fiat Chrysler di aver falsato i dati sulle emissioni. E minacciano una multa da 4,6 miliardi di dollari. Dopo il Dieselgate che aveva travolto Volkswagen ma di fatto risparmiato l'ex casa torinese, ora gli strali dei controllori Usa si abbattono sul gruppo guidato da Sergio Marchionne. A farne le spese sono i titoli in Borsa che alla notizia crollano dell'11,8% a Wall Street e vengono congelati a Milano (segui in diretta), dove poi precipitano.
La notizia è stata lanciata dall'agenzia di stampa Associated Press citando alcune fonti ed è stata poi confermata dalla Agenzia per la Protezione ambientale americana. Quest'ultima ha ufficializzato di aver notificato a Fca violazioni del Clear Air Act, ovvero delle norme sulle emissioni, su circa 104.000 veicoli. Nella sua nota l'Epa ha sottolineato che Fca potrebbe incorrere in sanzioni civili. I veicoli sui quali sarebbe stato montato (senza esser dichiarato) il software che consente emissioni diesel più alte degli standard sono i Jeep Grand Cherokee e i Dodge Ram, con i motori diesel 3.0 degli anni 2014, 2015 e 2016. Ora la sanzione potrebbe essere salata. "La multa potrebbe essere pari fino a 44.539 dollari per veicolo", ha detto l'Epa. E siccome la notifica di presunta violazione della Clean air act riguarda circa 104.000 veicoli, si ottiene un totale di 4,63 miliardi di dollari circa.
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MILANO - Le Authority statunitensi accusano la casa automobilistica Fiat Chrysler di aver falsato i dati sulle emissioni. E minacciano una multa da 4,6 miliardi di dollari. Dopo il Dieselgate che aveva travolto Volkswagen ma di fatto risparmiato l'ex casa torinese, ora gli strali dei controllori Usa si abbattono sul gruppo guidato da Sergio Marchionne. A farne le spese sono i titoli in Borsa che alla notizia crollano dell'11,8% a Wall Street e vengono congelati a Milano (segui in diretta), dove poi precipitano.
La notizia è stata lanciata dall'agenzia di stampa Associated Press citando alcune fonti ed è stata poi confermata dalla Agenzia per la Protezione ambientale americana. Quest'ultima ha ufficializzato di aver notificato a Fca violazioni del Clear Air Act, ovvero delle norme sulle emissioni, su circa 104.000 veicoli. Nella sua nota l'Epa ha sottolineato che Fca potrebbe incorrere in sanzioni civili. I veicoli sui quali sarebbe stato montato (senza esser dichiarato) il software che consente emissioni diesel più alte degli standard sono i Jeep Grand Cherokee e i Dodge Ram, con i motori diesel 3.0 degli anni 2014, 2015 e 2016. Ora la sanzione potrebbe essere salata. "La multa potrebbe essere pari fino a 44.539 dollari per veicolo", ha detto l'Epa. E siccome la notifica di presunta violazione della Clean air act riguarda circa 104.000 veicoli, si ottiene un totale di 4,63 miliardi di dollari circa.
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Migrante fa 10 km a piedi per restituire un cellulare
Un migrante ha deciso di fare 10 km a piedi per restituire il cellulare che aveva trovato sul treno alla sua proprietaria
Ha fatto oltre 10 km a piedi, percorrendo la strada da Incisa a Rignano, solo per restituire un telefono che aveva trovato sul treno. È questa la storia di Tom, un migrante nigeriano che ha fatto chilometri per riportare alla legittima proprietaria, una 18enne di Pian di Scò, l’iPhone che aveva dimenticato sul treno.A raccontare la vicenda è stato il padre della ragazza su Facebook, ringraziando sui social il giovane Tom, che con il suo gesto era riuscito a commuovere e impressionare tutta la famiglia.
“Ho voluto ringraziare Tom – ha spiegato il padre della 18enne – perché ha fatto un gesto che forse nessun altro oggi farebbe”. “Grazie Tom – si legge nel post comparso sui social – grazie al ragazzo nigeriano, solo e senza lavoro, dall’italiano incerto quanto il suo futuro (e glielo auguro comunque glorioso), che ha trovato in treno il cellulare di mia figlia e, pur di riportarglielo, s’è fatto Incisa-Rignano a piedi, non avendo altri mezzi. Ha detto lo dovevo fare come se fosse l’unico scopo di tutta la sua vita”.
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giovedì 12 gennaio 2017
Pioggia congelante e venti a 120km/h attesi in Piemonte
Una nuova breve nevicata è attesa per giovedì 12 gennaio in Piemonte, ma a preoccupare è l’allerta meteo per la “pioggia congelante” prevista sul basso Piemonte e per i venti burrascosi di venerdì, con raffiche che supereranno i 100-120 chilometri orari e che si spingeranno fino in pianura. L’avviso è della Smi (Società Meteorologica Italiana). In particolare l’insidiosa pioggia congelante è prevista nella valle alessandrina dello Scrivia e in quella cuneese-alessandrina del Tanaro, mentre nevischio e neve, con depositi modesti, un paio di centimetri, su pianure e colline riguarderanno tutta la regione, ma sopratutto il nord-est del Piemonte.
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Ecco il momento più FREDDO della prossima settimana
Una nuova breve
nevicata è attesa per giovedì 12 gennaio in Piemonte, ma a preoccupare è
l’allerta meteo per la “pioggia congelante” prevista sul basso Piemonte
e per i venti burrascosi di venerdì, con raffiche che supereranno i
100-120 chilometri orari e che si spingeranno fino in pianura. L’avviso è
della Smi (Società Meteorologica Italiana).
In particolare l’insidiosa pioggia congelante è prevista nella valle
alessandrina dello Scrivia e in quella cuneese-alessandrina del Tanaro,
mentre nevischio e neve, con depositi modesti, un paio di centimetri, su
pianure e colline riguarderanno tutta la regione, ma sopratutto il
nord-est del Piemonte.
Seguici su Facebook: https://www.facebook.com/quotidianopiemontese Creative Commons Attribuzione - Non commerciale Non opere derivate 3.0 Italia (CC BY-NC-ND 3.0 IT) Fonte: http://www.quotidianopiemontese.it/2017/01/11/pioggia-congelante-e-venti-a-120kmh-attesi-in-piemonte/#.WHeNVlyHPzM
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Omicidio del Ferrarese, il padre del complice: “Mio figlio? Un debole, si è fatto comprare”
Il genitore dell’amico dell’assassino: è un ragazzo buono, ora ho paura
che si uccida. Il patto di morte tra i ragazzi era: “Se mi aiuti, ti do
tutto ciò che non hai”
Erano amici del cuore. Uno aveva un sogno da mille euro,
l’altro non sopportava più sua madre. Alla fine, non c’è tanto altro da
cercare qui, dove due genitori sono stati ammazzati a colpi d’ascia. I
carabinieri hanno trovato un portafoglio gonfio di soldi. «Quanti soldi,
esattamente, io non lo so dire. Ma hanno sequestrato quel portafoglio a
casa mia, l’ho visto con i miei occhi, era zeppo di contanti. Mio
figlio è un debole. Non si lusinga la gente così. Con la ricchezza. Il
suo amico l’ha convinto con quella somma di denaro. È per quello che
l’ha fatto».
Il padre di M. Eccolo, sta fuori al gelo e piange. Ci sono due piccoli leoni di cemento davanti all’ingresso di questa casa di un solo piano, che non sarebbe giusto definire villetta in ossequio ai cliché dell’orrore italiano. La casa di M è quella di una famiglia che fa fatica. Poca luce, umidità. È una frazione di campagna persa verso il delta del Po: una rotonda, una chiesa, il presepe ancora acceso, il Tiki Bar. Vivevano in cinque in questa casetta, marito, moglie e tre figli, di cui uno molto malato. «Io sono di razza contadina», dice il padre di M. «Per me ti devi impegnare per avere qualcosa, solo così la ottieni. Quando mio figlio si è fatto bocciare la seconda volta per il patentino, io gli ho detto di arrangiarsi. Che si tenesse la bici, perché bisogna imparare a faticare. Avevo già speso 600 euro, mi sembrava abbastanza. Ma quell’altro, il suo amico, stava bene e pretendeva sempre di più. Aveva lo scooter, il telefono da 700 euro, i vestiti tutti firmati. Detestava la madre perché lo sgridava duramente, cercava di mettergli un freno. Avevano litigato molto, nell’ultimo periodo. Lo sapevo anche io, ma chi poteva immaginare una cosa simile?».
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Ripreso per i brutti voti a scuola, fa uccidere i genitori a colpi d’ascia (Fabio Poletti)
DA PIETRO MASO A ERIKA E OMAR, GLI ALTRI CASI DI FIGLI ASSASSINI (CARUCCI)
Niccolò Zancan
inviato a Pontelangorino (Ferrara)
Il padre di M. Eccolo, sta fuori al gelo e piange. Ci sono due piccoli leoni di cemento davanti all’ingresso di questa casa di un solo piano, che non sarebbe giusto definire villetta in ossequio ai cliché dell’orrore italiano. La casa di M è quella di una famiglia che fa fatica. Poca luce, umidità. È una frazione di campagna persa verso il delta del Po: una rotonda, una chiesa, il presepe ancora acceso, il Tiki Bar. Vivevano in cinque in questa casetta, marito, moglie e tre figli, di cui uno molto malato. «Io sono di razza contadina», dice il padre di M. «Per me ti devi impegnare per avere qualcosa, solo così la ottieni. Quando mio figlio si è fatto bocciare la seconda volta per il patentino, io gli ho detto di arrangiarsi. Che si tenesse la bici, perché bisogna imparare a faticare. Avevo già speso 600 euro, mi sembrava abbastanza. Ma quell’altro, il suo amico, stava bene e pretendeva sempre di più. Aveva lo scooter, il telefono da 700 euro, i vestiti tutti firmati. Detestava la madre perché lo sgridava duramente, cercava di mettergli un freno. Avevano litigato molto, nell’ultimo periodo. Lo sapevo anche io, ma chi poteva immaginare una cosa simile?».
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Ripreso per i brutti voti a scuola, fa uccidere i genitori a colpi d’ascia (Fabio Poletti)
DA PIETRO MASO A ERIKA E OMAR, GLI ALTRI CASI DI FIGLI ASSASSINI (CARUCCI)
mercoledì 11 gennaio 2017
CHE GENNAIO! Ancora freddo e neve in arrivo su molte regioni...
Oggi rovesci di neve su medio e basso Adriatico. Giovedì sera rischio di gelicidio su parte della Valpadana, un po' di neve sulle Alpi e sulla fascia pedemontana del nord, fiocchi più abbondanti in Valle d'Aosta. Venerdì piogge sul Tirreno, neve su estremo nord-est, poi parte dell'Emilia-Romagna, foehn al nord-ovest. Fine settimana spiccatamente variabile ma secco al nord, instabile altrove con neve a quote molto basse in Appennino, di nuovo più freddo.
COMMENTO: è un gennaio che sicuramente rimarrà nella
storia, sia perché dopo 3 anni l'Italia si è riconciliata con l'inverno,
sia perché al sud ha già scritto una pagina importante di cronaca
meteorologica e non è ancora finita perché i modelli confermano in
massima parte l'affondo freddo della prossima settimana, con risvolti
nevosi soprattutto al centro e al sud e tanto freddo al nord.
Imperdibili gli aggiornamenti!
SITUAZIONE: l'Italia è ancora lambita da una massa
d'aria gelida che ha coinvolto soprattutto le regioni adriatiche, dove
anche oggi potranno verificarsi rovesci di neve sin sulle coste. Dal nord-ovest
del Continente però stanno per mettersi in moto correnti molto intense
che traghetteranno una perturbazione sull'Italia tra giovedì pomeriggio e
venerdì, determinando anche precipitazioni nevose su parte del nord e
molta pioggia sul Tirreno.
GELICIDIO e NEVE: giovedì sera al nord saranno presenti sacche d'aria fredda nei bassi strati mentre una temporanea avvezione di aria mite avrà fatto salire le temperature in quota, anche oltre lo zero termico a sud del Po, mentre più a nord dovrebbe comunque mantenersi un freddo sufficiente a garantire nevicate sino in pianura, anche se deboli. Ecco perché si teme che tra basso Piemonte orientale e bassa Lombardia possa invece verificarsi della pioggia congelantesi molto pericolosa.
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Incredibile ma vero, chiude per maleducazione “Il setacio” di Novi Ligure, storico Gruppo FB con oltre 12 mila utenti
La comunicazione ufficiale arriva direttamente dal moderatore dello
storico gruppo Facebook “Il setacio” di Novi Ligure che conta oltre 12
mila iscritti e rappresentava un punto di riferimento importante nella
comunicazione online in tuta l’area novese.
“AVVISO agli iscritti – scrive oggi, martedì 10 gennaio, Ugo Beccuti – Sono rientrato ieri sera dopo circa 20 giorni di assenza, con i due moderatori del gruppo abbiamo valutato, visti gli avvisi ripetuti ed alcuni provvedimenti anche presi, che il gruppo il Setacio verrà chiuso in data odierna. Il comportamento di molti nonostante le ripetute richieste di civile confronto, aggregazione, proposta e partecipazione alla vita attiva e partecipativa rendono inutile l’esistenza di questa pagina e un impegno durato quasi tre anni 24 ore su 24 di chi lo deve Amministrare. Spero che a qualche cosa possa essere servito per capire meglio e questa stessa chiusura possa servire ad altri per capire quanto possa essere utile a tutti noi una maggior aggregazione e un comportamento civile verso gli altri. Grazie a tutti coloro che ci hanno aiutato, a quelli che hanno partecipato attivamente, a coloro che onestamente ci hanno criticato ed aiutato a crescere, un saluto a tutti i Novesi e alla mia cara e vecchia Novi. Ciao a tutti.”
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“AVVISO agli iscritti – scrive oggi, martedì 10 gennaio, Ugo Beccuti – Sono rientrato ieri sera dopo circa 20 giorni di assenza, con i due moderatori del gruppo abbiamo valutato, visti gli avvisi ripetuti ed alcuni provvedimenti anche presi, che il gruppo il Setacio verrà chiuso in data odierna. Il comportamento di molti nonostante le ripetute richieste di civile confronto, aggregazione, proposta e partecipazione alla vita attiva e partecipativa rendono inutile l’esistenza di questa pagina e un impegno durato quasi tre anni 24 ore su 24 di chi lo deve Amministrare. Spero che a qualche cosa possa essere servito per capire meglio e questa stessa chiusura possa servire ad altri per capire quanto possa essere utile a tutti noi una maggior aggregazione e un comportamento civile verso gli altri. Grazie a tutti coloro che ci hanno aiutato, a quelli che hanno partecipato attivamente, a coloro che onestamente ci hanno criticato ed aiutato a crescere, un saluto a tutti i Novesi e alla mia cara e vecchia Novi. Ciao a tutti.”
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martedì 10 gennaio 2017
Prima neve del 2017 a Torino: ma stasera torna il freddo
La prima neve del nuovo anno ha imbiancato Torino all’ora di pranzo. L’annunciata perturbazione dai Balcani ha portato ieri sera un veloce e improvviso peggioramento delle condizioni meteo. L’aumento della temperatura ha fatto il resto. La nevicata più intensa è durata poche ore, e stando alle previsioni non durerà. Già in serata la temperatura dovrebbe scendere, tornando sotto lo zero, il che fermerà anche la neve. I mezzi spargisale si sono messi subito in moto, percorrendo soprattutto le strade della collina.
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Duplice omicidio nel Ferrarese. Marito e moglie trovati morti in casa
La tragedia a Pontelangorino. Dai primi accertamenti, sui corpi
risultano segni di aggressione. Entrambi i corpi sarebbero stati trovati
con sacchetti di plastica in testa
Duplice omicidio a Pontelangorino nel Ferrarese: i cadaveri di un uomo di 59 anni e di una donna di 45, marito e moglie, sono stati trovati nella loro casa - secondo le prime informazioni - dal figlio 16 enne. Entrambi i corpi, secondo quanto si apprende, sono stati trovati con sacchetti di plastica in testa. L’uomo era in garage mentre la donna è stata rinvenuta in cucina.
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Duplice omicidio a Pontelangorino nel Ferrarese: i cadaveri di un uomo di 59 anni e di una donna di 45, marito e moglie, sono stati trovati nella loro casa - secondo le prime informazioni - dal figlio 16 enne. Entrambi i corpi, secondo quanto si apprende, sono stati trovati con sacchetti di plastica in testa. L’uomo era in garage mentre la donna è stata rinvenuta in cucina.
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Nola, malati a terra: sospesi tre dirigenti. La replica: "Meglio che non curarli"
Il direttore sanitario dell'ospedale, il responsabile del pronto
soccorso e il responsabile della medicina d'urgenza sono stati sospesi
dal servizio in attesa dell'esito delle indagini interne
Ospedale di Nola, sospesi tre dirigenti dopo le immagini dei pazienti soccorsi sul pavimento. Lo ha annunciato la responsabile della Asl Napoli 3 Sud, Antonietta Costantini.
Il direttore sanitario dell'ospedale, Andreo De Stefano, il responsabile del pronto soccorso, Andrea Manzi, ed il responsabile della medicina d'urgenza, Felice Avella, sono stati sospesi dal servizio in attesa dell'esito delle indagini interne per verificare le eventuali responsabilità della situazione che ha portato a sistemare due malati sul pavimento per prestare loro i primi soccorsi. Si tratta di una donna anziana e un infartuato.
L'ispezione. In mattinata i carabinieri del Nas hanno ispezionato il nosocomio. Sono stati inviati dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin al " Santa Maria della Pietà", nel napoletano, dopo le denunce sulle condizioni in cui sono stati accolti, su materassi per terra, alcuni malati.
E il governatore de Luca, dopo aver convocato tutti i responsabili delle Asl e delle aziende ospedaliere della Campania, ha chiesto di "avviare immediatamente le procedure di licenziamento dei responsabili del pronto Soccorso e del presidio ospedaliero di Nola".
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Ospedale di Nola, sospesi tre dirigenti dopo le immagini dei pazienti soccorsi sul pavimento. Lo ha annunciato la responsabile della Asl Napoli 3 Sud, Antonietta Costantini.
Il direttore sanitario dell'ospedale, Andreo De Stefano, il responsabile del pronto soccorso, Andrea Manzi, ed il responsabile della medicina d'urgenza, Felice Avella, sono stati sospesi dal servizio in attesa dell'esito delle indagini interne per verificare le eventuali responsabilità della situazione che ha portato a sistemare due malati sul pavimento per prestare loro i primi soccorsi. Si tratta di una donna anziana e un infartuato.
L'ispezione. In mattinata i carabinieri del Nas hanno ispezionato il nosocomio. Sono stati inviati dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin al " Santa Maria della Pietà", nel napoletano, dopo le denunce sulle condizioni in cui sono stati accolti, su materassi per terra, alcuni malati.
E il governatore de Luca, dopo aver convocato tutti i responsabili delle Asl e delle aziende ospedaliere della Campania, ha chiesto di "avviare immediatamente le procedure di licenziamento dei responsabili del pronto Soccorso e del presidio ospedaliero di Nola".
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