martedì 23 gennaio 2018
Il MALTEMPO atteso nel fine settimana su mezza ITALIA...
Nella notte e nella mattinata di sabato 27 la saccatura che già venerdì si inserirà sul settentrione e le regioni centrali tirreniche insisterà ancora tra Lombardia, Liguria di Levante, Emilia, Toscana, Umbria ed alto Lazio, piogge arriveranno sulla Sardegna, schiarite invece interverranno sull'estremo nord-ovest.
lunedì 22 gennaio 2018
Valanghe fino in paese, sgomberate 30 persone a Champoluc. Il sindaco: “Non uscite di casa”
Nelle prossime ore il sindaco valuterà la chiusura della scuole.
Sgomberata la parte vecchia di Champoluc ad Ayas e chiusura della
strada dalle 12 da Champlan a Champoluc (fino al B&B Le Rascard ).
Il rischio valanghe si ripresenta nuovamente a Champoluc e il Centro
operativo comunale, presieduto dal sindaco Alex Brunod, ha deciso questa mattina per l’allontanamento di una trentina di persone che abitano nella parte vecchia di Champoluc e per la chiusura della strada.
LEGGI ANCHE Cervinia di nuovo isolata per il rischio valanghe
«Nella notte ci sono stati dei distacchi che sono arrivati fino in paese questa volta- dice il sindaco Brunod-. Raccomandiamo pertanto a tutta la popolazione di Ayas di non uscire, se non è strettamente necessario. L’altra volta c’erano stati anche dei distacchi ma su in alto, questa volta invece sono arrivati fino in paese. Si stanno facendo anche delle valutazioni per la zona di Pracharbon (vicino ad Antagnod, ndr) e nel pomeriggio si valuterà se chiudere le scuole».
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Slavina a Oyace, sfiorate una casa e una stalla
SONIA MARCHESE
CHAMPOLUC (AYAS)
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«Nella notte ci sono stati dei distacchi che sono arrivati fino in paese questa volta- dice il sindaco Brunod-. Raccomandiamo pertanto a tutta la popolazione di Ayas di non uscire, se non è strettamente necessario. L’altra volta c’erano stati anche dei distacchi ma su in alto, questa volta invece sono arrivati fino in paese. Si stanno facendo anche delle valutazioni per la zona di Pracharbon (vicino ad Antagnod, ndr) e nel pomeriggio si valuterà se chiudere le scuole».
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Slavina a Oyace, sfiorate una casa e una stalla
Venezia, stangata a turisti giapponesi: 1100 euro per quattro bistecche e una frittura
La comitiva ha mangiato in un locale del centro storico, vicino a San
Marco. L'associazione che ha denunciato il caso: "Altre tre ragazze del
gruppo hanno scelto un locale diverso: 350 euro per tre piatti di pasta
con il pesce". Il sindaco: "Puniremo i responsabili"
VENEZIA - "Scadente il servizio, l'ambiente, il trattamento dei clienti. Qualità da take away. Non ci andrò mai più, nemmeno per un caffè": così ieri su Tripadvisor un cliente commentava il ristorante di Venezia accusato nelle stesse ore di aver fatto pagare a quattro giovani turisti giapponesi 1100 euro per quattro bistecche, una frittura mista di pesce, acqua e servizio. Il locale, un'osteria nella zona delle Mercerie, vicino a San Marco, di proprietà di una cinese e gestito da un egiziano, colleziona da molto tempo nel sito che raccoglie le recensioni dei clienti giudizi da tagliare le gambe. "Imbarazzante per il nome dell'Italia" lo definisce Stefano, "Da chiudere immediatamente" suggerisce Raffaele, mostrando uno scontrino che dimostra come due birre alla spina sono state pagate 16 euro.
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VENEZIA - "Scadente il servizio, l'ambiente, il trattamento dei clienti. Qualità da take away. Non ci andrò mai più, nemmeno per un caffè": così ieri su Tripadvisor un cliente commentava il ristorante di Venezia accusato nelle stesse ore di aver fatto pagare a quattro giovani turisti giapponesi 1100 euro per quattro bistecche, una frittura mista di pesce, acqua e servizio. Il locale, un'osteria nella zona delle Mercerie, vicino a San Marco, di proprietà di una cinese e gestito da un egiziano, colleziona da molto tempo nel sito che raccoglie le recensioni dei clienti giudizi da tagliare le gambe. "Imbarazzante per il nome dell'Italia" lo definisce Stefano, "Da chiudere immediatamente" suggerisce Raffaele, mostrando uno scontrino che dimostra come due birre alla spina sono state pagate 16 euro.
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domenica 21 gennaio 2018
I sacchetti biodegradabili allontanano gli italiani dal fresco
Con l’introduzione dei sacchetti biodegradabili, il 12% degli italiani
ha deciso di comprare frutta e verdura già confezionata. Il 21% è
tornato dal fruttivendolo
Il 12% compra confezionato per evitare i sacchetti biodegradabili |
(Rinnovabili.it) – Sembra un paradosso,
ma stando al sondaggio effettuato da Monitor Ortofrutta di Agroter in
collaborazione con Toluna, parte degli italiani avrebbe spostato i
consumi dai prodotti ortofrutticoli freschi e sfusi a quelli
confezionati dopo l’introduzione dei sacchetti biodegradabili obbligatori.
Una distorsione grottesca, poiché oltre
al maggiore inquinamento, molto spesso i costi dei prodotti venduti con
il packaging sono perfino più alti, anche considerando i due centesimi
di media che bisogna aggiungere per imbustarli nello shopper
biodegradabile.
L’analisi
è comunque riferita ai primi 10 giorni del 2018, e non è detto che la
“psicosi sacchetti” non possa esaurirsi nel volgere di qualche
settimana. Tuttavia il sondaggio di Monitor Ortofrutta è indicativo di
un clima di opinione letteralmente impazzito: svolta su tutto il
territorio nazionale, la rilevazione ha scoperto che il 12% degli
italiani ha preferito comprare frutta e verdura senza pagare il
sacchetto. Un altro 21% del campione, invece, ha riscoperto le tradizioni, recandosi nei negozi al dettaglio o al mercato, dove tradizionalmente si utilizzano anche sacchetti di carta non soggetti a pagamento obbligatorio.
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sabato 20 gennaio 2018
Afghanistan, attacco all'hotel Intercontinental di Kabul: almeno 15 tra morti e feriti. Udite tre forti esplosioni
Un kamikaze si è fatto saltare
in aria all'ingresso. La polizia: "Quattro assalitori sono dentro
l'edificio e sparano ai clienti". Telefonate disperate degli ospiti:
"Sentiamo sparare, aiutateci". Il quarto piano e le cucine sono in
fiamme. Nel 2011 in un attentato dei talebani morirono 20
persone. Giovedì scorso il Dipartimento di Stato Usa aveva diramato un
tweet su possibili, imminenti attacchi
di GIOVANNI GAGLIARDIQuattro uomini armati hanno assaltato l'hotel Intercontinental di Kabul: un kamikaze si è fatto esplodere all'entrata consentendo ad almeno 4 uomini armati di irrompere nell'edificio e iniziare a sparare sugli ospiti e a prendere degli ostaggi. Lo ha fatto sapere la polizia afghana. "Quattro assalitori sono dentro l'edificio", ha aggiunto una fonte ufficiale, e "sparano ai clienti". Ci sarebbero "almeno 15 tra morti e feriti". Lo ha raccontato un testimone oculare fuggito dall'albergo, citato da Tolo News. Le strade principali che portano all'hotel sono state chiuse, riportano i media internazionali. Secondo fonti dell'intelligence nessun italiano risulta essere alloggiato nell'hotel, né vi sarebbero italiani direttamente o indirettamente coinvolti.
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Perde il controllo degli sci, morto a 31 anni sulla pista del Sestriere
Sestriere - Tragedia in punta al Fraiteve: Giovanni Bonaventura,
di 31 anni, originario della Sicilia, è morto sulle piste Sauze e
Sestriere, dove il collegamento della «Cresta» sfocia nella 27.
Dalle prime ricostruzioni lo sciatore sembrerebbe aver perso il controllo e sbattuto contro un paravento, morendo sul colpo per un trauma cranico e facciale. Sembra che non ci siano altre persone coinvolte.
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Dalle prime ricostruzioni lo sciatore sembrerebbe aver perso il controllo e sbattuto contro un paravento, morendo sul colpo per un trauma cranico e facciale. Sembra che non ci siano altre persone coinvolte.
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Suocera diabolica, fa uccidere il genero per i soldi dell’assicurazione
Il giovane morto in un incidente stradale il 5 ottobre, due giorni dopo il matrimonio. Il piano della donna e del fratellastro. In manette anche un pregiudicato con precedenti per frodi alle assicurazioni
BARI- Un piano diabolico per eliminare il genero e riscuotere i soldi dell’assicurazione.Trama da noir con tre protagonisti: la suocera, il suo fratellastro e un pregiudicato. Il piano viene portato a termine la sera del 5 ottobre scorso quando Girolamo Perrone, 24 anni (appena due giorni dopo il matrimonio) viene investito e ucciso sulla strada provinciale tra Adelfia e Cassano Murge. I presunti assassini però non riusciranno a incassare un solo euro dall’assicurazione. E ora sono anche finiti in carcere dopo che le indagini dei carabinieri di Bari hanno svelato che quell’incidente nascondeva altro. Accusati di omicidio volontario la suocera della vittima, Anna Masciopinto e suo fratellastro Vito D’Addabbo. In manette anche il pregiudicato Michele Caringella, con precedenti proprio per frodi alle assicurazioni.
L’accordo
L’accordo
— ipotizza la Procura di Bari — era di dividersi il risarcimento che la
compagnia assicurativa avrebbe pagato alla vedova, la cui posizione è
ancora al vaglio dei pm. «Sono certa che sia stato tutto programmato,
anche il suo matrimonio. Noi della famiglia non sapevano che si sarebbe
sposato, è avvenuto tutto molto in fretta» accusa Angela Perrone,
sorella del 24enne ucciso, convinta che tanto ancora dovrà essere
chiarito.
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Liliana Segre a 13 anni nella neve di Auschwitz ingrigita dalla cenere dei forni: “Voglio vivere”
La neo senatrice a vita che dopo 40 anni ha iniziato a raccontare gli orrori della guerra
Andrea Carugati
La neve di Auschwitz ingrigita dalla cenere che usciva
incessantemente dai forni crematori. E una ragazzina italiana di 13 anni
che vagava in mezzo a questo orrore dicendosi da sola una frase:
«Voglio vivere», «Voglio vivere» «Voglio vivere». Una frase che la aiutò
a resistere nel lager per un lunghissimo, infinito anno di prigionia
dal gennaio 1944 a quello successivo. Sono solo alcuni frammenti della
testimonianza che da vent’anni Liliana Segre porta nelle scuole
italiane. Il racconto della sua partenza insieme al padre Alberto dal
binario 21 della stazione di Milano, diretta verso l’inferno. Un
racconto così forte da restare impresso per anni in chi ha avuto il
privilegio di ascoltarla: la voce calma, quasi monocorde, i dettagli
precisi, il rapporto fortissimo col padre che viene spezzato subito,
quando i carcerieri li separano all’arrivo ad Auschwitz. Solo in una
occasione Liliana Segre alza la voce. Quando ricorda quella frase
«Voglio vivere!». Stringe i pugni, per trasmettere la forza di quel
sentimento che l’ha tenuta viva nel corpo ma soprattutto nell’anima.
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La neve sui binari che portavano i treni ad Auschwitz |
Andrea Carugati
Roma
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venerdì 19 gennaio 2018
Il Papa sposa la hostess e lo steward in volo: “Vi sposo, dai facciamolo!”
Nel volo da Santiago a Iquique Papa Francesco ha sposato con rito
cattolico Paula e Carlos, una hostess e uno steward cileni di 39 e 41
anni della compagnia di bandiera cilena Latam, già sposati civilmente da
8 anni. I due non erano riusciti a celebrare il rito in chiesa perché
la parrocchia alla quale appartengono è stata distrutta durante un
terremoto del 2010. È stato il Papa, ascoltata la storia, a proporre di
sposarli sul volo. Il proprietario della linea Ignacio Cueto ha fatto da
testimone. Non era mai accaduto prima che un Papa sposasse una coppia
in aereo, a 36 mila piedi. «È molto importante quello che ci ha detto -
ha raccontato emozionatissimo lo sposo - è il sacramento che manca nel
mondo e che spera che il nostro gesto sia d’ispirazione per altre
coppie».
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giovedì 18 gennaio 2018
Troppo vento, chiude l’aeroporto di Amsterdam. Situazione critica anche sulle Alpi e in Sardegna
Cancellati 260 voli europei e internazionali. In Italia, impianti
sciistici chiusi in Piemonte e problemi con i collegamenti via mare
Una tempesta di vento ha mandato in tilt l’aeroporto di Amsterdam-Schipol. A causa dei venti molto forti, che stanno flagellando l’Olanda ed altri Paesi dell’Europa, Italia inclusa, l’aeroporto ha deciso la cancellazione di tutti i voli a partire dalle 9 di stamattina.
Solo la compagnia Klm ha annunciato di aver cancellato 220 voli, a cui se ne aggiungono altri 40 gestiti da altre compagnie aeree. E a causa di intense raffiche di vento fino a 140 chilometri orari, ritardi e disservizi si registrano anche nei trasporti ferroviari olandesi.
Uragano in Germania
È allerta anche in Germania per l’uragano Friederike, che attraversa oggi parte del Paese. Il maltempo sta mettendo a dura prova i trasporti pubblici: la circolazione dei treni, in Nordreno-Vestfalia, è stata sospesa, con un impatto sul trasporto sia di breve che di lunga tratta. Molti treni sono stati cancellati anche in Baviera.
Difficili collegamenti con le isole
Il forte vento di maestrale che da due giorni sta soffiando sulla Sardegna ha creato non pochi problemi ai collegamenti marittimi e disagi in diverse città. Oggi la nave proveniente da Genova e diretta a Porto Torres è arrivata in porto con circa due ore di ritardo. A causa del forte vento il comandante ha scelto un percorso più riparato, impiegando più tempo per raggiungere la Sardegna. Il vento, secondo le analisi effettuate dall’ufficio meteo dell’Aeronautica militare di Decimomannu, nella parte meridionale dell’isola ha iniziato a calare dopo la mezzanotte, soffiando a circa 50 chilometri orari. È rimasto teso e rimarrà ancora oggi nell’area settentrionale e nord orientale con raffiche di 80 chilometri all’ora.
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Il vento flagella l’Italia con raffiche a 200 chilometri orari
Una tempesta di vento ha mandato in tilt l’aeroporto di Amsterdam-Schipol. A causa dei venti molto forti, che stanno flagellando l’Olanda ed altri Paesi dell’Europa, Italia inclusa, l’aeroporto ha deciso la cancellazione di tutti i voli a partire dalle 9 di stamattina.
Solo la compagnia Klm ha annunciato di aver cancellato 220 voli, a cui se ne aggiungono altri 40 gestiti da altre compagnie aeree. E a causa di intense raffiche di vento fino a 140 chilometri orari, ritardi e disservizi si registrano anche nei trasporti ferroviari olandesi.
Uragano in Germania
È allerta anche in Germania per l’uragano Friederike, che attraversa oggi parte del Paese. Il maltempo sta mettendo a dura prova i trasporti pubblici: la circolazione dei treni, in Nordreno-Vestfalia, è stata sospesa, con un impatto sul trasporto sia di breve che di lunga tratta. Molti treni sono stati cancellati anche in Baviera.
Difficili collegamenti con le isole
Il forte vento di maestrale che da due giorni sta soffiando sulla Sardegna ha creato non pochi problemi ai collegamenti marittimi e disagi in diverse città. Oggi la nave proveniente da Genova e diretta a Porto Torres è arrivata in porto con circa due ore di ritardo. A causa del forte vento il comandante ha scelto un percorso più riparato, impiegando più tempo per raggiungere la Sardegna. Il vento, secondo le analisi effettuate dall’ufficio meteo dell’Aeronautica militare di Decimomannu, nella parte meridionale dell’isola ha iniziato a calare dopo la mezzanotte, soffiando a circa 50 chilometri orari. È rimasto teso e rimarrà ancora oggi nell’area settentrionale e nord orientale con raffiche di 80 chilometri all’ora.
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Il vento flagella l’Italia con raffiche a 200 chilometri orari
Fabio, il primo a prestare soccorso a Rigopiano: «Ogni notte ci penso»
Il racconto del maestro di sci che raggiunse l’albergo sepolto dalla valanga: «La struttura non si vedeva più, l’unico indizio era una luce. E un cuoco che piangeva»
Un anno fa la tragedia di Rigopiano: una valanga travolse l’hotel abruzzese causando 29 morti. Undici le persone sopravvissute
Diretto verso un incubo
Fabio
Pellegrini, uno dei soccorritori, dice che ogni notte fra le due e le
tre si sveglia a passa in rassegna i ricordi di quelle ore. «Rivedo la
neve, sempre più alta, ho in mente i piedi che affondano assieme agli
sci, l’impronta che lasciano. Mi sembra di sentire le voci preoccupate
dei ragazzi dietro di me, le loro domande: quanti chilometri mancano?
Secondo te può venir giù una slavina? Qui ci sono precipizi? Ma dov’è
quest’hotel? Più andavamo avanti più pensavo: mi sono preso una bella
responsabilità. Stavo guidando in direzione di un incubo, undici ragazzi
che non conoscevano pendii, esposizioni, pericoli di quella valle...».
Era la notte fra il 18 e il 19 gennaio dell’anno scorso, buia come
nessun’altra nella vita di chiunque sia arrivato lassù, fino al
Rigopiano. Lui, Fabio, è stato il primo e non si è mai fatto avanti per
dirlo, nemmeno quando altri si sono aggiudicati il primato senza averlo
vinto, diciamo così. «Non fa nulla» commenta lui, «ognuno sa quel che ha
fatto, le polemiche non servirebbero a nessuno». Fabio ha 43 anni, due
figli piccoli, moglie e vita a Loreto Aprutino, 35 chilometri
dall’hotel. È un istruttore di scialpinismo del Cai, le montagne attorno
al Rigopiano sono sempre state quelle dei suoi allenamenti sulla neve o
in sella alla bicicletta. «Le conosco benissimo — racconta — e siccome
per chi si allena le distanze hanno importanza, io quella sera a ogni
passo sapevo esattamente quanti ne mancavano ancora per arrivare su».
Alla radio dicevano che dal Rigopiano non davano più segni di vita.
«Come sempre staranno esagerando ma andrei a dare un’occhiata», ha detto
a un collega del Cai.
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mercoledì 17 gennaio 2018
Truffa delle bollette, almeno 40 contratti intestati a un prete
Genova - La
truffa del contratto elettrico che ha lasciato praticamente al buio la
parrocchia di Santa Zita, alla Foce, non è un caso isolato. Nella stessa
situazione, anche se la corrente non è stata ancora staccata, ci sono
almeno altre due parrocchie, quella di San Giorgio a Bavari e la chiesa
di Santa Croce a Crocefieschi oltre a un intero condominio, in salita
degli Angeli a Dinegro. E tutti questi casi hanno un elemento in
comune, oltre al fatto di risultare truffe in piena regola:
l’intestatario del nuovo contratto.
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Qualità dell’aria in Piemonte: solo Torino peggio di Alessandria
Alessandria lo scorso anno ha sforato per 102 giorni il limite
giornaliero di Pm10. Peggio ha fatto solo Torino con con 118 superamenti
PIEMONTE – Per 102 giorni i cittadini di Alessandria nel 2017 hanno respirato smog. Tanti sono stati, infatti, i giorni di superamento dei livelli di Pm10 registrati da Arpa nella centralina D’Annunzio. Il dato, ben oltre il limite dei 35 giorni e decisamente più alto anche dei 69 superamenti del 2016, è stato tra l’altro il secondo peggiore del Piemonte. Solo a Torino lo scorso anno l’aria è stata più inquinata, con 118 superamenti registrati dalla centralina di Rebaudengo. In generale, comunque, i dati raccolti da Arpa nelle centraline piemontesi hanno fatto registrare un peggioramento della qualità dell’aria in quasi tutta la regione.
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PIEMONTE – Per 102 giorni i cittadini di Alessandria nel 2017 hanno respirato smog. Tanti sono stati, infatti, i giorni di superamento dei livelli di Pm10 registrati da Arpa nella centralina D’Annunzio. Il dato, ben oltre il limite dei 35 giorni e decisamente più alto anche dei 69 superamenti del 2016, è stato tra l’altro il secondo peggiore del Piemonte. Solo a Torino lo scorso anno l’aria è stata più inquinata, con 118 superamenti registrati dalla centralina di Rebaudengo. In generale, comunque, i dati raccolti da Arpa nelle centraline piemontesi hanno fatto registrare un peggioramento della qualità dell’aria in quasi tutta la regione.
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martedì 16 gennaio 2018
Milano, incidente in un'azienda metalmeccanica: tre operai morti intossicati, un altro gravissimo
Coinvolti in sei. Sono stati
trovati svenuti mentre ripulivano un forno interrato. L'intervento alla
Lamina. Intossicato anche un pompiere
di MASSIMO PISAGrave incidente sul lavoro a Milano, in via Rho (zona Greco), all'interno della Lamina, azienda che si occupa della produzione di acciaio e titanio. Tre operai (uno aveva 57 anni) sono morti poco dopo essere arrivati negli ospedali di Monza e al Sacco di Milano. In tutto i lavoratori coinvolti sono sei, uno dei quali in condizioni disperate e si trovano ora al San Raffaele, dove sono arrivati in arresto cardiocircolatorio. Non hanno mai ripreso conoscenza e sono stati collegati, in un disperato tentativo da parte dei medici, all'Ecmo, il macchinario per la circolazione extracorporea. Altri due sono in condizioni meno serie alla clinica Santa Rita. I sei uomini sono stati trovati svenuti, stavano ripulendo un forno interrato. Potrebbero aver respirato vapori tossici.
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Usa, il fiume ghiaccia in tre ore: il timelapse è impressionante
Le rigidissime temperature che hanno colpito gli Stati Uniti nei giorni scorsi, causate dal cosiddetto 'ciclone-bomba', hanno provocato alcuni fenomeni estremi. Ne è la dimostrazione questo video, pubblicato in timelapse su Twitter dal servizio meteorologico di Burlington, nel Vermont: in sole tre ore il fiume Au Sable, nel Michigan, si ghiaccia completamente. Le immagini mostrano come il letto del fiume si 'gonfi' in maniera impressionante a causa della formazione di blocchi di ghiaccio
Il video Twitter/NWS Burlingtone
Esplode pizzeria italiana a Anversa: il primo bilancio è di 14 feriti di cui cinque gravi
La polizia esclude un atto di terrorismo. Il crollo nella zona di
Paardenmarkt, molto frequentata da giovani ed universitari. In uno dei
tre edifici coinvolti il locale tipico 'Primavera'. Otto le persone
estratte vive, tra cui un bambino
E' di 14 feriti di cui cinque gravi il primo bilancio dell'esplosione che ha provocato il crollo di una palazzina ad Anversa che ospitava la pizzeria italiana Primavera. Lo riferiscono i media belgi citando la polizia, secondo cui 8 persone sono già state liberate dalle macerie tra cui un bambino, mentre si continua a scavare.
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E' di 14 feriti di cui cinque gravi il primo bilancio dell'esplosione che ha provocato il crollo di una palazzina ad Anversa che ospitava la pizzeria italiana Primavera. Lo riferiscono i media belgi citando la polizia, secondo cui 8 persone sono già state liberate dalle macerie tra cui un bambino, mentre si continua a scavare.
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Arrestata coppia di genitori: da anni tenevano i 13 figli in catene e senza cibo
Tredici fratelli, 7 adulti e 6 bambini, legati ai letti con le catene, senza cibo né acqua, al buio. A dare l’allarme una delle vittime che è riuscita a scappare
Scoperta una casa degli orrori in California dove una coppia, marito e moglie, ha tenuto per anni 13 fratelli — 7 adulti dai 18 ai 29 anni, e 6 bambini, di cui una di due anni — in ostaggio: malnutriti, senza acqua e cibo, legati ai loro letti con catene e lucchetti al buio in una stanza maleodorante.
A dare l’allarme domenica una delle figlie, di soli 17 anni,
riuscita a scappare miracolosamente dopo aver chiamato il 911 da un
cellulare trovato in casa. Le vittime sono così malridotte che la
polizia non è stata in grado di capire subito l’età. La stessa 17enne
che ha salvato da un destino terribile i fratelli e le sorelline,
secondo gli agenti, dimostra appena 10 anni. Gli inquirenti hanno aperto
un’inchiesta per tortura e fissato una cauzione di 9 milioni di dollari
per i due aguzzini, David Allen Turpin, 57 anni e Louise Anna Turpion,
49. Teatro di questa autentica storia dell’orrore Perris, a due ore da
Los Angeles, California.
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lunedì 15 gennaio 2018
La posta dei pavesi bloccata a Peschiera
L’allarme dei sindacati: «1.500 tonnellate in giacenza, stiamo distribuendo la corrispondenza spedita a metà dicembre»
di Stefania Prato
PAVIA. C’è anche la posta che i pavesi stanno aspettando tra le 1.500 tonnellate di corrispondenza ferma nel centro di Peschiera. Posta normale, ma anche pacchi, raccomandate, assicurate, atti giudiziari. Che si stanno accumulando dai mesi scorsi nel Centro di meccanizzazione postale di Peschiera Borromeo, punto di smistamento per una parte della Lombardia e del piacentino e, insieme a Roserio, uno dei due punti in Italia per lo smistamento della posta internazionale.
E Cobas poste insorge, parla di «situazione paradossale, determinata dalla mancanza di personale» e sottolinea i notevoli disservizi per i cittadini. Certo, sottolinea Stefano Ancona, dell’esecutivo nazionale, la situazione è migliorata rispetto allo scorso anno, quanto la corrispondenza in giacenza aveva toccato quota 5mila tonnellate.
«Ma nonostante una parte della posta sia stata deviata, il problema rimane, in quanto è diminuito il numero degli addetti», sostiene Ancona che punta l’indice contro i 15mila esuberi su base nazionale.«Ne seguiranno altri 5000 subito dopo l’estensione del recapito a giorni alterni - aggiunge il sindacalista -. E la conseguenza sta in un evidente peggioramento dei servizi offerti ai cittadini. Che non solo devono fare i conti con il recapito a giorni alterni, ma anche con le giacenze nei centri di smistamento che ormai sono da considerare strutturali». Resta il fatto che la posta ferma a Peschiera è talmente tanta che sta invadendo i corridoi del deposito, «al punto che, se ci fosse un’emergenza, mancherebbero via di fuga per i lavoratori». E tutto questo, dice Ancona, nonostante sia stato assunto un manager privato per evitare che si ripetessero i disagi dello scorso anno.
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PAVIA. C’è anche la posta che i pavesi stanno aspettando tra le 1.500 tonnellate di corrispondenza ferma nel centro di Peschiera. Posta normale, ma anche pacchi, raccomandate, assicurate, atti giudiziari. Che si stanno accumulando dai mesi scorsi nel Centro di meccanizzazione postale di Peschiera Borromeo, punto di smistamento per una parte della Lombardia e del piacentino e, insieme a Roserio, uno dei due punti in Italia per lo smistamento della posta internazionale.
E Cobas poste insorge, parla di «situazione paradossale, determinata dalla mancanza di personale» e sottolinea i notevoli disservizi per i cittadini. Certo, sottolinea Stefano Ancona, dell’esecutivo nazionale, la situazione è migliorata rispetto allo scorso anno, quanto la corrispondenza in giacenza aveva toccato quota 5mila tonnellate.
«Ma nonostante una parte della posta sia stata deviata, il problema rimane, in quanto è diminuito il numero degli addetti», sostiene Ancona che punta l’indice contro i 15mila esuberi su base nazionale.«Ne seguiranno altri 5000 subito dopo l’estensione del recapito a giorni alterni - aggiunge il sindacalista -. E la conseguenza sta in un evidente peggioramento dei servizi offerti ai cittadini. Che non solo devono fare i conti con il recapito a giorni alterni, ma anche con le giacenze nei centri di smistamento che ormai sono da considerare strutturali». Resta il fatto che la posta ferma a Peschiera è talmente tanta che sta invadendo i corridoi del deposito, «al punto che, se ci fosse un’emergenza, mancherebbero via di fuga per i lavoratori». E tutto questo, dice Ancona, nonostante sia stato assunto un manager privato per evitare che si ripetessero i disagi dello scorso anno.
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Arrivano le strisce “salva-pedone”: dopo i test, il debutto a Viguzzolo. Ecco come funzionano
In provincia di Alessandria il primo impianto con un nuovo sistema che
si accorge della presenza di un pedone e illumina a led
l’attraversamento intimando agli automobilisti di fermarsi
Maurizio Iappini
Sarà inaugurato a fine mese, a Viguzzolo, «Pedone sicuro», uno dei
primi impianti del genere in Piemonte, ma che presto sarà affiancato da
altre installazioni analoghe anche in provincia. Si tratta di una
sistema di illuminazione del segnale verticale di passaggio pedonale
ogni volta che un pedone si avvicina alle strisce orizzontali. L’idea
è di un’azienda mantovana, ma la distribuzione e la commercializzazione
è della valenzana Blindo Office Energy e quello di via Primo Maggio nel
paese tortonese (in pratica la strada provinciale 99 che attraversa
l’abitato) sarà una delle prime installazioni come spiegano i titolari
di «Pedone sicuro»: «Abbiamo sperimentato l’impianto in alcuni
comuni, ma Viguzzolo è il nostro “numero zero”, dove forniremo all’ente
un servizio di noleggio dell’impianto, una formula con costi bassi e la
manutenzione della struttura». Il concetto è semplice, ma
rivoluzionario: un sistema wireless che, quando il pedone si avvicina al
passaggio stradale, manda un impulso al cartello verticale che segnala
l’attraversamento strada e che a sua volta si illumina e lampeggia per
avvisare le auto in arrivo.
L’installazione di «Pedone sicuro» è imminente: ottenuto l’ok degli enti preposti, giovedì la struttura verrà montata per le prove di collaudo e verifica, preludio all’inaugurazione di fine mese: non un impianto semaforico, bensì un sistema di sicurezza per educare pedoni e automobilisti al reciproco rispetto. «I vantaggi per la sicurezza stradale sono evidenti, perché l’automobilista in poco tempo si abituerà all’idea che, se un segnale lampeggia, è perché un pedone attende di attraversare la strada: le statistiche dicono che, ai primi posti nelle categorie di incidenti, ci sono proprio quelli legati a investimenti di pedoni.
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Maurizio Iappini
Viguzzolo (AL)
L’installazione di «Pedone sicuro» è imminente: ottenuto l’ok degli enti preposti, giovedì la struttura verrà montata per le prove di collaudo e verifica, preludio all’inaugurazione di fine mese: non un impianto semaforico, bensì un sistema di sicurezza per educare pedoni e automobilisti al reciproco rispetto. «I vantaggi per la sicurezza stradale sono evidenti, perché l’automobilista in poco tempo si abituerà all’idea che, se un segnale lampeggia, è perché un pedone attende di attraversare la strada: le statistiche dicono che, ai primi posti nelle categorie di incidenti, ci sono proprio quelli legati a investimenti di pedoni.
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giovedì 11 gennaio 2018
La Whirlpool fa chiudere la Embraco: licenziamento per 500 lavoratori
La Whirlpool fa chiudere la Embraco: licenziamento per 500 lavoratori
„L'azienda americana ha depositato un documento in cui annuncia la ristrutturazione dello stabilimento con conseguente chiusura. I sindacati: “Scenario peggiore del previsto”“
La Whirlpool fa chiudere la Embraco: licenziamento per 500 lavoratori
„La Whirlpool, azienda statunitense produttrice di elettrodomestici, ha depositato presso la Sec, l'equivalente della Consob italiana, un documento che annuncia una ristrutturazione con conseguente chiusura della controllata Embraco, con sede a Riva di Chiari, in provincia di Torino. Come confermato anche dalla Uilm e dalla Fiom di Torino, questa mossa si tramuterà nel licenziamento per 497 lavoratori sui 537 occupati nello stabilimento.
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„L'azienda americana ha depositato un documento in cui annuncia la ristrutturazione dello stabilimento con conseguente chiusura. I sindacati: “Scenario peggiore del previsto”“
La Whirlpool fa chiudere la Embraco: licenziamento per 500 lavoratori
„La Whirlpool, azienda statunitense produttrice di elettrodomestici, ha depositato presso la Sec, l'equivalente della Consob italiana, un documento che annuncia una ristrutturazione con conseguente chiusura della controllata Embraco, con sede a Riva di Chiari, in provincia di Torino. Come confermato anche dalla Uilm e dalla Fiom di Torino, questa mossa si tramuterà nel licenziamento per 497 lavoratori sui 537 occupati nello stabilimento.
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Calcestruzzo scadente, scuola chiusa a Vignole. "Ne faremo un'altra"
Vignole Borbera (AL)
Calcestruzzo scadente, scarsa qualità costruttiva e un livello di resistenza molto basso. L’ala vecchia della scuola di Vignole Borbera è stata bocciata senza appello dai tecnici dell’Università di Genova incaricati di verificarne la stabilità. Il Comune ne ha immediatamente disposto la chiusura e dall’altro ieri, martedì 9 gennaio, gli studenti delle medie sono stati evacuati e trasferiti temporaneamente al centro polifunzionale del paese, dove proseguiranno le lezioni fino alla fine dell’anno scolastico. Impossibile oggi dire se e quando la struttura riaprirà. È anzi probabile che debba procedere alla costruzione di un nuovo plesso scolastico.
Il sindaco Giuseppe Teti – accompagnato dal capo dell’ufficio tecnico comunale Patrizia Barberis e dal responsabile per la sicurezza Giancarlo Sartoris – mercoledì ha convocato una riunione con i genitori della “Foscolo”, il dirigente scolastico e l’equipe dell’Università di Genova che ha effettuato i rilievi sull’edificio. «La scuola è stata costruita in parte negli anni Sessanta e in parte negli anni Duemila – ha spiegato il primo cittadino – Abbiamo chiesto agli esperti dell’ateneo genovese uno studio per effettuare un miglioramento antisismico e durante la vacanze natalizie si sono messi al lavoro».
Purtroppo però i risultati dei controlli – coordinati dalla docente Chiara Calderini con i collaboratori Luigi Pasquale e Beatrice Di Napoli – sono stati deludenti. La parte vecchia della scuola – quella costruita negli anni Sessanta, che fino all’altro ieri ospitava una settantina di ragazzini delle medie – non ha superato nemmeno la verifica statica. Non c’è un rischio imminente, ma dalle verifiche è emersa «carenza di qualità costruttiva», la presenza di «calcestruzzo scadente» e soprattutto un «livello di resistenza statica molto basso», per usare le parole di Calderini.
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Calcestruzzo scadente, scarsa qualità costruttiva e un livello di resistenza molto basso. L’ala vecchia della scuola di Vignole Borbera è stata bocciata senza appello dai tecnici dell’Università di Genova incaricati di verificarne la stabilità. Il Comune ne ha immediatamente disposto la chiusura e dall’altro ieri, martedì 9 gennaio, gli studenti delle medie sono stati evacuati e trasferiti temporaneamente al centro polifunzionale del paese, dove proseguiranno le lezioni fino alla fine dell’anno scolastico. Impossibile oggi dire se e quando la struttura riaprirà. È anzi probabile che debba procedere alla costruzione di un nuovo plesso scolastico.
Il sindaco Giuseppe Teti – accompagnato dal capo dell’ufficio tecnico comunale Patrizia Barberis e dal responsabile per la sicurezza Giancarlo Sartoris – mercoledì ha convocato una riunione con i genitori della “Foscolo”, il dirigente scolastico e l’equipe dell’Università di Genova che ha effettuato i rilievi sull’edificio. «La scuola è stata costruita in parte negli anni Sessanta e in parte negli anni Duemila – ha spiegato il primo cittadino – Abbiamo chiesto agli esperti dell’ateneo genovese uno studio per effettuare un miglioramento antisismico e durante la vacanze natalizie si sono messi al lavoro».
Purtroppo però i risultati dei controlli – coordinati dalla docente Chiara Calderini con i collaboratori Luigi Pasquale e Beatrice Di Napoli – sono stati deludenti. La parte vecchia della scuola – quella costruita negli anni Sessanta, che fino all’altro ieri ospitava una settantina di ragazzini delle medie – non ha superato nemmeno la verifica statica. Non c’è un rischio imminente, ma dalle verifiche è emersa «carenza di qualità costruttiva», la presenza di «calcestruzzo scadente» e soprattutto un «livello di resistenza statica molto basso», per usare le parole di Calderini.
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Tortona, crepe nella scuola di Viale Kennedy, ma l’assessore Fara tranquillizza i genitori
martedì 9 gennaio 2018
Le foto della neve nel deserto del Sahara
Le particolari condizioni meteorologiche di questi giorni hanno portato nevicate sul deserto nord africano e sabbia sul Mediterraneo.
La neve ricopre la superficie sabbiosa del Sahara. Assomiglia molto a un paesaggio marziano. |
La neve è scesa sul Sahara per il secondo inverno consecutivo da 40 anni a questa parte. Tra la fine del 2016 è l'inizio del 2017 infatti, in alcune zone del Sahara erano caduti circa 80 cm di neve. L'evento fu considerato eccezionale, ma ora è accaduto di nuovo.
Le dune di sabbia trasformate in dune di neve. |
Anche dai satelliti è possibile osservare la neve sul Sahara insieme alle nubi che l'hanno prodotta.
Continua qui (video)METEO WEEK-END: ecco dove potrebbe piovere (LE MAPPE)
Una nuova perturbazione potrebbe interessare segnatamente i settori occidentali con piogge sparse e nevicate sui rilievi. Ecco la tesi oggi più probabile.
PREMESSA: la previsione per il fine settimana è ancora molto incerta. Quelle che vi proponiamo sono le prime proiezioni, ma la situazione potrebbe anche evolvere in modo diverso alla luce delle prossime emissioni modellistiche.
La prima mappa mostra la situazione in Italia prevista per sabato 13 gennaio.
Le regioni del medio Adriatico e il meridione saranno ancora interessate da correnti fredde settentrionali legate ad una depressione in allontanamento verso levante.
Piovaschi saranno possibili sulla Puglia, la Basilicata, la Calabria e la Sicilia settentrionale, in attenuazione in giornata. Anche le nubi presenti in Adriatico tenderanno ad attenuarsi, mentre altrove avremo una prevalenza di cielo sereno.
Tra pomeriggio e sera arriveranno velature al nord-ovest ad anticipare la perturbazione di domenica 14.
La seconda mappa mostra la situazione attesa in Italia per la giornata di domenica 14 gennaio.
Alle luce delle ultime emissioni sembra probabile l'arrivo di un corpo nuvoloso da ovest che potrebbe determinare piogge sparse al nord-ovest e sul Tirreno.
Stante le temperature non di certo elevate, la neve potrebbe scendere a quote interessanti sul nord-ovest (500-800 metri in media) così come sull'Appennino settentrionale (800-1000 metri).
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MALTEMPO E TEMPORALI fuori stagione al Nord, NEVE abbondante in montagna con valanghe e paesi isolati
Fa quasi PAURA l'innevamento a Riale, in alta Val Formazza, alto Piemonte, siamo ad oltre 1700m di quota
AGGIORNAMENTO: Cogne, Gressoney e Cervinia sono isolate mentre Sestriere non lo è più! In mattinata infatti gli spazzaneve sono riusciti a riaprire la strada provinciale. Una frana in Francia ha indotto le autorità a chiudere il tunnel di Tenda, a Breil sur Roya.
Slavina in un condominio a a Sestriere
Lucia Caretti
Sestriere (To)
La discesa che porta al San Vittorio, uno dei complessi all’imbocco del paese, arrivando da Borgata, è peggio persino di una pista da sci. Peggio delle altre vie già impraticabili: si sprofonda in almeno mezzo metro di neve, si vedono mucchi spaventosi dove fino a ieri c’era semplicemente una strada. Un signore esce lo stesso con il suo cane, non sa che due curve più giù s’è appena sfiorata una tragedia. Tutti nel garage, in pochi minuti Carabinieri e Vigili del Fuoco riescono ad evacuare i 29 condomini. C’è il parrucchiere, un ragazzo con le stampelle, sette famiglie, diverse bambini. Una giovane danese che lavora al supermarket da Marcello. Si fa la conta, il maresciallo Giovanni Barberis alle 23 passate scappa verso il corridoio sommerso: sembra mancare qualcuno. Si corre a controllare ancora una volta.
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Slavina si abbatte su un condominio, notte di paura a Sestriere. Isolate Cogne, Gressoney e Cervinia |
Neve e pioggia: a Sestriere, Fenestrelle e Pragelato scuole chiuse, strade a rischio
lunedì 8 gennaio 2018
I frati sepolti da 5 metri di neve: “Così viviamo sul tetto d’Europa”
L’ospizio in Val d’Aosta è il luogo abitato più in alto del Continente
Enrico Martinet
Federico, canonico agostiniano, arrotola la manica della tonaca
bianco avorio e scrive nel “libro” dell’Ospizio: 7 gennaio 2018. Neve al
suolo, 5 metri e 58. La prima pagina è di 200 anni fa. Il volume
contiene temperature, nevicate, appunti su piovosità e siccità, venti.
L’Ospizio è intitolato a San Nicola di Myra su volontà di chi l’ha fatto
costruire, San Bernardo, ricordato come patrono delle Alpi. Federico
ieri era l’unico dei quattro canonici che si alternano durante l’inverno
ai 2.473 metri del valico tra Italia e Svizzera, Valle d’Aosta a Sud,
Entremont a Nord.
Il colle del Gran San Bernardo è ricco di storia, fin dai tempi remoti; e di vento. L’inverno è nevoso e gli accumuli sono imponenti. Federico: «Da ottobre a oggi siamo arrivati a oltre cinque metri e mezzo. E oggi continua a nevicare». È il luogo abitato più alto d’Europa e l’inverno vuol dire isolamento. «Da cosa?», domanda sorridendo il canonico, che è agostiniano da 32 anni ed è originario di Orsières, cittadina dell’Entremont, l’ultima stazione ferroviaria prima del confine. Spiega: «Qui essere isolati è la normalità. Oggi siamo in dieci: una suora oblata, otto che si occupano degli ospiti ed io». E gli ospiti? «Da giorni non ne vediamo. Troppo pericoloso». La tempesta Eleanor ha soffiato forte quassù. Nel “libro” c’è già la nota: «Alle 16 del 3 gennaio le raffiche hanno raggiunto 176 chilometri l’ora». Quelli che un tempo erano viandanti o pellegrini oggi sono turisti-alpinisti, con gli sci o con le racchette da neve. C’è ancora chi raggiunge il colle per pregare. I canonici pregano, lavorano, ospitano e offrono conforto. Il canonico: «Anche al telefono. Non riceviamo solo prenotazioni per trascorrere qui un periodo o per sapere le condizioni della neve, ma anche richieste di preghiere. Si rivolge a noi chi ha bisogno di bontà, di parole che possano lenire un loro momento difficile. E noi ci siamo. Sempre». D’inverno i famosi cani del San Bernard non ci sono. In autunno tornano all’allevamento di Martigny. Ci sono dai tempi dei romani, molossi che venivano dagli altipiani himalayani. Hanno soccorso nei secoli i viandanti, così come i soldati della neve, i «maroniers». Perché le valli del San Bernardo sono aspre.
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I record. Nel 1870 attorno all’ospizio sono stati misurati 26 metri di neve; oltre 20 nel 1974 |
Enrico Martinet
Aosta
Il colle del Gran San Bernardo è ricco di storia, fin dai tempi remoti; e di vento. L’inverno è nevoso e gli accumuli sono imponenti. Federico: «Da ottobre a oggi siamo arrivati a oltre cinque metri e mezzo. E oggi continua a nevicare». È il luogo abitato più alto d’Europa e l’inverno vuol dire isolamento. «Da cosa?», domanda sorridendo il canonico, che è agostiniano da 32 anni ed è originario di Orsières, cittadina dell’Entremont, l’ultima stazione ferroviaria prima del confine. Spiega: «Qui essere isolati è la normalità. Oggi siamo in dieci: una suora oblata, otto che si occupano degli ospiti ed io». E gli ospiti? «Da giorni non ne vediamo. Troppo pericoloso». La tempesta Eleanor ha soffiato forte quassù. Nel “libro” c’è già la nota: «Alle 16 del 3 gennaio le raffiche hanno raggiunto 176 chilometri l’ora». Quelli che un tempo erano viandanti o pellegrini oggi sono turisti-alpinisti, con gli sci o con le racchette da neve. C’è ancora chi raggiunge il colle per pregare. I canonici pregano, lavorano, ospitano e offrono conforto. Il canonico: «Anche al telefono. Non riceviamo solo prenotazioni per trascorrere qui un periodo o per sapere le condizioni della neve, ma anche richieste di preghiere. Si rivolge a noi chi ha bisogno di bontà, di parole che possano lenire un loro momento difficile. E noi ci siamo. Sempre». D’inverno i famosi cani del San Bernard non ci sono. In autunno tornano all’allevamento di Martigny. Ci sono dai tempi dei romani, molossi che venivano dagli altipiani himalayani. Hanno soccorso nei secoli i viandanti, così come i soldati della neve, i «maroniers». Perché le valli del San Bernardo sono aspre.
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