Da anni si attende il ripristino ambientale del tratto lungo l'ex cava
Cementir, a Voltaggio, compreso dell'area protetta. Il presidente
Bianchi: “Chiederemo garanzie finanziarie al consorzio: nel caso loro
non facciano nulla, avremo i soldi per eseguire noi i lavori”.
Da quattro anni le
Aree protette dell’Appennino Piemontese attendono che il
Cociv realizzi le
compensazioni ambientali previste per il Lemme nel tratto della ex cava Cementir, a Voltaggio. Il torrente, in questo punto, è stato stravolto e trasformato in un
canalone
per consentire la costruzione della scogliera che dovrà sostenere
l’enorme ammasso di terra e roccia della ex cava, area inserita, come il
corso del Lemme,
nel sito di importanza comunitaria (sic) Capanne di Marcarolo,
istituito dall’Unione europea per tutelare alcune specie protette e
gestito dall’ex Parco Capanne. Ad allungare i tempi, anche gli arresti
di quasi tutti i dirigenti del consorzio di imprese avvenuti a ottobre
del 2016, situazione che comunque, a detta del presidente del Parco,
Dino Bianchi, non giustifica questi ritardi. La documentazione
depositata dal Cociv alla fine del 2017, per altro,
contiene
proposte non idonee alla tutela dei pesci, come la costruzione di rampe
di risalita non adeguate alle specie ittiche, e neppure per il
rimboschimento delle sponde. Il Parco ha dato di recente tecnico parere favorevole al progetto che deve comunque essere profondamente modificato.
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