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lunedì 31 dicembre 2018

Il primo gennaio l'euro compie 20 anni

Juncker, la firma più importante. Draghi, Bce rispettato impegni

L'euro compie vent'anni domani, nonostante crisi e attacchi a cui è stato sottoposto. Creato formalmente il primo gennaio 1999, quando 11 Paesi Ue tra cui l'Italia hanno lanciato la moneta comune europea, oggi è adottato da 19 stati membri e fa parte della vita quotidiana di 340 milioni di europei. Circa 60 Paesi nel mondo hanno legato in un modo o nell'altro loro valuta nazionale all'euro.
"Vent'anni dopo, sono convinto che quella fu la firma più importante che io abbia fatto", perché "l'euro è diventato un simbolo di unità, sovranità e stabilità", ha ricordato il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, unico uomo politico ancora attivo che firmò il Trattato di Maastricht con cui di fatto si gettarono le basi per l'euro. 
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M5S espelle senatori De Falco e De Bonis

E eurodeputati Moi e Valli. Richiamo per Ciampolillo. Di Maio: 'Chi non sostiene il contratto di governo è fuori. Rispetto delle regole a costo di andare tutti a casa'


"Tutti sono importanti, nessuno è indispensabile. Oggi i probiviri si sono espressi con provvedimenti duri e giusti. Chi non sostiene il contratto di governo è fuori dal Movimento. Il rispetto degli elettori viene prima di tutto". Lo scrive, in un tweet, il leader del M5S e vicepremier Luigi Di Maio.

Il collegio dei Probiviri del M5S ha espulso dal Movimento i senatori Gregorio De Falco e Saverio De Bonis, e gli eurodeputati Marco Valli e Giulia Moi. Lo comunica il blog delle Stelle in un post. Per il senatore Lello Ciampolillo il collegio dei probiviri ha optato per il richiamo. Archiviati invece i procedimenti disciplinari per i senatori Virginia La Mura e Matteo Mantero. Mentre, sugli altri due senatori dissidenti, Paola Nugnes e Elena Fattori, il M5S sottolinea come i procedimenti disciplinari sono ancora pendenti e non ancora conclusi con una decisione.


Tifoso ucciso, arrestato Marco Piovella, capo ultrà Inter

Il padre di Belardinelli, investitore si costituisca

Marco Piovella, il capo ultras della curva dell'Inter, è stato arrestato nell'ambito dell'inchiesta sugli scontri avvenuti prima della partita Inter-Napoli del 26 dicembre scorso. L'arresto è stato disposto su richiesta della Digos della Questura e della procura di Milano sulla base degli elementi raccolti negli ultimi giorni di indagini e di interrogatori.

Nato a Pavia nel 1984 Piovella, soprannominato "il rosso" è uno dei leader della "Curva Nord", specificatamente dei "Boys S.A.N.", e responsabile delle coreografie da diversi anni. Il 29 dicembre Piovella si era recato in questura dopo che era stato indicato da Luca Da Ros, uno dei primi tre arrestati, come l'ispiratore dell'agguato ai tifosi napoletani.

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“La manovra ha ignorato l’agricoltura pugliese”, la protesta di San Silvestro. Ce n’è anche per la Regione

Coldiretti Puglia, manifestazione a Bari stamani

Di seguito un comunicato diffuso da Coldiretti Puglia:
In fumo l’olivicoltura pugliese a causa delle gelate del febbraio scorso, per cui l’ultimo dell’anno il 31 dicembre gli agricoltori di Coldiretti Puglia hanno presidiato il ‘Palazzo’ della Regione Puglia. ”Siamo i primi a scendere in piazza con la mobilitazione ‘Salvaolio’ perché la Manovra ha ignorato l’agricoltura pugliese. Abbiamo chiesto per mesi a tutti i livelli la dichiarazione di calamità naturale e l’attivazione del Fondo di Solidarietà Nazionale. Ci sono evidenti responsabilità regionali e nazionali”, perentorio Savino Muraglia, Presidente di Coldiretti Puglia. “Ci aspettiamo dal Governo regionale – aggiunge il Presidente Muraglia – che chieda con forza la dichiarazione di calamità naturale e stanzi maggiori risorse per le gelate. C’è la legge richiesta da noi e già approvata che lo consente. Al Governo nazionale chiediamo di non deludere gli agricoltori pugliesi, già dimenticati dalla Manovra, perché la Puglia produce oltre il 50% dell’olio italiano e un’annata disastrosa come questa avrà ripercussioni anche a livello nazionale”. In Puglia si è verificato un drammatico calo – denuncia Coldiretti Puglia – del 65% della produzione di olio che ha messo in ginocchio i produttori.
“Nel 2018 la Puglia ha perso 317 milioni di euro di Produzione Lorda Vendibile del settore oleario e oltre 1 milione di giornate risultano azzerate”, ha denunciato il Direttore regionale di Coldiretti, Angelo Corsetti. “Mentre il settore olivicolo e l’intero indotto non sanno come andare avanti – ha aggiunto Corsetti – da gennaio a settembre sono stati importati 304 milioni di euro di olio dall’estero. E’ forte la preoccupazione del moltiplicarsi di frodi e speculazioni, con olio di bassa qualità venduto come extravergine o olio straniero spacciato per italiano – conclude il Direttore Corsetti – bisogna stringere le maglie della legislazione per difendere un prodotto simbolo del Made in Italy e della dieta mediterranea e togliere il segreto sulle importazioni di materie prime alimentari dall’estero perché sapere chi sono gli importatori e quali alimenti importano rappresenta un elemento di trasparenza e indubbio vantaggio per i consumatori e per la tutela del ‘made in Italy’ agroalimentare”.
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Quirinale: Mustapha l'ambulante e Maria Rosaria che difende il ragazzo sul treno, ecco gli Eroi della Repubblica

Il capo dello Stato ha insignito dell'onorificenza 33 persone, per avere reso migliore il nostro Paese. Come l'uomo che salvò la dottoressa aggredita a Crotone o la donna che replicò agli insulti razzisti sulla Circumvesuviana. L'elenco completo

domenica 30 dicembre 2018

Imu e Tasi, previsti aumenti nel 2019, tutte le novità in Legge di Bilancio

La Legge di Bilancio 2019 potrebbe dare il via ai Comuni di aumentare i tributi regionali, dalle addizionali IRPEF all’IMU sulle seconde case, Infatti c’è la possibilità che possa cadere il blocco della leva fiscale negli enti locali e i Comuni saranno liberi di aumentare le aliquote dei tributi.
Questa occasione sarà colta sicuramente da molti sindaci, si stima 5 su 6, che aumenteranno le addizionali IRPEF e anche l’IMU sulle seconde case che possono raggiungere il tetto massimo del 10,6 per mille.
Con la manovra del 2016, con la Legge n. 208 del 2015, con l’allora governo Renzi, le aliquote furono state congelate e via via, fino al 2018, ma ora viene eliminato il blocco e ciò è stato annunciato dalla sottosegretaria dell’economia, Laura Castelli del Movimento 5 Stelle. Lo sblocco della leva fiscale dei Comuni è una richiesta che l’ANCI ha inoltrato al Governo ma il Vice Ministro Castelli confida nel fatto che sicuramente i sindaci sapranno gestire lo sblocco senza incidere gravemente sulla pressione fiscale dei propri cittadini.

Imu e Tasi, nessun blocco delle aliquote nel 2019

Quindi con la Legge di Bilancio 2019 verrà inserito lo sblocco della leva fiscale, i comuni potranno deliberare aumenti sulle aliquote Imu e Tasi.
Vi è quindi la possibilità e il rischio, che i Comuni, soprattutto quelli più in difficoltà finanziaria deliberano aumenti sulle aliquote Imu e Tasi dal 2019. Queste due imposte insieme alla Tari formano la IUC, la quale è un’imposta comunale che riguarda il possesso di abitazioni o fabbricati (IMU), la produzione di rifiuti (TARI) e la contribuzione collettiva ai servizi comunali indivisibili (TASI).
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sabato 29 dicembre 2018

Pedaggi autostrade, governo in ritardo anche sui rincari: il decreto arriverà a San Silvestro

Apparentemente non è cambiato nulla. Nonostante l’indignazione popolare e le bellicose dichiarazioni del Governo dopo il crollo del Ponte Morandi il 14 agosto, i pedaggi autostradali rincareranno come a ogni inizio anno e il Decreto interministeriale (Infrastrutture-Economia) che stabilirà di quanto arriverà solo il 31 dicembre, a poche ore dall’entrata in vigore delle nuove tariffe. Ma non è proprio così. Rispetto al passato, è cambiato almeno il numero dei protagonisti: a fine settembre il Decreto Genova ha silenziosamente esteso alle concessioni già in essere le competenze dell’Art (Autorità di regolazione dei trasporti), prima limitate a quelle nuove (pochissime).

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Pedaggio, ecco come Autostrade guadagna con gli aumenti


Sisma e allerta tsunami nelle Filippine

Scossa magnitudo 7 in mare a sud dell'isola di Mindanao

(ANSA) - ROMA, 29 DIC - Una forte scossa di terremoto di magnitudo 7 è stata registrata al largo delle Filippine ed è stata emessa un'allerta tsunami.
    Secondo i dati del servizio geologico statunitense Usgs, la scossa è avvenuta alle 11:39 ora locale (le 4:39 in Italia) e ha avuto ipocentro a circa 50 km di profondità ed epicentro 100 km a sudest di Pondaguitan, che si trova sulla grande isola filippina meridionale di Mindanao.

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Egitto, esplosione colpisce bus turistico vicino alle Piramidi

A bordo comitiva di vietnamiti, 4 morti e 10 feriti


Un pullman turistico è stato coinvolto in un'esplosione a Giza, nei pressi delle Piramidi.  Nel bus viaggiavano 14 turisti vietnamiti. Lo ha reso noto il ministero dell'Interno egiziano, specificando che ci sono 4 morti e 10 feriti: oltre a due turisti vietnamiti rimasti uccisi sul posto, un terzo turista e una guida turistica egiziana sono morti in ospedale in un secondo momento per le ferite subite.

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venerdì 28 dicembre 2018

Sarzana, commerciante fa pagare le prove di scarpe e abiti per combattere gli acquisti online

Lʼiniziativa del proprietario di un negozio per disincentivare chi entra in negozio per provare i capi e poi ordina il prodotto online

Dieci euro per provare le scarpe e gli abiti firmati, soldi che poi verranno scalati dal prezzo finale se il capo sarà acquistato. E' l'iniziativa di un commerciante di Sarzana (Liguria), che da 33 anni gestisce due attività nel centro della città, per disincentivare chi entra in negozio per provare i capi e poi ordina il prodotto via internet risparmiando.

L'iniziativa del negoziante è stata annunciata con tanto di cartello sulla vetrina del negozio. "C'era chi tornava più volte, provava, misurava, fotografava e poi non comprava" - ha spiegato il commerciante -. La mia è stata una provocazione, ma non ne potevamo più. Siamo arrivati a far provare 14 paia di scarpe in una mattina allo stesso presunto cliente senza venderne uno".

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Manovra, il governo taglia 4 miliardi alla scuola e i fondi per gli insegnanti di sostegno

Stando alla legge di bilancio al vaglio della Camera per l’approvazione definitiva, nel triennio 2019-2021 le risorse per la scuola si ridurranno del 10%, per un ammontare totale pari a 3,9 miliardi di euro di tagli. I tagli colpiranno in particolare il fondo dedicato agli insegnanti di sostegno per alunni disabili o con Dsa o con bisogni educativi speciali.

"Per questo, la prima cosa che faremo sarà aumentare le risorse per l’istruzione: nel medio termine vogliamo arrivare al 10,2% del Pil, in linea con la media europea. I nostri programmi di spesa sociale, istruzione compresa, saranno finanziati da un lato con i tagli agli sprechi e alle spese inutili che si annidano nel bilancio pubblico e dall’altro con il maggiore gettito fiscale che il nostro piano di investimenti produttivi produrrà anno dopo anno", dichiarò Luigi Di Maio il 17 gennaio scorso al sito online Tecnica della Scuola. A quasi 12 mesi dall'annuncio di Di Maio e 7 mesi dall'inizio dell'esperienza di governo di Lega e Movimento 5 Stelle, le promesse sono state mantenute?

Stando a quanto si evince dalla legge di bilancio al vaglio della Camera per l'approvazione definitiva, la risposta è no: nel triennio 2019-2021 le risorse per la scuola si ridurranno del 10%, per un ammontare totale pari a 3,9 miliardi di euro di tagli. Si dirà: "Ma Di Maio ha parlato di medio termine", il che è verissimo, ma stando ai prospetti allegati alla legge di bilancio l'esecutivo Lega-M5S la tendenza appare inversa rispetto a quanto dichiarato in campagna elettorale.

Come spiegato dal Corriere della Sera, "si passa da 48,3 a 44,4 miliardi nel giro di tre anni, con una riduzione delle risorse sia per l’istruzione primaria (da 29,4 a 27,1 miliardi di euro) che per quella secondaria (da 15,3 a 14,1 miliardi)" e i tagli incidono anche sui fondi per gli insegnanti di sostegno per una cifra pari a 1 miliardo e 300 milioni di euro.

Nella mattinata di oggi, la senatrice dem Simona Malpezzi ha diffuso su Twitter uno screenshot delle tabelle allegate alla legge di bilancio dalle quali si evince chiaramente il taglio operato al fondo per gli insegnanti di sostegno: "Il bilancio pubblico riclassificato per ‘azioni politiche' allegato alla legge di bilancio indica in modo chiaro e netto le scelte del governo per i prossimi tre anni. Ebbene, su quel documento è scritto nero su bianco che il governo del cambiamento taglierà 4 miliardi di euro all'istruzione pubblica e a determinare questa flessione sarà, soprattutto, la riduzione dei fondi destinati agli insegnanti di sostegno. La sforbiciata sarà di 1 miliardo e 300 milioni di euro nel prossimo triennio. Il governo che sostiene di essere nato per aiutare il popolo colpisce indiscriminatamente i più deboli. Si dovrebbero vergognare di fare cassa sulle fragilità. Possono scrivere tutte le liste della spesa possibili, ma a breve non potranno più nascondere le loro bugie dietro la peggiore propaganda".

In sostanza, dunque, i tagli alla scuola colpiranno tutti quei bambini disabili, con disturbi dell'apprendimento o bisogni educativi speciali che hanno necessità di essere seguiti da particolari figure dedicate. I tagli alla scuola sconfessano le promesse da campagna elettorale del vicepremier Di Maio ma soprattutto vanno a ledere i diritti dei bambini più bisognosi, che a causa di questi risparmi si vedranno negare i necessari aiuti. La spesa italiana per istruzione è pari al 3,9% del Pil, quasi un punto percentuale in meno rispetto alla media Ue (4,7%), e gli indicatori suggeriscono che andrebbe considerevolmente aumentata e non ridotta.


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Manovra, pensionati in piazza: "Non siamo il bancomat del governo"

La protesta per il taglio delle rivalutazioni degli assegni inserita nel maxi emendamento. Furlan: Serve più rispetto". Conte minimizza: "Neppure l'avaro di Moliere forse si accorgerebbe di qualche euro al mese in meno"


MILANO - I pensionati scendono in piazza da Nord a Sud contro il governo per il taglio delle rivalutazioni degli assegni previste dal maxiemendamento alla Manovra approvato al Senato. "Ancora una volta siamo il bancomat del Governo. Ma stavolta i pensionati non ci stanno", hanno attaccato i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil nel corso del presidio organizzato in via cavour, sotto la prefettura di Firenze: "In tre anni  la manovra del governo sottrae 2,5 miliardi dalle tasche dei pensionati intervenendo nuovamente sull'adeguamento delle pensioni all'inflazione. I pensionati vogliono far sentire la propria voce per denunciare l'ipocrisia del governo, che con una mano sembrerebbe dare ma con l'altra certamente toglie".

 "La protesta di oggi e dei prossimi giorni dei sindacati dei pensionati in tante città italiane è del tutto legittima ed ha il pieno sostegno della Cisl e delle altre confederazioni sindacali", ha sottolineato la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. "Bloccare la rivalutazione, non rispettando gli accordi sottoscritti dai precedenti governi, è una scelta iniqua e sbagliata anche dal punto di vista economico perché significa penalizzare i consumi di milioni di persone che vivono solo di una pensione modesta e ferma da anni", sottolinea la leader Cisl. "I pensionati italiani meritano più rispetto e considerazione da questo governo ed in generale dalla classe politica. Sono persone che hanno dato tanto al nostro Paese in termini di lavoro, professionalità, innovazione, cultura, ma anche di sacrifici e di assistenza ai nostri figli e nipoti.


Analogo il pessaggio della Cgil. "La protesta dei sindacati dei pensionati è più che legittima. Si fa cassa con la rivalutazione delle pensioni: è inaccettabile", ha detto il  segretario confederale della Cgil, Vincenzo Colla, che ha partecipato al presidio a Roma. "Oggi siamo con loro nelle piazze d'Italia, poi a fine gennaio daremo la risposta unitaria di Cgil, Cisl e Uil contro questa manovra ingiusta e iniqua", ha aggiunto. "Questo governo aveva promesso di eliminare la legge Fornero, invece si continua a far cassa sui pensionati", ha detto invece il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo.

Le ragioni della protesta

All'origine della protesta c'è il taglio dell'indicizzazione delle pensioni al costo della vita. Ogni anno infatti gli assegni crescono automaticamente per adeguarsi all'aumento dell'inflazione, cioè dei prezzi, impedendo così che il trattamento pensionistico si svaluti. Il prossimo gennaio questo adeguamento subirà dei tagli per tutte le pensioni sopra i 1522 euro lordi, con un a percentuale che varierà a seconda degli importi, con una decurtazione dal 97 al 47% degli aumenti previsti.



La tagliola innanzitutto scatterà per le pensioni superiori ai 1522 euro ma i primi effetti sensibili si vedranno sopra i 2537 euro lordi, circa 1750 euro netti, che vedranno una riduzione lorda nel 2019 di 69 euro lordi all'anno, circa 50 euro netti e quindi poco più di 4 euro al mese. Cifre che quadriplicano se consideriamo ad esempio una pensione di 4059 euro, poco più di 2500 euro netti. In questo caso, con un taglio, o mancato aumento, da 250 euro all'anno il rifletto in busta paga sarà di circa 20 euro lordi in meno al mese rispetto a quanto si sarebbe incassato se gli adeguamenti fossero stati "pieni", circa 14 euro netti.

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“C’è il trucco, quota 100 finanziata con i soldi degli altri pensionati”


Pensioni, circolare Inps: ora cambiano gli assegni



Quota 100, l’Upb avverte: “Penalizzazioni dal 5% al 34% per chi va in pensione anticipata”




Oggi in Aula alla Camera si discute la legge di bilancio.

Questi sono i banchi del M5S e della Lega: VUOTI!!!


Video in diretta

Guazzabuglio Ires. Strafalcione della viceministra Castelli



Autostrade, blitz di Natale: acquistati cinque terreni sotto il ponte

Una strana operazione che potrebbe avere ripercussioni legali

GENOVA - Qualcuno lo ha già ribattezzato il blitz di Natale. Il 24 dicembre infatti Autostrade per l'Italia con il suo ufficio legale ha perfezionato l'acquisto da privati, si dice a cifre quasi raddoppiate rispetto a quanto offriva la struttura commissariale, cinque aree nella zona di Ponte Morandi.
Una mossa che era nell'aria e che è diventata realtà. Resta da capire con quale finalità. C'è chi suggerisce che l'operazione possa essere propedeutica ad eliminare in fase processuale cinque potenziali ricorrenti che, una volta ceduta l'area di proprietà, rinunciano così ad ogni azione legale.
Ma c'è anche un'altra possibile spiegazione. Quei terreni acquistati da Autostrade per l'Italia, come tutti gli altri, ora dovranno essere ceduti alla struttura commissariale. Autostrade potrebbe rifiutarsi di cederli, la struttura commissariale come da decreto procederebbe all'esproprio, ma Autostrade e il suo ufficio legale in seguito potrebbero ricorrere proprio su questo atto.
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Negozi chiusi in piazza Duomo a Tortona, la conferma che certi settori non hanno futuro

A ribadire la nostra tesi esposta ieri, e cioé che certe tipologie di commercio – salvo eccezioni, ovviamente – non possono avere futuro perché i giovani acquistano quasi esclusivamente su internet, è sufficiente recarsi nel centro storico di Tortona e rendersi conto della situazione.
Quelli che vedete in alto, infatti, sono due negozi chiusi che si affacciano proprio su piazza Duomo.
Se un certo tipo di commercio vuole mantenersi vivo, oltre ad offrire particolari tipologie, deve anche sapersi proporre attraverso un’adeguata promozione e un marketing che tantissimi commercianti di vecchio stampo non comprendono o non sono in grado di fare, perché non hanno ancora capito che le abitudini delle persone sono cambiate: non serve (o non serve soltanto) a nostro avviso, promuovere la propria attività attraverso manifesti affissi in città o pubblicità sui giornali cartacei, perché le persone frequentano soprattutto internet e i social.
Per questo motivo serve soprattutto fare la pubblicità nei luoghi (reali o virtuali) frequentati dalla gente. E serve un messaggio accattivante, un messaggio articolato, che faccia comprendere meglio l’offerta commerciale e il prodotto in vendita, sia esso un bar, un ritrovo, una gelateria, un pub o altro.
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Crisi del Commercio a Tortona (2): in via Emilia un quarto dei negozi è vuoto. Tutti i dati zona per zona

Fotorassegna stampa, le prime pagine dei quotidiani di venerdì 28 dicembre

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Rai News in diretta

Scontri di Milano prima di Inter-Napoli, sono 9 gli indagati. Caccia al conducente del SUV

Per tutti l'accusa è di rissa aggravata, mentre gli investigatori della Digos sono ancora al lavoro per identificare il conducente del Suv che ha investito e ucciso il tifoso della squadra milanese. Belardinelli, 39 anni, era stato raggiunto da almeno due DASPO 

Razzismo e violenza, vittime e arresti. Non erano certo queste le aspettative per il primo Natale in campo della serie A, un cambio di rotta rispetto alla tradizione che ha convinto gli appassionati, attirandoli in massa negli stadi, ma che ha riservato il peggio per quello che doveva essere il suo momento clou, la supersfida di San Siro tra Inter e Napoli. 

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Da gennaio stangata ​da 914 euro a famiglia

Secondo il Codacons, nel 2019 ci sarà una “stangata” da 914 euro a famiglia, dovuto anche all’aumento delle tariffe stradali, della Rc auto e delle multe per infrazioni del codice della strada



Potrebbe essere un 2019 davvero difficile per i contribuenti. Dopo tre anni cade il blocco dei tributi locali e dal primo gennaio dell’anno nuovo sarà consentito, alle amministrazioni locali, di aumentare il livello di pressione fiscale grazie attraverso la maggiorazione di aliquote e tariffe di competenza comunale.

I primi aumenti riguarderanno Tasi Tari: la Tassa sui servizi indivisibili potrà avere una maggiorazione dello 0,8 per mille in quei comuni che l’avevano già istituita e confermata negli anni precedenti mentre, per quanto riguarda la Tari, le amministrazioni locali potranno aumentarne o diminuirne le tariffe del 50 per cento. Possibile stangata anche sull’imposta sulla pubblicità con la facoltà, per gli enti locali, di aumentare tariffe e diritti fino al 50 per cento per le superfici superiori al metro quadrato;

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Ecco la trappola di quota 100 Il Tfr pagato dopo tre anni



Manovra, la denuncia dei Verdi: "Bluff di Di Maio: le spese militari aumentano"

giovedì 27 dicembre 2018

India: nessuna speranza per i minatori

La Protezione Civile: 'Quasi impossibile trovare sopravvissuti'

(ANSA) - NEW DELHI, 27 DIC - Quasi nulle ormai le speranze di salvare almeno qualcuno dei 15 minatori imprigionati sottoterra dal 13 dicembre in una miniera di carbone non autorizzata, nel distretto di Meghalaya, dopo il crollo e l'allagamento della galleria nella quale lavoravano.
    Santosh Singh, responsabile della task force della Protezione Civile che sta tentando di recuperarli, pur senza avere mai avuto il minimo segnale che ci sia davvero qualche sopravvissuto, ha dichiarato questa mattina al quotidiano Indian Express che, poiché il livello dell'acqua che ha invaso la galleria non accenna a scendere, sarebbero necessarie pompe aspiranti quattro volte più potenti di quelle usate sinora.

Volontariato, retromarcia del governo. Di Maio: "La norma sull'Ires va cambiata"

Il vicepremier: "E' un mio impegno: ma non possiamo intervenire sulla Manovra. Lo faremo con il primo provvedimento utile". Conte: "La modifica a gennaio". E Salvini: "Ma ci sarà massimo rigore con i furbetti"

ROMA - Retromarcia del governo sulle disposizioni contenute nella manovra economica che penalizzano il volontariato: "Quella norma va cambiata nel primo provvedimento utile. Si volevano punire coloro che fanno finto volontariato e ne è venuta fuori una norma che punisce coloro che hanno sempre aiutato i più deboli. Non possiamo intervenire nella legge di bilancio perchè si andrebbe in esercizio provvisorio. Ma prendo l'impegno di modificarla nel primo provvedimento utile". Così il vicepremier Luigi Di Maio. E per il premier Giuseppe Conte: "A gennaio l'intervento sulla norma Ires: va calibrata meglio".

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Volontariato, la rivolta contro la tassa sulla solidarietà: "E' un tradimento"

I sondaggi politici del 27 dicembre 2018

Per la prima volta dalle Politiche calano nelle intenzioni di voto la Lega (-3% da novembre) e il suo leader Salvini (-4 punti nel consenso). Continua la discesa di M5s e Di Maio.

I sondaggi Ipsos di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera del 27 dicembre mostrano per la prima volta una frenata nell'ascesa della Lega e del suo leader Matteo Salvini nelle intenzioni di voto. Il governo Conte, partito con un indice di gradimento di 60 punti, in luglio era salito a 68 e a sei mesi dall’insediamento ritorna a 60.

SALVINI E DI MAIO IN CALO NEI SONDAGGI

Il vicepremier Luigi Di Maio scende dai 58 punti di luglio a 43, perdendo ben 15 punti. Salvini, che è riuscito a mantenere continuativamente il proprio consenso intorno a 60 fino a novembre, è sceso di 4 punti a dicembre. La Lega ha raddoppiato i propri consensi rispetto al risultato del 4 marzo, attestandosi intorno al 33%. Ma evidenzia i primi segnali di rallentamento. Solo un mese fa era accreditata al 36,2%, quasi tre punti in più degli attuali.

IL PD FERMA IL CALO AL 18%

Il M5s è in difficoltà più evidenti. Oggi sono accreditati del 27%, cinque punti sotto le Politiche (-0,7% rispetto a novembre). Il Pd sembra aver frenato la discesa e si attesta su un risultato analogo a quello delle Politiche (è al 18,1%). Forza Italia, oggi all’8%, si è quasi dimezzata rispetto al voto politico.
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La crisi dimenticata della Bredamenarinibus

Di Maio aveva promesso di riprendersi i «gioielli di Stato». E invece Industria italiana autobus che controlla Bologna e Avellino è passata ai turchi per il 70%. La preoccupazione dei sindacati.

Doveva tornare in mano pubblica e diventare il polo della produzione di bus made in Italy. Il progetto, almeno in teoria, c’è ancora. Ma Industria italiana autobus (Iia) 441 dipendenti tra Bologna (152) e Avellino (289), al momento è privata. E turca. Il costruttore Karsan, che era socio al 5%, ha ricapitalizzato l’azienda l’11 dicembre salvandola dal fallimento. E ora il 70% è in mano sua, grazie a un aumento di capitale che per la sua parte vale 3,6 milioni di euro. Altri soldi li ha messi Leonardo, salendo dal 12 al 30%. L’ex Finmeccanica, ex proprietaria della Bredamenarinibus (il ramo bolognese del gruppo), resta per ora l’unico socio pubblico della società. Poco, se si considera il piano originale: portare nell’azionariato, oltre a Leonardo, anche Ferrovie dello Stato (attraverso la controllata Busitalia) e Invitalia. Dal ministero dello Sviluppo economico hanno detto ai sindacati che l’assetto societario è provvisorio. L’ha confermato il nuovo ad, Antonio Bene, parlando con le Rsu aziendali di una soluzione ponte per evitare il fallimento. Per l’ennesima volta.

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