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sabato 26 gennaio 2019

Fattura elettronica, allarme dei benzinai «Rischio chiusura per gli impianti»

Commissioni per carte di credito e indetraibilità dell’Iva le maggiori problematiche della categoria con la fattura elettronica.


Questa settimana è iniziato lo stato di agitazione anche dei benzinai bergamaschi per le vicende che caratterizzano sia il versante della fatturazione elettronica, sia quello delle commissioni sulle carte di credito. In primo luogo il problema della fatturazione elettronica non è terminato con l’inizio dell’anno ma bensì sta portando delle complicazioni nuove.
In particolare, la fatturazione dei carichi di carburante avvenuti negli ultimi giorni dell’anno e fatturate elettronicamente nei primi giorni del 2019 comporta l’indetraibilità dell’Iva nell’anno di competenza, quindi un aggravio di costi legati alla maggiore tassazione che i gestori di carburante subiranno quest’anno.
«Questo sta allarmando una categoria che da anni sta soffrendo sia per i margini molto bassi sia per delle condizioni contrattuali molto difficili con le compagnie petrolifere» spiegano da Ascom.
Un elemento in più della problematica è anche la formazione di code per la fatturazione elettronica, che si somma a questa situazione difficile con il rischio di chiusure a raffica di gestori di pompe di benzina per mancanza di liquidità.
«Le misure di agitazione riguardano il versante delle commissioni per carte di credito - annuncia Ascom -.Le principali federazioni nazionali hanno già annunciato lo stato di agitazione con i primi provvedimenti, che verranno presi dal 1 febbraio, tra cui l’emissione della fattura elettronica solo dietro il pagamento effettuato attraverso ordine di bonifico anticipato o assegno circolare, mentre incombe lo sciopero il prossimo 6 febbraio».

Mario Pittoni: “Ho Lasciato La Scuola per Ribellione, Quello Che C’è da Sapere Non si Impara su Polverosi Libri”

Sono figlio della contestazione globale, erano tempi in cui ci si opponeva. Ho un padre insegnante e un fratello professore, quindi ho sempre respirato scuola e per questo sono preparatissimo. Non mi sono diplomato per ribellione“. Questo è quanto riferito all’Espresso da Mario Pittoni, senatore leghista, presidente della commissione Cultura del Senato e responsabile Istruzione della Lega.

Il parlamentare ha quindi candidamente ammesso di avere esclusivamente la licenza media e se fino a qualche mese fa era restio a divulgare la notizia – “Non lo rivelo, il mondo della scuola è pronto a massacrarti per un pezzo di carta” – oggi nell’intervista rilasciata all’Espresso si definisce “preparatissimo”.
Il settimanale ha pubblicato il suo curriculum vitae, compilato a mano e reperibile sul sito del comune di Udine, dove Pittoni è stato consigliere dal 2013 al 2018. Diverse esperienze lavorative all’attivo: giornalista pubblicista dal 1981, Pittoni ha lavorato nell’ufficio stampa di Edi Orioli, il campione della Parigi-Dakar, poi direttore della Bancarella, periodico di annunci economici, e responsabile a Udine del servizio clienti per alcuni marchi automobilistici.
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Tav, il dossier Lega: «L’opera va fatta, lo stop costa troppo»

Matteo Salvini sulla Tav rompe gli indugi. Fino a qualche giorno fa, per non mettere in crisi il patto di governo con Luigi Di Maio, il leader della Lega aveva offerto una mediazione: realizzare l’Alta velocità Torino-Lione, ma con tagli a costi e a cubature rispetto al piano originario. Come del resto dice il “contratto” giallo-verde, in cui si parla di «ridiscutere integralmente il progetto». Adesso, dopo aver dovuto subire il mezzo “no” imposto dai 5Stelle alle trivellazioni di gas e petrolio in mare, è determinato a «imporre un po’ di sì». A cominciare appunto dalla Tav, diventata la madre di tutte le battaglie, insieme alla legge sulla legittima difesa, in vista delle elezioni di maggio.

Nella sua controffensiva, Salvini giovedì ha annunciato che la prossima settimana sarà a Chiomonte, il cantiere più contestato d’Italia. Quello dove i no-Tav, a guida grillina, si scagliano con cortei spesso decisamente poco pacifici. Un «gesto simbolico», ha fatto sapere in capo leghista, «a fianco delle forze dell’ordine oggetto in questi anni di violenze». Per dire che «l’Alta velocità va fatta senza se senza ma»

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L'Ue all’Italia: “Tav nei tempi previsti o i soldi europei andranno persi”
Tav, l'Ue all’Italia: “Opera nei tempi previsti o restituisca 800 milioni”


Trovato morto il bimbo nel pozzo, Julen non ce l’ha fatta. Padre soccorso dopo malore

TOTALAN (Malaga, Spagna) Il tweet della Guardia Civil chiude ogni sogno e speranza per Julen: #RIPJulen: trovato morto dopo due settimane di ricerche e tentative il piccolo Julen. Erano le 1.25. La notizia si è diffusa intorno alle 3 quando si è avuta certezza del decesso. 
Il drammatico epilogo dopo oltre 13 giorni di scavi a Totalan, nella provincia di Malaga sintetizzando nel tweet dei soccorritori: «Disgraziatamente...nonostante tanti sforzi da parte di tanta gente, non è stato possibile...#RIPJulen», ha twittato la Guardia Civil, rivolgendo ai familiari «le più sincere condoglianze».


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Il dramma di Julen morto nel pozzo e di Oliver: la tragica sorte dei due fratellini di Malaga

venerdì 25 gennaio 2019

Firenze, 22 anni in carcere da innocente: chiede 66 milioni di euro di risarcimento

Giuseppe Gulotta, vittima di un errore giudiziario per l'omicidio di due giovani carabinieri della caserma di Alcamo Marina (Trapani) nel gennaio del 1976, è stato poi assolto dalla Corte d'Appello di Reggio Calabria

Ha trascorso 22 anni in carcere da innocente. Oggi Giuseppe Gulotta, accusato per erroredell'omicidio di due giovani carabinieri della caserma di Alcamo Marina, in provincia di Trapani, nel 26 gennaio del 1976, chiede un risarcimento di 66 milioni di euro. Nell'atto, depositato al tribunale di Firenzedagli avvocati Baldassare Lauria e Pardo Cellini, viene citata l’Arma dei carabinieri per responsabilità penale.

Gulotta venne arrestato e condannato all'ergastolo quando aveva appena 18 anni. Fu poi assolto dalla Corte d'appello di Reggio Calabria che, nel 2016, gli riconobbe un risarcimento di sei milioni e mezzo di euro, con una provvisionale, cioè un anticipo, di 500 mila euro. L'uomo, che oggi ha 60 anni, è stato vittima del più grosso errore giudiziario della storia d'Italia. Nel 1976 faceva il muratore, e aveva fatto domanda per entrare nella Guardia di Finanza. Il 13 febbraio venne prelevato dai carabinieri, portato in caserma, legato mani e piedi a una sedia, picchiato, minacciato di morte con una pistola che gli graffiava le guance. Botte e insulti. Così per dieci ore finché "sporco di sangue, lacrime, bava, pipì" si rassegnò a confessare quello che gli urlavano i carabinieri, pur di porre fine a quell'incubo. 

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«Troppo asfalto sul ponte», nuove ipotesi sul crollo

Genova - Il nuovo colpo di scena è emerso nel corso dei lavori di smantellamento dei monconi del Ponte Morandi: le ditte che stanno togliendo lo strato superficiale di bitume hanno rilevato una quantità «anomala» di asfalto. Per semplificare, più materiale di quanto dovrebbe esserci su un viadotto simile. È un elemento che può avere rilevanza per le indagini sul crollo? Non è un’ipotesi da escludere e lo dimostra il fatto che i consulenti dei pubblici ministeri Renato Malerba e Piergiorgio Buratti hanno inserito questa informazione nel dossier segnato alla Procura. Il dato potrebbe insomma avere una rilevanza, per gli esperti.

Preliminarmente perché appesantisce la struttura del ponte: è possibile considerare l’eccessivo quantitativo di materiale, insieme ad altre possibili concause (la presenza di new jersey e dell’azione del carroponte), come uno dei fattori che ha giocato un ruolo nel disastro? C’è però un altro elemento che potrebbe rivestire interesse per l’inchiesta: secondo chi indaga gli strati superflui potrebbero essere indicativi di manutenzioni non eseguite a regola d’arte. È possibile che, negli anni, invece di scarificare gli strati deteriorati si scegliesse di ricoprirli con nuovo asfalto per velocizzare le operazioni?

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IL CROLLO DEL PONTE MORANDI

Aosta, elicottero e aereo da turismo si scontrano in volo: 4 morti e 2 feriti

Aosta - Un elicottero e un aereo da turismo si sono scontrati in volo sul ghiacciaio del Rutor, nel vallone di La Thuile, in Valle d’Aosta.
Sul posto sta intervenendo il Soccorso alpino valdostano.
Secondo le prime informazioni ci sarebbero quattro morti e due feriti.
«Opera sul posto l’elicottero della Protezione civile - fanno sapere dalla Regione - con guide tecnici del Soccorso Alpino Valdostano e medico a bordo» ed «è stato attivato un secondo elicottero con medico a bordo. Da Torino sono pronti a intervenire altri due elicotteri».

Lavoro: Inps, a novembre aumentano domande disoccupazione

Roma – In crescita le domande di disoccupazione a novembre 2018. Lo riferisce l’Inps nell’Osservatorio sulla cassa integrazione, spiegando che nel mese di novembre sono state presentate nel complesso 223.728 domande di disoccupazione, con un aumento del 5,2% sullo stesso mese del 2017. Nel dettaglio, sono state 219.450 domande di Naspi e 3.015 di DisColl. Nello stesso mese sono state inoltrate 1.263 domande di Aspi, mini Aspi, disoccupazione e mobilità. Nei primi 11 mesi del 2018 sono arrivate all’Inps 1.917.717 richieste di disoccupazione, con un aumento del 6,2% rispetto al 2017.

Fonte

L'intuizione del corazziere nero

L'accoglienza di Mattarella a Salvini è un magico colpo di genio “civile” di chi custodisce il naturale e reattivo sentimento democratico unito al necessario sarcasmo antifascista


Che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, abbia escogitato di far accogliere Matteo Salvini da un corazziere di pelle scura in uniforme di gala proprio per la Giornata della memoria contro le discriminazioni è, assai probabilmente, un magico colpo di genio "civile", l'unico che potesse giungere in mente a chi custodisce il naturale e reattivo sentimento democratico unito al necessario sarcasmo antifascista. Rispondendo così, in modo brillantemente protocollare, alla subcultura razzista rionale che monta nel Paese, accompagnata, va rilevato quotidianamente, da un signore leghista, fisso lì, come ne testimoniano le parole, i gesti, le smorfie da piantone consegnate ai social, pronte a fornire pacche di incoraggiamento al sentire plebeo endemicamente razzista e ringhioso.

Ora, intanto che altri benemeriti volonterosi, a fronte della meschina equazione che porta molti a identificare i migranti, cioè l'Altro, con il nemico, criminalizzando la miseria, cioè ancora una volta il diverso, consapevoli di un tale piccino orrore, si lambiccavano, magari sotto le bandiere di una dispersa sinistra, su come rispondere, appunto, a ciò che abbiamo già definito un'ottusa Vandea, già, in quello stesso istante, proprio davanti a un incombente quesito politico sull'analfabetismo civile arrembante, ecco che, improvvisamente, sullo scalone d'onore del Quirinale è apparso quel ragazzo, quel corazziere, di colore, nero, anzi, "negro", come direbbero gli amici del ministro.

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Morta la donna ferita in piazza San Carlo a Torino

Marisa Amato era stata calpestata dalla folla in preda al panico

E' morta questa mattina all'ospedale Cto di Torino Marisa Amato, 65 anni. Calpestata dalla folla in preda al panico, il 3 giugno 2017 in piazza San Carlo, davanti al maxi schermo allestito per la finale Champions tra Juventus e Real Madrid, era rimasta tetraplegica. La donna era ricoverata da alcuni giorni nel reparto di Rianimazione per il sopraggiungere di alcune complicazioni. 

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25 anni fa la morte di Luchetta, Ota e D'Angelo a Mostar

Il 28 gennaio di 25 anni fa morivano a Mostar il giornalista RAI Marco Luchetta e due membri della troupe, Alessandro Ota e Dario D'Angelo. Erano in Bosnia per girare uno speciale sui bambini vittime della guerra. Noi siamo tornati a Mostar per riprendere in mano simbolicamente il testimone di quell'inchiesta. Oggi i ragazzi senza nome, nati dagli stupri etnici, sono giovani uomini e donne ma la loro è un esistenza segnata in una terra ancora divisa e lacerata per linee etniche. 

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Yemen, in 3 anni morti 85 mila bimbi sotto i 5 anni

Tra il 2015 e il 2018 circa 85mila bambini sono morti di fame o malattia in Yemen dall’inizio del conflitto nel paese arabo.
Lo riferisce un rapporto pubblicato dall’ong Save The Children, basato sui dati forniti dalle Nazioni Unite per stimare i tassi di mortalità in casi di grave malnutrizione e malattia tra i bambini al di sotto dei cinque anni di età. Sulla base di una «stima prudente», Save The Children denuncia la morte di 84.701 bambini per fame o malattie tra l’aprile 2015 e l’ottobre 2018.
Il Fondo per l’Infanzia delle Nazioni Unite (Unicef) ha fatto sapere che dal 2015 oltre 2.400 bambini hanno perso la vita e oltre 3.600 sono rimasti feriti a causa degli scontri avvenuti in Yemen. La guerra ha provocato in tutto oltre 10mila vittime civili.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), a causa della guerra l’80% dei minori residenti in Yemen ha bisogno di assistenza umanitaria, pari a oltre 11 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni.
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La Shoah delle donne, incubo senza fine

Un bordello ad Auschwitz per i prigionieri più produttivi, con tanto di turni, tariffe e orari di ingresso. Quella che al primo impatto suona come un’idea assurda rappresenta una triste realtà: nel campo di concentramento simbolo dell’orrore nazista le SS crearono una casa chiusa destinata a particolari categorie di internati.
E non solo ad Auschwitz: simili baracche, ribattezzate Sonderbauten («edifici speciali»), erano attive anche in altri Lager. Atti sessuali forzati a pochi metri da montagne di cadaveri ammonticchiati l’uno sull’altro: un capitolo poco noto nella storia del nazismo riportato ora alla luce da Robert Sommer in Das KZ-Bordell («Il bordello nel campo di concentramento»), un libro presentato al parlamento della città-Stato di Berlino.
A partorire l’idea fu, nel 1942, il capo delle SS Heinrich Himmler, che puntava in tal modo ad aumentare la produttività degli internati, tutto con la fredda regolamentazione tedesca, a cominciare dalla scelta delle donne: si trattava soprattutto di giovani sotto i 25 anni, provenienti da Germania, Polonia o Ucraina («non c’erano italiane») e reclutate per lo più tra quelle internate come «asociali». Rigorosamente escluse per principio, invece, le ragazze ebree.
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Reddito di cittadinanza, sul web i trucchi per eludere norme e divieti

Barbara Romano ci spiega tutti i metodi dei furbetti dell'Isee per ottenere il reddito di cittadinanza

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Capracotta sommersa dalla neve, ma scuole sempre aperte. Una mamma: "i miei figli a scuola con lo slittino"

Capracotta è una piccola località dell'Appennino molisano, in provincia di Isernia, situato a circa 1400 metri di altitudine. Si tratta di uno dei più alti comuni dell'interno Appennino ed è ormai famosa in tutta Italia per le incredibili quantità di neve che riesce a registrare ogni anno grazie alla sua particolare posizione geografica. Non importa se siamo alle prese con irruzioni gelide da est o normali perturbazioni atlantiche : Capracotta viene spesso e volentieri colpita da nevicate forti e persistenti che favoriscono accumuli al suolo davvero degni di nota, pressocchè ogni inverno.
Nel 2015 Capracotta raggiunse il record mondiale, prima appartenente a Silver Lake (in Colorado), di neve caduta in 24 ore: sulla località molisana caddero oltre 256 cm di neve fresca nell'arco di una giornata!
Ieri pomeriggio la redazione de "La Vita in diretta", su Rai 1, ha proposto un interessante servizio su Capracotta parlando degli importanti accumuli nevosi e dello svolgimento delle consuete attività quotidiane. Nel servizio viene mostrata la cittadina sommersa da una spessa coltre di neve, in alcuni tratti superiore anche ai 50 cm, che riveste auto, fioriere, panchine e qualsiasi altro oggetto per strada. L'inviato del programma mostra una bacchetta conficcata nella neve che indica la presenza di ostacoli o automobili, molto utile per i movimenti degli spazzaneve o degli spalatori.
Basso Piemonte con temperature quasi da record stamattina stante l'effetto albedo della neve: punte di -15° a Sezzadio (AL) e a Nizza Monferrato (AT)



Aggiornamento modello americano: arriva la **NEVE al NORD** mercoledi 30?


Venezuela, almeno 26 i morti negli scontri

Paese diviso dopo l'autoproclamazione di Guaido'. Maduro resiste

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Strasburgo, politici Italia incitano all'odio

Duro rapporto Assemblea Consiglio d'Europa, respinti emendamenti

Un aumento dell'incitamento all'odio da parte dei politici, e del razzismo e xenofobia nel discorso pubblico, particolarmente nei media e su internet preoccupa l'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. È scritto nel rapporto di monitoraggio sull'Italia votato a Strasburgo, e che la delegazione italiana, bipartisan, voleva cambiare con emendamenti tutti però rigettati.

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giovedì 24 gennaio 2019

Migranti: Diciotti, chiesta autorizzazione a procedere per Salvin

"Ci riprovano, torno ad essere indagato per sequestro di persona e di minori, con una pena prevista da 3 a 15 anni. Manco fossi uno spacciatore o uno stupratore"

 "Ci riprovano, torno ad essere indagato per sequestro di persona e di minori, con una pena prevista da 3 a 15 anni. Manco fossi uno spacciatore o uno stupratore. Ora la parola passa al Senato e ai senatori che dovranno dire si o no, libero o innocente, a processo o no. Ma lo dico fin da ora, io non cambio di un centimetro la mia posizione". Così il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha commentato in una diretta Facebook la decisione del tribunale dei ministri di Catania di chiedere l'autorizzazione a procedere nei suoi confronti. La decisione del tribunale dei ministri arriva dopo la richiesta motivata di archiviazione avanzata dalla procura di Catania. 

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Alex, il trapianto è riuscito: il bambino lascerà l'ospedale

Il piccolo Alessandro, affetto da una malattia genetica rara, è stato operato circa un mese fa. L’Ospedale Bambino Gesù: “Il percorso trapiantologico può dirsi concluso positivamente, è in buone condizioni”

Il trapianto con cellule staminali è riuscito e Alex (LA STORIA), il bambino affetto da una rara malattia genetica, ora è “in buone condizioni” e sarà dimesso. Alessandro Maria Montresor aveva subito l’intervento circa un mese fa all’ospedale Bambino Gesù di Roma. Le cellule del padre, manipolate e infuse nel piccolo, ha spiegato il nosocomio, "hanno perfettamente attecchito”. Il percorso trapiantologico "può dirsi concluso positivamente" e Alex lascerà l'ospedale nelle prossime ore.

“Non si sono registrate complicanze”

Il bambino è affetto da Linfoistiocitosi Emofagocitica (HLH) e a fine novembre era stato trasferito al Bambino Gesù di Roma dall'Ospedale Great Ormond Street di Londra. Il 20 dicembre scorso, poi, era arrivato il trapianto di cellule staminali emopoietiche donate dal padre. Il nosocomio romano ha fatto sapere che le cellule dopo più di 30 giorni dal trapianto, “stanno ripopolando adeguatamente il sistema emopoietico e immunitario del paziente". Nell'arco delle quattro settimane "non si sono registrate complicanze, né sul piano infettivo, né - precisano i medici - sul piano del rigetto, il problema principale per situazioni di questo tipo". Anche la somministrazione del farmaco salva-vita (emapalumab), che teneva sotto controllo la malattia regolando le reazioni del sistema immunitario, è stata sospesa la scorsa settimana.

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Castelnuovo di Porto: i bambini portati via da scuola

ROMA – I bambini tolti, portati via dalle scuole. Separati dai compagni dell’asilo, dalle classi delle elementari e dai professori delle medie. Immaginate questo. Visualizzate questo. Chi non ha figli e soprattutto chi ne ha, perché questo è quello che è accaduto e sta accadendo ad una manciata di chilometri dalla capitale di un paese democratico, nel cuore di una delle prime dieci economie del Pianeta. Perché questo, sotto il velo e la scarsa concretezza delle polemiche politiche, è quel che succede a Castelnuovo di Porto.

Lo sgombero, o il trasferimento degli inquilini del Cara è cominciato ieri mattina e prosegue oggi come continuerà domani. Dei 500 e passa ospiti la maggior parte verranno trasferiti in altre strutture sparse per l’Italia e tenute sostanzialmente nascoste all’opinione pubblica, e soprattutto non comunicate agli interessati. Non andranno nella Cortina evocata dal ministro dell’Interno nonché vicepremier Matteo Salvini: “Tutti gli ospiti che erano dentro e che hanno diritto saranno trasferiti con altrettanta generosità, perché se sei qui a chiedere asilo politico, non puoi pretendere di andare a Cortina”.
E con tutto l’amore per Castelnuovo, il piccolo comune non è esattamente Cortina. E anche se poi non è vero che tutti quelli che avrebbero diritto saranno trasferiti. Una ventina di titolari di quella che era la protezione umanitaria, un diritto riconosciuto a livello internazionale ma disconosciuto da questo governo, sono infatti finiti a dormire a Roma. Alla stazione. Ma il punto non è questo come non lo sono i gruppi: uomini, donne e bambini, in cui sono stati divisi sostanzialmente all’improvviso gli ospiti del Cara e che ricordano le divisioni degli ebrei e degli zingari di quasi un secolo fa.
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mercoledì 23 gennaio 2019

L'Appennino piemontese sul palco di Sanremo grazie a Carucci e gli Ex Otago

Il cantante adottato dalla val Borbera sarà tra i big del festival di Sanremo con la sua band Ex Otago. Indosserà una maglietta portafortuna con i simboli dell'Appennino piemontese. "Comunque vada rimarrò un contadino", dice


BOSIO (AL) – «Comunque vada continuerò a fare il contadino. A marzo devo potare, l’ho già detto anche alla casa discografica». Maurizio Carucci, 38 anni, leader degli Ex Otago – la band genovese che l’8 febbraio prossimo calcherà il palco del festival di Sanremo – ne è certo: «La mia vita è tra i monti della val Borbera, la musica è una bella avventura e mi serve per sbarcare il lunario, ma il mio lavoro è coltivare la terra».

Il legame tra il cantante originario di Marassi e l’Appennino è forte: tanto che al 69esimo festival della canzone italiana Carucci e gli altri quattro componenti degli Ex Otago (Simone Bertuccini, Olmo Martellacci, Francesco Bacci e Rachid Bouchabla) indosseranno una maglietta creata appositamente per loro dall’ente di gestione delle aree protette. Sui capi, donati al gruppo dal presidente dell’ente Dino Bianchi e dal direttore Andrea De Giovanni, figura la Salamandrina di Savi, un rarissimo anfibio autoctono dell’Appennino.

«Non potrò mostrare la maglietta sul palco dell’Ariston a causa dei regolamenti del festival – ha confessato Carucci – ma sarà con me in tutti gli eventi collaterali perché rappresenta la mia storia e la mia vita». «Ho deciso di diventare agricoltore per riscoprire il legame con la natura e nel 2012, quando ho iniziato a ristrutturare cascina Barbàn ad Albera Ligure, sono partito davvero da zero. Anzi, da sottozero perché mi sono dovuto far prestare i soldi. Oggi coltivo fagiolane della val Borbera, ortaggi, frumento, succo di mele (quest’anno ne ho fatto le prime mille bottiglie). Presto però avvierà la produzione di vino, per rendere autosufficiente dal punto di vista economico la mia azienda. A conferma del fatto che contadino sono e contadino rimarrò».

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Uomo trova dentro al water un pitone che si stava ‘rinfrescando’

È accaduto in Australia: si trattava di un esemplare non velenoso ma che può mordere e provocare profonde ferite, per questo l’uomo ha chiamato i soccorsi.


Poco dopo l’alba di sabato scorso un uomo di Brisbane, capitale della regione australiana del Queensland, come ogni mattina è andato in bagno ma stavolta ha trovato una sorpresa che lo ha spaventato a morte: non appena ha sollevato il coperchio del water, infatti, l’uomo ha visto un pitone che si nascondeva al suo interno.
Fortunatamente si trattava di un esemplare non velenoso ma il suo morso può provocare profonde ferite e conseguenti ingenti perdite di sangue. Per questo motivo, l’uomo non ha perso tempo e chiamato subito i soccorsi. Sul posto è intervenuto Stewart Lalor della Brisbane Snake Catchers, organizzazione che si occupa proprio di intervenire in casi di emergenza come questi, non rari nella zona, considerando l’elevato numero di specie di serpenti che vivono in Australia.
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Una mozzarella su quattro non è fatta con il latte

Allarme della Coldiretti dopo il sequestro di 3 tonnellate e mezzo di cagliata proveniente dall’estero in un’azienda casearia barese. «E’ ora di proteggere con tutti i mezzi il made in Italy»


Una mozzarella su quattro in vendita in Italia non è ottenuta direttamente dal latte, ma da semilavorati industriali, chiamati cagliate, che vengono dall’esterosenza alcuna indicazione in etichetta.
È quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere apprezzamento per l’operazione dei Nas di Bari che hanno sequestrato in una azienda casearia della Murgia barese 3 tonnellate e mezzo di cagliata di provenienza estera (tedesca e irlandese) in pessimo stato di conservazione e priva delle specifiche di legge.
NECESSARIO RENDERE OBBLIGATORIA L’INDICAZIONE DI ORIGINE
«Sono questi i comportamenti - sottolinea la Coldiretti - che provocano una distorsione del mercato, deprimono i prezzi pagati ai allevatori italiani e causano la chiusura degli allevamenti. «Di fronte a questa escalation di truffe e inganni per salvare il made in Italy non c’è più tempo da perdere e occorre rendere subito obbligatoria l’indicazione di origine del latte in tutti i prodotti lattiero caseari per garantire la trasparenza dell’informazione e la salute dei consumatori», ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.
LA 3800 STALLE «CHIUSE» IN PUGLIA
Coldiretti ricorda che la mozzarella e il fior di latte sono i formaggi più acquistati dai pugliesi e per questo sono i più esposti a frodi e sofisticazioni. «In Puglia, a fronte dei 1.939 allevamenti che producono 3,6 milioni di quintali di latte bovino, le importazioni di latte dall’estero raggiungono i 2,7 milioni di quintali e i 35 mila quintali di prodotti semi-lavorati quali cagliate, caseine, caseinati e altro, utilizzati per fare prodotti lattiero-caseari che vengono, poi, «manipolati» e trasformati in prodotti lattiero-caseari «made in Puglia».
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Visso, indagato il sindaco-senatore della Lega. “Scomparse le donazioni pro-terremotati”


Giuliano Pazzaglini, sindaco di Visso (Macerata), uno dei paesi più importanti del cratere del terremoto, divenuto senatore della Lega grazie alle denunce sulla “ricostruzione lenta e lacunosa” leitmotiv della campagna elettorale, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Macerata per vari reati contro la Pubblica amministrazione legati a donazioni post sisma 2016 per un ammontare di decine di migliaia di euro che mancherebbero all’appello. Mancherebbero all’appello anche due consistenti donazioni di Emil Banca di Bologna. In questo primo filone gli viene contestato il reato di peculato. Riguarda la somma di 11.800 eurodi una iniziativa di beneficenza organizzata da Moto Nardi “In moto per ricostruire” a favore dei commercianti, di cui non vi è traccia. Soldi in contanti consegnati al sindaco in Comune dal titolare, Vincenzo Cittadini.

Il senatore, alcuni mesi fa, ha reso dichiarazioni spontanee in presenza dell’avvocato Giuseppe Villa che lo difende con l’avvocato Giancarlo Giulianelli di Macerata, legale anche di Luca Traini, il simpatizzante di CasaPound e di Forza Nuova, candidato della Lega alle Amministrative 2017, condannato a dodici anni per strage con l’aggravante razzista per aver sparato a Macerata ferendo sei immigrati per “vendicare l’omicidio di Pamela Mastropietro”, del quale sono accusati alcuni spacciatori nigeriani. Ma entrambi gli avvocati, da noi sentiti, negano di difendere il senatore Pazzaglini a cui, dopo le dichiarazioni spontanee ritenute evidentemente non credibili, il 14 gennaio scorso è stato notificato l’atto di sequestro preventivo del conto corrente. “Non ho percepito la somma in qualità di sindaco, di pubblico ufficiale, bensì come privato cittadino, come custode della somma – si è difeso Pazzaglini – e l’ho utilizzata alla bisogna per lavori in economia alle casette nell’area Laghetto di Visso”. E la rendicontazione? “È in un file che al momento non trovo”.
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BURIAN e *NEVE* a febbraio sull'Italia? Quante possibilità ci sono?

Non molte per il Burian, molte di più per la neve; in ogni caso la configurazione sull'Europa potrebbe risultare di chiaro stampo invernale.


In Italia le scuole spesso chiudono per pochi centimetri di neve o perché si gelano le tubature dell'acqua per qualche grado sottozero. In Siberia i bambini vanno a scuola anche con 50°C sotto lo zero. Tranquilli, quelle temperature da noi non le sperimenteremo mai, almeno sinché non cambierà il mondo, ma ogni anno si sente parlare dello spauracchio del Burian sull'Europa.

Quest'anno a febbraio non potrà accadere che si faccia vedere?Il riscaldamento stratosferico, peraltro doppio, riscontratosi tra fine dicembre e la prima parte del gennaio, pur non propagandosi rapidamente e totalmente in sede troposferica, sta contribuendo alla frenata del vortice polare troposferico e questo si traduce in iniezioni di aria calda verso il Polo dalle latitudini sub tropicali, che ne mettono in crisi la struttura.

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