Matteo Salvini sulla Tav rompe gli indugi. Fino a qualche giorno fa, per non mettere in crisi il patto di governo con Luigi Di Maio, il leader della Lega aveva offerto una mediazione: realizzare l’Alta velocità Torino-Lione, ma con tagli a costi e a cubature rispetto al piano originario. Come del resto dice il “contratto” giallo-verde, in cui si parla di «ridiscutere integralmente il progetto». Adesso, dopo aver dovuto subire il mezzo “no” imposto dai 5Stelle alle trivellazioni di gas e petrolio in mare, è determinato a «imporre un po’ di sì». A cominciare appunto dalla Tav, diventata la madre di tutte le battaglie, insieme alla legge sulla legittima difesa, in vista delle elezioni di maggio.
Nella sua controffensiva, Salvini giovedì ha annunciato che la prossima settimana sarà a Chiomonte, il cantiere più contestato d’Italia. Quello dove i no-Tav, a guida grillina, si scagliano con cortei spesso decisamente poco pacifici. Un «gesto simbolico», ha fatto sapere in capo leghista, «a fianco delle forze dell’ordine oggetto in questi anni di violenze». Per dire che «l’Alta velocità va fatta senza se senza ma»
Continua qui
Tav, l'Ue all’Italia: “Opera nei tempi previsti o restituisca 800 milioni”
Nessun commento:
Posta un commento