«Troppo asfalto sul ponte», nuove ipotesi sul crollo
Genova - Il nuovo colpo di scena è emerso nel corso dei lavori di smantellamento dei monconi del Ponte Morandi: le ditte che stanno togliendo lo strato superficiale di bitume hanno rilevato una quantità «anomala» di asfalto. Per semplificare, più materiale di quanto dovrebbe esserci su un viadotto simile. È un elemento che può avere rilevanza per le indagini sul crollo? Non è un’ipotesi da escludere e lo dimostra il fatto che i consulenti dei pubblici ministeri Renato Malerba e Piergiorgio Buratti hanno inserito questa informazione nel dossier segnato alla Procura. Il dato potrebbe insomma avere una rilevanza, per gli esperti.
Preliminarmente perché appesantisce la struttura del ponte: è possibile considerare l’eccessivo quantitativo di materiale, insieme ad altre possibili concause (la presenza di new jersey e dell’azione del carroponte), come uno dei fattori che ha giocato un ruolo nel disastro? C’è però un altro elemento che potrebbe rivestire interesse per l’inchiesta: secondo chi indaga gli strati superflui potrebbero essere indicativi di manutenzioni non eseguite a regola d’arte. È possibile che, negli anni, invece di scarificare gli strati deteriorati si scegliesse di ricoprirli con nuovo asfalto per velocizzare le operazioni?
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