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lunedì 6 aprile 2020

Coronavirus: 20mila multe nel weekend, ancora troppi in strada

Fra le persone sanzionate 35 avevano l'obbligo di quarantena mentre 101 falsa autocertificazione

Non bastano i richiami delle autorità e la minaccia delle sanzioni: sono ancora tante le persone che violano le norme di distanziamento sociale, il lockdown. Con gli 11mila di ieri salgono ad oltre 20mila le persone denunciate nel weekend dalle forze dell'ordine per il mancato rispetto delle misure di contenimento del Coronavirus.
Ieri sono stati 186.741 i controllati: 11.022 sono stati sanzionati per i divieti di spostamento, 47 per false dichiarazioni e 25 per violazione della quarantena. Gli esercizi commerciali controllati sono stati 66.538: 115 titolari sono stati sanzionati, per 24 è stata decisa la chiusura dell'attività. Sabato i denunciati erano stati circa 9.500; i trasgressori aumentano, dunque.
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Ambiente: Scoppia un incendio vicino la centrale di Chernobyl, picco di radiazioni

Un incendio nei boschi vicino alla centrale sarebbe la causa di un picco di radiazioni nella zona.

E' delle ultime ore la notizia che un vasto incendio di origini sconosciute è divampato nella zona della ex centrale nucleare di Chernobyl interessando circa 100 ettari di bosco. Le fiamme stanno divampando in quella che è più comunemente conosciuta come "zona di alienazione", un anello intorno alla centrale della larghezza di circa 30 chilometri istituito dopo il disastro del 1986 di cui tra pochi giorni, il 26 aprile, ricorrerà il 24° anniversario. Si tratta di una zona dove non è possibile risiedere ne entrare per alcun motivo, lasciata ai soli animali e alla vegetazione.

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Alzano e Nembro, sei giorni di rinvii. L’inchiesta sull’ecatombe da coronavirus nella Bergamasca

I primi pazienti «anomali», i mancati interventi, il via vai di persone in ospedale mai interrotto. Nelle mail e nei verbali delle riunioni il rimpallo di responsabilità tra governo e Regione. Il Comitato tecnico-scientifico propose la «zona rossa» ma non fu ascoltato

Francesco Zambonelli ha visto il paziente uno, ma anche il numero 2, e il tre. «Eravamo tutti insieme, nello stesso reparto di medicina, al terzo piano. E con i rispettivi familiari facevamo due chiacchiere nell’atrio d’ingresso». Sua madre, la signora Angiolina, viene ricoverata il 12 febbraio nell’ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo. Ha avuto uno scompenso cardiaco, ma non è in cattive condizioni. Una decina di giorni sotto osservazione, qualche flebo, e poi sarebbe tornata a casa, come sempre. Invece dopo una settimana arriva una febbre a 39, e poi la polmonite, le crisi respiratorie, la sensazione di avere un peso che schiaccia sul petto. Muore alle due della notte tra venerdì 21 e sabato 22 febbraio.

Coronavirus: in provincia di Alessandria quasi 4 contagi ogni mille abitanti. Più che nel Milanese

ALESSANDRIA – È allarmante il dato che emerge dallo studio elaborato a titolo personale e diffuso in giornata da Paolo Spada, chirurgo vascolare all’Humanitas Research Hospital di Milano. Il medico ha incrociato i dati della Protezione Civile sull’epidemia del coronavirus con quelli della popolazione italiana. Ne è emersa così una mappa con l’incidenza dei contagi regione per regione e provincia per provincia.
Su base regionale la più colpita risulta essere la Valle d’Aosta con 5.95 contagi Covid-19 ogni mille abitanti. Al secondo posto c’è la Lombardia con 4,88 contagiati ogni mille abitanti mentre in terza posizione si trova l’Emilia Romagna con 3,71. Seguono le Marche 2,85, la Liguria 2,71, il Piemonte 2,69 e il Veneto 2,21.
A livello provinciale, invece, è Cremona quella più colpita con 11,5 contagi ogni mille abitanti. Seguono Lodi 9,72, Bergamo 8,6 e Brescia 7,25. La provincia di Alessandria conta 3,78 contagi, più della città metropolitana di Milano che ne ha 3,33. 
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domenica 5 aprile 2020

Meteo: il CORONAVIRUS odia il CALDO e ama il FREDDO. Una SCOPERTA italiana ci dà SPERANZA per la PROSSIMA STAGIONE

E' quanto emerso da un recente lavoro che porta la firma di Francesco Ficetola e Diego Rubolini, ricercatori del Dipartimento di scienze e politiche ambientali dell'Università Statale di Milano


Negli ultimi tempi si parla spesso di una possibile correlazione tra condizioni meteorologiche e il Coronavirus; ebbene, da uno studio recente sembra che il COVID-19 si diffonda maggiormente con il freddo (specie se secco).
Cerchiamo dunque di fare il punto, spiegando nel dettaglio quella che potrebbe essere un'importante scoperta (tutta italiana), che darebbe speranza in vista della prossima estate.
In tutti gli aspetti, da quelli legati alla nostra vita quotidiana, alle più complesse dinamiche ambientali, il tempo atmosferico influisce in maniera determinante. Da una ricerca condotta di recente è emerso che anche i virus hanno il loro clima preferito. In particolare, sembra che l'epidemia cresca più rapidamente in un clima freddo, con temperature medie di circa 5°C e con un'umidità medio/bassa. E' quanto emerso da un recente lavoro che porta la firma di Francesco Ficetola e Diego Rubolini, ricercatori del Dipartimento di scienze e politiche ambientali dell'Università Statale di Milano.
Al momento sembra infatti che in climi molto caldi e umidi, caratteristici di alcune zone tropicali, l'epidemia si diffonda molto più lentamente che in altri settori del Pianeta.
Una speranza dunque in vista della prossima estate?
Forse sì. Soprattutto in considerazione del fatto che gli ultimi aggiornamenti delle mappe stagionali lasciano propendere per una stagione estiva piuttosto calda, con temperature spesso oltre le medie, già dal mese di giugno. 

L'impatto del coronavirus anche sulle previsioni meteo, cala l'attendibilità: ecco perchè

La pandemia del nuovo coronavirus Covid-19 potrebbe avere ripercussioni anche sull'attendibilità delle previsioni meteo, in particolar modo su quelle a medio termine (4-6 giorni di distanza). Lo confermano il WMO (Organizzazione Mondiale della Meteorologia) e il centro meteorologico europeo di Reading (EMCWF), attualmente uno dei più prestigiosi e affidabili al mondo.
Che correlazione c'è tra il coronavirus e le previsioni meteo? 
Ad influire sull'attendibilità delle previsioni meteo è il repentino calo del traffico aereo, indotto dalle pesanti restrizioni volte a fronteggiare l'epidemia mondiale. Con meno aerei in circolazione in Europa e nel mondo, diminuiscono anche i dati AMDAR (Aircraft Meteorological Data Relay) che vengono raccolti proprio dai velivoli durante le loro rotte.
dati AMDAR sono raccolti da sensori montati appositamente sugli aerei: si tratta di informazioni molto accurate che tengono conto di variabili come temperatura, umidità e vento a diversi livelli dell'atmosfera, dalla superficie all'alta troposfera. Questi dati vengono poi inviati ai centri meteorologici (ECMWF e anche molti altri centri di calcolo mondiali) e inseriti all'interno dei calcolatori, contribuendo a definire con più accuratezza una previsione meteorologica.
In particolare i dati AMDAR hanno un notevole impatto sul calcolo delle condizioni meteo a 11-12 km di altitudine soprattutto per il calcolo di temperature e venti. Con calcoli meno performanti in quel tratto d'atmosfera rischia di venir fuori una previsione meteo meno accurata.
Un'altra motivazione che potrebbe influire sul calo della predicibilità delle previsioni meteo, da confermare, potrebbe essere l'improvvisa variazione di alcune dinamiche nell'emisfero boreale dopo un lungo periodo di stasi. Ci riferiamo al passaggio della NAO (Northern Atlantic Oscillation) in territorio negativo dopo una lunga fase positiva durata quasi tutto l'inverno. La NAO negativa sta ad indicare semplicemente l'espansione delle alte pressioni sul nord Atlantico e in Islanda, con conseguente ritorno delle perturbazioni sull'Europa centro-meridionale.
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Prossima settimana in compagnia del BEL TEMPO, con limitati e temporanei DISTURBI

Sui decessi da Coronavirus i conti non tornano

Le differenze tra i dati ufficiali e quelli reali. Nei centri zona, tra il 2019 e il 2020, incremento impressionante


I camion militari portano le bare verso le case funerarie. La colonna ferma al casello di Serravalle




ALESSANDRIA - A Tortona + 365%, a Valenza + 105%, ad Alessandria + 58%. Impressiona l'incremento dei decessi nel capoluogo e nei centri zona, con aumenti significativi se si prende in considerazione lo stesso periodo del 2019. Capire l’emergenza coronavirus è anche una questione di numeri: come questi vengono interpretati, comunicati, aggregati, spiegati... Un problema ulteriore, però, è rappresentato dal fatto che molti casi non vengono certificati. In assenza di positività del tampone il medico non può scrivere Covid-19 come causa del decesso. Può capitare quindi che scriva «polmonite interstiziale», o «complicanze polmonari o respiratorie», ma i sintomi sono chiari e riconducono all’epidemia. Succede spesso, dunque, che i numeri ufficiali non corrispondano effettivamente a quelli reali e ad Acqui, in questo senso, c'è un esempio significativo. I conti non tornano, purtroppo. 

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sabato 4 aprile 2020

Con l’acquisto di un uovo di cioccolato Bodrato si raccolgono fondi per l’ospedale di Novi Ligure

Nei supermercati della catena Gulliver di tutta la rete (radicata in provincia, Lombardia e Liguria)

NOVI LIGURE. Anche le uova di Pasqua a sostegno del San Giacomo di Novi Ligure. Da domani sabato 4 aprile, acquistando un uovo di cioccolato prodotto dalla ditta Bodrato nei supermercati della catena Gulliver di tutta la rete (radicata in provincia, Lombardia e Liguria)  si contribuirà a raccogliere fondi per l’ospedale cittadino, fra quelli in prima linea nella lotta al coronavirus.
Per ogni uovo di Pasqua acquistato infatti, il 20% della somma sarà devoluta all’ospedale di Novi
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Coronavirus, Crisanti: «Mascherine anche in casa. Riaperture? Ultima la Lombardia, prima la Sardegna»

Il virologo dei tamponi diffusi in Veneto firma uno studio con Neil Ferguson, il matematico inglese che ha fatto cambiare idea a Boris Johnson: «I dati dimostrano l’efficacia della restrizione. I contagiati in hotel, per non diffondere il virus in famiglia»

«Sarà meglio usare mascherina e guanti anche in casa. E, soprattutto, limitare all’indispensabile l’utilizzo degli ambienti domestici condivisi. Mi rendo conto del sacrificio ma i risultati del nostro studio sulle probabilità di essere infettati dimostrano chiaramente l’assoluta efficacia della restrizione».
Anche a costo dell’impopolarità, il professor Andrea Crisanti procede con un nuovo fronte di lotta al virus. Dopo l’idea dei tamponi diffusi, che in Veneto sembra abbia funzionato, ecco una proposta che farà sospirare le famiglie: mascherine pure fra le mura di casa.
Crisanti la fa dopo aver analizzato a fondo i dati dell’epidemia con una quarantina fra ricercatori e tecnici divisi in due gruppi di lavoro, uno italiano dell’azienda ospedaliera e dell’Università di Padova, dove lui dirige il Dipartimento di Medicina molecolare, e uno britannico coordinato dal Neil Ferguson dell’Imperial College di Londra, il matematico che ha fatto cambiare idea al premier Boris Johnson convertendolo a una strategia più aggressiva.

Lo studio, nato dall’indagine su Vo’ Euganeo, sarà presto a diposizione della comunità scientifica internazionale. Queste, in estrema sintesi, le conclusioni: se c’è un positivo in famiglia, il rischio di essere infettati è 84 volte superiore rispetto alla norma; identificando e isolando tutti gli infetti la capacità di riproduzione del virus scende subito da 2 a 0,2; con l’isolamento si elimina la trasmissione anche senza imporre misure drastiche di contenimento al resto della popolazione; dopo aver ricostruito tutte le catene di contagio, dalle quali i bambini risultano esclusi, si stima che i primi casi infetti di Vo’, focolaio del primo decesso in Italia, risalgano alla seconda settimana di gennaio.

Coronavirus: il drammatico primato della provincia di Alessandria in Piemonte


PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Nell’analisi elaborata da un nostro lettore in base ai dati dell’Unità di Crisi Regionale sui decessi in rapporto con quelli Istat sulla popolazione è purtroppo evidente che la provincia di Alessandria è quella che in Piemonte sta pagando il tributo più alto al coronavirus, in termini di morti. 
La serie storica dei deceduti di Alessandria e Torino mette in luce che, pur avendo la metà del numero assoluto di deceduti rispetto a quella di Torino, in rapporto agli abitanti la provincia Alessandria ha circa 2.5 volte il tasso della provincia del capoluogo regionale” ha sottolineato il nostro lettore.
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venerdì 3 aprile 2020

Nelle prime tre settimane di marzo il 150% di decessi in più rispetto al 2019

Nel mese di marzo (fino al giorno 20) nel comune di Cremona c’è stato un aumento del 151% di mortalità rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: un dato sconcertante, che dà l’idea, una volta di più, di quanto il virus abbia colpito in questa zona della bassa. Il dato, che merita un approfondimento locale  è stato diffuso dall’Istat, insieme a quello di altri capoluoghi. Spicca Bergamo, con  +294,1%, mentre Brescia, altra provincia con un gran numero di contagi ha avuto un aumento del 109,7%. Il bilancio nella vicina Piacenza è ancora peggiore di quello di Cremona: +272%.

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Coronavirus, testimone: "A Nembro famiglie cancellate"

Papa Francesco: tramite il vescovo di Bergamo dona 60mila euro all’Ospedale Papa Giovanni

“Papa Francesco, per tramite del vescovo di Bergamo, ha donato 60.000 euro all’Ospedale Papa Giovanni come segno della sua premura e della sua carità”. Lo rende noto la diocesi di Bergamo, che evidenzia: “Si tratta di un nuovo segno della sua vicinanza che si aggiunge alla telefonata al vescovo, mons. Francesco Beschi, di qualche giorno fa in cui manifestava i suoi sentimenti di condivisione del dolore per i numerosi sacerdoti e fedeli defunti a causa del Coronavirus e di prossimità ai malati, a coloro che li curano, alle famiglie, alle parrocchie e a tutta la comunità bergamasca”.

“L’espressione della sua paternità, come è comprensibile, raggiunge tutte le diocesi colpite dalla violenza del contagio, ma nello stesso tempo desidera manifestarsi particolarmente a quelle comunità che ne sono maggiormente colpite. L’Ospedale di Bergamo, portando il nome del Santo Papa bergamasco, rappresenta un ulteriore motivo con particolare valore simbolico di questo gesto di prossimità di Papa Francesco”, prosegue la nota della diocesi di Bergamo.
Il vescovo ha espresso all’elemosiniere pontificio e al Capitolo di San Pietro “i sentimenti di profonda gratitudine” a nome suo e dell’intera diocesi, da presentare a Papa Francesco, “accompagnandoli con la promessa della nostra preghiera”.


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Coronavirus Covid-19: Protezione civile, attualmente 85.388 persone positive e 19.758 guariti. 766 decessi in più di ieri. Eseguiti in totale quasi 620mila tamponi

Coronavirus, il numero reale dei decessi In Bergamasca 4.500 in un mese

È questo il risultato dell’analisi svolta da L’Eco di Bergamo e InTwig sui dati dei Comuni bergamaschi. Più del doppio rispetto ai 2.060 morti ufficiali. 

Quello che i numeri ufficiali non dicono. Non dicono che a marzo 2020 in provincia di Bergamo sono morte oltre 5.400 persone, di cui circa 4.500 riconducibili al coronavirus. Sei volte rispetto a un anno fa. Di sole 2.060, i decessi “ufficiali” certificati «Covid-19» avvenuti negli ospedali bergamaschi (dato aggiornato a ieri), conosciamo tutto: età, sesso, malattie pregresse . Nulla sappiamo degli altri 2.500. Molti sono anziani, morti nel letto di casa propria o nelle residenze sanitarie assistite. Nonostante i sintomi inequivocabili, come riportano le testimonianze di medici e famigliari, non sono stati sottoposti a tampone per accertare la positività alla malattia. Sul certificato di morte si legge solo «polmonite interstiziale».

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Coronavirus in Italia: contagi, morti e tutte le news sulla situazione


Divieti, a Ospedaletti spuntano piemontesi e lombardi che fanno le passeggiate. Blitz dei vigili

Se non hanno registrato la loro presenza rischiano multe fino a 1500 euro


Ospedaletti (IM), blitz della polizia municipale: nel viale dei Pepi sono state controllate diverse persone risultate in arrivo dal Piemonte e dalla  Lombardia (come risultato dal controllo dei documenti da parte degli agenti). Gli occupanti delle seconde case, alla domanda relativa al rispetto delle misure di prevenzione con la registrazione della loro presenza in Comune, hanno risposto agli agenti di averlo fatto in Regione. Le verifiche della Municipale accerteranno se queste persone hanno rispettato le normative. Se così non sarà, rischiano multe fino a 1500 euro. 
Dal momento che la pista ciclabile è stata chiusa dal sindaco, qualcuno che vuole fare una passeggiata, ovviamente vietata, ha trovato nel viale dei Pepi un sentiero un po’ defilato e piacevole da percorrere, con una vista magnifica sul mare. Questo mentre invece bisogna rimanere a casa per contenere il contagio in questo momento ancora molto delicato. 

giovedì 2 aprile 2020

Coronavirus: Conte firma il nuovo dpcm, proroga blocchi fino al 13 aprile

Conferenza stampa del premier: 'Se allentiamo ora sforzi vani'

Il premier Giuseppe Conte ha firmato il dpcm proroga blocchi fino al 13 aprile. I morti sono "una ferita che mai potremo sanare: non siamo nella condizione di poter allentare le misure restrittive e alleviare i disagi e risparmiarvi i sacrifici a cui siete sottoposti", ha detto il presidente del Consiglio in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

Il nuovo decreto del presidente del Consiglio.
"C'è una sparuta minoranza di persone che non rispetta le regole: abbiamo disposto sanzioni severe e misure onerose. Non ci possiamo permettere che l'irresponsabilità di alcuni rechino danni a tutti".  
"Se iniziassimo ad allentare le misure, tutti gli sforzi sarebbero vani, quindi pagheremmo un prezzo altissimo, oltre al costo psicologico e sociale, saremmo costretti a ripartire di nuovo, un doppio costo che non ci posiamo permettere. Invito tutti a continuare a rispettare le misure".  
"Non siamo nelle condizioni di dire che il 14 aprile allenteremo le misure. Quando gli esperti ce lo diranno, entreremo nella fase 2 di allentamento graduale per poi passare alla fase 3 di uscita dall'emergenza, della ricostruzione, del rilancio".

"La fase due sarà di convivenza con il virus. Poi, la fase tre, sarà di uscita dall'emergenza e di ripristino della normalità lavorative, sociali, della ricostruzione e del rilancio". 

mercoledì 1 aprile 2020

Coronavirus, a Rimini orge in strada e offese alla polizia: "Ecco la nostra quarantena". Denunciato trio hard

Sesso ovunque e video diffusi in rete: la polizia scopre gli autori, un uomo e due donne tutti italiani

BOLOGNA - Le loro provocazioni erotiche stavano già facendo il giro del web e dei social in Romagna da qualche giorno. E alla fine la polizia non ha dovuto faticare molto per beccarli e denunciarli. Un uomo e due donne si divertivano ad aggirare i divieti per il contenimento del coronavirus (e a quanto pare non solo quello) facendo sesso a tre in luoghi pubblici all'aperto per poi pubblicare on line le loro avventure.

Si firmavano Dollscult Satanic Family e dietro la sigla c'erano un 38enne cesenate residente a Rimini, una 32enne della provincia di Frosinone e una 31enne palermitana, entrambe domiciliata nell'abitazione dell'uomo.

Si prendono gioco di polizia e quarantena: sesso a 3 in strada davanti al comando
Sulla loro pagina web c'erano circa 90 video hard amatoriali, conditi da commenti irripetibili. 

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Altre 313 persone denunciate in provincia di Alessandria perché fuori casa senza un giustificato motivo

I dati della prefettura relativi al controllo di 6824 cittadini dal 25 al 31 marzo

ALESSANDRIA. Sono 313 le persone denunciate in provincia dal 25 marzo a ieri, martedì 31, in occasione dei controlli delle forze dell’ordine sul rispetto del decreto Conte: erano in giro senza un giustificato motivo. Due persone sono inoltre state denunciate per false dichiarazioni. I dati sono stati diffusi dalla prefettura.
Le persone controllate sono state 6824. Controlli inoltre in 3756 esercizi commerciali o attività con sanzioni a quattro titolari e la chiusura provvisoria di due esercizi.
Il prefetto “ringrazia i cittadini per la forte collaborazione sia nel rispettare le misure di contenimento dell’epidemia sua nel segnalare situazioni di assembramento”.


Il delitto di Lorena, “Mi ha trasmesso il Coronavirus e l’ho uccisa”. Ma i tamponi sono negativi

La confessione dell'infermiere arrestato smentita dagli accertamenti. Ancora giallo sul femminicidio di Furci Siculo

“Mi aveva trasmesso il Coronavirus e l’ho uccisa”. Questo ha detto durante l’interrogatorio Antonio De Pace, l’uomo che ieri ha strangolato la sua compagna, Lorena Quaranta, a Furci Siculo (Messina). Ma chi indaga le ritiene parole deliranti. E questa mattina è arrivata la conferma, dai tamponi fatti: “Sono negativi”, conferma il procuratore di Messina Maurizio de Lucia.

E' ancora giallo sulla drammatica notte che ha portato all'uccisione della giovane ventisettenne iscritta all'ultimo anno di Medicina. Con Antonio De Pace, infermiere originario di Vibo Valentia, era fidanzata da tre anni. In apparenza, una storia tranquilla, felice, come testimoniano le fotografie pubblicate dalla coppia su Facebook. Un vero rompicapo per chi indaga, oggi i carabinieri della Compagnia di Taormina stanno proseguendo le audizioni di amici e parenti della vittima. Al vaglio degli investigatori ci sono anche i telefonini di Antonio De Pace e Lorena Quaranta.

Domani è prevista la convalida del fermo davanti al giudice delle indagini preliminari, e dunque una nuova audizione di Antonio De Pace, che è assistito dagli avvocati Bruno Ganino e Ilaria Intelisano.

Intanto, i genitori di Lorena, originari della provincia di Agrigento, sono arrivati a Messina. Dopo essere stati fermati più volte lungo il percorso, per le restrizioni dell'emergenza Coronavirus. Il sindaco di Favara, Anna Alba, ha chiesto all'arcivescovo che venga celebrato comunque un funerale, nonostante i divieti del momento imposti dalle autorità: "Anche solo con la presenza degli stretti familiari. Non potere salutare Lorena per l'ultima volta, sarebbe un secondo enorme dramma".


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Coronavirus, passeggiate con i bambini e jogging. Dove e cosa si può fare?

Le polemiche dopo la circolare interpretativa del Viminale a norme già in vigore hanno alzato un polverone che aumenta la confusione nei cittadini. Facciamo chiarezza tra norme nazionali e locali

Coronavirus: in un giorno 6.700 denunciati, 39 per violata quarantena

Viminale, controllate 230mila persone e 94mila negozi

Ieri le Forze di polizia hanno controllato 230.951 persone e 94.006 esercizi commerciali e attività. Le persone sanzionate in via amministrativa per i divieti sugli spostamenti, indica il Viminale, sono state ieri 6.608; quelle denunciate per false attestazioni nell'autodichiarazione sono state 93 e quelle denunciate per violazione della quarantena 39. Negli ultimi sei giorni sono stati 311 complessivamente a violare la quarantena. In base al nuovo decreto rischiano il carcere da 1 a 4 anni per aver attentato alla salute degli altri cittadini. I titolari di esercizi commerciali sanzionati sono stati 103 e 44 i provvedimenti di chiusura delle attività. Dall'11 al 31 marzo 2020 sono state controllate complessivamente 3.680.242 persone e 1.660.967 esercizi commerciali.

CORONAVIRUS, IN BELGIO LA VITTIMA PIÙ GIOVANE D’EUROPA: 12 ANNI

Il covid-19, lo stiamo imparando sulla nostra pelle, così come non conosce confini né genere, ultimamente ci ha messo con le spalle al muro non risparmiando neppure i meno giovani e, negli ultimi giorni, neanche i minorenni.
La morte di una 12enne sconvolge oggi il Belgio, la vittima più giovane d’Europa della pandemia coronavirus. La terza, in ordine di età, dopo il decesso del 14enne in Portogallo ed una 16enne francese.
‘Si tratta di un evento molto raro ma che ci sconvolge molto’, ha commentato il virologo Emmanuel Andrè, portavoce interfederale della lotta contro l’epidemia.
Non si conoscono altri dettagli sulla giovanissima vittima né se avesse delle patologie pregresse. Il suo decesso  si va ad aggiungere agli altri 704 in Belgio, per un  totale di 705, 98 solo nelle ultime 24 ore, mentre i casi confermati ammontano a quasi 13mila.
‘Stiamo per arrivare al punto di saturazione nei nostri ospedali’, ha ribadito il su citato virologo, mentre il picco della diffusione è atteso nei prossimi giorni.
Anche il Belgio, com’è successo un po’ ovunque, ha inizialmente sottovalutato la pericolosità della diffusione e ha varato in ritardo le misure anti-contagio.

Coronavirus, il partito di Giorgia Meloni chiede all’Ue uno stop al Green deal

Morassut: «Ancora una volta la destra italiana dimostra tutta la sua miopia»

Legambiente: «Non ci siamo proprio, ne abbiamo più che mai bisogno per uscire dalla crisi»


Facendo leva sulla pandemia da coronavirus in corso, il partito guidato da Giorgia Meloni – Fratelli d’Italia – attraverso i suoi parlamentari ha chiesto ufficialmente alla Commissione europea di «rinviare il Green deal fino al termine della crisi» e presentare al contempo una nuova proposta di bilancio europeo per il periodo 2021-2027: in gioco c’è un piano di investimenti da 1000 miliardi di euro in 10 anni che rappresenta al momento la migliore chance per lo sviluppo sostenibile del Vecchio continente.
«Con l’esplodere dell’emergenza sanitaria e della crisi economica a causa del coronavirus, è di tutta evidenza – scrivono gli europarlamentari di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza, Raffaele Fitto, Sergio Berlato, Nicola Procaccini e Raffaele Stancanelli – che anche le priorità di bilancio dell’Unione europea vadano ripensate immediatamente. Di fronte al rischio di una completa desertificazione del tessuto produttivo, con ricadute sociali devastanti in tutti gli Stati membri, continuare a perseguire ricette utopistiche in nome di un ambientalismo ideologico sarebbe folle e irresponsabile. Prima di preoccuparci della sostenibilità ambientale delle imprese dobbiamo garantirne la sopravvivenza e la liquidità, senza gravarle di ulteriori vincoli e costi».
Una prospettiva bocciata in toto dagli ambientalisti italiani: «Non ci siamo proprio Giorgia Meloni – commenta su Twitter Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – Ora più che mai abbiamo bisogno di un Green deal per uscire dalla crisi del coronavirus. Altro che dirottare tutte le risorse». Una posizione ribadita anche dall’ecologista Francesco Ferrante, che alle posizioni della destra sovranista contrappone la necessità di «puntare su green economy e coesione sociale» per uscire dalla crisi in corso.

Coronavirus, la surreale inaugurazione del nuovo ospedale di Milano piena di gente

Nella mattinata odierna si è svolta l’inaugurazione del nuovo ospedale in Fiera a Milano, una struttura realizzata a tempo di record per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, con la capacità di ulteriori 200 posti per la terapia intensiva.
Un traguardo importante che è frutto di solidarietà, lavoro e tanto impegno. L’ospedale della Fiera “sarà il simbolo della battaglia vinta contro il coronavirus e il simbolo della ripresa della nostra regione”, ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. Ma, ha precisato Fontana, “con una condizione: non abbiamo ancora vinto niente per cui non diffondiamo troppo entusiasmo. La gente deve stare a casa perché solo così potremo vincere”.
C’è però un aspetto, non irrilevante, che stona con tutto questo. Ci riferiamo alla decisione di svolgere una conferenza stampa di inaugurazione dell’ospedale con numerose persone. Decisione che ha sollevato nelle ultime ore non poche polemiche sul web.
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