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lunedì 13 aprile 2020

Coronavirus mondo, seconda ondata in Cina: 108 nuovi casi. Trump contro Fauci ritwitta: "Se ne vada"

Negli Stati Uniti oltre 1.500 decessi nel giorno di Pasqua. Pechino torna a stringere i controlli per evitare seconda ondata. In Ecuador 700 cadaveri recuperati dalle case


Madrid, un poliziotto distribuisce mascherine alla fermata della metropolitana (reuters)
Il numero globale di casi confermati ha superato 1,85 milioni: 1.850.527, secondo i dati diffusi dalla Johns Hopkins University. Ci sono stati 114.245 decessi a livello globale. I morti negli Usa hanno superato i 22 mila.

È ora di licenziare Fauci, recita l'hashtag. Parliamo del tweet di una repubblicana ex candidata al Congresso, DeAnna Lorraine, ripostato poche ore fa dal presidente americano. Il più grande esperto di malattie infettive del governo Usa, Anthony Fauci, aveva scritto sul Nyt che se il Paese fosse stato chiuso prima, altre vite sarebbero state risparmiate dal coronavirus.

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Washington Post: Trump chiese a Fauci perché "non lasciamo inondare gli Stati Uniti dal coronavirus?"

Lettera a Conte: “Prima l’alluvione, poi il virus e senza l’Imu di giugno i Comuni rischiano il crac”

Il sindaco di Ponzone: “Ci ritroveremo con le casse vuote e non sapremo più in che modo garantire alla popolazione i servizi”


PONZONE, Prima le alluvioni dello scorso autunno, con una pioggia di frane non ancora risolte del tutto, adesso l’epidemia di coronavirus. Di fronte a continue emergenze, non sono solo i conti delle famiglie ma pure quelli dei piccoli Comuni che rischiano di saltare.
Il grido d’allarme parte da Fabrizio Ivaldi, sindaco di Ponzone, mille abitanti sparsi su 7 mila ettari di Appennino alle spalle di Acqui, terra di villeggianti e seconde case. Ieri mattina, il primo cittadino ha spedito una lettera al premier Giuseppe Conte – in copia i capigruppo alla Camera di Pd, Graziano del Rio, di Lega e Leu, gli alessandrini Riccardo Molinari e Federico Fornaro, e l’Uncem, che già appoggia la battaglia – per spiegare che le casse dei centri minori rischiano il default.
«Abbiamo assistito a varie dilazioni sul pagamento di tasse e tributi, anche a livello locale io ho congelato la tariffa dei rifiuti, e in questo frangente è doveroso – dice Ivaldi, spiegando il senso della sua presa di posizione –. Ma se, come sta circolando, si dovesse arrivare a bloccare a giugno il versamento dell’Imu, non so come faremo

Pasqua, il mare della Versilia visto dell'elicottero della guardia di finanza

Da Forte dei Marmi a Viareggio: il litorale della Versilia nelle immagini girater nella domenica di Pasqua dalla guardia di finanza di Livorno. Spiagge e viali lungo il mare deserti.

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Coronavirus, la Pasqua desolata della costa romagnola: il litorale deserto visto dal drone

Coronavirus: da Venezia a Palermo, città deserte


Coronavirus, grigliata sul tetto del palazzo a Palermo: interviene la polizia

domenica 12 aprile 2020

Coronavirus in Italia, alla vigilia di Pasqua +20% di sanzioni per i furbetti dell'autocertificazione

Tutte le ultime notizie sulla situazione in Italia per l'emergenza Covid-19: i contagi, le guarigioni e l'evolversi della pandemia a livello sanitario, politico ed economico


Sono aumentate del 20% le sanzioni comminate dalle forze dell'ordine alla vigilia di Pasqua nei controlli per verificare il rispetto delle misure di contenimento del contagio da coronavirus. Sono stati controllate 280.717 persone e 89.931 tra esercizi e attività commerciali.
Le persone sanzionate amministrativamente per non aver rispettato le norme sugli spostamenti sono state 12.514, il 19,8% in più rispetto a venerdì; le persone denunciate per aver attestato il falso nell'autodichiarazione sono state 104, quelle denunciate per aver violato la quarantena imposta dalla positività sono state 53.

Gli esercenti sanzionati sono stati 179 mentre 35 sono state le attività chiuse.


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Coronavirus, auto in coda a Roma: "Vanno a fare la gita fuori porta". Ma è l'effetto dei controlli



Coronavirus, la giornalista di Sky positiva al Covid-19: "Dopo un mese non sono ancora guarita"

Riapertura: le regole dopo il 3 maggio

La riapertura dopo il 3 maggio annunciata da Conte dovrà seguire regole ben precise perché l’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 non sarà finita per quella data. E mentre Ilaria Capua spiega sul Corriere della Sera che nulla sarà come prima, almeno fino alla cura e al vaccino, ci sono tre strutture che lavorano per la fase 2 con lo scopo di far ripartire le attività senza riavviare il contagio.

Riapertura: le regole dopo il 3 maggio

La riapertura potrebbe essere diversificata tra Regioni, che d’altro canto già vanno in ordine sparso su librerie e cartolerie. Il nuovo gruppo di lavoro che dovrà «individuare modelli organizzativi e relazionali» è già attivo, alcune linee guida sono state comunque già decise e inserite nel decreto che entra in vigore martedì 14 aprile. E avranno valore quando altri imprenditori, commercianti e professionisti potranno ricominciare l’attività. Sempre con la stessa raccomandazione: evitate baci e abbracci e mantenete la distanza tra le persone di almeno un metro. 
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Il caldo ferma il Coronavirus?

Quella di Alessandria è la provincia più contagiata del Piemonte, lo dicono i numeri

Ci sono però alcuni fattori a cui aggrapparsi per guardare al futuro con un po’ più di ottimismo

ALESSANDRIA. Quella di Alessandria è la provincia più contagiata del Piemonte. E con il numero di morti più elevato. Non in valore assoluto certo, ma in rapporto alla popolazione: purtroppo con le altre province piemontesi non c’è partita, per usare una metafora calcistica. Un triste record forse non abbastanza sottolineato. In primis dalle istituzioni e poi dagli stessi organismi sanitari.

Lo dicono i dati ufficiali della Regione Piemonte. La città metropolitana di Torino (Torino e provincia) registra, per esempio, 507 decessi e 6246 positivi, al 6 aprile, che corrisponde a 22 morti e 270 positivi su 100 mila abitanti; in provincia di Alessandria, con 239 decessi e 1930 positivi, risultano 56 morti e 450 positivi su 100 mila abitanti. Più del doppio per i morti, poco meno per i positivi.


Molto probabilmente si paga la vicinanza alla Lombardia, in particolare con il territorio di Tortona dove morti e positivi ne fanno forse un’altra Codogno: Tortona non ha avuto la stessa attenzione dall’opinione pubblica anche se qui è stato allestito un covid hospital. Anche il fatto di essere, sempre la provincia di Alessandria, il crocevia fra diverse regioni, per lo spostamento ai fini lavorativi, ha contribuito a creare una situazione così drammatica.
Impressionante poi  la sequenza dei numeri dallo scoppio dell’emergenza coronavirus: in Piemonte si è passati dai 13 morti del 9 marzo ai 662 del 28 marzo, fino ai 1349 del 7 aprile; per i positivi, dai 380 del 9 marzo, ai 7990 del 28 marzo, fino ai 13. 434 del 7 aprile. La provincia di Alessandria contava zero morti e 63 positivi il 9 marzo, 141 morti e 1223 positivi il 28 marzo, fino ai 252 morti e 1966 positivi il 7 aprile.

Coronavirus. Ottava multa per l’ingegnere che viola la quarantena

RICCIONE. Sette non bastavano, l’ingegnere di 62 anni che ha fatto sapere che vuole “sentirsi libero” venerdì è stato multato per l’ottava volta dalla polizia locale di Riccione ” perché con la bici sportiva si trovava lontano da casa senza motivi di urgenza”. Lo ha comunicato il Comune di Riccione facendo sapere che, con i controlli potenziati per la Pasqua, sono già oltre 133 le persone controllate, di cui 5 multate, ieri pomeriggio dalla Polizia Locale di Riccione.

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Le 6mila auto in fila dei nuovi poveri in attesa di cibo, la foto simbolo del disastro Coronavirus

La pandemia che sta mettendo in ginocchio il mondo simboleggiata da foto che resteranno per sempre nell’immaginario collettivo. Come quella scattata martedì a San Antonio, nel ricco Texas americano, dove 6mila automobilisti si sono messi in coda per ricevere 500 tonnellate di cibo messi a disposizione grazie all’assistenza alimentare filantropica alla Banca del Cibo della città.
Gli Stati Uniti sono diventati il nuovo epicentro globale del contagio da Covid-19: sono oltre mezzo milione i casi di contagio accertati, soltanto nelle ultime 24 ore sono stati 2.100 i morti per Coronavirus, portando il totale a 18.693.
A spiccare sono anche i nuovi poveri, coloro che in quella interminabile scia di macchine sono all’interno di enormi Suv lussuosi, che potrebbero sembrare ‘sciacalli’ ma che in realtà sono solo cittadini che, di punto in bianco, hanno perso il loro ben remunerato lavoro restando senza niente.

sabato 11 aprile 2020

In centinaia in strada per la via Crucis del Venerdì Santo, nel Foggiano. C'è anche il sindaco

Assembramenti di persone durante le preghiere del Venerdì santo. È successo a San Marco in Lamis, paese del Foggiano dove c'è stato il primo decesso in Puglia di un anziano positivo al virus Covid-19. Un centinaio di persone ha assistito davanti al sagrato della chiesa di Maria Santissima Addolorata alla preghiera alla Vergine, recitata da don Matteo, senza rispettare le misure anti-contagio che vietano di uscire di casa...

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Il Covid in pochi giorni uccide marito e moglie. «Mortalità cittadina, dati da approfondire»

La coppia di ottantenni si era trasferita da Marassi a Rovegno. Pastorino (Linea condivisa): più chiarezza sui casi legati al virus

Genova – Lina Maria Pugi, 81 anni, è morta il 20 marzo scorso. Suo marito Giuseppe Ballaera, per tutti Pino, 83 anni, è scomparso il 27. Entrambi positivi al coronavirus, entrambi ricoverati al San Martino. Sino all’estate scorsa la coppia viveva in corso Montegrappa, prima di trasferirsi a Rovegno da una delle due figlie. La generazione più anziana di un’intera famiglia spazzata via in sette giorni da un’epidemia della quale, ancora, non si riesce a conoscere la vera portata. In termine di morti, dolore e lacrime. Secondo uno studio realizzato dal consigliere regionale di Linea condivisa e vicepresidente della commissione salute in Regione, Gianni Pastorino, le vittime solo a Genova avrebbero avuto un incremento di circa il 120% nei primi sette giorni di aprile rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Numeri ben più alti di quelli ufficiali.

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Da Monza fino alla spiaggia di “Santa”: «Non posso stare senza tintarella, pagherò la multa»

Genova - «Non riesco a stare senza prendere la tintarella. Lo so che non posso farlo, ma pagherò la multa»: è la giustificazione di una donna di 60 anni, che da Monza ha raggiunto la sua seconda casa a Santa Margherita Ligure, data ai carabinieri che ieri pomeriggio l'hanno trovata in spiaggia incurante dei divieti e delle restrizioni per fronteggiare il Coronavirus.
Accertamenti sono in corso per capire come la donna sia arrivata nel Tigullio e quando. Nella giornata di ieri sono state 4243 le persone controllate e 175 quelle multate dai carabinieri, polizia, guardia di finanza, polstrada, e polizia municipale.
Controlli serrati e a tappeto che hanno visto l'uso anche dell'elicottero dell'arma per monitorare appunto spiagge e prati alla ricerca di trasgressori. 

Coronavirus, al cimitero di Piacenza nasce un'area per i musulmani

La decisione dopo la morte di un ricercatore siriano la cui salma non può essere rimpatriata

Nel cimitero di Piacenza sorgerà uno spazio per seppellire i defunti di fede islamica. La decisione, come riferisce il quotidiano Libertà, è stata presa dopo la morte di Iyad Aldaqre, 32 anni, siriano, ricercatore in un'azienda di Milano, padre di un bambino di 5 anni.
 
Durante gli studi a Monaco, Aldaqre aveva conosciuto una ragazza di Piacenza, poi divenuta sua moglie. Nelle ultime settimane è risultato positivo al Coronavirus, poi le sue condizioni si sono aggravate fino alla morte. "Un rimpatrio in Siria non è possibile - ha detto la moglie Francesca al giornale - e in ogni caso io vorrei mio marito qui, a Piacenza, la città che lui sentiva da anni come casa".
 

Dopo che per l'ultimo defunto musulmano, il dottor Abdel Sattar Airoud, si era trovato uno spazio di sepoltura nel Bresciano, il segretario dell'Ucoii Yassine Baradai ha chiesto aiuto alla sindaca Patrizia Barbieri e dopo un sopralluogo si è trovata una soluzione.

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Il trio leghista del disastro di Alzano, dove tutto iniziò

Ci sono tre persone (più una) che potrebbero spiegare com’è partito il contagio nel “cluster” infettivo più devastante d’Italia, quello scoperto ufficialmente il 23 febbraio all’ospedale di Alzano Lombardo. Da lì, il virus si è diffuso verso la zona di Bergamo, poi di Brescia e infine, probabilmente, verso Milano. I tre sono il direttore generale della Asst Bergamo Est Francesco Locati, il direttore sanitario Roberto Cosentina e il direttore medico Giuseppe MarzulliIl Fatto quotidiano ha chiesto ai tre di ricostruire le prime ore del contagio più terribile del Paese, ma non ha avuto risposta.
L’Azienda socio sanitaria territoriale (Asst) Bergamo Est comprende gli ospedali di Seriate, dove ha la sua sede, e di Alzano, Gazzaniga, Piario, Lovere, Trescore Balneario, Sarnico. È feudo leghista, presidiato da Francesco Locati, che ha voluto al suo fianco come direttore sanitario Roberto Cosentina. Il “Presidio 2” della Asst, che comprende l’ospedale di Alzano, ha Marzulli come direttore medico.
È all’ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano – Val Seriana, 6 chilometri da Bergamo – che tutto comincia. Sappiamo ormai che i primi due pazienti Covid-19, almeno ufficialmente, sono Franco Orlandi, ex camionista di Nembro, e Tino Ravelli, pensionato di Villa di Serio. Sono ricoverati nel reparto medicina generale, terzo piano. Come Samuele Acerbis, rappresentante di commercio. Ravelli e Orlandi saranno i primi due morti della zona di Bergamo: per polmonite e crisi respiratoria, dopo giorni di febbre alta e oppressione al petto.

venerdì 10 aprile 2020

Il Montebore in dono al personale sanitario dell’Ospedale di Pavia

Un piccolo gesto d’amore  rivolto a chi tutti i giorni, ma soprattutto in questo difficile momento di pandemia, sta salvando le nostre vite a discapito della loro. Le tristi cronache raccontano di tanti medici e infermieri morti a causa del Covid-19, ma i medici, gli infermieri e tutto il personale che opera negli ospedali, non si arrende e continua strenuamente a lottare per sconfiggere questo invisibile e terribile nemico.
A loro hanno pensato Roberto e Agata di Vallenostra, che hanno voluto donare ai sanitari del San Martino di Pavia, i prodotti del loro caseificio.
In realtà – dice Roberto – l’idea non è arrivata da noi, ma da alcuni nostri affezionati clienti. In questo periodo anche a causa della chiusura di tutti i  ristoranti e anche del nostro, ci avanzava molto latte, e per evitare che andasse sprecato abbiamo comunque prodotto i formaggi rilanciando l’adozione della pecora con il pacco “pecora” edizione speciale “Restate a Casa”. L’iniziativa ha avuto successo, le adozioni sono tante, c’è chi ha adottato per la famiglia, chi per far un regalo di compleanno o per un’altra ricorrenza, chi ha donato il pacco a qualcuno più bisognoso e c’è chi ha adottato anche solo per aiutarci perché ci vuole bene! Tra le tante adozioni ci ha commosso quella di Eleonora Lacrima che ha voluto donare due pacchi pecora a un centro Covid.
Come lei, anche Jasmina Dei Negri e Stefano Baseotto dalla Germania, ci hanno detto che volevano devolvere un pacco in beneficenza a chi volevamo noi. Commossi da quest’altruismo abbiamo aggiunto un altro pacco ai loro e abbiamo donati al Policlinico San Matteo – Pavia per ringraziare e supportare tutto il personale medico e infermieristico in questi lunghi, difficili ed estenuanti turni di lavoro. Io li chiamo eroi – conclude Roberto – ma loro rispondono che stanno facendo solamente il loro lavoro adempiendo al loro dovere, cosa non del tutto scontata! Per noi siete eroi, e ci teniamo a dirvelo anche con questo piccolo pensiero”.
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Coronavirus: Eurogruppo trova un accordo, piano da 500 miliardi

Crimi: 'Non abbiamo chiesto l'attivazione mes, si' coronabond

Dopo giorni di tensione ai massimi livelli, l'Eurogruppo trova un accordo che soddisfa tutti: dall'Italia all'Olanda, fino ad oggi ai poli opposti dell'animata discussione su come intervenire per arginare la crisi economica in cui è sprofondata l'Europa dopo l'epidemia. Potrebbe sembrare un mezzo miracolo diplomatico, in realtà è solo un primo accordo a cui manca buona parte della sostanza che più divideva in questi giorni, cioè gli Eurobond, che vengono rinviati ai leader Ue. Ma sul Mes, altro scoglio, il gioco è fatto: interverrà come prima arma di difesa, e non avrà condizionalità se i Paesi useranno i suoi aiuti per le spese sanitarie.
"Non è stato firmato o attivato nessun Mes - afferma il capo politico M5s, Vito Crimi - e non lo faremo, basta bufale. Non importa quanto siano ridotte le condizionalità. M5s continua a sostenere la linea di sempre, che è anche la linea del governo più volte rivendicata dal presidente Conte: sì Eurobond, no Mes. L'Eurogruppo ha concordato un pacchetto di proposte da sottoporre al prossimo Consiglio europeo, al quale partecipano i leader degli Stati membri. In questo pacchetto di proposte mancano gli Eurobond ma è prevista l'apertura di una linea di credito del Mes", spiega Crimi, che aggiunge: poiché il Mes è una linea di credito a cui ogni paese può liberamente decidere se accedere, ribadiamo che il Movimento 5 Stelle non sarà disponibile in nessun caso a votare l'attivazione del Mes per il nostro Paese".

Supermercati e negozi chiusi dalle 13 di domenica e tutto lunedì

TORINO - È stata appena firmata dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio una ordinanza che prevede la chiusura di tutti gli esercizi commerciali a partire dalle ore 13 di domenica 12 aprile fino alla mezzanotte di lunedì 13 aprile, ad eccezione di farmacie, parafarmacie e di tutti gli esercizi dedicati alla vendita esclusiva di prodotti sanitari.Restano consentite, anche, le consegne a domicilio per tutti i settori merceologici, eseguite nel rispetto delle regole di sicurezza.«Ora più che mai i nostri comportamenti sono importanti ed è fondamentale restare a casa, anche in giornate come Pasqua e Pasquetta che abbiamo sempre vissuto come momenti di festa da trascorrere in compagnia - spiega il presidente Cirio - Per questo ho scritto alle Prefetture del territorio chiedendo di intensificare i controlli sugli spostamenti e ho predisposto la chiusura degli esercizi commerciali il 12 e 13 aprile, ad eccezione della domenica mattina per evitare che tra venerdì e sabato si creasse una concentrazione di uscite per gli acquisti». 

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Pasqua: sciopero contro l’apertura dei punti vendita alimentari



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Coronavirus a Tortona: il Carnevale non dura in eterno ma i morti pesano sempre sulla coscienza

Tortona (Max Corradi) – Siamo in piena Settimana Santa e ci stiamo avvicinando alla Pasqua. Quella di quest’anno sarà però blindata, nel senso che saremo costretti a chiuderci in casa per l’epidemia del Coronavirus, o Covid-19 che dir si voglia. I dati degli ultimi giorni parlano di un trend di ricoverati e di contagi stabile. Notizia che significa poco per chi da un mese abbondante è ormai chiuso in casa senza lavoro – perché magari l’azienda di cui è dipendente ha smesso la propria attività – senza sapere bene quale sarà il proprio futuro.
L’Italia è al palo, e in Piemonte la provincia di Alessandria è stata quella che più ha subìto gli effetti del Coronavirus. Per l’ultimo bollettino della Regione pubblicato ieri sera (6 aprile) i decessi in tutto il territorio alessandrino sono 239.
Ma quando e dove, in provincia di Alessandria, è cominciato tutto?
Tortona, focolaio di Covid19 di tutta la provincia di Alessandria
La storia recente ci porta a Tortona, la prima città della provincia risucchiata nel gorgo dell’epidemia.
Era la fine di febbraio e fece scalpore la notizia di un pensionato di 68 anni ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Tortona per un sospetto caso di coronavirus.
Caso che, poi, dopo i tamponi, fu puntualmente confermato, tanto che il nosocomio tortonese fu chiuso e tutti i degenti trasferiti temporaneamente in quello di Novi Ligure. I familiari dell’uomo furono tenuti a casa per precauzione sperando che la situazione fosse sotto controllo.
Ma non fu così. Anzi.

giovedì 9 aprile 2020

Sono 105 i medici morti in Italia per il coronavirus, 28 gli infermieri

Altre nove vittime. Il presidente della Fnomceo: "Non si smette mai di essere medici". E più di trenta tra infermieri e ausiliari

ROMA - Raggiungono quota 105 i medici deceduti per l'epidemia di Covid 19. Altri sei professionisti, informa la Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), hanno infatti perso la vita per il coronavirus. In poche ore sono stati segnalate altre nove vittime. Si aggrava anche il bilancio delle vittime tra gli infermieri: con due decessi a Bergamo e Cremona si arriva a 28. E a questo triste elenco vanno aggiunti cinque ausiliari.

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Coronavirus: morto medico Alessandria, sempre in prima linea


Truffa sulle mascherine, arrestato Antonello Ieffi: aveva preso dallo Stato 15 milioni per il coronavirus

Appalto da 15 milioni di euro per la fornitura di 24 milioni di mascherine: in venti giorni la Procura di Roma ha sventato la truffa. L’intervento della Guardia di Finanza

Approfittare dell’emergenza coronavirus per truffare lo Stato e aggiudicarsi un appalto da oltre 15 milioni di euro per la fornitura di 24 milioni di mascherine è costato il carcere al disinvolto imprenditore Antonello Ieffi, 42 anni (leggi il ritratto), arrestato giovedì mattina dagli investigatori del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Roma. L’indagine svolta in tempi celerissimi dalla Procura della capitale ha smascherato, in venti giorni, l’operazione messa in piedi per aggirare le norme e partecipare alla gara attraverso una ditta-schermo del tutto incapace di assicurarsi la merce e consegnarla agli ospedali nei tempi richiesto. Senza nemmeno i soldi per pagarla. Di qui le accuse di turbativa d’asta e inadempimento di contratto pubblico per l’indagato che, una volta perso l’appalto dopo la denunciato di Consip, si stava organizzando con un’altra società-fantasma per aggiudicarsi un’altra gara pubblica: oltre 64 milioni per altro materiale sanitario.
Gioco d’azzardo sulla salute pubblica
A fronte di una pandemia che ha già provocato quasi 140.000 infezioni e oltre 17.000 morti, lo Stato è dovuto ricorrere a procedure speciali per le forniture mediche, giocando soprattutto su due fattori per decidere a chi affidare gli appalti in fretta e garantendo i servizi: il tempo e la capacità di consegna. «Due tavoli – accusa il giudice dell’indagine preliminare Valerio Savio nell’ordine di arresto – sui quali l’indagato appare aver giocato d’azzardo… Una puntata d’azzardo giocata sulla salute pubblica e su quella individuale di chi attendeva, e attende, le mascherine». Il 12 marzo scorso la società Biocrea (di cui Ieffi era titolare fino al 19 febbraio, quando ha ceduto le quote alla quarantenne Stefania Verduci, indagata per gli stessi reati, attraverso una vendita che l’accusa ritiene fittizia) ha vinto la gara per la fornitura di oltre 24 milioni di mascherine, per l’importo complessivo di 15 milioni e 800.000 euro, avanzando l’offerta più vantaggiosa. Con l’obbligo di fornire i primi 3 milioni di esemplari entro 3 giorni dall’ordine, e cioè il 16 marzo.

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Matteo Salvini re della lottizzazione lombarda: così il leghista sceglie i dirigenti degli ospedali

I carabinieri hanno sequestrato la mappa della spartizione della sanità regionale, con le pagelle di fedeltà dei vari manager. Ecco chi ha "piazzato" più fedelissimi nei posti di potere. E il segretario del Carroccio pesa più del governatore Roberto Maroni

Un dirigente sanitario di fede leghista si è fatto sequestrare le liste dei raccomandati di partito collocati ai vertici dei grandi ospedali lombardi. I documenti, scoperti durante una perquisizione collegata all’inchiesta sull’Expo di Milano, contengono l’elenco dei 45 direttori generali della sanità lombarda. In teoria dovrebbero essere tecnici impermeabili alle pressioni politiche, selezionati fra i professionisti più capaci e meritevoli. Accanto a ogni nome, invece, su queste liste c’è la sigla del partito di riferimento. E dei protettori politici di quei super funzionari.

Per i magistrati di Milano le carte sequestrate sono sconfortanti. Vent’anni dopo Tangentopoli, gli ospedali della regione più ricca d’Italia continuano a essere governati con il vecchio sistema della lottizzazione: la spartizione selvaggia delle cariche pubbliche tra i partiti e i capi-corrente. L’unica differenza rispetto agli scandali del passato è che nella Lombardia di oggi a farla da padrona sembra essere la Lega, che secondo questi atti controlla da sola quasi metà di quelle poltrone da 15 mila euro al mese.

I documenti sulla lottizzazione delle nomine sono stati trovati per caso dalla polizia giudiziaria della Procura di Milano durante le indagini che, partendo dal misterioso suicidio di un funzionario della sanità milanese indagato per ’ndrangheta, sono poi arrivate a scoperchiare anche le tangenti sugli appalti dell’Expo 2015. Un troncone di questa maxi-inchiesta è tuttora aperto e riguarda proprio gli affari dei grandi ospedali lombardi, inquinati da reciproci favoritismi tra imprese private, politici e dirigenti pubblici. E così, in mezzo a migliaia di atti ormai depositati nei processi, ora spuntano un paio di carte che i pubblici ministeri continuano a utilizzare, negli interrogatori di questi mesi, come “documenti-cornice”, in grado di mettere in evidenza il quadro generale.

PROTETTI E PROMOSSI
Si tratta, in particolare, di due liste riservate, scritte e annotate a penna nei primi mesi del 2013, nello stesso periodo delle elezioni che hanno consegnato la presidenza della Regione Lombardia alla Lega di Roberto Maroni. Numerosi direttori di Asl e ospedali vengono però etichettati (anche o soltanto) come «fedelissimi» dell’attuale leader Matteo Salvini, che già allora, sull’onda delle inchieste sulle ruberie dei tesorieri della Lega nell’era di Umberto Bossi, era diventato il numero due del partito in Lombardia.

L’elenco dei presunti lottizzati riguarda anche Forza Italia e le altre componenti del centrodestra. E sembra fotografare la mappa del potere e sottopotere lombardo nei mesi cruciali della crisi di Forza Italia, che qui è coincisa con la fine dei quasi vent’anni di dominio dell’ex governatore ciellino Roberto Formigoni, oggi senatore, finito sotto processo per corruzione proprio con l’accusa di tangenti multi-milionarie sulla sanità.


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A Riace la giunta leghista si aumenta lo stipendio ma taglia la luce agli indigenti

In piena emergenza coronavirus il comune in dissesto guidato da Antonio Trifoli decide di alzare le indennità. Ma nello stesso giorno revoca l'energia elettrica a una famiglia in una casa popolare. Che si ritrova al buio per 18 giorni.  «Posso dire solo che adesso mi sento abbandonata, prima con Lucano non era così»



Un aumento di stipendio per sé e la disdetta del contratto dell’elettricità per una famiglia di indigenti. A pochi giorni dal primo decreto di lockdown con cui il governo Conte ha chiuso gli italiani dentro casa, così ha deciso la Giunta di Riace, guidata dal sindaco Antonio Trifoli, che nel maggio scorso ha portato in dote alla Lega l’ormai ex paese dell’accoglienza, un tempo guidato da Mimmo Lucano.

In piena emergenza coronavirus, mentre le famiglie arrancano e le attività soffocano, la Giunta di Riace ha deciso di intervenire. Anche per aiutare se stessa. Con una delibera approvata l’11 marzo scorso, l’esecutivo comunale guidato da Trifoli ha approvato all’unanimità «di rideterminare con decorrenza dall'anno 2020 l'indennità di funzione mensile spettante al Sindaco nella misura dell'85% dell'indennità spettante ai Sindaci dei Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, ovvero in 1.659,38 euro». Di conseguenza – come previsto dalla legge – sono lievitati anche gli stipendi del vicesindaco Francesco Salerno –da 250,56 a 331,88 euro, con un aumento del 20% – e dell’assessore Teresa Gervasi –da 187,92 euro a 248,90, con aumento pari al 15%.

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CORONAVIRUS. A SCUOLA SI TORNA A SETTEMBRE, DICONO GLI ESPERTI DEL MINISTERO DELLA SALUTE

Non ci voleva la sfera di cristallo per capire che le aule scolastiche non riapriranno. Almeno per quest’anno. E che quella data, il 18 maggio, fissata come ultima possibilità di un ipotetico ritorno fra i banchi era una pia illusione.
Nella cosiddetta fase 2, nella quale si toglieranno i sigilli, si spera, a diverse aziende e uffici pubblici  per tornare gradualmente alla normalità, non c’è spazio per la scuola. Il comitato tecnico-scientifico della Salute è stato categorico: le scuole non riapriranno. Né entro il 18 maggio né entro giugno. Nessuna scuola è in grado di assicurare la distanza sociale e le norme igienico-sanitarie che dovranno essere mantenute a lungo. Anche quando l’emergenza non sarà più tale.
Troppo rischioso.
La popolazione scolastica conta oltre dieci milioni di persone tra  studenti  insegnanti e personale scolastico. Senza contare le famiglie coinvolte. Una recrudescenza del contagio è da scongiurare con ogni mezzo.
 La scuola, per la sua peculiarità, potrebbe essere propria l’ultima a riaprire i battenti. Tramontato il piano A, si procede col piano B: niente esame di terza media (sostituito con una valutazione finale da parte del Consiglio di classe, anche attraverso un elaborato dello studente) e maturità ridotta al solo colloquio orale in via telematica.
Ammessi tutti gli altri all’anno successivo, anche con debiti.
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Emergenza Covid 19. Obbligo mascherine per gli acquisti

Il Sindaco di Serravalle Scrivia (AL) ha emesso apposita Ordinanza con cui istituisce, sul territorio comunale, l’obbligo di fare uso della mascherina, o in subordine qualunque altro indumento a copertura di naso e bocca, per effettuare gli acquisti presso gli esercizi commerciali.

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