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venerdì 10 aprile 2020

Coronavirus a Tortona: il Carnevale non dura in eterno ma i morti pesano sempre sulla coscienza

Tortona (Max Corradi) – Siamo in piena Settimana Santa e ci stiamo avvicinando alla Pasqua. Quella di quest’anno sarà però blindata, nel senso che saremo costretti a chiuderci in casa per l’epidemia del Coronavirus, o Covid-19 che dir si voglia. I dati degli ultimi giorni parlano di un trend di ricoverati e di contagi stabile. Notizia che significa poco per chi da un mese abbondante è ormai chiuso in casa senza lavoro – perché magari l’azienda di cui è dipendente ha smesso la propria attività – senza sapere bene quale sarà il proprio futuro.
L’Italia è al palo, e in Piemonte la provincia di Alessandria è stata quella che più ha subìto gli effetti del Coronavirus. Per l’ultimo bollettino della Regione pubblicato ieri sera (6 aprile) i decessi in tutto il territorio alessandrino sono 239.
Ma quando e dove, in provincia di Alessandria, è cominciato tutto?
Tortona, focolaio di Covid19 di tutta la provincia di Alessandria
La storia recente ci porta a Tortona, la prima città della provincia risucchiata nel gorgo dell’epidemia.
Era la fine di febbraio e fece scalpore la notizia di un pensionato di 68 anni ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Tortona per un sospetto caso di coronavirus.
Caso che, poi, dopo i tamponi, fu puntualmente confermato, tanto che il nosocomio tortonese fu chiuso e tutti i degenti trasferiti temporaneamente in quello di Novi Ligure. I familiari dell’uomo furono tenuti a casa per precauzione sperando che la situazione fosse sotto controllo.
Ma non fu così. Anzi.

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