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giovedì 16 aprile 2020

Bassetti: "Il Coronavirus resterà per molti anni, a una normalità totale non ci arriveremo più"

L'infettivologo del San Martino: "Impariamo a trattare meglio il mondo su cui viviamo"



GENOVA - Pochi dubbi per Matteo Bassetti, il direttore della clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, dovremmo abituarci a convivere con il virus ma fino alla prossima estate, ma per i prossimi anni. "Non sparirà neanche quando arriverà il vaccino. Non solo ci doveremo convivere questa estate ma ci dovremo convivere per i prossimi anni, probabilmente molti anni. Ormai questo virus è entrato, fa parte degli agenti eziologici che danno un quadro di polmonite o simile influenzale" spiega Bassetti uno dei primi mesi fa a dire che con il Coronavirus la popolazione si sarebbe dovuta abituare a convivere.

Guardando in prospettiva si parla già di fase 2 a maggio e in molti si chiedono come sarà la vita di tutti i giorni una volta passata la fase delle restrizioni massime chiamata appunto fase 1. Ma lo scenario che si presenta davanti non è esattamente dei più tranquillizzanti. "Noi medici è bene che impariamo a curare al meglio le persone colpite dal Covid-19 - spiega ancora Bassetti -. Poi però le persone devono imparare alcune regole molto semplici come il continuo lavaggio delle mani, imparare a non stare troppo vicino agli altri. A una normalità totale non ci arriveremo più. Anche in futuro non staremo più vicini in coda ad esempio, si eviterà di fare, cambieremo le nostre abitudini perchè questo virus sarà il nostro compagno di viaggio per molti anni cosi come è già per altri virus e batteri".

mercoledì 15 aprile 2020

Emergenza Coronavirus. Altri 673 nuovi contagiati in Piemonte

Fornaro: in Piemonte serve svolta sui tamponi e case di riposo


Questa sera 15 aprile, con il consueto bollettino diramato alle 19, l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che sono 18.446 (+673 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al “Covid-19” in Piemonte: 2.464 in provincia di Alessandria, 905 in provincia di Asti, 717 in provincia di Biella, 1.800 in provincia di Cuneo, 1.747 in provincia di Novara, 8.753 in provincia di Torino, 850 in provincia di Vercelli, 906 nel Verbano-Cusio-Ossola, 210 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 94 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.
Sale il numero dei pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, oggi sono 155 più di ieri. Ora il numero complessivo di pazienti guariti, è di 1.628 di cui 112 (+27) in provincia di Alessandria, 79 (+6) in provincia di Asti, 87 (+5) in provincia di Biella, 163 (+16) in provincia di Cuneo, 109 (+7) in provincia di Novara, 869 (+77) in provincia di Torino, 94 (+3) in provincia di Vercelli, 90 (+12) nel Verbano-Cusio-Ossola, 25 provenienti da altre regioni (+2). Altri 1.437 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.
Ancora 95 i decessi di persone positive al test del Coronavirus di cui 30 al momento registrati nella giornata di oggi. Occorre ricordare che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi covid.
Il totale complessivo è ora di 2.064 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 413 ad Alessandria, 100 ad Asti, 134 a Biella, 145 a Cuneo, 201 a Novara, 845 a Torino, 113 a Vercelli, 89 nel Verbano-Cusio-Ossola, 24 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

"Il virus europeo più mutevole e contagioso". Gli studi sul genoma scovano le differenze fra i ceppi

Il 9 febbraio in Gran Bretagna è comparsa una mutazione che rende l'Rna del coronavirus più instabile. Da lì il sottogruppo si è diffuso nel resto del continente e in America. La scoperta di un'équipe italiana e americana che ha analizzato le differenze fra 220 microrganismi sequenziati e ha pubblicato la ricerca in rete


Guardando bene in faccia il coronavirus, alcune differenze cominciano a emergere. Non tutti i gruppi sono uguali. Il ceppo cinese e quello europeo-americano sono ben distinguibili, grazie all’analisi dei loro genomi. In Europa e negli Usa, in particolare, leggendo l’Rna lettera per lettera, i ricercatori hanno scoperto delle mutazioni che lo renderebbero più mutevole e potenzialmente contagioso. Le mutazioni notate da un’équipe dell’università del Maryland (con il pioniere delle ricerche sull’Aids Robert Gallo e l’italiano Davide Zella), del Campus Biomedico e dell’Area Science Park di Trieste riguardano un enzima essenziale per la replicazione del virus, chiamato polimerasi Rna dipendente.

Analizzando 220 genomi del virus, fra le migliaia sequenziate e pubblicate online dagli scienziati di tutto il mondo, i ricercatori italiani e americani hanno puntato l’attenzione sulla mutazione dell’enzima della polimerasi: “Nel nostro database – scrivono sulla rivista Journal of Translational Medicine – la prima comparsa di questa mutazione è del 9 febbraio in Gran Bretagna, quando un drammatico incremento dei pazienti infettati in Europa viene registrato dall’Oms”. Oltre a rendere potenzialmente più contagioso il virus, questo cambiamento del genoma lo rende anche più instabile. La mutazione tocca infatti anche il meccanismo di “correzione delle bozze” dell’Rna del virus, ovvero del suo materiale genetico (i coronavirus non hanno Dna, ma una molecola simile: l’Rna). Ogni volta che il genoma di un organismo si replica, avvengono degli errori di trascrizione. Un sistema di revisione del testo in genere riduce il numero delle sviste. I ceppi europeo e americano del coronavirus (l’uno è derivato dall’altro: il contagio negli Usa proviene soprattutto dall’Europa), per effetto della mutazione del 9 febbraio, sembrano avere un correttore di bozze particolarmente distratto, che favorisce la proliferazione di copie un po’ diverse dall’originale.


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La mappa mondiale del contagio

Coronavirus, in Piemonte 5 milioni di mascherine ai cittadini per la ripartenza

Coronavirus, in Piemonte 5 milioni di mascherine ai cittadini per la ripartenza
Saranno finanziate con 6 milioni di euro grazie alle donazioni fatte alla Regione

Coronavirus, in Piemonte 5 milioni di mascherine ai cittadini per la ripartenza

Cinque milioni di mascherine lavabili per i cittadini piemontesi per affrontare al meglio la futura "Fase 2" e ripartire in sicurezza.
La Giunta regionale ha infatti predisposto una modifica al bilancio per garantire la copertura economica necessaria all’acquisto delle mascherine da distribuire a tutta la cittadinanza. Lo ha comunicato la Regione in una nota stampa, sottolineando che è stato approvato nella mattinata di oggi, mercoledì 15 aprile, un provvedimento che verrà presentato domani, giovedì 16, ai capigruppo del Consiglio regionale, per destinare 6 milioni di euro per il 2020 all’acquisto e distribuzione di dispositivi di protezione per tutta la popolazione piemontese, attraverso una modifica della legge 14 sulla Protezione civile.


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Mappa Positivi in Piemonte

La strage degli anziani nella RSA Santa Chiara di Lodi e il silenzio della sindaca leghista

Cinquantadue morti a marzo (rispetto ai 4 decessi dello stesso periodo 2019), 6 fino al 7 aprile. Sono i numeri della strage silenziosa all’Rsa “Santa Chiara” di Lodi, nella prima zona italiana a essere toccata dalla diffusione del Covid-19. Molto probabilmente anche loro vittime del contagio da coronavirus, ma che non rientrano nel computo ufficiale fornito dalla Regione Lombardia sin qui.

La strage degli anziani nella RSA Santa Chiara di Lodi e il silenzio della sindaca leghista

In Procura sono già due gli esposti presentati da parenti di anziani ospiti deceduti. In uno, riporta un articolo di Cristina Vercellone su Il Cittadino di oggi, si legge:
Le prima misure di limitazione degli accessi di esterni a Santa Chiara sono state disposte, a quanto risulta, solo il 3 marzo, con l’introduzione di un modulo di autocertificazione dello stato di salute del visitatore in ingresso. Solo dal 5 marzo è stato limitato l’accesso ai visitatori esterni alla struttura. Ci sono stati ingressi di nuovi ospiti (in sostituzione degli ospiti deceduti) ben dopo il 20 febbraio, con alcuni casi dopo il 5 marzo
La campagna di screening col tampone nella Rsa è cominciata solo il 9 aprile (il primo caso di coronavirus a Codogno è stato rilevato il 20 febbraio e reso noto il giorno dopo) e solo per 55 ospiti sintomatici. Non per tutti, quindi, e non per il personale della struttura, che è di proprietà dell’omonima Fondazione, un ente di promozione sociale di diritto privato e di interesse pubblico, soggetto alla vigilanza dell’Azienda di Tutela della Salute (Ats) ma che, in quanto ente strumentale del Comune, vede il sindaco nominare direttamente i componenti del consiglio di amministrazione.

A Lodi, a guidare l’amministrazione di centrodestra, c’è la sindaca leghista Sara Casanova, eletta nel 2017 e già assurta agli onori delle cronache nazionali per il caso mense, quando rischiavano di essere esclusi dalla refezione scolastica i bambini figli di immigrati che non avessero potuto produrre l’autocertificazione nei paesi di provenienza dei genitori su eventuali redditi all’estero. Sindaca che, in questa situazione di emergenza, ha invece preferito prendersela con molta più calma, molto verosimilmente per questioni di “scuderia” (a guidare la Regione c’è il leghista Attilio Fontana), tanto che il primo incontro con i vertici di Santa Chiara e dell’Ats (che nel frattempo aveva autorizzato dal 2 aprile la formazione di personale della struttura per effettuare i tamponi), l’ha fissato soltanto il 6 aprile.

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APPELLO URGENTE IMPONENTE INCENDIO NELLA ZONA DI ESCLUSIONE DI CHERNOBYL. POPOLAZIONI A RISCHIO E PROBLEMA MONDIALE

Oltre al problema universale della pandemia da coronavirus, un’ altra grande preoccupazione affligge noi tutti: gli enormi incendi che da 10 giorni bruciano le foreste della zona di esclusione di Chernobyl e che si stanno dirigendo verso la centrale nucleare. Oltre 8.000 ettari sono stati interessati


La situazione è drammatica nella provincia di Polesie (regione di Kiev) in Ucraina. Immensi fumi acri liberatesi dagli incendi stanno causando seri problemi respiratori agli anziani e ai bambini, già sotto minaccia da coronavirus. Sono interessati tutti i villaggi della provincia, soprattutto Ragovka, Lugovichi, Radynka, Mar’yanovka, Maksimovichi. Markovka. E’ completamente bruciato il villaggio di Vilìcha. Molti bambini e le loro famiglie sono rimaste senza casa, vestiti, alimenti. Il fumo radioattivo agisce negativamente nell’organismo umano, soprattutto in quello dei bambini.
Gli elementi radioattivi rilasciati dalla combustione degli alberi si muovono nell’atmosfera tramite i venti, si spostano per lunghe distanze e si depositano sui terreni o contaminandoli di nuovo o per la prima volta. Gli incendi nella zona di esclusione oltre a determinare maggiori incorporazioni di Cesio137  nei bambini, aumentano i livelli ematici di omocisteina1, un amminoacido che determina, già in giovane età, infarti, trombosi, ictus oltre che aborti e malformazioni feto placentari. Tutto questo in bambini che, per la permanenza in territori afflitti dalle gravi conseguenze del fallout di Chernobyl, soffrono – nonostante siano passati 34 anni – di disturbi cardiaci (82%) e alterazioni tiroidee (55,2%).

Coronavirus, a Mosca coda chilometrica di ambulanze per l’ospedale

I mezzi erano tutti in attesa di entrare nella struttura sanitaria - Ansa /CorriereTv

Una coda chilometrica quella che si è verificata in Russia, a Mosca. Una fila infinita di ambulanze, in attesa di entrare in una struttura ospedaliera.

martedì 14 aprile 2020

Coronavirus: indagati i vertici delle Rsa lombarde con pazienti deceduti

Nell'ambito dell'inchiesta aperta dalla Procura, perquisizioni al Trivulzio dove sono 143 gli anziani deceduti da marzo


Sono 143 in totale, da marzo ad oggi, gli anziani morti che erano ospitati al Pio Albergo Trivulzio di Milano, struttura al centro dell'indagine della Procura milanese. Lo ha appreso l'ANSA. Già dai primi giorni di marzo i sindacati Cisl-Cgil, che seguono alcuni operatori della casa di riposo e riabilitazione, avevano inviato lettere ai vertici dell'istituto lamentando l'assenza di mascherine e presunte minacce agli infermieri che volevano usarle. Nelle indagini si dovrà verificare quali morti siano correlate alla diffusione del Coronavirus nella Rsa.
La Gdf di Milano da questa mattina è impegnata a perquisire le sedi del Pio Albergo Trivulzio di Milano coinvolto nell'inchiesta aperta dalla Procura sulle morti dei pazienti durante l'emergenza coronavirus. Le perquisizioni e le acquisizioni di documenti in corso riguardano anche altre strutture. Per ora la squadra di polizia giudiziaria, guidata da Maurizio Ghezzi, del dipartimento coordinato dall'aggiunto Tiziana Siciliano è entrata anche negli uffici della Sacra Famiglia di Cesano Boscone e in una residenza a Settimo Milanese, mentre la Gdf sta lavorando nelle sedi del Pat.

I numeri del Caso Piemonte dell’epidemia di coronavirus: la regione sta per raggiungere l’Emilia Romagna e per ora si fanno pochi tamponi

Si comincia a discutere su di un caso Piemonte nella gestione dell’epidemia di Coronavirus. Secondo i dati più recenti ll Piemonte è la regione in cui i malati di coronavirus crescono di più rispetto alle altre regioni.
In Piemonte i malati di coronavirus sono cresciuti del 2.85% al confronto della Lombardia e Toscana (2.14%) , Emilia Romagna (1.7%) e Veneto (1.24%).  A breve secondo le proiezioni la regione Piemonte potrebbe essere la seconda regione in Italia per malati andando a superare l’Emilia Romagna con i suoi attuali quasi 17 mila casi positivi
I dati di ieri parlano di 1876 morti, 17.246 positivi per 371 pazienti in terapia intensiva e 1372 guariti.
Per quello che riguarda le province Torino cresce del 2.39%, Cuneo 9.9%, Alessandria del 2.98%, Novara 0,44%, VCO 1.27%, Asti 1.8%, Biella 2.57%.
Il Piemonte è mediamente sfasato in ritardo di 7-10 giorni rispetto a Lombardia, Veneto e Emilia Romagna. La provincia di Torino e’ la quarta per malati dopo quelle di Milano, Bergamo e Brescia. Il Piemonte ha piu casi del Veneto derivati prevalentemente dall’epidemia lombarda.
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La morte del sindaco di Castelletto d’Erro sconfitto dal coronavirus, lo choc di colleghi, la rabbia della moglie


A Pasquetta record di multe, scoperte 16.545 persone 'in fuga'

Nel weekend pasquale sono state identificate in tutto 465.713 persone, e 30.301 sono risultate non in regola. A Roma scoperto un uomo che si era appartato con un trans



Record di persone sanzionate amministrativamente nel giorno di Pasquetta: su 252.148 controllate dalle forze di polizia, 16.545 sono risultate non in regola rispetto ai divieti sugli spostamenti, il 20,2% in più rispetto al giorno di Pasqua (13.756). Secondo i dati diffusi dal Viminale, tra Pasqua e Pasquetta i controlli hanno riguardato complessivamente 465.713 persone, 30.301 delle quali (il 6,5%, contro una media dei giorni feriali che oscilla tra il 3 e il 4%) risultate non in regola. Sempre ieri le persone denunciate per aver attestato il falso nell'autodichiarazione sono state 88, quelle denunciate per aver violato la quarantena imposta dalla positività al virus 29. I controlli di esercizi e attività commerciali sono stati 62.391 e hanno portato a sanzionare 146 esercenti e a chiudere 63 attività. A Roma sono state elevate 162 sanzione. Tra gli episodi, quello di un transessuale ed un cliente che si erano appartati in una vettura sul bordo della Pineta di Castel Fusano, vicino al litorale di Ostia. Lì sono stati sorpresi dagli agenti della Polizia Locale del Campidoglio nell'ambito dei controlli per il rispetto delle norme di prevenzione della diffusione del coronavirus.

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A Oviglio creata la “casetta della solidarietà”: chi ha mette chi è in difficoltà può prendere

OVIGLIO (AL) – A Natale è la casetta che celebra il 25 dicembre, ma ora è diventata un luogo ancora più prezioso che conferma il valore del donare anche durante il resto dell’anno. A Oviglio alcuni cittadini hanno infatti chiesto di poter utilizzare la struttura in legno come piccolo deposito di cibo per chi è in difficoltà durante l’emergenza coronavirus.
Per questo è stata ribattezzata “Casetta della solidarietà“, struttura dove chi può porta la spesa e chi non può è libero di prendere secondo le necessità. Sulla falsa riga di quanto è avvenuto a Napoli, con la spesa sospesa, anche in provincia dunque prende piede una iniziativa pensata per aiutare quanti faticano a superare questo momento di crisi. I cittadini sono liberi di portare ciò che ritengono e ciò che riescono, possono essere beni di prima necessità inteso come pasta, pane, riso, cibi a lunga conservazione, zucchero, latte, prodotti per l’igiene personale e anche giochini per bambini, disegni da colorare, pannoloni e pennarelli. Ancora un bel modo per fare comunità.
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Anna Maria e la sua quarantena per coronavirus tra angosce e dubbi

ALESSANDRIA – Una nostra lettrice ha raccontato la sua esperienza di persona positiva al coronavirus. Nella sua testimonianza racconta il difficile percorso durante la malattia, per fortuna senza gravi conseguenze, con tutti gli sforzi per seguire le regole ma anche con la sensazione di abbandono per un lungo periodo e tutti i dubbi maturati nel tempo. Ecco la sua storia:
Sono stata a contatto con un a persona a me cara che il 26 marzo è stata ricoverata ed è risultata positiva al covid 19, purtroppo poi mancata il 31 marzo. In seguito, a fronte di quanto appreso dal 26 mi ero messa in quarantena e ho iniziato a chiamare i numeri che il mio medico mi ha fornito per segnalare la mia situazione. Il 3 aprile, disperata perché mi erano comparsi da qualche giorno febbre, mal di gola e mal di testa, mi hanno fatto una scheda e mi hanno segnalato dicendomi che tutti i giorni sarei stata contattata dal S.I.S.P. (Servizio igiene e sanità pubblica ndr) per sapere della mia salute, cosa mai avvenuta (fino a domenica 12 aprile)”.
Senza avere informazioni e assistenza Anna, il 5 aprile, “dopo pianti disperati al telefono” è riuscita a farsi visitare da due medici volontari “peraltro molto gentili che non mi hanno fatto il tampone ma mi hanno dichiarata positiva per contatto, dicendomi che comunque i miei sintomi (per fortuna) erano lievi. Sono stati loro a prescrivermi un antibiotico, l’Azytromicina, e io ho iniziato quella cura, anche se non so ancora tutt’oggi di essere positiva o meno. Nei giorni successivi mi è arrivata un email con la dichiarazione di quarantena dal 3 al 17 aprile e nel frattempo le condizioni sono migliorate e mi sento comunque meglio”.
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lunedì 13 aprile 2020

Coronavirus mondo, seconda ondata in Cina: 108 nuovi casi. Trump contro Fauci ritwitta: "Se ne vada"

Negli Stati Uniti oltre 1.500 decessi nel giorno di Pasqua. Pechino torna a stringere i controlli per evitare seconda ondata. In Ecuador 700 cadaveri recuperati dalle case


Madrid, un poliziotto distribuisce mascherine alla fermata della metropolitana (reuters)
Il numero globale di casi confermati ha superato 1,85 milioni: 1.850.527, secondo i dati diffusi dalla Johns Hopkins University. Ci sono stati 114.245 decessi a livello globale. I morti negli Usa hanno superato i 22 mila.

È ora di licenziare Fauci, recita l'hashtag. Parliamo del tweet di una repubblicana ex candidata al Congresso, DeAnna Lorraine, ripostato poche ore fa dal presidente americano. Il più grande esperto di malattie infettive del governo Usa, Anthony Fauci, aveva scritto sul Nyt che se il Paese fosse stato chiuso prima, altre vite sarebbero state risparmiate dal coronavirus.

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Washington Post: Trump chiese a Fauci perché "non lasciamo inondare gli Stati Uniti dal coronavirus?"

Lettera a Conte: “Prima l’alluvione, poi il virus e senza l’Imu di giugno i Comuni rischiano il crac”

Il sindaco di Ponzone: “Ci ritroveremo con le casse vuote e non sapremo più in che modo garantire alla popolazione i servizi”


PONZONE, Prima le alluvioni dello scorso autunno, con una pioggia di frane non ancora risolte del tutto, adesso l’epidemia di coronavirus. Di fronte a continue emergenze, non sono solo i conti delle famiglie ma pure quelli dei piccoli Comuni che rischiano di saltare.
Il grido d’allarme parte da Fabrizio Ivaldi, sindaco di Ponzone, mille abitanti sparsi su 7 mila ettari di Appennino alle spalle di Acqui, terra di villeggianti e seconde case. Ieri mattina, il primo cittadino ha spedito una lettera al premier Giuseppe Conte – in copia i capigruppo alla Camera di Pd, Graziano del Rio, di Lega e Leu, gli alessandrini Riccardo Molinari e Federico Fornaro, e l’Uncem, che già appoggia la battaglia – per spiegare che le casse dei centri minori rischiano il default.
«Abbiamo assistito a varie dilazioni sul pagamento di tasse e tributi, anche a livello locale io ho congelato la tariffa dei rifiuti, e in questo frangente è doveroso – dice Ivaldi, spiegando il senso della sua presa di posizione –. Ma se, come sta circolando, si dovesse arrivare a bloccare a giugno il versamento dell’Imu, non so come faremo

Pasqua, il mare della Versilia visto dell'elicottero della guardia di finanza

Da Forte dei Marmi a Viareggio: il litorale della Versilia nelle immagini girater nella domenica di Pasqua dalla guardia di finanza di Livorno. Spiagge e viali lungo il mare deserti.

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Coronavirus, la Pasqua desolata della costa romagnola: il litorale deserto visto dal drone

Coronavirus: da Venezia a Palermo, città deserte


Coronavirus, grigliata sul tetto del palazzo a Palermo: interviene la polizia

domenica 12 aprile 2020

Coronavirus in Italia, alla vigilia di Pasqua +20% di sanzioni per i furbetti dell'autocertificazione

Tutte le ultime notizie sulla situazione in Italia per l'emergenza Covid-19: i contagi, le guarigioni e l'evolversi della pandemia a livello sanitario, politico ed economico


Sono aumentate del 20% le sanzioni comminate dalle forze dell'ordine alla vigilia di Pasqua nei controlli per verificare il rispetto delle misure di contenimento del contagio da coronavirus. Sono stati controllate 280.717 persone e 89.931 tra esercizi e attività commerciali.
Le persone sanzionate amministrativamente per non aver rispettato le norme sugli spostamenti sono state 12.514, il 19,8% in più rispetto a venerdì; le persone denunciate per aver attestato il falso nell'autodichiarazione sono state 104, quelle denunciate per aver violato la quarantena imposta dalla positività sono state 53.

Gli esercenti sanzionati sono stati 179 mentre 35 sono state le attività chiuse.


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Coronavirus, auto in coda a Roma: "Vanno a fare la gita fuori porta". Ma è l'effetto dei controlli



Coronavirus, la giornalista di Sky positiva al Covid-19: "Dopo un mese non sono ancora guarita"

Riapertura: le regole dopo il 3 maggio

La riapertura dopo il 3 maggio annunciata da Conte dovrà seguire regole ben precise perché l’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 non sarà finita per quella data. E mentre Ilaria Capua spiega sul Corriere della Sera che nulla sarà come prima, almeno fino alla cura e al vaccino, ci sono tre strutture che lavorano per la fase 2 con lo scopo di far ripartire le attività senza riavviare il contagio.

Riapertura: le regole dopo il 3 maggio

La riapertura potrebbe essere diversificata tra Regioni, che d’altro canto già vanno in ordine sparso su librerie e cartolerie. Il nuovo gruppo di lavoro che dovrà «individuare modelli organizzativi e relazionali» è già attivo, alcune linee guida sono state comunque già decise e inserite nel decreto che entra in vigore martedì 14 aprile. E avranno valore quando altri imprenditori, commercianti e professionisti potranno ricominciare l’attività. Sempre con la stessa raccomandazione: evitate baci e abbracci e mantenete la distanza tra le persone di almeno un metro. 
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Il caldo ferma il Coronavirus?

Quella di Alessandria è la provincia più contagiata del Piemonte, lo dicono i numeri

Ci sono però alcuni fattori a cui aggrapparsi per guardare al futuro con un po’ più di ottimismo

ALESSANDRIA. Quella di Alessandria è la provincia più contagiata del Piemonte. E con il numero di morti più elevato. Non in valore assoluto certo, ma in rapporto alla popolazione: purtroppo con le altre province piemontesi non c’è partita, per usare una metafora calcistica. Un triste record forse non abbastanza sottolineato. In primis dalle istituzioni e poi dagli stessi organismi sanitari.

Lo dicono i dati ufficiali della Regione Piemonte. La città metropolitana di Torino (Torino e provincia) registra, per esempio, 507 decessi e 6246 positivi, al 6 aprile, che corrisponde a 22 morti e 270 positivi su 100 mila abitanti; in provincia di Alessandria, con 239 decessi e 1930 positivi, risultano 56 morti e 450 positivi su 100 mila abitanti. Più del doppio per i morti, poco meno per i positivi.


Molto probabilmente si paga la vicinanza alla Lombardia, in particolare con il territorio di Tortona dove morti e positivi ne fanno forse un’altra Codogno: Tortona non ha avuto la stessa attenzione dall’opinione pubblica anche se qui è stato allestito un covid hospital. Anche il fatto di essere, sempre la provincia di Alessandria, il crocevia fra diverse regioni, per lo spostamento ai fini lavorativi, ha contribuito a creare una situazione così drammatica.
Impressionante poi  la sequenza dei numeri dallo scoppio dell’emergenza coronavirus: in Piemonte si è passati dai 13 morti del 9 marzo ai 662 del 28 marzo, fino ai 1349 del 7 aprile; per i positivi, dai 380 del 9 marzo, ai 7990 del 28 marzo, fino ai 13. 434 del 7 aprile. La provincia di Alessandria contava zero morti e 63 positivi il 9 marzo, 141 morti e 1223 positivi il 28 marzo, fino ai 252 morti e 1966 positivi il 7 aprile.

Coronavirus. Ottava multa per l’ingegnere che viola la quarantena

RICCIONE. Sette non bastavano, l’ingegnere di 62 anni che ha fatto sapere che vuole “sentirsi libero” venerdì è stato multato per l’ottava volta dalla polizia locale di Riccione ” perché con la bici sportiva si trovava lontano da casa senza motivi di urgenza”. Lo ha comunicato il Comune di Riccione facendo sapere che, con i controlli potenziati per la Pasqua, sono già oltre 133 le persone controllate, di cui 5 multate, ieri pomeriggio dalla Polizia Locale di Riccione.

Fonte

Le 6mila auto in fila dei nuovi poveri in attesa di cibo, la foto simbolo del disastro Coronavirus

La pandemia che sta mettendo in ginocchio il mondo simboleggiata da foto che resteranno per sempre nell’immaginario collettivo. Come quella scattata martedì a San Antonio, nel ricco Texas americano, dove 6mila automobilisti si sono messi in coda per ricevere 500 tonnellate di cibo messi a disposizione grazie all’assistenza alimentare filantropica alla Banca del Cibo della città.
Gli Stati Uniti sono diventati il nuovo epicentro globale del contagio da Covid-19: sono oltre mezzo milione i casi di contagio accertati, soltanto nelle ultime 24 ore sono stati 2.100 i morti per Coronavirus, portando il totale a 18.693.
A spiccare sono anche i nuovi poveri, coloro che in quella interminabile scia di macchine sono all’interno di enormi Suv lussuosi, che potrebbero sembrare ‘sciacalli’ ma che in realtà sono solo cittadini che, di punto in bianco, hanno perso il loro ben remunerato lavoro restando senza niente.