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martedì 14 aprile 2020

Anna Maria e la sua quarantena per coronavirus tra angosce e dubbi

ALESSANDRIA – Una nostra lettrice ha raccontato la sua esperienza di persona positiva al coronavirus. Nella sua testimonianza racconta il difficile percorso durante la malattia, per fortuna senza gravi conseguenze, con tutti gli sforzi per seguire le regole ma anche con la sensazione di abbandono per un lungo periodo e tutti i dubbi maturati nel tempo. Ecco la sua storia:
Sono stata a contatto con un a persona a me cara che il 26 marzo è stata ricoverata ed è risultata positiva al covid 19, purtroppo poi mancata il 31 marzo. In seguito, a fronte di quanto appreso dal 26 mi ero messa in quarantena e ho iniziato a chiamare i numeri che il mio medico mi ha fornito per segnalare la mia situazione. Il 3 aprile, disperata perché mi erano comparsi da qualche giorno febbre, mal di gola e mal di testa, mi hanno fatto una scheda e mi hanno segnalato dicendomi che tutti i giorni sarei stata contattata dal S.I.S.P. (Servizio igiene e sanità pubblica ndr) per sapere della mia salute, cosa mai avvenuta (fino a domenica 12 aprile)”.
Senza avere informazioni e assistenza Anna, il 5 aprile, “dopo pianti disperati al telefono” è riuscita a farsi visitare da due medici volontari “peraltro molto gentili che non mi hanno fatto il tampone ma mi hanno dichiarata positiva per contatto, dicendomi che comunque i miei sintomi (per fortuna) erano lievi. Sono stati loro a prescrivermi un antibiotico, l’Azytromicina, e io ho iniziato quella cura, anche se non so ancora tutt’oggi di essere positiva o meno. Nei giorni successivi mi è arrivata un email con la dichiarazione di quarantena dal 3 al 17 aprile e nel frattempo le condizioni sono migliorate e mi sento comunque meglio”.
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