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mercoledì 15 aprile 2020

La strage degli anziani nella RSA Santa Chiara di Lodi e il silenzio della sindaca leghista

Cinquantadue morti a marzo (rispetto ai 4 decessi dello stesso periodo 2019), 6 fino al 7 aprile. Sono i numeri della strage silenziosa all’Rsa “Santa Chiara” di Lodi, nella prima zona italiana a essere toccata dalla diffusione del Covid-19. Molto probabilmente anche loro vittime del contagio da coronavirus, ma che non rientrano nel computo ufficiale fornito dalla Regione Lombardia sin qui.

La strage degli anziani nella RSA Santa Chiara di Lodi e il silenzio della sindaca leghista

In Procura sono già due gli esposti presentati da parenti di anziani ospiti deceduti. In uno, riporta un articolo di Cristina Vercellone su Il Cittadino di oggi, si legge:
Le prima misure di limitazione degli accessi di esterni a Santa Chiara sono state disposte, a quanto risulta, solo il 3 marzo, con l’introduzione di un modulo di autocertificazione dello stato di salute del visitatore in ingresso. Solo dal 5 marzo è stato limitato l’accesso ai visitatori esterni alla struttura. Ci sono stati ingressi di nuovi ospiti (in sostituzione degli ospiti deceduti) ben dopo il 20 febbraio, con alcuni casi dopo il 5 marzo
La campagna di screening col tampone nella Rsa è cominciata solo il 9 aprile (il primo caso di coronavirus a Codogno è stato rilevato il 20 febbraio e reso noto il giorno dopo) e solo per 55 ospiti sintomatici. Non per tutti, quindi, e non per il personale della struttura, che è di proprietà dell’omonima Fondazione, un ente di promozione sociale di diritto privato e di interesse pubblico, soggetto alla vigilanza dell’Azienda di Tutela della Salute (Ats) ma che, in quanto ente strumentale del Comune, vede il sindaco nominare direttamente i componenti del consiglio di amministrazione.

A Lodi, a guidare l’amministrazione di centrodestra, c’è la sindaca leghista Sara Casanova, eletta nel 2017 e già assurta agli onori delle cronache nazionali per il caso mense, quando rischiavano di essere esclusi dalla refezione scolastica i bambini figli di immigrati che non avessero potuto produrre l’autocertificazione nei paesi di provenienza dei genitori su eventuali redditi all’estero. Sindaca che, in questa situazione di emergenza, ha invece preferito prendersela con molta più calma, molto verosimilmente per questioni di “scuderia” (a guidare la Regione c’è il leghista Attilio Fontana), tanto che il primo incontro con i vertici di Santa Chiara e dell’Ats (che nel frattempo aveva autorizzato dal 2 aprile la formazione di personale della struttura per effettuare i tamponi), l’ha fissato soltanto il 6 aprile.

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