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giovedì 20 dicembre 2018

Reddito di cittadinanza, falso sito "Imps": boom di accessi e qualcuno ci casca davvero

Doveva trattarsi di unʼiniziativa satirica per mettere in guardia gli utenti dalle piattaforme fake, e invece ha registrato diverse prenotazioni



Dopo le bufale online e l'assalto ai Caf nel Sud Italia, la ferma volontà di ottenere il reddito di cittadinanza da parte degli italiani ha aggiunto un altro capitolo alla saga. Un falso sito dell'Inps, denominato "Imps" (acronimo dell'inesistente Istituto mondiale per la provvidenza solare), ha registrato circa mezzo milione di accessi e qualcuno, scambiandolo per vero, ha perfino compilato il modulo per prenotare il sussidio.

La società di comunicazione Ars Digitalia ha creato un sito, sviluppandolo con una grafica molto simile a quella dell'Inps, con l'intento di ironizzare sulle fake newscircolate finora sull'aiuto economico previsto dal governo per 5,5 milioni di italiani. L'iniziativa era nata nel marzo 2018 come provocazione satirica ed è tornata alla ribalta grazie a una serie di ricondivisioni sui social.

Gli sviluppatori hanno voluto porre l'attenzione sulla sicurezza informatica e sull'acquisizione dei dati personali, con un avvertimento comparso a caratteri cubitali sulla homepage: "Prima di inviare un modulo con i vostri dati personali, dovete controllare attentamente la fonte del sito che state compilando".

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Pronto soccorso chiuso a Napoli per invasione di formiche

Nello stesso ospedale, il 10 novembre scorso, esplose il caso di una donna intubata coperta da formiche


L'accettazione chirurgica del pronto soccorso dell'ospedale San Giovanni Bosco di Napoli è rimasta chiusa per oltre un'ora, dalle 12 alle 13, "a causa delle formiche". Lo rende noto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, membro della commissione Sanità per il quale si tratta di "un fatto di una gravità inaudita". Nello stesso ospedale, il 10 novembre scorso, esplose il caso di una donna intubata coperta da formiche.
"Non è la prima volta - aggiunge Borrelli - che la presenza di insetti pregiudica l'attività di alcune strutture sanitarie in Campania che devono essere urgentemente riqualificate. L'attività di bonifica necessaria per ripristinare le condizioni di igiene dovrà essere il primo passo di un lavoro capillare che deve portare ad evitare nuovi casi del genere. Vedere le formiche o altri insetti che si aggirano per le sale, attraversando persino gli scaffali dei medicinali, è un affronto ai diritti dei malati".
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mercoledì 19 dicembre 2018

Ad accogliere la salma di Antonio Megalizzi...

Ad accogliere la salma di Antonio Megalizzi, il giornalista morto nell'attentato di Strasburgo, quel grand'uomo del presidente Mattarella accanto alla famiglia del ragazzo.

Assenti Conte, Salvini, Di Maio o altri membri del governo.
Dove non ci sono selfie e scenette da fare, loro non ci vanno.

Vergognatevi.
Anna Rita Leonardi



Fonte: Il razzismo non ci piace

Milano, notte al gelo davanti al negozio Nike: folla disposta a tutto per le nuove scarpe

Si sono portati dietro coperte e plaid pesanti, bardati con guanti, sciarpe e cappelli per patire il meno possibile il grande freddo della notte. Così la folla di ragazzi ha dormito davanti al negozio Nike di via Statuto 18 a Milano, disposti a tutto per un paio di scarpe. Oggi, infatti, parte la vendita delle Off-White x Nike Air Force 1 "Black" & "Volt",  le tanto attese colorways al prezzo di 170 euro. Le code sono iniziate a formarsi nella tarda serata di martedì 18, ma alle 8 di mattina continuava ad arrivare gente: il negozio apre alle 10. 

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La storia dell’aggressione alla deputata Mara Lapia

Una parlamentare del M5S ha sostenuto di essere stata aggredita con calci e pugni, ma ha più volte cambiato versione e ora cinque testimoni dicono che le cose sono andate diversamente


Negli ultimi giorni si è parlato molto di un’aggressione denunciata da una deputata del Movimento 5 Stelle, Mara Lapia, che la settimana scorsa sarebbe stata picchiata da un uomo all’uscita da un supermercato di Nuoro, riportando diverse ferite. In seguito, però, la deputata ha più volte cambiato versione sull’aggressione e numerosi testimoni hanno detto che le cose si sono svolte in maniera diversa, alcuni smentendo del tutto che sia avvenuta un’aggressione.
Dell’episodio si è cominciato a parlare domenica scorsa, il 16 dicembre, quando il capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, Francesco D’Uva, ha dato per primo la notizia dell’aggressione avvenuta il giorno stesso. D’Uva aveva parlato di un pestaggio che aveva causato alla deputata una frattura della costola e numerose contusioni. «È gravissimo e intollerabile che un uomo, in modo becero e disumano, si accanisca violentemente nei confronti di una donna fino a ridurla in quelle condizioni», aveva detto. L’uomo accusato dell’aggressione è stato rapidamente identificato: un 35enne con precedenti penali al momento denunciato per aggressione.
Lo stesso giorno, quindi poche ore dopo l’aggressione, Lapia ha dato un’intervista a Radio Capital in cui ha ricostruito l’incidente. Mentre si trovava in un supermercato di Nuoro, ha detto, la cassiera ha fatto accidentalmente cadere una lattina di Coca-Cola, che si è aperta bagnandole i vestiti. Lapia ha criticato la cassiera per l’errore, ha raccontato, ma dopo pochi istanti ha considerato chiuso l’incidente. Un uomo in coda dopo di lei però ha iniziato a insultarla, l’ha seguita nel parcheggio del supermercato e quando lei ha provato a riprenderlo e fotografare la targa della sua automobile le avrebbe strappato il telefono di mano, buttandolo in terra e prendendolo a calci. Poi avrebbe colpito Lapia con un pugno, l’avrebbe spinta contro un muro, strattonata e gettata a terra, dove l’avrebbe colpita con un calcio.
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Intanto il Regno Unito si prepara al peggio

Il governo ha accelerato i preparativi per una Brexit senza accordo, che prevedono anche il dispiegamento di 3.500 soldati


A poco più di tre mesi dalla data prevista per l’uscita formale del Regno Unito dall’Unione Europea, il governo britannico ha iniziato a mettere in moto una serie di preparativi per prepararsi all’eventualità del “no-deal”, cioè dell’uscita dall’UE senza un accordo. La prima ministra Theresa May sta aumentando gli appelli ai parlamentari e ai leader stranieri perché sostengano l’accordo che ha negoziato con l’Unione, che però a oggi non otterrebbe la maggioranza in Parlamento, che dovrebbe esprimersi intorno alla metà di gennaio. Per questo, anche se May continua a dirsi sicura che alla fine l’accordo verrà approvato, i vari ministeri hanno dato le prime disposizioni sul piano in caso di “no deal”, come l’organizzazione dello spazio sui traghetti per i rifornimenti e il dispiegamento di 3.500 soldati dell’esercito perché rispondano a eventuali disordini.
Martedì il governo si è riunito specificamente per elaborare queste disposizioni, confermate martedì da un portavoce della prima ministra. Il piano principale del governo, e la migliore opportunità per il Regno Unito, rimane l’approvazione dell’accordo negoziato con l’UE, ha detto il portavoce, ma è arrivato il momento di accelerare i preparativi per un’eventuale uscita senza accordo. Il governo ha annunciato che invierà delle raccomandazioni e istruzioni specifiche a tutte le imprese britanniche, e che saranno informati su come comportarsi anche i cittadini britannici, attraverso la televisione, i social media e altri mezzi.

Tassa sulle emissioni: tutti i dettagli della nuova ecotassa

Presentato l'emendamento al Senato. Limite di prezzo per il bonus sulle auto a basse emissioni. Contributo più alto per le auto elettriche e per chi rottama. Tassa per le auto nuove con emissioni di CO2 oltre 160 g/Km. Una Mustang paga quanto una Rolls-Royce. Detrazione fiscale per chi installa le colonnine di ricarica

Finalmente sono noti i particolari sulla nuova versione della tassa sulle emissioni, nota come ecotassa, accompagnata dall'ecobonus. In fondo a questa pagina potete leggere il testo integrale dell'emendamento all'articolo 1 della legge di bilancio che sostituisce integralmente quello approvato dalla Camera il 10 dicembre. In sintesi: l'ecobonus è il contributo per l'acquisto di auto a basse emissioni di CO2 finanziato da una tassa sull'acquisto di auto nuove ad emissioni più alte. Chi rottama un veicolo vecchio ha diritto ad un contributo più alto; esistono due fasce di incentivo, sempre basate sul livello di emissioni. Il più alto è raggiungibile solo dalle auto elettriche, il più basso essenzialmente dalle auto ibride.

C'è un limite di prezzo del veicolo per ricevere il contributo, 45.000 euro Iva esclusa. Quindi le due novità rispetto alla precedente versione sono la necessità della rottamazione per ricevere il contributo maggiore e l'istituzione di un prezzo massimo. Per quanto riguarda la tassa sulle emissioni delle auto nuove, è stata raggruppata in quattro fasce oltre i 160 g/Km, ed è stata anche diminuita negli importi. Di conseguenza vengono salvati i veicoli meno potenti e grossi, quindi meno costosi. E' già qualcosa. Sebbene si tratti sempre di una tassa in più di cui nessuno sentiva il bisogno. Viene anche istituito un contributo per chi installa le colonnine di ricarica.

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Ambiente, Rapporto Ispra: Brescia è la città più inquinata d'Italia, poi Torino. A Viterbo l'aria più pulita

Il dossier Ispra sulla qualità ambientale nelle aree urbane. Roma ha il primato delle voragini: 136. La capitale ha perso così tra i 25 milioni e i 30 milioni di euro. Scarso il verde urbano: 31 metri quadrati a persona. I centri a rischio frane e alluvioni


Sono 19 le città italiane dove sono stati registrati valori oltre la norma giornalieri di pm10 (polveri sottili con diametro uguale o inferiore a 10 micrometri, ndr) al 10 dicembre 2018, una in più dell'anno scorso. Ad aggiudicarsi la maglia nera è Brescia, con ben 87 sforamenti, seguita da Torino mentre Viterbo, che non ha mai oltrepassato il limite, si attesta come campione di qualità dell'aria tra le aree urbane. A rivelarlo è l'edizione 2018 del rapporto Ispra-snpa sulla qualità dell'ambiente urbano, prende in esame 120 città e 14 aree metropolitane, ed  presentato a Roma a palazzo Giustiniani dal presidente dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, Stefano Laporta, e dal direttore generale Ispra, Alessandro Bratti.

Dati preoccupanti se si considera che L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha stimato che in Italia, nel 2014, 50.550 morti premature potevano essere attribuibili all’esposizione a lungo termine al PM2,5, 17.290 all’NO2 e 2.900 all’ozono.


Altra notizia preoccupante che arriva dal rapporto è che i comuni consumano terreno. Si verificano fenomeni di sprofondamento in particolare a Roma dove negli ultimi 10 mesi del 2018 si registrano ben 136 voragini.

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Manovra, ok Ue all'Italia: stop alla procedura di infrazione. Dombrovskis: "Restiamo vigili"

Semaforo verde dalla Commissione dopo la trattativa con il nostro Paese sui conti pubblici. Misure per 10,25 miliardi, clausole di salvaguardia sulle spese. La crescita scende all'1%. Il vice presidente Ue: "Misure non ottimali, ma per ora evita la procedura per debito"

MILANO - L'Italia scongiura in extremis la procedura di infrazione sul debito mettendo sul piatto una correzione della manovra gialloverde da oltre 10 miliardi. Il collegio dei commissari riunito a Bruxelles ha dato il suo via libera all'accordo raggiunto dalla Commissione con il governo italiano sulla legge di Bilancio per il prossimo anno. L'esecutivo Ue ha quindi ammesso la correzione dei conti pubblici che assicurerebbe per il 2019 un deficit nominale al 2,04%, a fronte del 2,4% messo per iscritto dal governo italiano nella nota di aggiornamento al Def dal 2,9 stimato dalla Commissione attraverso i propri calcoli. Nel 2020 il deficit/Pil è previsto all'1,8% e nel 2021 all'1,5%.

Nella conferenza stampa a valle del colleggio che ha annunciato l'accordo, il vicepresidente della Commissione Ue responsabile per l'euro, Valdis Dombrovskis, ha usato parole caute: "La soluzione sul tavolo non è ideale, non dà una soluzione a lungo termine per i problemi economici italiani", ha rimarcato. Ma il 'falco' Ue ha proseguito: "Ci consente di evitare per ora di aprire una procedura per debito, posto che le misure negoziate siano attuate pienamente". Il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, ha usato come al solito toni più soft: "L'Italia sta a cuore all'Europa e all'area euro, che esce rafforzata da questo risultato positivo. Dimostra che le regole Ue ci sono e funzionano".

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Manovra, per il governo pericolo infrazione solo rinviato. A gennaio nuova verifica sui conti


Manovra, la battaglia con la Ue lascia sul terreno molte vittime: l'esperienza insegni

Aggressione razzista sul tram a Roma: donna di colore con bimba piccola insultata e presa a calci

Non è la prima volta che accade sullo stesso tratto di servizio urbano


Aggressione razzista sul tram 19.
Lo spavento della bambina – A Roma il clima sui trasporti pubblici è diventato pericoloso. È avvenuta il 18 dicembre un’aggressione razzista a danno di una donna straniera che si trovava a bordo di un tram con la bimba piccola nel passeggino.
La teste – A raccontarla sulla propria pagina Facebook una testimone “come primo passo per non abituarci a tutto questo”.  La ragazza, che ha assistito a quanto accaduto intorno alle 16:45 del pomeriggio, ha detto che “raccontare i fatti è il primo passo per non cadere nell’indifferenza”.
Non è la prima volta – Un racconto shock, simile per le modalità razzisteall’aggressione subìta da una donna rom e da sua figlia raccontata alla giornalista Giorgia Rombolà che assistette all’aggressione. Come in quest’ultimo caso la notizia è divenuta virale riaprendo il dibattito sulla questione razzismo a Roma.


I fatti – Il tram 19 collega la periferia est di Roma al centro ed è sempre strapieno di gente. Secondo quanto raccontato dalla ragazza che si trovava a bordo del mezzo: “Ad una fermata sale una donna di colore (ahimè siamo ridotti a doverlo specificare), con una bimba di un anno in passeggino. Un uomo, romano doc, sulla quarantina le dice: “E tu perché sei qua, cosa fai sul tram?!” Lei giustamente si permette di rispondere:”Che vuoi, che ti ho fatto?”

Il post – “Lui non poteva accettare che una donna e per giunta di colore si permettesse di rispondere, così ribatte:”Tu devi stà zitta, hai capito, devi stà zitta”. Alla fermata del tram la donna fa per scendere, l’uomo le tira una pacca sul sedere e tira due calci al passeggino e le sputa in faccia”.

Ovada premia i due poliziotti della Stradale intervenuti dopo il crollo del Ponte Morandi

Marco Gastaldi e Antonio Fiore, hanno raccontato, sono diventati “un riferimento” per tutte le persone scampate al crollo e terrorizzare perché loro erano “la Polizia Stradale”


OVADA (AL) – Gli assistenti capo della Polizia Stradale di Ovada Marco Gastaldi, 47 anni, e Antonio Fiore, di 37, ricordano ogni attimo del 14 agostoIl “terrore” negli occhi delle persone scampate al crollo del Ponte Morandi di Genova ma anche “la fiducia” che tutti gli automobilisti hanno riposto in loro.
Quando ancora non si sapeva cosa avesse provocato il crollo e cosa sarebbe potuto ancora accadere, Marco Gastaldi e Antonio Fiore sono diventati “un riferimento” perché erano “la Polizia Stradale, hanno spiegato.
I due assistenti capo parlano con orgoglio della divisa che indossano, Gastaldi da 26 anni e Fiore da 17 anni, e del lavoro quotidiano di tutti i colleghi, a partire ovviamente da quelli della Sottosezione di Ovada.
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Auto elettriche: 80% dei milanesi interessati, ma mancano le colonnine

Le auto elettriche potrebbero rappresentare un’occasione importante per la mobilità sostenibile. Ancora non sono molto diffuse e tanti esperti attribuiscono la motivazione della mancata diffusione soprattutto ai prezzi troppo alti che questi veicoli continuano ad avere sul mercato. Eppure esistono tanti servizi di car sharing basati proprio sull’utilizzo delle auto elettriche, specialmente nelle grandi città […]


Le auto elettriche potrebbero rappresentare un’occasione importante per la mobilità sostenibile. Ancora non sono molto diffuse e tanti esperti attribuiscono la motivazione della mancata diffusione soprattutto ai prezzi troppo alti che questi veicoli continuano ad avere sul mercato.
Eppure esistono tanti servizi di car sharing basati proprio sull’utilizzo delle auto elettriche, specialmente nelle grandi città anche nel nostro Paese. Una di queste città è Milano. Proprio i milanesi sono stati protagonisti di una recente indagine condotta da DriveNow del Gruppo BMW, che ha sondato il parere dei cittadini del capoluogo lombardo riguardo alle loro preferenze in tema di mobilità.



I milanesi dimostrano di essere molto sensibili alla sostenibilità ambientale da realizzare attraverso l’uso di veicoli a zero emissioni. L’80% degli intervistati ha rivelato che ama scegliere le auto elettriche. Il 68% di coloro che hanno partecipato al sondaggio si dichiara disposto a scegliere le auto elettriche e non quelle che si basano sull’uso dei tradizionali carburanti inquinanti proprio spinto da una ragione di lotta all’inquinamento. Andrea Leverano managing director DriveNow Italia:
Questo è un dato davvero molto incoraggiante che racconta come i cittadini siano tutt’altro che disinteressati a tematiche di tipo ambientale, e soprattutto quelli che vivendo nelle grandi città debbono fare tutti i giorni i conti con aria carica di polveri sottili e inquinamento acustico. 



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Le accise sulla benzina che noi paghiamo e i francesi no

Oltre al finanziamento della guerra d’Etiopia, alla ricostruzione dopo la tragedia del Vajont e le altre tasse, nel prezzo del carburante è già compresa anche l’ecotassa. Le promesse, non mantenute, di Salvini

L’obiettivo è lo stesso, la strategia è diversa. Mentre in Francia Macron aveva previsto un aumento delle accise sui carburanti per favorire la transizione ecologica, stoppata poi dalle proteste dei “gilet gialli”, in Italia Di Maio propone di introdurre una già ribattezzata “ecotassa” sui veicoli inquinanti e nuovi incentivi per chi acquista auto elettriche, ibride o a metano. In realtà, come fa notare Il Sole 24 ore, la tassa contro le emissioni di anidride carbonica la paghiamo da vent’anni nel prezzo della benzina e del gasolio. Oltre al finanziamento della Guerra d’Etiopia degli anni Trenta, alla ricostruzione dopo la tragedia del Vajont del 1963 e del terremoto dell’Irpinia del 1980 e tutte le altre accise, di cui il ministro dell’Interno Matteo Salvini pochi mesi fa promise l’abolizione istantanea, dal primo gennaio 1999 paghiamo anche la carbon tax.
Nell’autunno del 1998, durante il Governo Prodi, il ministro dell’Ambiente Ronchi propose la tassa contro le emissioni di anidride carbonica, che fu introdotta nella Finanziaria. La prima a essere tassata fu la benzina verde, 19 lire di accisa in più al litro. Continuiamo a pagarla ancora oggi su tutti i carburanti, ma ovviamente, come tutte le altre tasse introdotte e mai tolte, l’ecotassa è stata inglobata nella fiscalità generale. Togliendo le accise e l’Iva, il gasolio italiano costa già molto meno di quello europeo ed è il fisco, solamente il fisco, a renderlo tra i più cari d’Europa. Alla rilevazione del 15 ottobre, l’ultima disponibile del ministero dello Sviluppo economico – come riporta Il Sole 24 ore – il costo medio europeo del gasolio è pari a 67,6 centesimi al litro, il prezzo medio italiano è ancora più basso: 66,6 centesimi al litro senza le accise.

Manovra, “Niente gare sotto i 200mila euro”. L’operazione vale 6/7 miliardi. Ma rischia di moltiplicare le inchieste

Aumenta di cinque volte il tetto per gli appalti in affidamento diretto. Il governo conta di controbilanciare il rischio con la legge “spazza corrotti” che consente l'agente infiltrato e rende non punibile chi denuncia per primo le mazzette. Nessun commento ufficiale dall'Anac, che - in assenza dei bandi - rischia di non avere strumenti di controllo laddove era in grado di intervenire fino a ieri

Il governo alza la soglia per gli appalti pubblici da 40 a 200mila euro, con la promessa di sbloccare lavori nei comuni per 6-7 miliardi l’anno. Le gare spazzate via in favore di affidamenti diretti fanno felice il “partito del Pil” ma rischiano di moltiplicare anche le inchieste giudiziarie, come quelle di lunedì a Catanzaro, per appalti sotto soglia. L’annuncio è arrivato domenica sera, in poche righe, ma suggerisce a chi ha seguito il confronto con le parti industriali e associazioni produttive, che tra la linea legalitaria del M5S e quella “espansiva” della Lega di Matteo Salvini abbia prevalso la seconda. Una linea che sposta la soglia delle procedure vincolate di cinque volte in un colpo, e per questo solleva perplessità sotto il profilo delle garanzie di legalità. Garanzie che il governo – a torto o a ragione – conta di salvaguardare con la legge “spazza corrotti” che consente l’agente infiltrato e rende non punibile chi denuncia per primo le mazzette.

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Sì agli appalti senza gara, fuori controllo sette miliardi

Morandi, ricostruisce Fincantieri con Salini Impregilo. Commissario Bucci: ‘Pronto nel 2019’. Ma accessibile nel 2020

A realizzare in 12 mesi l'opera (dopo dopo la demolizione) sarà Salini Impregilo insieme a Fincantieri e Italferr sulla base del progetto di Renzo Piano. Costerà 202 milioni di euro. Ha prevalso la "linea" caldeggiata dal M5s fin dai giorni successivi al disastro. Cimolai, la principale concorrente, si asterrà dai ricorsi per "spirito di servizio al Paese" così da non ostacolare la ricostruzione del viadotto. In mattinata il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha ribadito a Radio Anch'io che "a fine 2019 sarà già in piedi"


“Confidiamo di avere il ponte per la fine del prossimo anno: non sarà accessibile, ma tutti lo potranno vedere. Serviranno 9 mesi di costruzione e 3 di collaudo. L’importo assegnato per l’opera è di 202 milioni di euro, al netto dell’iva”. Marco Bucci, sindaco di Genova e commissario straordinario per la ricostruzione del viadotto Morandi, ha dato l’annuncio in conferenza stampa. Con un non detto: il ponte sarà funzionante nel 2020, quindi in ritardo rispetto alle promesse del governo. Toccherà a Salini Impregilo, insieme a Fincantieri e Italferr, ricostruirlo sulla base del progetto di Renzo Piano. Alla fine Bucci ha seguito la linea fortemente caldeggiata dall’esecutivo – in particolare dal M5s – già pochi giorni il crollo del viadotto Polcevera a Genova, nel quale morirono 43 persone. Il progetto avrà un costo attorno ai 220-230 milioni di euro (compresi di iva) e per portarlo a termine – secondo quanto risulta all’AdnKronos – serviranno 12 mesi dalle fine dei lavori di demolizione. Se queste previsioni fossero confermate, l’auspicio di ‘vedere’ il ponte a fine 2019 sarebbe tutte da verificare. L’altro progetto, presentato dal gruppo Cimolai, secondo quando riferiscono altre fonti interpellate dalla stessa agenzia di stampa, prevedeva costi per un importo totale di 175 milioni (14 per la demolizione) e 11 mesi di tempo complessivi per la demolizione e ricostruzione (9 mesi).

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Certosa, i movimenti contro le grandi opere in piazza:”La lotta non si ferma”

Genova. Circa duecento attivisti sono scesi in piazza oggi a Certosa per presidiare simbolicamente il territorio ferito della Valpolcevera, sotto le bandiere No Tav della lotta contro il terzo valico e le grandi opere.
Si tratta della prima uscita pubblica dei movimenti dopo la annuncio del ministro Toninelli che di fatto ha sbloccato l’impasse sulla linea Fegino Tortona che in questi mesi era rimasta in bilico per una supposta contrarietà del movimento cinque stelle. Dopo una campagna elettorale durante la quale l’opposizione alle grandi opere ‘inutili’ è stata fulcro della proposta politica pentastellata, la tenuta sulla questione si è sciolta come neve al sole sull’altare del compromesso politico finalizzato alla tenuta del governo giallo verde.

“La scelta del governo non ci stupisce – dicono gli attivisti – e questo esito era già scritto. Ma le nostre battaglie non si fermano qui, sono anni che lottiamo contro governi locali e centrali che supportano questa visione mortifera dei territori e del futuro della nostra società. E in questi anni abbiamo seminato e raccolto energie che non si arrenderanno mai”.

A pochi metri quello che resta del Morandi, nel giorno in cui sono iniziati i lavori si demolizione dei monconi: “non ci accodiamo alle celebrazioni di chi ha contribuito a distruggere questa valle – dicono – ed è proprio per questo che dobbiamo continuare la nostra battaglia. Si sta aprendo una stagione cruciale per le sorti di questi territori, con una montagna di soldi che saranno spartiti dai soliti, con briciole e lucette lasciate a chi sotto il ponte, i ponti, e il loro ‘progresso’, ci vive da sempre e continuerà a viverci”.
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martedì 18 dicembre 2018

Manovra: auto ecologiche, superbonus solo in caso di rottamazione. Risorse tolte ai fondi per la sicurezza sul lavoro

Il pacchetto di emendamenti dei relatori. Bonus fino a 6mila euro in caso di rottamazione, malus a 2.500 euro. Sconto per l'acquisto dei motorini elettrici. Norme sugli Ncc, la rabbia degli autisti
di RAFFAELE RICCIARDIMILANO - Ecotassa ritagliata sulle auto che emettono oltre 160 CO2 g/km, a partire da 1.100 euro per arrivare fino a 2.500 euro, e contributi fino a 6mila euro - in caso di veicolo da rottamare, diversamente il tetto è a 4mila - per chi acquista un'auto non (o poco) inquinante. Revisione delle norme sui noleggi con conducente; nuove norme in maniera di giochi sui risultati sportivi (Totocalcio), stretta sulla pirateria online degli eventi in diretta come le partite in streaming. Tagli al costo dell'Inail, ma finanziati in parte con la sforbiciata ai programmi di prevenzione.Mentre procede il lavorio dentro il governo e con l'Europa per scongiurare la procedura d'infrazione, la Manovra al Senato riceve le proposte di modifica da parte dei relatori e dello stesso esecutivo. Stando al testo circolato all'ora di pranzo, su istanza dei relatori si modifica l'ecotassa sulla linea che era stata indicata dal vicepremier Luigi Di Maio. Per la parte di 'bonus' si introduce il tetto di 45mila euro (Iva esclusa) al valore dell'auto da incentivare: oltre quella soglia, non ci saranno sconti. Entra poi la discriminante della rottamazione: se si porta un veicolo al concessionario, il bonus è di 6mila euro per la vettura nuova con emissioni di biossido di carbonio per chilometro tra 0 e 20, di 2.500 euro tra 21 e 70 CO2 g/km. In assenza di rottamazione, l'incentivo scende rispettivamente da 4mila e 1.500 euro.Continua qui

Protesta degli Ncc a Roma, tensioni in centro. Slogan contro governo: "Buffoni". Bruciata una bandiera M5S

Capitale in tilt per la manifestazione dei noleggiatori con conducente

Tensioni e disordini  nel centro di Roma nel corso della manifestazione dei noleggiatori con conconducente. Le centinaia di autisti che stanno prendendo parte alla manifestazione nazionale a Roma hanno dato fuoco ad alcune bandiere del Movimento 5 Stelle, davanti alla sede della Prefettura di Roma, dove si erano radunati. "Buffoni, buffoni", urlano ora i manifestanti che si sono spostati all' esterno del Senato, mentre una delegazione è entrata in attesa di essere ricevuta. Capitale in tilt, bloccato corso Rinascimento

In piazza della Repubblica, un vigile urbano sarebbe stato accerchiato da un gruppo di manifestanti e messo in salvo dalle forze dell'ordine. "Ho passato i tre minuti più brutti della mia vita - racconta un tassista -  mentre stavo transitando in piazza della Repubblica e alcuni noleggiatori che stavano manifestando lì mi si sono avvicinati circondando la mia auto e prendendola a calci e pugni. Sto andando a fare la denuncia alle forze dell'ordine, quello che è successo è gravissimo. Il mio taxi non era assicurato contro gli atti vandalici, il perito mi ha appena detto che ho circa tre mila euro di danni".


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SPECIALE NEVE al nord-ovest tra MERCOLEDI e GIOVEDI. Ecco le quote...

Ecco dove potrebbe cadere la neve nella giornata di mercoledi 19 dicembre.


NEVE sulle pianure del nord-ovest nella giornata di mercoledi 19 dicembre? Andiamo con ordine in quanto la previsione risulta molto difficile.
Iniziamo dalla mattinata (fino alle ore 13). In questo frangente, il settore di nord-ovest verrà interessato dal richiamo prefrontale della perturbazione. Solitamente, esso è associato ad un temporaneo aumento della temperatura a media quota che poi verrà colmato con il passaggio del fronte vero e proprio.
Al mattino, pertanto, le temperature in pianura saranno prossime allo zero, ma i fiocchi si faranno attendere stante il richiamo mite sopra citato. Tra il basso Piemonte, la bassa Lombardia ed i versanti padani dell'Appennino Ligure saranno quindi probabili fenomeni di GELICIDIO o grattarone (neve granulare) a testimoniare la "falla termica" a media quota.
La neve dovrebbe cadere senza problemi sulla fascia prealpina centro-occidentale con quota variabile tra i 400 e i 750 metri procedendo da ovest verso est (PRIMA MAPPA).
Il piatto forte, ovvero il fronte vero e proprio, è atteso sul nord-ovest nel pomeriggio-sera di mercoledi 19 dicembre.
Le eventuali "falle termiche a media quota" dovrebbero chiudersi e la neve cadere fino in pianura tra il basso Piemonte e il Pavese. Sul resto della Pianura Piemontese e sull'Ovest Lombardo potrebbe cadere neve bagnata o pioggia mista a neve, anche se la presenza di sacche fredde a livello del suolo (molto difficili da prevedere) potrebbero garantire soprese bianche anche in questi settori.
Rovesci piovosi consistenti si faranno vedere in Liguria, con neve fino ai fondovalle sui versanti padani centro-occidentali, 400-600 metri sui versanti marittimi. Neve ovviamente anche lungo tutta la fascia alpina e prealpina tra i 200 e i 500 metri procedendo da ovest ad est (SECONDA MAPPA).

La resistenza del parroco pistoiese che accoglie i migranti: “Voglio proprio vedere se la polizia ha il coraggio di entrare in chiesa”

Don Massimo Biancalani racconta a TPI i primi effetti del decreto Sicurezza e la posizione di difficoltà in cui oggi si sentono alcuni uomini di Chiesa


“Vicofaro sta continuando ad accogliere in proporzioni sempre più grandi: un po’ l’emergenza freddo, un po’ per gli effetti del decreto Salvini, stanno arrivando molti ragazzi giovanissimi. Sono ragazzi che anche se in possesso di un permesso umanitario si trovano a dormire spesso in stazione a Firenze, Prato, Pistoia. Da noi arrivano due-tre persone a sera. Situazione insostenibile, non abbiamo più spazio”.
Don Massimo Biancalani, il parroco pistoiese di Vicofaro che accoglie i migranti nella sua parrocchia, è stato più volte al centro delle cronache nazionali sia per il suo centro di accoglienza, sia per le schermaglie con il ministro dell’Interno Matteo Salvini. A TPI racconta i primi effetti del decreto Sicurezza e la posizione di difficoltà in cui oggi si sentono alcuni uomini di Chiesa.
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