Una parlamentare del M5S ha sostenuto di essere stata aggredita con calci e pugni, ma ha più volte cambiato versione e ora cinque testimoni dicono che le cose sono andate diversamente
Negli ultimi giorni si è parlato molto di un’aggressione denunciata da una deputata del Movimento 5 Stelle, Mara Lapia, che la settimana scorsa sarebbe stata picchiata da un uomo all’uscita da un supermercato di Nuoro, riportando diverse ferite. In seguito, però, la deputata ha più volte cambiato versione sull’aggressione e numerosi testimoni hanno detto che le cose si sono svolte in maniera diversa, alcuni smentendo del tutto che sia avvenuta un’aggressione.
Dell’episodio si è cominciato a parlare domenica scorsa, il 16 dicembre, quando il capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, Francesco D’Uva, ha dato per primo la notizia dell’aggressione avvenuta il giorno stesso. D’Uva aveva parlato di un pestaggio che aveva causato alla deputata una frattura della costola e numerose contusioni. «È gravissimo e intollerabile che un uomo, in modo becero e disumano, si accanisca violentemente nei confronti di una donna fino a ridurla in quelle condizioni», aveva detto. L’uomo accusato dell’aggressione è stato rapidamente identificato: un 35enne con precedenti penali al momento denunciato per aggressione.
Lo stesso giorno, quindi poche ore dopo l’aggressione, Lapia ha dato un’intervista a Radio Capital in cui ha ricostruito l’incidente. Mentre si trovava in un supermercato di Nuoro, ha detto, la cassiera ha fatto accidentalmente cadere una lattina di Coca-Cola, che si è aperta bagnandole i vestiti. Lapia ha criticato la cassiera per l’errore, ha raccontato, ma dopo pochi istanti ha considerato chiuso l’incidente. Un uomo in coda dopo di lei però ha iniziato a insultarla, l’ha seguita nel parcheggio del supermercato e quando lei ha provato a riprenderlo e fotografare la targa della sua automobile le avrebbe strappato il telefono di mano, buttandolo in terra e prendendolo a calci. Poi avrebbe colpito Lapia con un pugno, l’avrebbe spinta contro un muro, strattonata e gettata a terra, dove l’avrebbe colpita con un calcio.
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